Speciale Invasione: i nuovi padrini tra sfruttamento, riti voodoo e “ricerca della felicità”
1° La ricerca della felicità
2° Destabilizzare per stabilizzare
3° Riti tribali, sangue e sacrifici umani. Ecco cosa succede sui barconi
4°Il presidente della Nigeria: “Non date asilo ai nigeriani. Da qui partono solo i delinquenti”
5° Un’organizzazione che non ha nulla da invidiare a Cosa Nostra: la mafia nigeriana
6° La tratta delle nigeriane tra stupri, ricatti e riti voodoo
-A cura della Redazione di Antimassoneria-
«Oggi in Europa non ci troviamo di fronte ad un fenomeno di immigrazione. Ci troviamo di fronte a un fenomeno migratorio (…) e come tutte le grandi migrazioni avrà come risultato finale un riassetto etnico delle terre di destinazioni, un inesorabile cambiamento dei costumi, una inarrestabile ibridazione che muterà statisticamente il colore della pelle, dei capelli, degli occhi delle popolazioni». -Umberto Eco-
1° LA RICERCA DELLA FELICITA’
Era il Luglio del 2013. Papa Francesco si recava a Lampedusa per celebrare una speciale commemorazione in onore delle vittime dei barcone che capovolgendosi a circa 60 miglia dalla costa libica causò la morte di centinaia di africani che si recavano sulle nostre coste. Il papa usò parole durissime contro l’indifferenza degli italiani, che non hanno a cuore “la ricerca della felicità” di questi fratelli che si recano (o meglio vengono spinti) sulle coste italiane. Sì, proprio quegli italiani che da 15 anni, forse 20, soccorrono migliaia di cosiddetti migranti in procinto di annegare, portandoli sulle coste italiane, rifocillandoli e ospitandoli in alberghi – spesati di tutto punto – e in altre strutture a costo di irritare al massimo tanti connazionali che sono costretti a dormire in macchina perchè non hanno più i soldi per pagare l’affitto o il mutuo.
Ma chi sono queste anime in cerca della felicità di cui parla Francesco? E soprattutto cos’è questa “felicità” di cui parla? La ricerca della felicità è un concetto ripreso pari pari dalla Dichiarazione (massonica) di Indipendenza americana. In nessun passo del Vangelo si esorta a cercare la felicità, bensì la Verità e la Giustizia. Proprio perchè ognuno di noi ha un concetto diverso e personale di felicità e non sempre questa ricerca porta sulla strada giusta. Chiedetelo ad un tossicodipendente cosa sia per lui la felicità, vi risponderà che per lui consiste nell’avere la propria dose di droga. Un maniaco sessuale vi dirà che per lui la felicità consiste nel soddisfare sfrenatamente i suoi bassissimi istinti ecc. Aristotele diceva che la felicità perfetta altro non è che la pratica abituale delle virtù. Quindi se il grande filosofo avesse ragione possiamo dire che non è la felicità ad essere ricercata dai migranti che insoddisfatti del vitto scaraventano i piatti colmi di cibo fuori dalla finestra e appena sbarcati si mettono subito alla ricerca di “liberate” donne occidentali con la quale sfogare i propri istinti. Qualunque sia la visione della felicità intuiamo che il fenomeno immigrazione di massa non reca alcuna pace né ai migranti, resistenti all’integrazione e alla perdita della loro identità, che si trovano trapiantati in paesi molto diversi dalla loro terra natia. Come non giova alle alle popolazioni autoctone, i cui equilibri vengono stravolti dalle richieste sempre più insistenti di nuove normative che consentano loro la costruzione di piccoli stati nello Stato. Ma possibile richiedere sforzi solo agli italiani per far sentire questi popoli in movimento felici o per lo meno a proprio agio? Non è facile data la vastissima diversità dei rispettivi costumi. Come sempre ripetiamo: perchè non distribuire questi popoli presso i ricchi paesi musulmani come il Qatar,il Kuwait o l’Arabia Saudita, dove i migranti non avrebbero problemi di tipo religioso e culturale? E mentre in Italia le sistemazioni per i migranti sono ormai sature, e si odono le sempre più frequenti minacce di Angelino Alfano per spingere alla requisizione delle proprietà private dei cittadini italiani come case e alberghi, in Arabia Saudita ci sono 100.000 tende con aria condizionata che possono ospitare 3 milioni di persone. Tende di alta qualità, 8 metri per 8 metri, costruite in modo permanente dal governo saudita nel 1990 e aggiornate nel 1997 con sistemi antincendio. Sono suddivise in reparti che comprendono cucina e bagno. Peccato però che queste comode sistemazioni non hanno accolto neanche un solo rifugiato o immigrato. (1)
Ma chi sono queste anime in cerca della felicità di cui parla Francesco? E soprattutto cos’è questa “felicità” di cui parla? La ricerca della felicità è un concetto ripreso pari pari dalla Dichiarazione (massonica) di Indipendenza americana. In nessun passo del Vangelo si esorta a cercare la felicità, bensì la Verità e la Giustizia. Proprio perchè ognuno di noi ha un concetto diverso e personale di felicità e non sempre questa ricerca porta sulla strada giusta. Chiedetelo ad un tossicodipendente cosa sia per lui la felicità, vi risponderà che per lui consiste nell’avere la propria dose di droga. Un maniaco sessuale vi dirà che per lui la felicità consiste nel soddisfare sfrenatamente i suoi bassissimi istinti ecc. Aristotele diceva che la felicità perfetta altro non è che la pratica abituale delle virtù. Quindi se il grande filosofo avesse ragione possiamo dire che non è la felicità ad essere ricercata dai migranti che insoddisfatti del vitto scaraventano i piatti colmi di cibo fuori dalla finestra e appena sbarcati si mettono subito alla ricerca di “liberate” donne occidentali con la quale sfogare i propri istinti. Qualunque sia la visione della felicità intuiamo che il fenomeno immigrazione di massa non reca alcuna pace né ai migranti, resistenti all’integrazione e alla perdita della loro identità, che si trovano trapiantati in paesi molto diversi dalla loro terra natia. Come non giova alle alle popolazioni autoctone, i cui equilibri vengono stravolti dalle richieste sempre più insistenti di nuove normative che consentano loro la costruzione di piccoli stati nello Stato. Ma possibile richiedere sforzi solo agli italiani per far sentire questi popoli in movimento felici o per lo meno a proprio agio? Non è facile data la vastissima diversità dei rispettivi costumi. Come sempre ripetiamo: perchè non distribuire questi popoli presso i ricchi paesi musulmani come il Qatar,il Kuwait o l’Arabia Saudita, dove i migranti non avrebbero problemi di tipo religioso e culturale? E mentre in Italia le sistemazioni per i migranti sono ormai sature, e si odono le sempre più frequenti minacce di Angelino Alfano per spingere alla requisizione delle proprietà private dei cittadini italiani come case e alberghi, in Arabia Saudita ci sono 100.000 tende con aria condizionata che possono ospitare 3 milioni di persone. Tende di alta qualità, 8 metri per 8 metri, costruite in modo permanente dal governo saudita nel 1990 e aggiornate nel 1997 con sistemi antincendio. Sono suddivise in reparti che comprendono cucina e bagno. Peccato però che queste comode sistemazioni non hanno accolto neanche un solo rifugiato o immigrato. (1)
2° DESTABILIZZARE PER STABILIZZARE
Ma la metà di questi movimenti di popoli deve essere necessariamente l’Europa, perchè non sono gli immigrati che devono integrarsi nella civiltà europea, ma al contrario è l’Europa che deve necessariamente disintegrarsi e rigenerarsi grazie all’influenza delle etnie che la occupano per dar vita al Nuovo Ordine abitato da individui omologati privi di uniformità razziale e culturale. Ma per quale motivo vogliono imbastire l’Europa, di molti avanzi da galera penserete giustamente voi? Si tratta di una chiara strategia finalizzata a dividere e mettere gli uni contro gli altri tutti quei settori di opposizione che potrebbero essere unificati in un fronte comune di lotta anti imperialista, l’Italia poi in particolare possiede ancora una stragrande maggioranza di popolazione autocnona e cattolica a differenza di Francia, Inghilterra, Germania dove il numero degli stranieri è di gran lunga superiore.
Bisogna considerare che la politica di migrazione di massa verso l’Europa presenta due principali utilità per l’oligarchia economica mondialista:
a) come elemento di trasformazione etnica degli Stati (nel lungo termine) ;
b) come mano d’opera di riserva che sia utile per le multinazionali quale strumento di riduzione dei salari ed incremento dei profitti a medio e lungo termine.
Bisogna comprendere che il principale obiettivo di lungo termine delle centrali mondialiste è quello di sostituire le identità nazionali e distruggere la cultura originaria (2)
L’immigrazione è da sempre stata utilizzata come arma geopolitica e strategica per la disarticolazione delle comunità originarie di un territorio. Basti pensare all’emigrazione di massa degli ebrei dall’Europa verso la Palestina, allora colonia britannica.
Ci aveva avvertiti anche Gheddafi: “Senza di me vi invaderanno”.E mandava a dire al governo italiano guidato allora da Berlusconi:«Sono realmente scioccato dall’atteggiamento dei miei amici europei. In questa maniera hanno messo in pericolo e danneggiato una serie di grandi accordi sulla sicurezza, nel loro interesse e la cooperazione economica che avevamo (…) L’Europa tornerà ai tempi del Barbarossa. Cerco di farmi capire: se si minaccia, se si cerca di destabilizzare, si arriverà alla confusione (…) La situazione è grave per tutto l’Occidente e tutto il Mediterraneo”. (3)
3 ° RITI TRIBALI, SANGUE E SACRIFICI UMANI. ECCO COSA SUCCEDE SUI BARCONI
4 ° IL PRESIDENTE DELLA NIGERIA: “NON DATE ASILO AI NIGERIANI DA QUI PARTONO SOLO I DELINQUENTI”
Abbiamo anche prove e testimonianze sulle partenze, spesso forzate di migranti, che prelevati dalle carceri nella quale erano rinchiusi, vengono prelevati e costretti a partire in date diverse e con diverse imbarcazioni. Non hanno pagato per il viaggio, non pensavano all’Italia come destinazione finale, né per lavorare, né per chiedere asilo. (5)
In un’interessante intervista concessa al britannico Telegraph, il presidente della Nigeria, Buhari, invita a cessare di dare asilo ai nigeriani “Da qui partono solo i criminali che non avrebbero alcun motivo di chiedere Asilo, visto che in Nigeria non ci sono guerre”. Parlando con il corrispondente Colin Freeman durante un viaggio a Londra, Buhari ha avvertito i suoi concittadini di “smettere di cercare Asilo politico all’estero”, perché i nigeriani che “partecipano all’esodo di clandestini verso l’Europa, lo stanno facendo solo per ragioni economiche, piuttosto che perché erano in pericolo.” E continua “Alcuni nigeriani affermano che è troppo difficile tornare a casa, ma hanno anche reso difficile ad europei e americani accettarli, a causa del numero di nigeriani nelle prigioni di tutto il mondo accusati di traffico di droga o di traffico di esseri umani”, ha detto. (6)
In un’interessante intervista concessa al britannico Telegraph, il presidente della Nigeria, Buhari, invita a cessare di dare asilo ai nigeriani “Da qui partono solo i criminali che non avrebbero alcun motivo di chiedere Asilo, visto che in Nigeria non ci sono guerre”. Parlando con il corrispondente Colin Freeman durante un viaggio a Londra, Buhari ha avvertito i suoi concittadini di “smettere di cercare Asilo politico all’estero”, perché i nigeriani che “partecipano all’esodo di clandestini verso l’Europa, lo stanno facendo solo per ragioni economiche, piuttosto che perché erano in pericolo.” E continua “Alcuni nigeriani affermano che è troppo difficile tornare a casa, ma hanno anche reso difficile ad europei e americani accettarli, a causa del numero di nigeriani nelle prigioni di tutto il mondo accusati di traffico di droga o di traffico di esseri umani”, ha detto. (6)
5 ° UN’ORGANIZZAZIONE MAFIOSA CHE NON HA NULLA DA INVIDIARE A COSA NOSTRA: LA MAFIA NIGERIANA
Sull’immigrazione nigeriana occorrerebbe aprire una lunga parentesi. Quanto sta emergendo dall’inchiesta sulla mafia nigeriana a Palermo è decisamente inquietante: ci troviamo di fronte ad un gruppo criminale violentissimo che non ha nulla da invidiare a cosa nostra.E non abbiamo remore nel dire che questo è il risultato delle folli politiche d’accoglienza volute dal governo Renzi ed avallate allegramente da sindaci e prefetti compiacenti. Peccato che alcuni dei suoi migranti siano diventati tali e quali ai boss della mafia nostrana come se da noi non ce ne fossero già abbastanza. La mafia nigeriana che sta sempre più prendendo piede in questo paese è infatti ancora più violenta di quella palermitana, ha rivelato il procuratore aggiunto di Palermo Leonardo Agueci. E’ quello che emerge dai retroscena dell’operazione Black Axe.
“Sono stati ricostruiti diversi casi di violenza” prosegue Agueci “Persone che non sottostavano alle regole di comportamento, per esempio chi non pagava le partite di droga, venivano ‘punite’ in modi severi e violenti”.
Al momento i fermi risultano 17 (sedici uomini e una donna). Un’operazione a raggio nazionale, che è partita da Palermo. E quelli venuti a galla sono particolari raccapriccianti. Torture e violenze sessuali terribili ai danni di coloro che si rifiutavano di affiliarsi alla organizzazione mafiosa. Un uomo in particolare è stato violentato per una notte intera con un tubo di ferro. Violenze sessuali anche su alcune donne che “non volevano prostituirsi”. I nigeriani finiti in manette controllavano infatti il mercato della prostituzione e lo spaccio di droga tra i loro connazionali a Palermo.
La mafia palermitana “sopportava” l’organizzazione criminale dei “colleghi” nigeriani che operavano nel cuore di Ballarò. “Cosa nostra ha consentito ai nigeriani di organizzare una struttura subalterna alla mafia – ha spiegato Agueci. Loro erano tollerati a patto che non uscissero dal loro ‘perimetro’ di appartenenza”. Le indagini hanno accertato come l’organizzazione al suo interno riproducesse compiti, funzioni e persino organigrammi tipici di uno stato. Come ha spiegato il questore di Palermo Guido Longo “Cosa nostra consente a questa organizzazione di sopravvivere nel territorio. E la mafia siciliana anzi, ne trae vantaggio. Basta non superare certi limiti: questo succede anche altrove. Da non dimenticare la strage di Castelvolturno”. (7)
“Sono stati ricostruiti diversi casi di violenza” prosegue Agueci “Persone che non sottostavano alle regole di comportamento, per esempio chi non pagava le partite di droga, venivano ‘punite’ in modi severi e violenti”.
Al momento i fermi risultano 17 (sedici uomini e una donna). Un’operazione a raggio nazionale, che è partita da Palermo. E quelli venuti a galla sono particolari raccapriccianti. Torture e violenze sessuali terribili ai danni di coloro che si rifiutavano di affiliarsi alla organizzazione mafiosa. Un uomo in particolare è stato violentato per una notte intera con un tubo di ferro. Violenze sessuali anche su alcune donne che “non volevano prostituirsi”. I nigeriani finiti in manette controllavano infatti il mercato della prostituzione e lo spaccio di droga tra i loro connazionali a Palermo.
La mafia palermitana “sopportava” l’organizzazione criminale dei “colleghi” nigeriani che operavano nel cuore di Ballarò. “Cosa nostra ha consentito ai nigeriani di organizzare una struttura subalterna alla mafia – ha spiegato Agueci. Loro erano tollerati a patto che non uscissero dal loro ‘perimetro’ di appartenenza”. Le indagini hanno accertato come l’organizzazione al suo interno riproducesse compiti, funzioni e persino organigrammi tipici di uno stato. Come ha spiegato il questore di Palermo Guido Longo “Cosa nostra consente a questa organizzazione di sopravvivere nel territorio. E la mafia siciliana anzi, ne trae vantaggio. Basta non superare certi limiti: questo succede anche altrove. Da non dimenticare la strage di Castelvolturno”. (7)
6° LA TRATTA DELLE NIGERIANE TRA STUPRI RICATTI E RITI VOODOO
Insomma ciò che viene fuori delle indagini su questa ricerca della felicità non è affatto edificante. Se si volesse veramente recare un beneficio a questi popoli in movimento occorrerebbe come prima cosa permettere a questi giovani di vivere con le loro famiglie nei loro territori di origine senza regalare loro facili illusioni di realizzazione in un occidente che ormai è ridotto a saccheggiare sé stesso. Un occidente alla quale non rimane nulla se non affogare la propria crisi esistenziale in sesso e droga, ovvero quei business che in tutti i paesi in costante recessione vedono aumentare i propri introiti. I mafiosi nigeriani lo hanno capito.
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