ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 28 dicembre 2016

Osservatori romani & spinelli

Vittorio Feltri: attento Scalfari, Papa Bergoglio ti prende in giro

Perché, Eugenio, fai così? Perché tu che hai avuto tutto dalla vita, ti vuoi dotare infine anche di orecchie d' asino sia pure aureolate? Sei stato fascista, poi azionista, perché ora ambisci a fare il sacrista senza neanche aver fatto le scuole serali di dottrinetta all' oratorio?
Punti a un sacello in cattedrale, dove deporre le ossa come Ser Ciappelletto, che si beffò dei frati per farsi tumulare in odore di santità? La strada promette bene: disquisisci da pari a pari con il Pontefice, il quale si rivolge a te dal basso in alto. Ma ho il dubbio sottile che l' astuto gesuita ti voglia adescare alla fede cattolica abusando della tua vanità, di cui sei ricco forse addirittura come di euro e dollari.

Mi sto rivolgendo, come avrete capito, a Eugenio Scalfari, il quale alla vigilia di Natale ha voluto anticipare la predica del suo amico Francesco, magari per vedere se la copia tutta o solo qua e là. In fondo, c' è una certa coerenza ascensionale. Mica male passare da suggeritore di De Mita e Rutelli a paroliere del Papa, senza spostarsi se non impercettibilmente dal suo trono di ateo. Non cessa ogni volta di dichiarare che non crede in Dio. Lo capisco: dato che c' è già lui, non si capisce la necessità di guardare più in su. Ma allora perché la fa così lunga? Ama farsi sedurre, lasciarsi tentare. E per alzare il prezzo, sdottoreggia.
Come però, ancora pochi giorno fa, ha notato su Libero il nostro Antonio Socci, il fondatore di Repubblica falla di frequente. Stavolta è scivolato sull' abc del catechismo, come scrivere squola e pretendere di fare l' Alberto Manzi; discutere con Einstein, e cascare sulle tabelline.
Il compianto cardinale Giacomo Biffi, che - siccome mi conosceva poco - mi voleva bene, si arrabbiava molto con i teologi della domenica che scrivevano sui giornali. Diceva: Nessuno lascia scrivere di calcio chi non distingue tra un corner e un rigore. Invece sulla Chiesa pontificano tutti e sono asini. Ecco, siamo al caso Scalfari. Non mi ergo a studioso, utilizzo le mie qualifiche di chierichetto dismesso. Non lo faccio per gareggiare con lui in sapienza biblica, con quella barba può dire ciò che vuole, ma per propormi come correttore di bozze, perché ho qualche ora libera e vorrei arrotondare.
1) Scrive Eugenio: Sono andato a rileggermi i quattro Vangeli sinottici del Nuovo Testamento, che costituiscono la sostanza della vita di Gesù Cristo. Tutti sappiamo che i Vangeli sono quattro. Perché aggiunge l' aggettivo sinottici?
Lo spiega più avanti. I Vangeli sinottici, cioè quelli riconosciuti dalle Autorità successive alla prima generazione cristiana, sono quattro. Accertato che sono quattro, proprio quattro, con tutto il greco che ha studiato dovrebbe sapere che sinottici viene dal greco synoptikós, sguardo d' insieme, da cui sinossi. Pertanto sono Vangeli sinottici i Vangeli di Matteo, Marco e Luca che rivelano un notevole parallelismo e una stretta affinità e concordanza tanto da poter essere pubblicati in sinossi a colonne affiancate (Treccani: ce l' ho, gliela posso vendere a buon prezzo).
2) Dalla frase citata, si evince la convinzione di Scalfari secondo cui sinottico vuol dire approvato, ufficiale, in contrapposizione ad apocrifo. In realtà i Vangeli canonici sono quattro, mentre i sinottici sono tre.
3) Scalfari aggiunge un dato nuovo. Dice che l' apostolo Giovanni è stato il segretario di Giovanni Battista. Viveva nel deserto, avvolto di pelli, mangiava locuste, ed ora si scopre che aveva un segretario. Dava la caccia ai grilli? Il Vangelo - che lui dice di aver riletto - sostiene che Giovanni e Andrea erano soci insieme ai loro fratelli Giacomo e Simone di una cooperativa di pescatori a Cafarnao (lo racconta lo stesso Giovanni nel suo Vangelo, il famoso quarto sinottico scalfariano).
Questo mi ha fatto credere che Francesco lo prenda amorevolmente per il sacro culo. Io non pretendo di correggere Eugenio il Teologo: quando disquisisce sopra il settimo cielo tocca dei vertici di salmologia impanata che non arrivo a sfiorare neppure cavalcando l' ippogrifo, che di certo Scalfari tiene al pascolo in uno dei suoi poderi e villoni. Ma su questioni di bassa manovalanza, tipo leggere, ci arrivo.
Certo che salta fuori da questo Natale una splendida coppia. Francesco invita a frequentare gli ultimi, i disgraziati sui barconi, fa venire i senza tetto a mangiare al suo desco il panettone nel giorno del suo compleanno. Ma poi passa le sue ore migliori con il giornalista più ricco della storia, che la sera andava in Via Veneto e assai meno dove bazzicano a Termini i barboni; e ai canotti dei profughi ha sempre preferito i piroscafi del principe Caracciolo. E ai sinottici ha sempre preferito gli attici.
di Vittorio Feltri

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