ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 10 gennaio 2017

Vade retro

Meglio ebrei che lefebvrianiCome certi moderni cattolici odiano il cattolicesimo


Hofmann ad un Congresso ebraico in Argentina

E’ risaputo che in Vaticano non vige più la monarchia e che da tempo si è affermata la repubblica. Ora, nonostante in quel luogo un tempo rispettabile e abitato da persone scelte, soprattutto per la loro aderenza al credo cattolico, continuino a trovarsi laureati in abito talare, si verifica per ogni giorno che passa la presenza di sempre più personaggi sui generis che in fatto di comprendonio fanno a gara con i tifosi di calcio del bar dello sport – sia detto con tutto rispetto per questi ultimi, che almeno non vanno a disputare in Vaticano.
Questo nuovo livello intellettivo fa sì che la repubblica vaticana vada intesa nella sua accezione più popolare: quella di caos.

E siccome nella confusione ognuno si può permettere di affermare ciò che vuole, tanto nessuno gli dà retta, affaccendato com’è a fare altrettanto, ecco che un certo Norbert Hofmann si fa intervistare dal Moked, il portale dell’ebraismo italiano, e risponde a varie domande sullo stato del dialogo tra ebrei e cristiani.

Questo certo Hofmann, salesiano, lavora in Vaticano come segretario della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo ed è quindi un esperto in relazioni ebraico-cattoliche. Come tale sostiene che tutto va per il meglio, i rapporti con gli ebrei sono ottimi e si è arrivati al punto che “addirittura il nostro partner ufficiale è il Gran Rabbinato d’Israele”.

Viene da sorridere nel leggere una simile sciocchezzuola, quasi come fosse un vanto l’essere stati ammessi, bontà loro, nel consesso dei rabbini, per di più dei rabbini di Israele, come se ci trovassimo ancora ai tempi di Caifa e come se Israele non fosse scomparso ormai da quasi duemila anni, reinventato ultimamente, per meri motivi politici e d’interesse, dal neonato Stato sorto sulla cacciata dalle loro case di centinaia di migliaia di palestinesi ivi residenti da altrettanti duemila anni.

Un pasticcio, insomma, un brutto e sanguinolento pasticcio che però non impedisce a Hofmann di compiacersi di essere stato accolto tra i rabbini di questo Israele.

Ovviamente, il nostro interesse non è rivolto a queste esercitazioni meramente propagandistiche, che tanto bene fanno all’umano compiacersi di ebrei e cattolici moderni. Ciò che ha attratto il nostro interesse e ha stimolato la nostra penna è una particolare risposta del salesiano Hofmann, che riportiamo integralmente:

Vede qualche ostacolo significativo nel futuro dei rapporti tra Santa Sede e Stato di Israele?

Non vedo problemi così rilevanti, ostacoli insuperabili nel nostro futuro. Un argomento spigoloso è senz’altro quello relativo alla confraternita dei Lefebvriani e alla sua possibile riconciliazione con la Chiesa. Come noto, c’è chi all’interno di quel mondo è portatore di posizioni di odio e negazione della Shoah. Proprio per questo, è escluso che la pratica vada a buon fine. Fin quando non verrà accettato il Concilio Vaticano II, il suo spirito, i suoi valori, ogni loro velleità è destinata a naufragare. Non mi pare proprio che la Nostra Aetate sia compatibile con quelle posizioni estreme. Quindi, cari amici ebrei e israeliani, non preoccupatevi.

Visto che nell’intervista non si accenna neanche a questa questione dei Lefebvriani, questa risposta lascia di stucco, per un verso, e per l'altro illumina.

Lascia di stucco perché i Lefebvriani non c’entrano un fico secco con il dialogo tra ebrei e cattolici moderni e però illumina perché proprio per la sua estemporaneità fa capire chiaramente che si è trattato di una risposta sollecitata dagli ebrei del Moked, che ci tengono a far sapere che a loro non va giù che i Lefebvriani vengano regolarizzati canonicamente da papa Francesco.

Sembra chiaro altresì che tutta l’intervista sia stata orchestrata proprio per trasmettere a Francesco questo messaggio e per trasmetterglielo in maniera informale ma pubblica, con tanto di grancassa mediatica… non è un caso che essa sia giunta fino a noi, che non siamo interessati ad andare a leggere “Pagine ebraiche”.

Ora, noi non siamo certo entusiasti per quest’apertura di Bergoglio verso la Fraternità San Pio X, né ci fa piacere che quest’ultima si attardi ancora a considerare, come fosse una cosa seria, la possibilità di buttarsi nelle fauci aperte dell’uomo venuto dalla fine del mondo.
E tuttavia, quando vediamo come gli ebrei mettono becco in casa altrui – che poi sarebbe casa nostra – impicciandosi di fatti che non li riguardano, ci viene subito da dire, come qui facciamo, vade retro … siete sempre i soliti impiccioni che si credono i più belli del mondo!

E sì, perché alla fin fine, la questione è tutta qui: tutto si può fare ormai a questo mondo: distruggere la dottrina cattolica, devastare la vigna del Signore, incentivare l’invasione islamica dei paesi cattolici, diffondere il vizio e la corruzione tra i giovani… ma guai a fare qualcosa non gradita agli ebrei… non sia mai ledere la maestà del popolo eletto – ormai solo da se stesso!

Ma si trova sempre un hofmann disposto a reggere il moccolo all’interminabile piagnisteo ebraico che invece di piangere se stesso si comporta peggio della gatta che, come dicono a Napoli, chiagne e futte.

Articolo di Giacomo Devoto
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1801_Devoto_Meglio_ebrei_che_lefebvriani.html
Le malattie della Curia Romana
peggiori dell’adulterio?


Pubblichiamo una breve nota dell'amico brasiliano Gederson Falcometa, che tocca un altro dei punti dolenti della predicazione di Papa Francesco






Roma - Auguri natalizi alla Curia Romana , 22 dicembre 2016


«In questa prospettiva, occorre rilevare che la riforma sarà efficace solo e unicamente se si attua con uomini “rinnovati” e non semplicemente con “nuovi” uomini. Non basta accontentarsi di cambiare il personale, ma occorre portare i membri della Curia a rinnovarsi spiritualmente, umanamente e professionalmente. La riforma della Curia non si attua in nessun modo con il cambiamento delle persone – che senz’altro avviene e avverrà – ma con la conversione nelle persone. In realtà, non basta una formazione permanente, occorre anche e soprattutto una conversione e una purificazione permanente. Senza un mutamento di mentalità lo sforzo funzionale risulterebbe vano.
«È per questa ragione che nei due nostri precedenti incontri natalizi mi sono soffermato, nel 2014, avendo a modello i Padri del deserto, su alcune “malattie”, e nel 2015, partendo dalla parola “misericordia”, su una sorta di catalogo delle virtù necessarie a chi presta servizio in Curia e a tutti coloro che vogliono rendere feconda la loro consacrazione o il loro servizio alla Chiesa. La ragione di fondo è che, come per tutta la Chiesa, anche nella Curia il semper reformanda deve trasformarsi in una personale e strutturale conversione permanente.
«Era necessario parlare di malattie e di cure perché ogni operazione, per raggiungere il successo, deve essere preceduta da approfondite diagnosi, da accurate analisi e deve essere accompagnata e seguita da precise prescrizioni.»

Questa è una parte del discorso di 22 dicembre di Papa Francesco alla Curia Romana.
La domanda che sorge dopo la sua lettura è: il peccato di adulterio è un male minore di qualcuna delle malattie della Curia Romana?


In effetti, il modo di procedere del Papa con la Curia Romana, avrebbe dovuto essere applicato nei confronti del Sinodo, mentre invece per il Sinodo non ha tirato fuori alcun catalogo delle malattie delle famiglie ferite e dei divorziati risposati.
Se è “necessario parlare di malattie e di cure perché ogni operazione, per raggiungere il successo, deve essere preceduta da approfondite diagnosi”, perché al Sinodo non si è parlato così? Perché non abbiamo un catalogo delle malattie e delle virtù delle famiglie perché vivano bene il matrimonio?

Il Papa vuole che i membri della Curia Romana siano uomini “rinnovati” e non semplicemente uomini “nuovi”, ma a quanto pare non vuole che gli adulteri siano nuove creature in Cristo Gesù.

L’ultimo Sinodo e il post-sinodo sono stati il ritratto fedele della Chiesa che vuole Francesco: un Sinodo “sporco e accidentato” che in fondo è il ritratto di Papa Francesco stesso.
La questione dei divorziati risposati è stata trattata nel Sinodo in modo analogo a quella dell’aborto negli Stati laici. Anche l’aborto è una sorta di “misericordia” perversa degli moderni Stati laici verso le donne che vogliono abortire.
Sembra che questa misericordia dei moderni Stati laici, con Papa Francesco abbia trovato posto nella Chiesa conciliare.

Leone XIII insegnava che “lo Stato senza la Chiesa è come un corpo senz’anima”. La Chiesa nata con il Concilio è l’anima dello Stato laico.
Si è voluta la separazione tra la Chiesa e lo Stato, ma essi continuano a rimanere uniti. Solo che adesso non è più lo Stato che riceve della Chiesa la sua norma morale, ma questa Chiesa conciliare che riceve le sue norme dello Stato.

Lo spirito che anima gli abortisti è lo stesso che anima Papa Francesco: cancellare la legge per misericordia.

Per finire, la famiglia ha bisogno di riforma più della Curia Romana. Chesterton diceva dei puritani che avevano la soluzione certa per il problema sbagliato. Purtroppo questa sembra essere una delle realtà di questo pontificato.
È assurdo dare la comunione ai divorziati risposati e trattare le malattie della Curia Romana come dei peccati peggiori dell’adulterio. Sono due pesi e due misure....

Nota di Gederson Falcometa

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1802_Falcometa_Malattie_Curia_romana.html

Dove va la Chiesa? Il possibile scisma latinoamericano

di Davide Lovat

I grandi scismi avvenuti nella Chiesa fondata da Gesù Cristo in capo a Pietro e agli apostoli, sotto il presidio di Maria con la discesa dello Spirito Santo a Pentecoste, hanno avuto tutti una base storico-politica contingente che potremmo definire causa accidentale e una base antropologico-culturale che ne rappresenta la vera causa prima: essa riguarda l’essenza profonda dei popoli che vi aderirono di volta in volta.

Per esempio, le genti slave aderirono in gran parte allo scisma ortodosso dell’XI secolo dopo un conflitto che durava ormai da quattro secoli e che concerneva questioni teologiche ed ecclesiologiche note agli studiosi, ma più in profondità aveva a che fare con il diverso modo di organizzare la struttura familiare, sociale, giuridica e politica rispetto al “mondo cattolico” da parte del “mondo slavo” che era andato a strutturarsi progressivamente in quei secoli, uscendo dalla barbarie precedente; quando il processo antropologico-culturale di formazione di un “mondo slavo” ben connotato fu maturo, anche lo scisma da tanto tempo latente nella corte bizantina poté consumarsi.

Ancora, gli anglosassoni aderirono all'eresia protestante di Lutero oppure a quella di Calvino, ma anche lo scisma anglicano avvenne nel XVI secolo; i presupposti storici e politici furono diversi per le tante componenti della galassia protestante, ma comune fu il periodo perché comune fu la base antropologico-culturale: si era venuto a formare ormai un “mondo anglosassone” che divergeva dal “mondo cattolico” per il modo di concepire la vita sociale, dal diritto civile al diritto familiare al modo di stare in comunità, fino al modo stesso di concepire l’essere umano nel mondo e rispetto alla divinità, cosicché quando le differenze e i confini geopolitici furono definiti anche lo scisma maturò come naturale conseguenza.

Oggi è il “mondo latinoamericano” che ha preso una sua forma specifica dal punto di vista politico, economico, sociale e anche religioso, dopo cinque secoli dalla colonizzazione e dopo circa due secoli dal processo di indipendenza da Spagna e Portogallo. Esso va verso una nuova dottrina di origine cristiana che mischia, con elementi del cattolicesimo coloniale, il protestantesimo con il marxismo. L'America Latina ha concretizzato solo negli ultimi 40 anni la sua specificità antropologico-culturale e perfino teologica (la “teologia della liberazione” condannata da san Giovanni Paolo II con i noti documenti Libertatis nuntius e Libertatis conscientia, condanna mai accettata dai suoi esponenti), uscendo dalla condizione di colonia culturale dell'Europa per diventare finalmente un continente a sé stante, cosicché oggi siamo in presenza di uno scisma strisciante fondato su un'eresia già conclamata e condannata - il cattomarxismo della teologia della liberazione - che è scaturita in modo naturale dal continente sudamericano, dove anche politicamente imperversano populismi fondati sul socialismo, sull'ecologismo (il culto ancestrale precolombiano della Pacha Mama, che è la “dea Terra”, la Gea dei greci), sul terzomondismo, sulla lotta di classe marxista aggiornata e rivisitata in ottica mondialista.

Non serve ribadire che in questa fase storica hanno un leader molto in vista, i vescovi e i cardinali di quelle terre, e la loro visione del cristianesimo trova proseliti anche in Europa presso quella parte della Chiesa che fu affascinata dalle stesse tematiche sociali e politiche, a partire dal Sessantotto.

Gli elementi per lo scisma ci sono tutti: primo, perché una corrente politicamente importante, sia dentro il clero che nella società, aderisce a una nuova interpretazione della dottrina cristiana, diversa nei fondamenti da quella tradizionalmente praticata – per due millenni – nella Chiesa Cattolica; e secondo perché, come per gli slavi e per gli anglosassoni a suo tempo, quello dei latinoamericani è innanzitutto un processo di evoluzione socioculturale di vaste dimensioni, con base territoriale e quindi geopolitica omogenea, che poi si traduce anche, tra le altre cose, in una elaborazione teologica potenzialmente scismatica.

Nei casi precedenti della Storia della Chiesa tutti gli eretici e gli scismatici si sono sempre scagliati contro i cattolici legati alla Tradizione apostolica, dicendo di essere i "veri cristiani", accusandoli di tradire “il vero spirito del Vangelo” che ovviamente è quello nuovo da loro scoperto; e così è anche oggi, come si evince dalle reazioni degli esponenti dell’avanguardia di questa “chiesa ecumenica liberazionista” alle proteste, o anche alle garbate critiche, di chi evidenzia l’eterodossia delle spinte innovative provenienti da quel mondo.

Il futuro ci dirà cosa succederà durante e dopo l’attuale pontificato di Francesco I°, ma non saranno le questioni dottrinali a causare uno scisma; esse ne saranno al massimo il pretesto e la giustificazione. In Sud America è infatti conclamata la crisi del cattolicesimo, con un crollo verticale del numero dei fedeli che passano all’ateismo o alle chiese evangeliche e ciò dipende dalla particolare evoluzione sociale e culturale di quel continente. Ancora una volta il peso dell'antropologia culturale nelle scelte religiose si dimostra molto maggiore della comprensione delle questioni teologiche e dottrinali da parte della massa, e il “mondo latinoamericano” oggi sembra essersi definitivamente costituito come realtà propria, psicologicamente emancipata dalla radice europea. Le conseguenze in ambito ecclesiastico e religioso potrebbero essere automatiche.
Vaticano: cattolici ora riconoscono Martin Lutero come una 'testimonianza del Vangelo'

Allucinante!!!

(traduzione automatica)
Per l'articolo in inglese:

www.lifesitenews.com/news/vatican-catholi…

ROMA, 5 gennaio 2016 ( LifeSiteNews ) - Un documento recente rilasciato co-autore da parte del Vaticano Pontificio Consiglio per l'Unità dei Cristiani e il Consiglio Mondiale delle Chiese promuove il prossimo 18-25 gennaio 'Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani' con il tema ' riconciliazione: L'amore di Cristo ci spinge '.
Incoraggiare commemorazioni in tutte le diocesi del mondo, il documento sottolinea il tema è tratto dal 500 ° anniversario della Riforma protestante. Nel 2017, si dice, "luterani e cattolici saranno per la prima volta ricordare insieme l'inizio della Riforma". Il testo afferma anche che "i cattolici sono ora in grado di sentire la sfida di Lutero per la Chiesa di oggi, riconoscendolo come un ' testimonianza del Vangelo ' ".
L'annuncio segue la scia di viaggio controverso Papa Francesco 'di Lund, in Svezia, dove si unì al lancio della ricorrenza 500 ° anno della scissione più devastante nel cristianesimo nella sua storia. La Chiesa luterana di Svezia quale Papa Francesco è andato per la celebrazione accetta la contraccezione, l'aborto, l'omosessualità, e del clero femminile, che sono tutti rigorosamente e inalterabile vietate nella Chiesa cattolica.
Tuttavia, il Vaticano sta spingendo la celebrazione congiunta della Riforma concentrandosi su l'elemento comune di "Gesù Cristo e la sua opera di riconciliazione, come il centro della fede cristiana".
Il tema della settimana dell'unità dei cristiani ha osservatori vaticani chiedersi se il Papa può annunciare che in alcuni casi limitati intercomunione per i protestanti potrebbe essere possibile. Il Papa ha suggerito come in precedenza in un colloquio informale in una parrocchia luterana di Roma, dove nel novembre 2015, ha detto una donna luterana chiedendo di ricevere la comunione con il marito cattolica per " andare avanti ", guidato dalla coscienza individuale.
Questo sospetto è stato dato slancio mese scorso, quando il cardinale Walter Kasper, uno dei consiglieri più vicini al Papa, ha detto di sperare che il Papa "prossima dichiarazione apre la strada condivisa comunione eucaristica in casi particolari."
Intercomunione eucaristica è il desiderio principale per luterani e leader cattolici coinvolti nella partecipazione papale alla commemorazione luterana. Svedese Prof. Dr. Clemens Cavallin in un saggio su " Svezia e il 500 anni anamnesi riforma ", osserva che la Chiesa di Svezia Stati pagine web in modo esplicito circa la visita del Papa: "Ciò di cui abbiamo soprattutto auspicio è che la celebrazione comune dell'Eucaristia sarà ufficialmente possibile. Ciò è particolarmente importante per le famiglie in cui i membri appartengono a diverse confessioni. "
La gravità del cambiamento, se attuate, è stato sottolineato da monsignor Nicola Bux, un ex consultore per la Congregazione per la Dottrina della Fede. Se la Chiesa dovesse cambiare le sue regole sulla comunione eucaristica condiviso, sarebbe "andare contro la Rivelazione e del Magistero", che porta i cristiani a "commettere blasfemia e sacrilegio", ha detto Bux Ed Pentin del National Catholic Register.
Per quanto riguarda l'Eucaristia, luterani hanno una fede fondamentalmente diverso da cattolici, che credono che durante la consacrazione nella Messa il pane utilizzato diventa il corpo e il sangue di Gesù Cristo, mentre ancora alla ricerca come il pane. Luterani credono in una presenza fugace - che, mentre Cristo è presente nel pane durante il servizio, è il pane appena normale di nuovo fuori del servizio.
L'approccio di Papa Francesco ad una commemorazione congiunta della Riforma è parzialmente basata su una comprensione "ingenua" del dialogo teologico tra luterani e cattolici, secondo l'ex anglicano, prete cattolico p Dwight Longenecker . Fr. Longenecker punta a questa dichiarazione di Papa Francesco su Martin Lutero come problematico: "Oggi, luterani e cattolici, protestanti, siamo tutti d'accordo sulla dottrina della giustificazione. Su questo punto, che è molto importante, non ha commesso errori. "
Papa Francesco trae il suo entusiasmo per questo accordo su una dichiarazione comune tra cattolici e luterani sulla dottrina della giustificazione . Tuttavia, P. Longenecker sottolinea che il Vaticano ha pubblicato un dettagliato chiarimento ufficiale documento in cui Benedetto (pur servendo come Cardinale Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede) ha sottolineato che non c'era un consenso tra cattolici e luterani sulla comprensione della giustificazione. "Il livello di accordo è alta, ma ancora non ci permettono di affermare che tutte le differenze che separano i cattolici e luterani nella dottrina riguardante la giustificazione sono semplicemente una questione di enfasi o la lingua", ha detto il documento. "Alcune di queste differenze riguardano aspetti di sostanza e non sono quindi tutti compatibili tra loro."

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