Castighi celesti
Nel tempo che ho stabilito, io
giudicherò con rettitudine. Si scuota la terra con i suoi abitanti, io
tengo
salde le sue colonne. Annienterò tutta l’arroganza degli empi; allora si alzerà
la potenza dei giusti (Sal 74, 3-4.11).
Ci
sono nella storia momenti in cui Dio punisce le società umane per colpe
particolarmente gravi. Il castigo collettivo, com’è ovvio, non è legato in modo
biunivoco ai peccati dei singoli individui, ma coinvolge inevitabilmente un
popolo nella sua globalità. Evidentemente non si può stabilire con assoluta
certezza che una catastrofe sia conseguenza di una determinata colpa, ma uno
sguardo di fede, illuminato dal carisma profetico di cui il Cristo dota alcuni
membri del Suo Corpo mistico, consente di individuare dei legami causali, nella
dinamica soprannaturale degli eventi, con una sufficiente certezza morale. Ciò
è comprovato dalla Sacra Scrittura, dai Padri, dal Magistero e dalla teologia
tradizionale. Il Signore ricorre a rimedi estremi solo per far breccia nei cuori
induriti dall’orgoglio e dalla disobbedienza, come pure retribuisce con
giustizia – spesso già in questa vita – i crimini di quanti si rifiutano di
ammetterli e di correggersi. La misericordia non ha effetto se non su chi
riconosce umilmente i propri peccati ed è deciso ad emendarsene con tutte le
forze.
Se
oggi questo discorso non piace più – che sia in nome del “rispetto” della libertà
umana o di una “nuova” visione di Dio – questo non basta certo a cambiare la
realtà delle cose. Un abominio come il riconoscimento giuridico della sodomia
non poteva certo passare in modo indolore, specie in un Paese che, comprendendo
il cuore della Cristianità e vantando schiere di Santi di prima grandezza, è
molto meno scusabile di altri. Il cuore dell’Italia, sebbene questo non faccia
più notizia, continua a tremare. Quando la povera Eluana Englaro fu condannata
a morire di fame e di sete, il Paese fu colpito al cuore meno di due mesi più
tardi. Ora, essendo stati ignorati i chiari preavvisi, la terra non smette più di
sobbalzare. Sarà forse perché le case son costruite male e l’amministrazione
pubblica è corrotta? Come può riconoscere chiunque, una volta rigettata
l’interpretazione cattolica degli avvenimenti si scivola nell’assurdo, anche
con uno zucchetto in testa.
I
castighi peggiori, tuttavia, non sono quelli materiali, bensì quelli
spirituali. Dobbiamo risalire un po’ indietro: il raffreddamento della fede,
sia pure in tempi diversi a seconda dei Paesi, è cominciato in Occidente già
almeno all’inizio del XX secolo, se non prima. Le cause possono essere varie:
il diffondersi del modernismo, la propaganda massonica e quella socialista, o
ancora il libertinismo dei costumi… In ogni caso, senza una diffusa tiepidezza
nel popolo cristiano quelle idee perverse non avrebbero mai potuto allignarvi.
A Fatima la Madonna ci aveva avvertiti per tempo circa la necessità della
conversione, della preghiera e della penitenza, additandoci anche il castigo in
cui saremmo incorsi qualora non si fossero ascoltati i Suoi richiami: un’altra
guerra, peggiore di quella allora in corso. Poi, come profetizzato, scoppiò la
Seconda Guerra Mondiale: una carneficina mai verificatasi in tutta la storia
umana, con distruzioni di dimensioni apocalittiche; ma a quanto pare non bastò
neanche quella.
Nel
dopoguerra la generazione nata intorno al conflitto, anziché trarre lezione
dalle sofferenze e dai disagi, crebbe con la febbre della ricostruzione
materiale e l’illusione della democrazia, con il culto del lavoro e il miraggio
del benessere, che negli anni Sessanta effettivamente arrivò. Nel frattempo,
però, quella frenetica infatuazione corrodeva a poco a poco, dall’interno,
l’autentica vita di fede, lasciandone solo, in molti casi, la scorza esterna di
un’ottemperanza ipocrita e formale ai dettami del clero. In seno a quest’ultimo
si passava dall’affannoso puntellamento di un sistema legalistico che
cominciava a scricchiolare (sforzo spesso coniugato a scarsa sensibilità per i
traumi provocati dalla guerra) a una vera e propria smania di sperimentazione clandestina,
che poco più tardi sarebbe esplosa alla luce del sole.
In
un caso o nell’altro, la prospettiva sembrava prigioniera di uno sguardo prevalentemente
terreno piuttosto che soprannaturale; le strategie umane parevano inesorabilmente
prevalere sul primato della grazia, concepito in modo sempre più nominale. Ed
ecco allora abbattersi il castigo spirituale, di quelli che Dio infligge quando
non si vuol proprio dargli retta, ma senza precedenti per gravità e proporzioni:
una deviazione di tutta la Chiesa Cattolica (o quasi). L’imprudenza di
convocare un concilio ecumenico in un momento delicatissimo diede agio agli
ecclesiastici appartenenti alla massoneria o con essa collusi di prendere il
timone della nave strappandolo al legittimo nocchiero, che in ogni caso non
fece nulla, da quanto risulta, per impedirlo loro. Si dice sia morto gridando:
«Chiudete il Concilio! Chiudete il Concilio!». Il successore invece lo
proseguì, con le conseguenze che tutti conoscono.
Una
volta aperto un varco, turbe di demoni invasero la vigna del Signore facendone
strazio. Anche nella società, venuto meno il baluardo della Chiesa, pochissimi
anni dopo i figli dei ricostruttori si abbandonarono alla sovversione civile e culturale,
con l’effetto generale di un crollo morale mai registrato nella storia e con il
trionfo della depravazione. Quella stessa generazione ha poi occupato le sedi
del potere e del pensiero, che continua a detenere saldamente, per imporre
progressivamente il programma eversivo dei centri occulti del governo mondiale.
Da chi è coltivata e promossa la pedofilia, se non da intellettuali,
politicanti e finanzieri del bel mondo politically
correct? La situazione attuale non è altro che il punto culminante di una
cancrena scientemente provocata e non più curata da chi dovrebbe farlo, se non
in misura del tutto insufficiente.
Tutto
questo, lungi dallo scoraggiarci, deve darci fiducia. Lo sfacelo sociale,
politico e giuridico del nostro tempo è semplicemente conseguenza delle colpe
umane e, in pari tempo, un castigo divino proporzionato alla loro gravità; ma
tutto è sotto il controllo del Cielo. Anche all’attuale pontificato si può
applicare la stessa chiave di lettura. La Chiesa terrena, in gran parte
infedele allo Sposo, ha ottenuto ciò che voleva: qualcuno che la confermasse nell’errore
e ne giustificasse l’apostasia. Quando si rifiuta la verità e si acconsente
all’iniquità, in effetti, Dio invia una potenza ingannatrice che acceleri il
decorso del male per mettere tutti di fronte a una scelta chiara e ineludibile.
Chi è onesto fa quella giusta, chi non lo è si lascia fuorviare. I terremoti
fisici, allora, sono simbolo di un terremoto spirituale; questo è un fatto – e
per negarlo non basta ridurre qualcuno al silenzio.
È
pur vero che le catastrofi, spirituali o materiali, colpiscono indistintamente
buoni e cattivi, ma l’effetto non è certo lo stesso: gli uni, messi alla prova,
accrescono la fede e i meriti; gli altri, puniti, sono spronati al ravvedimento
per non dover subire un castigo eterno; la dannazione sarebbe una sciagura incomparabilmente
peggiore. Già il vivere in modo contrario ai precetti di Dio, d’altronde, è di
per sé una punizione, giacché procura soltanto guai e infelicità, rovinando le
vite e, spesso, anche le menti. Rimbocchiamoci allora le maniche per
raddoppiare gli sforzi nell’osservanza degli immutabili Comandamenti, legge di
vita e via di salvezza. Abbiamo la grazia dei Sacramenti per riuscire
nell’impresa… quella grazia, tuttavia, che non porta frutto se non in chi
combatte i propri peccati e coopera con essa.
Nessuno
potrà mai privarcene, nemmeno nel caso in cui – come si vocifera – cambiassero
ancora la Messa per poter “concelebrare” con anglicani e protestanti. Per
coloro a cui non piacciono le farse non mancheranno mai veri sacerdoti che
rinnovino il Sacrificio; al massimo, se necessario, lo si farà nelle case
private, ma non potranno mica farci fuori tutti! Lo dimostra la storia delle
peggiori persecuzioni, anche recenti: ogni volta la Chiesa risorge più forte,
purificata e rinnovata; non per nulla il suo fondamento è soprannaturale. Tutte
le traversie storiche in cui passa, quindi, servono a Dio per realizzare il Suo
disegno. L’importante è capire da che parte stare e fare le scelte giuste,
perseverando in esse a qualsiasi costo; al resto provvede Lui.
Che si può fare? Si può reagire in divrsi modi: Quando andiamo alla messa moderna o anche a quella di sempre se sentiamo il sacerdote dire delle stupidaggini alziamoci e in silenzio passiamo davanti a lui senza parlare e guardiamolo quindi usciamo dalla chiesa. Se sentiamo dire cose contrarie al Santo Vangelo da qualche sprovveduto e appecoronato cattolico riprendiamolo e diciamo la Verità di Nostro Signore.Questi sono degli esempi,ma si possono fare anche altre cose,nessuna violenza però- cerchiamo di pensarci.soprattutto cerchiamo di stare uniti e di non perdere la testa con la paura. Ricordiamoci che Nostro Signore ha detto: . Fatevi coraggio Io ho vinto il mondo.E noi che siamo suoi abbiamo vinto il mondo per mezzo Suo.jane
RispondiEliminaIo snocciolo, davanti a loro dei bei rosari, come facevano le per loro aborrite pie donne..
EliminaAnch'io durante l'omelia (e la preghiera dei fedeli) mi ritiro in me stesso e prego in silenzio, magari in latino. Talvolta però sono stato costretto ad uscire, quando le sparavano troppo grosse, rientrando ad omelia terminata.
EliminaAnch'io durante l'omelia (e la preghiera dei fedeli) mi ritiro in me stesso e prego in silenzio, magari in latino. Talvolta però sono stato costretto ad uscire, quando le sparavano troppo grosse, rientrando ad omelia terminata.
EliminaUn modernista fatto e finito come "Elia" (sebbene moderato, s'intende) non ha il diritto di lamentarsi dei suoi compagnucci di merende più radicali. Rigetti la nuova teologia in toto, anche quella di Ratzinger, rifiuti il conciliabolo, e ne riparleremo.
RispondiEliminaDefinire modernista, sebbene moderato, don Elia é falso e ingiusto. Solo chi non lo ha conosciuto lo può affermare.
EliminaDa questi giudizi di sedicenti tradizionalisti si comprende come si possa tradire.