Chiesa, emorragia di frati e suore: la Santa Sede corre ai ripari
Una vera e propria emorragia. Un allarme che rischia di minare la Chiesa alle sue fondamenta. Si tratta della crisi delle vocazioni. È quanto emergere da un'intervista all'Osservatore Romano dall'arcivescovo Josè Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione per la Vita consacrata. Migliaia di abbandoni sia tra gli ordini maschili che femminili. Una crisi che ha convinto la stessa Chiesa a correre ai ripari con una plenaria del dicastero competente.
OLTRE 2 MILA ABBANDONI ALL'ANNO. «Se il Papa parla di 'emorragia' vuol dire che il problema è preoccupante, non soltanto per il numero ma anche per l'età in cui si verificano, la grande parte tra i 30 e 50 anni» ha spiegato Carballo. Solo tra il 2015 e 2016 ci sono stati 2.300 abbandoni all'anno, in questi numeri sono compresi «271 decreti di dimissione dall'istituto, le 518 dispense dal celibato che concede la Congregazione per il clero, i 141 sacerdoti religiosi incardinati 'pure et simpliciter' in diverse diocesi e le 332 dispense dai voti tra le contemplative» in pratica diversi abbandoni arrivano anche perché religiosi e religiose vogliono sposarsi.
ABBANDONI PER RAGIONI AFFETTIVE. Per Carballo le motivazioni alla base di questi abbandoni sono ricercare in «problemi di tipo affettivo, seguiti dalle difficoltà nel vivere gli altri voti o la stessa vita fraterna in comunità». Carballo spiega che la plenaria ha ragionato su tre constatazioni, chi ha scelto di sposarsi, le religiose che abbandonano la clausura e chi ha lasciato l'abito perché non ha mai avuto la vocazione.
10 MILA SUORE IN MENO IN UN ANNO. Secondo le statistiche pubblicate da Fides i religiosi non sacerdoti sono diminuiti anche nel 2016. Tra gli uomini il calo è stato di 694 unità, in particolare in America (-362), Europa (-653) e Oceania (-76). Aumento delle vocazioni invece in Africa (+331) e Asia (+66). Vero e proprio tracollo tra le religiose con oltre 10 mila abbandoni in un anno. Gli aumenti in Africa (+725) e Asia (+604) non sono riusciti a compensare le diminuzioni in America (-4.242), Europa (-7.733) e Oceania (-200).
PAPA: «VITA DELLA CHIESA A RISCHIO». A denunciare la situazione è stato lo stesso pontefice papa Francesco: «In questo momento la fedeltà è messa alla prova. Siamo di fronte ad una 'emorragia' che indebolisce la vita consacrata e la vita stessa della Chiesa. Gli abbandoni ci preoccupano». Per Carballo un primo tentativo di bloccare gli addii deve passare da una migliore selezioni: «Bisogna puntare prima di tutto sul discernimento e sulla dimensione umana, affettiva e sessuale, in modo che chi non è chiamato a questa forma di 'sequela Christi' non abbracci questa vita».
Il Messaggero
(Francia Giansoldati) La fuga è silenziosa, costante, implacabile. Il calo numerico non offre tregua, e anno dopo anno costringe la Congregazione dei Religiosi una sorta di ministero al quale fanno capo gli ordini nel mondo a compilare statistiche negative, sintetizzando una debacle inarrestabile. Le suore sono quelle che in un decennio hanno conosciuto il calo più consistente, passando da 800mila nel 2000 a 693 mila nel 2013. Papa Francesco, sabato mattina, ricevendo un gruppo di religiosi, ha definito il fenomeno una autentica «emorragia».Difficile dargli torto. I segnali del crepuscolo del mondo religioso, maschile e femminile, sono facilmente individuabili persino dalle notizie di cronaca. In Belgio, come in Olanda o in Francia, tanti istituti religiosi, per mancanza di vocazioni, sono costretti a chiudere case, vendere proprietà, fondersi con altre comunità pur di sopravvivere. Spesso alla ricerca di strategie alternative in passato ci sono stati persino istituti religiosi che per non morire, visto il calo delle vocazioni e l' elevata età delle suore rimaste, facilitavano l' ingresso a ragazze straniere andandole a reclutare in villaggi sperduti nelle Filippine o in diversi Paesi africani. Il problema che si trova a fronteggiare il mondo religioso non è uno scherzo. Al calo fisiologico va aggiunto anche il fenomeno di coloro che monaci o monache lasciano i voti perpetui per fare altre esperienze di vita, magari per sposarsi, o semplicemente per allontanarsi da un ambiente incapace di soddisfare pienamente le aspettative. Di fatto l' anno scorso più di 3.000 hanno lasciato la vita consacrata. Un bilancio pesantissimo e allarmante. Monsignor José Rodriguez Carballo, segretario della Congregazione per i religiosi, in cinque anni ha autorizzato 11.805 dispense: certificati di indulti per lasciare l' Istituto, decreti di dimissioni, secolarizzazioni ad experimentum, secolarizzazioni per incardinarsi in una diocesi. Con una media annuale di 2.361 dispense. A questa emorragia se ne aggiunge un' altra, stavolta conteggiata dalla Congregazione per il clero (dal quale dipendono i sacerdoti diocesani). Da questo istituto sono state autorizzate 1.188 dispense.
ZAPPING Sommando i dati, hanno lasciato la vita religiosa 13.123 religiosi e religiose con una media annuale di 2.626. «I numeri non sono tutto, ma sarebbe da ingenui non tenerne conto». Le ragioni di questa disfatta sono molteplici. Carballo, un francescano, prova a dare una risposta: «Viviamo il tempo dello zapping: significa non assumere impegni a lungo termine, passare da un esperimento all' altro senza fare nessuna esperienza di vita. In un mondo dove tutto è agevolato non c' è posto per il sacrificio, né per la rinuncia, né per altri valori. Invece la scelta vocazionale esige di andare controcorrente».
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