C’È UN VESCOVO AD ALESSANDRIA. “DIRE NO AL REATO DI
OPINIONE…RICONOSCERE SUL NASCERE OGNI DITTATURA”.
Ogni tanto ci si imbatte in qualche (rara) buona notizia. Una di queste viene da Alessandria. Ho sotto gli occhi un intervento del vescovo della città, mons. Guido Gallese. Ve ne offro qualche brano significativo, lasciandovi il piacere di leggere integralmente su questo sito, Ontologismi tutto l’intervento integrale.
“Difendere la libertà di opinione dei cattolici è difendere la libertà di tutti”, è il titolo dell’intervento; e Dio sa quanto siano vere queste parole, nel momento in cui i Poteri cercano di imporre bavagli con leggi e iniziative di ogni genere per fare sì che si senta una sola voce: la loro, omologata e allineata.
“Come vescovo, – scrive mons. Gallese – ho il compito di guardare lontano, e a volte vedo delle cose che non riguardano soltanto noi cattolici, ma tutta la comunità civile. Scrivo per dare un segnale d’allarme finché siamo in tempo, finché l’astio delle parti non prende il sopravvento sul buon senso. Scrivo a tutti gli uomini di buona volontà e di intelligenza di qualsiasi parte politica o religiosa. Scrivo perché vedo nubi oscure profilarsi all’orizzonte”.
La Francia fa strada, ma anche da noi il vento va in quella direzione; bene lo sa chi si impegna a favore della Famiglia, contro l’utero in affitto e altre iniziative simili. “È il vento di un reato di opinione e il vento che tira da quella direzione si chiama dittatura. Agli albori di ogni dittatura tira il vento del reato di opinione o di discriminazione, con il quale si cerca di eliminare chi non ha il pensiero “conforme”. Non potendo toccare i pensieri ci si limita a censurare le opinioni. E qui sta il confine tra la dittatura e la democrazia: la democrazia punisce i comportamenti, la dittatura non consente di esprimere liberamente le opinioni e le punisce”.
La nostra democrazia, ricorda mons. Guido Gallese, è fragile. Ogni democrazia lo è. “Tuttavia essa è fragile, esposta com’è alle pressioni sociologiche della manipolazione di massa prima di tutto a livello della comunicazione sociale”. Proprio su questo fronte si sta giocando una battaglia vitale, senza che molti lo sappiano “Oggi l’attacco viene dalla parte della sociologia e della comunicazione sociale che, usate in modo improprio, possono diventare gli strumenti della manipolazione di massa e della dittatura”.
C’è ancora la possibilità di fare qualche cosa, prima di essere schiacciati dal pensiero dominante, omologato sui valori, o non valori della cultura veicolata da giornali, politici, televisione e che si è insinuata anche nella Chiesa, convertendola al politically correct.
“Giocare d’anticipo. Ogni forma di dittatura va riconosciuta sul nascere, anche nelle sue nuove forme, prima che inneschi le sue mortali dinamiche di parte. Le idee delle dittature cambiano, ma lo stile rimane lo stesso ed è liberticida. Dobbiamo fare quadrato e dire di no al reato d’opinione, dire di no a ogni tentativo di impedire l’espressione delle proprie idee. Perché le nostre memorie civili, che sono patrimonio essenziale e irrinunciabile di tutti, cattolici e non, non vengano retrocesse a memorie di parte, valide e condivisibili soltanto per alcuni. Non temo la persecuzione. Temo la rassegnazione, che apre la strada all’orribile spettacolo del volto dell’uomo sfigurato dalla spietatezza”.
Parole coraggiose. Una boccata di ossigeno nei giorni in cui il Pontefice si intrattiene per tre quarti d’ora con i giovani dell’Universitàsenza mai citare una volta Dio, Cristo, Chiesa o la Fede.
E mentre il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita tesse l’elogio di un uomo che ha contribuito in maniera eccezionale alla diffusione della cultura dell’aborto nel nostro Paese.
MARCO TOSATTI
http://www.marcotosatti.com/2017/02/26/ce-un-vescovo-ad-alessandria-dire-no-al-reato-di-opinione-riconoscere-sul-nascere-ogni-dittatura/
IL MURO DI GIUDA E’ POLITICAMENTE CORRETTO
Il muro di Caifa non scandalizza l’Occidente
“Appena oltre i margini meridionali di Gerusalemme, là dove la città va quasi a fondersi con Betlemme, prosegue inarrestabile – a ridosso dell’insediamento di Ghilo – la costruzione della barriera di separazione israeliana nella valle di Cremisan. Sconfitti sul terreno – dopo anni di vertenze giudiziarie – i due istituti religiosi salesiani e le 58 famiglie palestinesi (cristiani, ndr) di Beit Jala che vantano diritti di proprietà su vigneti e uliveti della Valle”.
La sua lunghezza è di 730 km; il tracciato è un susseguirsi di trincee, porte elettroniche, muri. Esso rappresenterebbe, per Israele, anche un modo per annettere parte dei territori occupati palestinesi (infatti parte del tracciato si trova in territorio occupato), includendo anche la quasi totalità dei pozzi presenti.
Un’altra stranezza qui sotto:
http://www.maurizioblondet.it/muro-giuda-politcamente-corretto/
Rapporti tra Giudaismo e Massoneria / 1
La storia ufficiale nasconde un grande arcano:
un complotto ordito dai nemici di Cristo
e della SS. Trinità
La moneta-debito escogitata dai nemici di Cristo
è l'essenza di ogni male, di ogni rivoluzione, di ogni congiura
( Sergio Basile )
di Don Curzio Nitoglia (1)
(1) Articolo estratto dalla rivista Sodalitium (Anno IX, nº 34, Giugno-Luglio 1993, pagg. 18-34).
L'origine della Massoneria
Roma - di Don Curzio Nitoglia – Giuliano Di Bernardo, già Gran Maestro della Massoneria italiana, dichiarò a La Stampa di Torino: «Si comincia coi massoni e si finisce cogli ebrei» (2). E l'ex Gran Maestro, Armando Corona (1921-2009), aggiungeva: «Le persecuzioni dei massoni e degli ebrei vanno sempre appaiate». Anche nella recensione al libro Israele e l'umanità, comparsa sulla rivista del Grand'Oriente d'Italia Hiram (3), si può leggere la seguente frase del rabbino cabalista Elia Benamozegh (1823-1900):
«Quel che è certo è che la teologia massonica
corrisponde abbastanza bene a quella della Càbala» (4).
(2) Cfr. La Stampa, del 3 novembre 1992. (3) Cfr. Hiram, novembre 1992. (4) Cfr. E. Benamozegh, Israele e l'umanità, Marietti, Torino 1990, pag. 49.
Il ripetersi di queste affermazioni variamente evidenziate ha motivato l'interesse per l'argomento e suscitato la curiosità di approfondire i rapporti esistenti tra giudaismo e Massoneria; da questo studio è nato il presente articolo. Bernard Lazare (1865-1903), noto scrittore ebreo, afferma:
«È certo [...] che vi furono degli ebrei
alla culla della Massoneria, degli ebrei cabalisti,
come lo provano alcuni riti conservati» (5)
(5) Cfr. B. Lazare, L'antisemitisme («L'antisemitismo»), Documents et Témoignages, Vienna 1969, pag. 167.
Contro Gesù Cristo e la sua Chiesa
L'ebreo convertito Joseph Lémann (1836-1915) scrive:«Che vi sia nel giudaismo una predisposizione alla Massoneria: è incontestabile. Questa predisposizione gli viene dal suo odio contro Cristo [...]. È [...] noto storicamente che [...] l'antagonismo ebraico, in cerca di una rivincita, lungi dal respingere il concorso delle società segrete, le ha sempre utilizzate [...] secondo i proprî interessi contro Gesù Cristo e la sua Chiesa» (6). Henri-Charles Puech (1902-1986), il grande storico (massone) delle religioni, scrive: «Spesso antisemitismo ed odio antimassonico sono andati assieme [...]. La maggior parte dei nomi sacri e delle parole d'ordine dei diversi gradi massonici sono ebraici. Da sottolineare l'esoterismo cabalistico delle due Colonne, dei tre Pilastri, della stessa disposizione degli Ufficiali nel Tempio [...]. Occorre mostrare come le diverse forme della Tradizione occidentale esoterica (Càbala giudaica, ermetismo cristico dei Templari, ecc…) siano integrati, avviluppati nella piramide massonica» (7). Il gran rabbino di Francia Joseph Haïm Sitruk (1944-2016) ha affermato:
«Il giudaismo impregna tutto il mondo moderno,
specialmente con la Rivoluzione Francese
e la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo» (8).
Il giornale israelitico The Jewish Tribune ha scritto: «La Massoneria è basata sul giudaismo» (9). S. McGowan: «La Massoneria è fondata sull'antica Legge d'Israele» (10), che è quella talmudica e non mosaica. Rudolf Klein: «Il nostro rituale è ebraico dall'inizio alla fine» (11).
(6) Cfr. J. Lémann, L'entrée des Israelites dans la société française («L'ingresso degli israeliti nella società francese»), Avallon, Parigi 1886 (1987), pag. 234. (7) Cfr. H. C. Puech, Storia delle religioni. Esoterismo, spiritismo, Massoneria, Universali Laterza, Bari 1981, pagg. 160, 163, 178. (8) Cfr. France-Inter, del 21 dicembre 1988. (9) Cfr. The Jewish Tribune, New York, del 28 ottobre 1927. (10) Cfr. Freemason, del 2 aprile 1930. (11) Cfr. La Logia, nn. 7-8, 1928.
Assalto al Cristianesimo
Anche l'autorevole rivista dei gesuiti La Civiltà Cattolica riprendeva tale tesi scrivendo: «Il giudaismo non tardò [...] ad intromettersi (nella Massoneria) e [...]ad informarla col suo spirito, ad indirizzarla ai suoi intendimenti, ad incorporarsela [...].
Per tentare l'abbattimento della religione cristiana [...]
occorreva agli ebrei lavorare sott'acqua,
e dissimulatamente mandare avanti altri, e dietro loro nascondersi [...]:
insomma, bisognava dare l'assalto con soldatesche non proprie [...].
E a questa impresa han posto mano, mettendosi a capo del mondo occulto,
per mezzo della Massoneria che si son assoggettata [...].
Si tiene per certo che tutta intera la compagine della Massoneria
è regolata da un sinedrio ebraico [...].
Nell'atto pratico, giudaismo e Massoneria si confondono e si immedesimano,
come il ferro colla mano dell'assassino che lo vibra [...].
Il fine ultimo al quale il giudaismo mira [...] per mezzo del massonismo [...]
è il dominio universale, l'impero del mondo» (12)
(12) Cfr. La Civiltà Cattolica, serie XIV, vol. VIII, 1890; cit. in R. Piperno, L'antisemitismo moderno, Universale Cappelli, Rocca San Casciano 1964, pagg. 124-129).
Giudaismo-Massoneria: natura del rapporto
Gli autori finora citati, ebrei o massoni, dicono chiaramente che tra Massoneria e giudaismo vi è un rapporto assai stretto: ma qual'è la natura di questo rapporto? Nella seconda edizione delle Costituzioni di Anderson-Desaguliers (Londra 1738), troviamo questo passaggio: il Massone è tenuto «ad osservare la legge morale come vero noachide» (13). Cosa significa ciò?
«Dal punto di vista del giudaismo,
il noachismo è la sola religione ancora in vigore per l'umanità non ebraica,
esercitando i giudei la funzione di sacerdoti dell'umanità
ed essendo sottomessi [...] alla legge di Mosè» (14).
(13) Cf. R. Esposito, Le grandi concordanze tra Chiesa e Massoneria, Nardini, Firenze 1987, pag. 136; vedi anche G. Vannoni, Le Società segrete, Sansoni, Firenze 1985, pag. 45. (14) Cfr. U. Fidele, Le décalogue de Satan («Il decalogo di Satana»), ciclostilato in proprio, sine loco et data, pag. 36.
Ancor meglio spiega un grande specialista, il rabbino di Livorno Benamozegh: «L'ebraismo ammette un duplice culto: il culto laico, noachide, dell'umanità, e il culto sacerdotale di Israele [...]. Il legame che nell’ebraismo riuniva i due culti [...]è l’organizzazione del genere umano in sacerdoti (gli israeliti; N.d.R.) e laici (i non-israeliti; N.d.R.) [...]. Il compimento della legge noachide è [...] quel minimo di religione e di moralità a cui nessuna società al mondo può rinunciare se non vuole estinguersi irrimediabilmente [...]. Il noachide è uno straniero non sottomesso alla religione mosaica. Si tratta dei "proseliti della porta (non del tutto convertiti all'ebraismo; N.d.R.), i quali sono concittadini senza essere correligionari; si differenziano dai "proseliti di giustizia", del tutto convertiti all'ebraismo [...]. Il noachide (o proselito della porta) non era sottomesso alla circoncisione [...]: è il gentile che ha accettato i sette precetti di Noè e non si è né circonciso né battezzato» (15).
(15) Cfr. E. Benamozegh, op. cit., pagg. 198-213.
Il massone, dovendo sottomettersi alla legge noachide,
non è perciò nient'altro che il fedele laico del prete ebreo
che è sottomesso alla legge mosaica o meglio ancora talmudica.
Infatti, è noto che il massone vuol ricostruire il Tempio di Salomone, ma qual'è il senso vero e nascosto di tale asserto? «Quando Salomone procedette al censimento, degli stranieri o noachidi (i massoni di oggi; N.d.R.) [...], essi vennero scelti per lavorare all'edificazione del Tempio» (16). Dunque,
il massone, odierno noachide, per sua libera scelta,
deve costruire il Tempio d'Israele sotto le dipendenze del giudeo,
suo sacerdote e maestro.
(16) Ibid., pagg. 213-214.
Al lavoro per la ricostruzione del tempio
Ma cosa significa esattamente ricostruire il Tempio? Ecco cosa risponde Benamozegh: «La casa di Dio (il Tempio; N.d.R.) [...] era un’immagine e come un riassunto dell’intero Universo. L’attento esame della sua architettura [...] rivela il suo carattere eminentemente simbolico [...]. In tal modo era simboleggiata la separazione esistente tra il genere umano e il popolo sacerdotale [...]. Così, il luogo santo, ossia il recinto di mezzo, non rappresentava l'uomo in generale, ma in special modo l'Israelita; il sagrato tutto il resto della famiglia di Adamo, e l'insieme dell'edificio, tutto il nostro Universo [...]. I rabbini posteriori al Talmud [...] confermarono tutti la concezione di religione universale che si rivela [...] nella forma del Tempio [...]. Vediamo ora che parte abbiano avuto i gentili nell’edificazione del santuario [...]. È Hiram, che su richiesta di Salomone, fornisce i materiali e gli artisti necessari alla costruzione del Tempio [...]. Hiram, che la Scrittura ha cura d'indicare come figlio di madre ebrea e di padre originario di Tiro, come se nella sua persona Israele e la Gentilità si associassero per l'opera divina» (17).
(17) Ibid., pagg. 263-268.
Costruire il tempio significa dunque
fondare la religione universale in cui il giudeo è il sacerdote
e il massone il semplice fedele. Infatti:
«Quali sono le condizioni proclamate essenziali perché la preghiera dei gentili sia ascoltata da Dio? La loro adorazione deve essere in primo luogo conforme a quella degli israeliti [...]. Devono poi riconoscere la missione sacerdotale degli ebrei»(18). Pertanto, commenta U. Fidele, «un buon massone non sarebbe nient'altro che un "laico" d'Israele». In altre parole:
la Massoneria era, fin dalle sue origini,
un'organizzazione destinata a giudaizzare i goym (i non-ebrei) (19).
(18) Ibid., pagg. 269-270. (19) Cfr. U. Fidele, op. cit., pag. 36.
Benamozegh conferma a sua volta: «La religione universale, non consiste in una pura e semplice conversione dei gentili al mosaismo, ma nel dovuto riconoscimento da parte dell'umanità della verità della dottrina d'Israele» (19). In breve,
il massone deve aiutare, da buon laico fedele,
il suo maestro e sacerdote ebreo a convincere tutti i pagani
che l'unica vera religione è quella talmudica,
della quale i pagani entreranno a far parte non a titolo pieno,
ma come noachidi (ebrei adottivi – Ndr). (20)
(20) Cfr. E. Benamozegh, op. cit., pag. 271.
Talmud e fondamenti ideologici del noachismo
«L'edizione del 1738 (delle Costituzioni di Anderson) va oltre, travalica i limiti del cristianesimo - scrive il professor Vannoni - in quanto dichiara che la religione su cui tutti gli uomini convengono è rappresentata dai principî del noachismo. Cristo è superato in una regressione temporale fino al patriarca antidiluviano Noè, "Noah" in ebraico [...]. Occorre notare [...] che il Vecchio Testamento narra di Noè, ma non fa parola dei principî noachici, per i quali si deve ricorrere al Talmud. Dunque, con la seconda edizione delle Costituzioni di Anderson la Massoneria compie un passo più lungo [...] andando ad attingere nel Talmud i proprî fondamenti ideologici ufficiali» (21).
(21) Cfr. G. Vannoni, op. cit., pagg. 45-46.
È lecito perciò concludere già fin d'ora che
la Massoneria è una società d'origine talmudica!
La Verité Israélite, una rivista ebraica di Parigi, nel 1861, riassumeva molto bene i rapporti che esistono tra giudaismo e Massoneria: «Questi rapporti sono più intimi di quanto non si pensi. Il giudaismo deve mantenere per la Massoneria in genere, una viva e profonda simpatia [...].
Lo spirito della Massoneria è lo spirito del giudaismo
nei suoi dogmi fondamentali,
è il suo ideale, è il suo linguaggio, è quasi la sua organizzazione [...].
Il Tempio che bisogna costruire,
da quando il santuario di Gerusalemme è stato distrutto [...]
è il santuario morale, il divino asilo in cui si riuniranno un giorno [...]
tutti gli uomini riconciliati» (22).
(22) Cfr. Vérité Israélite, vol. V, 1861, pag. 74.
Commenta Leon de Poncins (1897-1975): «L'unità del genere umano alla quale ebrei e massoni lavorano è l'unificazione del mondo sotto la legge ebraica» (23). Alcuni autori pensano che il giudaismo sia l'origine e la causa della Massoneria, per esempio Mons. Ernest Jouin (1844-1932):«I massoni sono tra le mani dei giudei che imprimono una direzione unica alle Logge sparse e moltiplicate da essi in tutto l'Universo. Queste Logge massoniche, d'altronde, saranno soppresse coll'avvento del Supergoverno d'Israele (il Nuovo Ordine Mondiale; N.d.R.) [...]. I massoni sono, con i giudei, i fedeli della Contro-Chiesa: subiscono l’unica direzione di un anti-papismo mondiale [...]. I massoni compongono il terz’ordine mendicante degli ebrei. Al contrario, a sentire certi massoni, non esiste né parentela né fraternità tra Loggia e ghetto [...]. In Ungheria, invece, in cui la dissoluzione delle Logge (1920) ha dato luogo alla divulgazione di più documenti [...] si ha la prova che
vi è una questione ebraica e una questione massonica,
e che l'una e l'altra sono indissolubilmente connesse [...].
La questione massonica dipende da quella ebraica [...].
Bisogna dunque affermare che la Massoneria è figlia del giudaismo? Non sarebbe un errore, ma si mancherebbe di precisione:
il giudaismo è il nonno della Massoneria
che ha come padre il Rinascimento, l'Illuminismo e la Riforma protestante.
Ma le influenze del giudaismo sono assai forti nell'Umanesimo,
nell'Illuminismo e nel protestantesimo» (24).
(23) Cfr. L. de Poncins, Christianisme et franc-maçonnerie («Cristianesimo e Massoneria»), D.P.F., Chiré-en Montreuil 1975, pag. 112. (24) Cfr. Mons. E. Jouin, Le péril judéomaçonnique («Il pericolo giudaico-massonico»), in Revue internationale des Societés Secrètes, vol. II, Parigi 1921, pagg. 1-7.
Un altro autorevole autore, Édouard Drumont (1844-1917), scrive: «La lotta contro la fede (dei cristiani) [...] è la persecuzione di tre religioni che vogliono opprimerne un’altra. Se gli ebrei, assieme ai massoni, si sono distinti per un odio speciale contro Colui che hanno crocifisso, se furono il capo del movimento (rivoluzionario) [...] essi furono poi aiutati dai protestanti (che odiavano la Chiesa e il Vicario di Cristo) [...].
La Massoneria è un ordine religioso in rivolta [...].
L'origine ebraica della Massoneria è manifesta [...].
Aprite qualsiasi rituale e tutto vi parla di giudaismo.
"Kadosh", 30° Grado, vuol dire "santo" in ebraico [...]. Simpatia e tenerezza per Gerusalemme e i suoi rappresentanti; odio per Cristo e per i cristiani: tutta la massoneria è qui [...].
La Massoneria fu una sorta di giudaismo aperto (ai gentili) [...],
un ufficio di pubblicità in cui gli ebrei fraternizzavano con degli uomini
che non avrebbero potuto incontrare a casa loro.
Nascosto e riparato dietro questa macchina di guerra che lo nascondeva,
l'ebreo poté compiere il male, senza esserne il responsabile» (25)
(25) Cfr. E. Drumont, La France Juive («La Francia ebraica»), Parigi 1885, Marpon et Flammarion, pagg. 310-329. Sarà anche utile leggere su questo soggetto:
R. Gougenot des Mousseaux, Le juif, le judaîsme et la judaîsation des peuples chrétiens («L'ebreo, il giudaismo e la giudaizzazione dei popoli cristiani»), Plon, Parigi 1869, pagg. 263-272; J.Boyer, Los peores enemigos de nuestros pueblos («I peggiori nemici dei nostri popoli»), Ediciones Libertad, Bogota 1979, pagg. 113-140; J. A. Cervera, La red del poder («La rete del potere»), Ediciones Dyrsa, Madrid 1948, pagg. 87-147; L. Ferraro, El ultimo protocolo («L'ultimo protocollo»), Arca de la Alianza cultural, Madrid 1986, pagg. 79-115; E. Couvert, La gnose contre la foi(«La gnosi contro la fede»), DPF, 1989, pagg. 100-102; De la gnose à l'œcumenisme («Dalla gnosi all'ecumenismo»), DPF, Chiré 1983, pagg. 32-36. A. De Lassus, Connaissance élémentaire de la Franc-maçonnerie («Conoscenza elementare della Massoneria»), Action Familiale et Scolaire, Parigi 1991.
R. Gougenot des Mousseaux, Le juif, le judaîsme et la judaîsation des peuples chrétiens («L'ebreo, il giudaismo e la giudaizzazione dei popoli cristiani»), Plon, Parigi 1869, pagg. 263-272; J.Boyer, Los peores enemigos de nuestros pueblos («I peggiori nemici dei nostri popoli»), Ediciones Libertad, Bogota 1979, pagg. 113-140; J. A. Cervera, La red del poder («La rete del potere»), Ediciones Dyrsa, Madrid 1948, pagg. 87-147; L. Ferraro, El ultimo protocolo («L'ultimo protocollo»), Arca de la Alianza cultural, Madrid 1986, pagg. 79-115; E. Couvert, La gnose contre la foi(«La gnosi contro la fede»), DPF, 1989, pagg. 100-102; De la gnose à l'œcumenisme («Dalla gnosi all'ecumenismo»), DPF, Chiré 1983, pagg. 32-36. A. De Lassus, Connaissance élémentaire de la Franc-maçonnerie («Conoscenza elementare della Massoneria»), Action Familiale et Scolaire, Parigi 1991.
Gli ebrei nella preparazione della Massoneria
È anche molto interessante la testimonianza del celebre autore ebreo James Darmesteter (1849-1894):«L'ebreo cerca i punti più vulnerabili della Chiesa, ed egli ha al suo servizio – per poterli scoprire – oltre la conoscenza dei Libri santi, la sagacia dell'oppresso. Egli è il dottore dell'incredulo, tutti i rivoltosi spirituali si rivolgono a lui, nell'ombra o in piena luce.
Egli lavora nell'immenso laboratorio della bestemmia [...].
É lui che forgia tutto quell'arsenale assassino di ragionamenti e d'ironia
che armerà gli scettici del Rinascimento e i libertini; e quel certo sarcasmo di Voltaire non è che l'ultima eco di una parola mormorata [...] sei secoli prima, nell'ombra del ghetto, o meglio ancora ai tempi di Celso e di Origene, alla culla stessa della religione di Cristo» (26). Da tutte queste correnti anticristiane è infine nata la Massoneria, figlia del paganesimo rinascimentale, dell'Illuminismo e del libero esame protestante, nipote dell'odio giudaico contro Nostro Signore Gesù Cristo e pronipote di Lucifero. «La Massoneria moderna [...] si ricollega non solo alla Massoneria operativa ove si sono infiltrati dei membri onorari che l'hanno trasformata in Massoneria speculativa, ma anche alle sétte, alle società segrete, occultiste e cabaliste, che le sono anteriori, e nelle quali si ritrova l'elemento ebraico» (27).
(26) Cfr. J. Darmesteter, Coup d'oeil sur l'histoire du peuple juif («Sguardo sulla storia del popolo ebraico»), Parigi 1881. (27) Cfr. Mons. E. Jouin, op. cit., pag. 7; vedi anche Mons. H. Delassus, La Conjuration antichrétienne («La congiura anticristiana»), Desclée, Lille 1910, vol. II, pagg. 420-428; 564-577; 613-628; 675-688).
Gli ebrei all'origine della Massoneria
«Le Logge martiniste furono mistiche, mentre gli altri ordini della Massoneria erano piuttosto razionalisti; ciò ci permette di affermare che
le società segrete
rappresentano i due aspetti dello spirito ebraico:
il razionalismo pratico e il panteismo [...]
che sfocia nella magia cabalistica [...].
Gli ebrei sono riusciti ad essere i buoni agenti delle società segrete,
poiché le dottrine di queste società si accordavano con le loro» (28).
(28) Cfr. B. Lazare, op. cit., pag. 167.
Una rivista massonica degli Stati Uniti scriveva:«L'autore (dell'articolo: N.d.R.) ha spesso notato come un ebreo, educato nell'ortodossia giudaica riceva la luce massonica [...]. Alcuni fratelli ebrei che vengono dall'Europa, ove la razza giudaica è perseguitata, trovano la luce e la libertà massoniche così confortanti, che credono ritrovarvi il giudaismo più puro [...]. Ma la vera ragione per la quale l'ebreo istruito nelle Scritture e nel Rituale della sua religione è famigliare coi dettagli che la più antica Massoneria gli offre, è che le cerimonie ebraiche riproducono attualmente tutti i segni massonici, la maggior parte dei nostri simboli e una gran parte della fraseologia dei Gradi massonici» (29). Anche il gesuita Padre Giovanni Caprile scrive:
«Nella Massoneria andarono a confluire
una quantità di idee e di elementi proprî di correnti [...] cabalistiche [...]
attinti all'ebraismo [...].
L'anno massonico si ottiene aggiungendo 4000 all'anno corrente [...].
Il Rito Scozzese segue l'anno ebraico
computato aggiungendo a quello in corso la cifra 3760» (30).
(29) Cfr. Square and Compasses, Nouvelle-Orléans, febbraio 1921, pag. 13. (30) Cfr. P. G. Caprile s.j., Massoni e Massoneria, La Civiltà cattolica, Roma 1958, pagg. 8-9.
E ancora, se il dottor Isaac Mayer Wise (1819-1900) dice: «La Massoneria è un'istituzione ebraica, la cui storia, i regolamenti, i doveri, le parole d'ordine e le spiegazioni sono ebraiche dall'inizio alla fine» (31), Mons. Jouin può concludere:
«La Massoneria è un'istituzione marchiata fin dalla sua nascita
con un impronta ebraica,
col suo duplice carattere deicida e satanico» (32).
(31) Cfr. The Israelite, del 3 e 17 agosto 1855. (32) Cfr. Mons. E. Jouin, op. cit., pag. 14.
Notevole interesse riveste l'affermazione a tale proposito del giornalista Bernard Lazare: «Era inevitabile che l'ebreo avesse un ruolo nelle rivoluzioni: e lo ha avuto [...]. I talmudisti furono ad un dato momento dei filosofi razionalisti [...]. Questi razionalisti [...] (dal X al XV secolo, fino al Rinascimento) furono gli ausiliari di ciò che potrebbe essere chiamata la rivoluzione generale nell'umanità. Aiutarono l'uomo [...] a sbarazzarsi dei vincoli religiosi [...]. Nel tempo in cui il cattolicesimo e la fede cristiana erano il fondamento degli Stati, combatterli o fornire delle armi a coloro che li attaccavano, significava fare opera rivoluzionaria [...].
Gli ebrei appoggiarono il materialismo arabo,
che scosse così fortemente la fede cristiana e sparse l'incredulità,
a tal punto che si affermò l'esistenza di una società segreta
che aveva giurato la distruzione del cristianesimo [...].
Gli ebrei furono assai numerosi nelle società segrete che formarono l'armata combattente rivoluzionaria, nei gruppi della Carboneria, nell'Alta Vendita romana, dappertutto, in Francia, in Germania, in Svizzera, in Austria, in Italia [...].
Essi sono stati tra i fondatori
del capitalismo industriale e finanziario,
e hanno protestato con veemenza contro il capitale [...].
Furono tra coloro che prepararono la rivoluzione col pensiero
e tra coloro che la tradussero in atto [...].
Marx, discendente da una famiglia di rabbini [...], ereditò tutta la forza logica dei suoi avi, fu un talmudista lucido e chiaro [...] che fece della sociologia e applicò le sue qualità native di esegeta alla critica dell'economia politica. Fu animato da quel vecchio materialismo ebraico che sognò sempre un paradiso realizzato sulla terra [...], ma non fu solo un logico, fu anche un rivoltoso, un agitatore, un aspro polemista e prese questo dono del sarcasmo e dell’invettiva [...] alle fonti ebraiche» 33. (fine prima parte / continua)
(33) Cfr. B. Lazare, op. cit., pagg. 162-170.
Don Curzio Nitoglia
partecipa al dibattito – infounicz.europa@gmail.com
Sabato, 25 Febbraio/ 2017
- di Don Curzio Nitoglia
Rapporti tra Giudaismo e Massoneria / 1
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