ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 10 marzo 2017

Proba oggi, proba domani..

“Viri probati”, il Papa ufficializza il dibattito sul celibato sacerdotale. L'Amazzonia come test
Nell'intervista a Die Zeit, papa Francesco si mostra molto aperto all'ordinazione di uomini sposati che possano sostituire i sacerdoti nelle comunità isolate: "Dobbiamo riflettere se siano una possibilità". È un vecchio pallino del cardinale Hummes, grande elettore di Bergoglio, che sta spingendo perché si cominci in Amazzonia dove ci sono comunità diocesane in cui si celebra messa due volte l'anno. E anche dalla Germania arriva la sponda...

«Dobbiamo riflettere se i viri probati siano una possibilità», ha detto il Pontefice nella sua intervista a Die Zeit, e «dobbiamo anche stabilire quali compiti possano assumere, ad esempio in comunità isolate».  Se qualcuno, leggendo queste parole, ha brindato, è il cardinale brasiliano Claudio Hummes, che da anni sta facendo campagna per fare in modo che in Amazzonia venga istituito il ministero dei viri probati. Cioè uomini maturi, sposati, che possano sostituire il sacerdote laddove le distanze sono grandissime e le comunità isolate. Ha aggiunto il Pontefice che «la Chiesa deve sempre riconoscere il momento giusto nel quale lo Spirito chiede qualcosa», ma ha anche detto che per risolvere il problema delle vocazioni «il celibato libero non è una soluzione».
Il cardinale Claudio Hummes, ultra ottantenne, già prefetto della Congregazione per il Clero, sta lavorando da anni a questo suo progetto, in cui sta cercando di coinvolgere le diocesi dell’Amazzonia. Hummes sostiene di parlare spesso e volentieri a nome del Papa. Lo ha fatto talvolta anche nelle riunioni della Conferenza episcopale, a cui non potrebbe partecipare se non invitato, come vescovo emerito. Tanto che in un’occasione recente gli è stato fatto osservare che i vescovi sono cattolici; hanno rispetto e obbedienza per il Papa; me se il Pontefice ha qualche cosa da comunicare loro preferirebbero che lo facesse direttamente.

L’Amazzonia è il fulcro della leva per introdurre nella Chiesa latina i "viri probati"; un’idea che trova anche fautori in Germania, confermando quella particolare contiguità fra il cattolicesimo tedesco e quello sudamericano, alimentata da scambi teologici, aiuti materiali e affinità elettive. Nei mesi scorsi il porporato era stato invitato da un vescovo a parlare ai suoi sacerdoti proprio di questo problema. Qualcuno ha lanciato l’idea di chiedere a tutti gli ordini religiosi missionari di mandare due sacerdoti in Amazzonia, per rimediare alla carenza di operai per la messe. Ma Hummes ha detto che no, no, il Papa non vuole questo, dopo il Concilio non devono più esistere missionari, ogni popolo deve evangelizzarsi da solo; solo clero autoctono, preti e vescovi locali (magari anche formati in maniera un po’ approssimativa). E ha continuato dicendo che se prima era un tabù parlare di preti sposati, ora se ne può parlare tranquillamente, parlatene fra di voi. Il Papa gli avrebbe consigliato di dire ai vescovi di ordinare un grande numero di diaconi permanenti.
Hummes ha già visitato la maggior parte delle 38 diocesi dell’Amazzonia nel suo lavoro di galvanizzazione; e afferma che il Papa lo avrebbe esortato a visitare in fretta le rimanenti.

L’idea di supplire con i diaconi permanenti, e istituiti in viri probati alla scarsità di vocazioni, è un’idea di Hummes da molto tempo, persino prima di venire a Roma come Prefetto del Clero. Fra l’altro, quando era Prefetto del Clero, ai vescovi tedeschi e americani consigliava di far studiare i futuri diaconi agli stessi corsi dei sacerdoti. Ma non riuscì a far compiere passi in avanti al progetto dei viri probati.
E subito dopo l’elezione del Pontefice, a cui Hummes ha dato un grande aiuto, tanto da apparire vicino a lui nelle prime foto dalla Loggia di San Pietro, ha dato impulso ancora più forte al progetto. Le prime notizie su questo tipo di iniziativa datano almeno tre anni addietro, cioè dal 2014. Con la sensibilizzazione dei vescovi dell’Aamazzonia.

Uno di loro, mons. Erwin Kraeutler, vescovo di origine austriaca, missionario in Brasile, prelato di Xingu nella regione amazzonica, nell’aprile 2014 ha riferito di aver parlato con Papa Francesco dell'ipotesi che vengano ordinati i cosiddetti viri probati - per assicurare l'assistenza spirituale in un territorio sconfinato con 700mila fedeli, 800 comunità e soli 27 preti. «Ho riferito al Papa che sono il vescovo della diocesi più grande per estensione del Brasile con 700mila fedeli e che le nostre comunità possono celebrare l'eucaristia solo due o tre volte all'anno», ha detto mons. Kraeutler in un'intervista alla Salzburger Nachrichten. «In connessione con la necessità delle nostre comunità si è parlato anche dei viri probati, gli uomini sposati di sicura fede che vengono ordinati preti». Evidentemente i semi gettati cominciano a germogliare…
di Marco Tosatti10-03-2017
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-viri-probati-il-papa-ufficializza-il-dibattito-sul-celibato-sacerdotale-l-amazzonia-come-test-19195.htm
Celibato e diaconesse Il "Papa pop" a tutto campo
di Lorenzo Bertocchi09-03-2017
La copertina di Rolling Stone
L’edizione italiana della celebre rivista musicale Rolling Stone dedicata una bella copertina al “Papa pop”, mentre l’impegnato settimanale tedesco Die Ziet pubblica una lunga, ennesima, intervista di Papa Francesco.
IL PAPA POP
Sulla bella cover gialla di Rolling Stone campeggia un Papa Francesco con pollice in su, vera icona per un lettore abituato a gesti easy. Ma perché il papa sulla copertina? Semplice, risponde la rivista, «perché dice cose di buon senso». E le direbbe talmente di buon senso che proprio per questo «la sua solitudine comincia a essere palpabile, di questi tempi». Già, perché ci sono «i nemici» che, come al solito, e senza troppa fantasia, vengono individualizzati nel cardinale statunitense Raymond Burke definito come «ultraconservatore, sostenitore della messa in latino, cardinale vestito da cardinale, buona conoscenza di uno degli strateghi di Trump». Insomma, tutt’altro che pop il cardinale Burke, con l’aggravante di essere dalla parte sbagliata in politica. Ma non c’è da preoccuparsi, spiegano quelli di Rolling Stone, ci ha pensato il gesuita Papa Francesco a buttarlo fuori dall’Ordine di Malta e confinarlo in quel di Guam.
Poco importa che le cose non siano andate precisamente così, l’importante è che la narrazione pop prosegua. Nel numero in edicola della nota rivista musicale lo storytelling in effetti continua: con articoli sulla prossima visita del Papa a Milano, a firma del principe dei vaticanisti, Andrea Tornielli; un’intervista al regista Ermanno Olmi che ha dedicato il suo ultimo film al cardinale Carlo Maria Martini, altra figura sufficientemente pop; e, last but non least, con un’intervista al più pop fra i direttori della rivista Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro SJ, che spiega come per Francesco «è il gesto la fonte della parole». Il Papa pop è un papa che fa.
IL CARD. BURKE “NON AGIVA PIU’ DA SOLO”
Sul più serioso settimanale tedesco Die Ziet esce, invece, una lunga intervista concessa direttamente dal Papa. Molti i temi affrontati tra cui anche quello del cardinal Burke che, dice Francesco, «non lo considero un nemico».
«Il problema nell'Ordine di Malta», risponde sulla recente diatriba che ha sconquassato l’antico ordine cavalleresco, «era piuttosto che il cardinal Burke non riusciva a trattare questa faccenda, perché non agiva più da solo. Non gli ho tolto il titolo di patrono. E' sempre ancora patrono dell'ordine di Malta, però si tratta di fare un po' di pulizia nell'Ordine e per questo ho mandato lì un delegato, che possiede un altro carisma rispetto a Burke». Quindi, per qualche motivo non esplicitato, sembra che il Papa affermi che il cardinale non era libero di agire, una dichiarazione abbastanza inusuale. Comunque a Guam, per una faccenda legata a un vecchio caso di abusi, il cardinale Burke non è stato mandato per punizione, ma «è andato lì per un terribile fatto. Per questo gli sono molto grato, lì c'era un grave caso di abuso e lui è un eccellente giurista, ma io credo che l'incarico sia già quasi svolto».
CRISI VOCAZIONALE E VIRI PROBATI
Di fronte a una crisi vocazionale epocale («La vocazione dei sacerdoti rappresenta un problema, è un enorme problema») Papa Francesco indica come possibile anche la strada dei viri probati, uomini sposati di provata fede a cui possono essere affidati compiti al pari dei sacerdoti. «Sul celibato volontario si parla spesso in questo contesto, specialmente lì dove manca il clero. Ma il celibato volontario non è una soluzione [...] Dobbiamo riflettere se quella dei viri probati è una possibilità. Allora dobbiamo anche stabilire quali compiti possono assumere, per esempio in comunità molto distanti».
Perché, chiede l’intervistatore, per la Chiesa cattolica questo non è il momento giusto per sciogliere il celibato o per allentarlo? «Per la Chiesa», risponde Francesco, «è sempre importante riconoscere il momento giusto, per riconoscere quando lo Spirito Santo richiede qualcosa. Per questo dicevo che sui viri probati si sta continuando a riflettere».
DIACONESSE
Da circa un anno è al lavoro una commissione che sta studiando la possibilità di aprire ad un ruolo specifico per le donne nella chiesa, le cosiddette diaconesse. I lavori, da quanto si dice, sono già a buon punto e dovrebbero portare proprio a una funzione riconosciuta, anche se non tramite ordinazione sacramentale. In qualche modo papa Francesco conferma. Infatti, rispondendo alla domanda sullo stato dei lavori della commissione ha detto che « (…) la domanda non è se esistevano donne ordinate, ma cosa facessero. Ha nominato tre cose: le donne aiutavano per il Battesimo, per l'unzione delle donne malate e, quando una donna si lamentava dal vescovo di esser stata picchiata dal marito, il vescovo mandava una diaconessa per controllare gli ematomi. Vediamo un po' la commissione cos'altro trova. A marzo, per quello che so io, si incontreranno per la terza volta e darò un'occhiata e mi informerò sullo stato della questione». Ha quindi ricordato che non bisogna avere paura.
PROSELITISMO E VOCAZIONI
Parlando della crisi demografica papa Francesco ha osservato che «dove non ci sono giovani uomini non ci sono neanche sacerdoti. Questo è un serio problema, che dovremo affrontare nel prossimo Sinodo sui giovani, e non ha nulla a che fare con il proselitismo. Tramite il proselitismo non si ottengono vocazioni...».
Scusi, domanda Giovanni di Lorenzo di Die Ziet, ma non capisco cosa significhi proselitismo.
«Questa è la predazione di credenti di altre fedi, come in un'organizzazione di beneficenza che attira soci. Allora arrivano molti giovani che non si sentono chiamati e che distruggeranno la Chiesa. E' decisiva la selezione».
http://lanuovabq.it/it/articoli-celibato-e-diaconesseil-papa-popa-tutto-campo-19189.htm

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