I Cavalieri di Malta hanno un
grande elettore in più. Il papa
Ad alcuni l'interdetto calato dal papa sull'ex Gran Maestro dell'Ordine di Malta Fra' Matthew Festing è parso troppo. Ad altri troppo poco.
Sta di fatto che per le ore 19 di giovedì 27 aprile, alla vigilia del suo viaggio in Egitto, Francesco ha convocato a Casa Santa Marta una nutrita rappresentanza di membri dell'Ordine convenuti a Roma per nominare il loro nuovo superiore generale. Per l'esattezza i seguenti quindici:
- Fra' Ludwig Hoffmann von Rumerstein, Gran Commendatore e Luogotenente ad interim;
- Albrecht Freiherr von Boeselager, Gran Cancelliere;
- Dominique de La Rochefoucauld-Montbel, Grande Ospedaliere;
- János Esterházy de Galántha, Ricevitore del Comun Tesoro;
- Erich Prinz von Lobkowicz, Presidente Associazione Cavalieri Tedeschi;
- Marwan Sehnaoui, Presidente Associazione Cavalieri Libanesi;
- Jaime Churruca y Azlor de Aragón, Presidente Associazione Cavalieri Spagnoli;
- Thierry de Beaumont-Beynac, Presidente Associazione Cavalieri Francesi;
- Fra' Giacomo Dalla Torre Del Tempio di Sanguinetto, Gran Priore di Roma;
- Fra’ Luigi Naselli di Gela, Gran Priore di Napoli e Sicilia;
- Clemente Riva di Sanseverino, Delegato Gran Priorale per Emilia Orientale e Romagna;
- Fra’ Ian Scott, Gran Priore d'Inghilterra;
- Fra’ Emmanuel Rousseau, membro del Sovrano Consiglio;
- Jack E. Pohrer, dell'American Association;
- Mons. Fra’ Giovanni Scarabelli, Cappellano Conventuale Professo.
- Dominique de La Rochefoucauld-Montbel, Grande Ospedaliere;
- János Esterházy de Galántha, Ricevitore del Comun Tesoro;
- Erich Prinz von Lobkowicz, Presidente Associazione Cavalieri Tedeschi;
- Marwan Sehnaoui, Presidente Associazione Cavalieri Libanesi;
- Jaime Churruca y Azlor de Aragón, Presidente Associazione Cavalieri Spagnoli;
- Thierry de Beaumont-Beynac, Presidente Associazione Cavalieri Francesi;
- Fra' Giacomo Dalla Torre Del Tempio di Sanguinetto, Gran Priore di Roma;
- Fra’ Luigi Naselli di Gela, Gran Priore di Napoli e Sicilia;
- Clemente Riva di Sanseverino, Delegato Gran Priorale per Emilia Orientale e Romagna;
- Fra’ Ian Scott, Gran Priore d'Inghilterra;
- Fra’ Emmanuel Rousseau, membro del Sovrano Consiglio;
- Jack E. Pohrer, dell'American Association;
- Mons. Fra’ Giovanni Scarabelli, Cappellano Conventuale Professo.
Propriamente, a convocare i quindici in Vaticano è stato il sostituto segretario di Stato Angelu Becciu, che dal 4 febbraio è il delegato speciale del papa nell'Ordine, dotato di pieni poteri. Ma oltre a lui, è stato annunciato che anche Francesco li incontrerà.
Il motivo addotto a giustificazione dell'incontro è quello già indicato nella lettera di Becciu ai membri dell'Ordine del 15 aprile scorso: affinché "l'evento", cioè l'elezione del nuovo superiore generale, "abbia luogo in un'atmosfera di pace e di riguadagnata armonia".
Ed è lo stesso motivo con il quale Becciu, a nome del papa, ha giustificato l'obbligo imposto a Festing di non prendere parte al prossimo conclave dell'Ordine, che si aprirà il 29 aprile, e neppure di essere presente a Roma nei giorni dell'evento.
Questa inaudita messa al bando dell'ex Gran Maestro – già costretto alle dimissioni dal papa in persona. il 24 gennaio – aveva suscitato tra i Cavalieri di Malta un comprensibile sgomento. Ad alcuni era parsa una prevaricazione intollerabile. Ad altri, anche tra gli oppositori di Festing, un gesto eccessivo, che necessitava, appunto, di un ulteriore atto correttivo e pacificatore da parte delle autorità vaticane.
E a questo, appunto, si dice che voglia mirare l'incontro col papa del 27 aprile. Senonché, di nuovo, questa convocazione ha rinfocolato i contrasti tra i Cavalieri, invece di placarli. Non pochi la giudicano un passo fuori tempo e fuori misura, una pressione indebita – esercitata addirittura dal papa – volta a condizionare l'imminente elezione del successore di Festing.
Elezione che probabilmente non approderà alla nomina di un nuovo Gran Maestro, ma solo di un luogotenente ad interim, che potrebbe essere chi copre già ora provvisoriamente tale ruolo, l'ottantenne Gran Commendatore Fra’ Ludwig Hoffmann von Rumerstein, oppure l'attuale Gran Priore di Roma Fra' Giacomo Dalla Torre Del Tempio di Sanguinetto.
Il luogotenente resterà in carica per un anno, durante il quale si dovrebbe procedere a una riforma degli statuti.
Secondo le attuali costituzioni dell'ordine, infatti, può essere eletto Gran Maestro solo chi è membro professo, con i tre voti di povertà, castità e obbedienza, requisito che oggi è di appena 55 membri dell'Ordine su 13 mila.
Inoltre, il Gran Maestro dovrebbe avere quattro quarti di nobiltà, il che ridurrebbe a soli 12 Cavalieri la rosa degli eleggibili, tra i quali uno di 97 anni.
La riforma degli statuti dovrebbe appunto far cadere queste e altre limitazioni.
Ma. come si sa, il conflitto interno all'Ordine di Malta ha cause ben più profonde e gravi. Non ultima l'irrisolta questione di quei misteriosi 30 milioni di euro di cui ha dato conto Settimo Cielo.
Settimo Cielo di Sandro Magister 25 aprhttp://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2017/04/25/i-cavalieri-di-malta-hanno-un-grande-elettore-in-piu-il-papa/Nella Chiesa un disastro il metodo delle “primarie”
Già
nelle scorse settimane sulla successione al card. Agostino Vallini come
Vicario generale del Pontefice per la Diocesi di Roma si era scatenato
un autentico putiferio, che peraltro prosegue anche oggi: benché il
passaggio del testimone sia previsto per fine giugno, infatti, il nome
di chi sia chiamato ad assumere tale incarico potrebbe esser annunciato
dal Papa molto prima.
Molti i potenziali candidati già dati per probabili nel totonomine
vaticano, da mons. Nunzio Galantino al Vescovo di Albano, mons. Marcello
Semeraro, da mons. Rino Fisichella all’arcivescovo di
Salerno-Campagna-Acerno, mons. Luigi Moretti. Indubbiamente la posta in
gioco è alta, tanto che la si voglia guardare nell’ottica di un servizio
alla Chiesa quanto che si prediliga uno sguardo più mondano al
prestigio implicito nel ruolo, ancor più se, com’è tradizione, ad esso
sia annessa la berretta cardinalizia.
Ciò che però proprio non va è il metodo. Ed i risultati già oggi lo
dimostrano. Da più fonti autorevoli si segnala la costituzione di vere e
proprie cordate a sostegno di aspiranti successori, ciascuno col
proprio seguito di “fedelissimi” convinti forse di veder un giorno
eventualmente “premiato” il proprio zelo. Quella che pare si sia
scatenata a Roma è una sorta di guerra intestina, un tutti contro tutti
con tanto di colpi di scena e lettere anonime contro gli avversari.
Quella che si denuncia è un’atmosfera a dir poco avvelenata, sintomo
patologico di un metodo fallimentare, quello da tempo invalso purtroppo
tra le mura vaticane, pronto ad accogliere il peggio della democrazia e
ad innestarlo impropriamente in una struttura che è provvidenzialmente
gerarchica, la Chiesa, come specificato in più punti dal Codice di
Diritto Canonico, nonché dalla Costituzione dogmatica Pastor Aeternus del Concilio Vaticano I, ribadita poi anche dal Vaticano II nella Lumen Gentium.
In un contesto così il sistema delle “primarie”, già malconcio in
politica, si dimostra addirittura disastroso. Ciò cui si sta assistendo è
inaudito, mai visto e per molti versi umiliante, poiché, ad essere
infranta, è l’unità ecclesiale. Ne val la pena? (M. F.)
https://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/nella-chiesa-un-disastro-il-metodo-delle-primarie/
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