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domenica 2 aprile 2017

Presunte guarigioni miracolose

In cerca di guarigioni miracolose

§ 1. Miracolismo antiscientifico
Marco CorvagliaI sostenitori di Medjugorje vanno talvolta alla ricerca di casi di presunte guarigioni miracolose legate al fenomeno medjugorjano, da presentare nei vari meeting di fedeli o in trasmissioni televisive, in genere acritiche.
Gli studiosi più qualificati, invece, non ricorrono al sensazionalismo e sanno che le eventuali guarigioni, di per sé stesse, non possono provare nulla.
Claude Kenesi, professore presso la facoltà di Medicina, a Parigi, e membro del Comitato Medico Internazionale di Lourdes (CMIL), tratta con prudenza e onestà questo problema. Vediamo perché. 
Egli afferma:
Ogni anno, Lourdes accoglie circa cinque milioni di pellegrini, settantamila dei quali sono malati.
[Claude Kenesi, Les guérisons de Lourdes peuvent-elles être expliquées médicalement ? in AA.VV., Les guérisons inexpliquées sont-elles miraculeuses ?, Les Éditions de l'Atelier, 2009, p. 99]
Se un malato ritiene di essere guarito a Lourdes, presenta una dichiarazione all'Ufficio delle Constatazioni Mediche, che esamina preliminarmente il caso. 
Successivamente, la documentazione passa al Comitato Medico Internazionale di Lourdes, formato da circa venti membri, nominati dal vescovo di Tarbes e Lourdes:
Il Comitato sceglie al suo interno un relatore, specialista nella malattia considerata, incaricato di procedere allo studio del dossier. [...] Una volta terminata l'investigazione, invierà il proprio rapporto a tutti i membri del Comitato. Il CMIL si pronuncerà sulla base di esso.
[Yves Chiron, Inchiesta sui miracoli di Lourdes, Lindau, 2006, p. 88]
Per affermare, sulla base delle nostre conoscenze attuali, il carattere eccezionale della guarigione è necessario un voto a scrutinio segreto (con una maggioranza dei due terzi).
[C. Kenesi, Les guérisons de Lourdes peuvent-elles être expliquées médicalement ? in AA.VV., op. cit., pp. 103-104]
Ovviamente, nessuna guarigione di Medjugorje è mai stata analizzata secondo questo protocollo.
Comunque il professor Kenesi continua:
Nel comitato, ci succede spesso di sentire questa frase: “Mi garantite al cento per cento che si tratta di un miracolo?”. La risposta è: “Assolutamente no.”
Nonostante la serietà del nostro lavoro, il moltiplicarsi degli esami, la lunga durata dell’osservazione, un margine di incertezza persiste sempre. Il nostro ruolo, nel CMIL, è di renderlo il più piccolo possibile. Ma noi non lo riduciamo a zero. E’ un’ammissione d’ignoranza da parte nostra. Noi non pretendiamo di sapere tutto, di spiegare tutto al cento per cento. E’ tipico di tutte le questioni umane. Ed io ne sono contento: questo margine d’incertezza è lo spazio di libertà lasciato ad ognuno. 
[Ivi, p. 107]
di Marco Corvaglia

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