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Monsignor Sigalini: “Papa Francesco male interpretato su Medjugorje”
“Papa Francesco non ha criticato Medjugorje, sbaglia chi interpreta le sue parole in quel modo, si legga il testo con attenzione e senza prevenzione.” Lo afferma a La Fede Quotidiana Monsignor Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina che commenta il contenuto delle dichiarazioni papali al ritorno da Fatima su Medjugorje.
Eccellenza, Papa Francesco, ancora una volta, ha detto che non gli piace una Madonna postino e questa volta espressamente ha accostato le sue affermazioni a Medjugorje…
” Non mi pare una novità. Nel recente passato aveva detto le medesime cose, dove sta la notizia? Io penso, tuttavia, che non abbia parlato male o criticato Medjugorje in quanto tale. Sbaglia dunque chi interpreta le sue parole in quel modo, si legga il testo con attenzione e senza prevenzione”.
” Sulla veridicità o meno della apparizioni, Papa Francesco non si è espresso definitivamente e completamente e del resto bisogna aspettare. Lui è entrato solo sul tema delle modalità e questo mi pare diverso. Tuttavia, nel testo della sua intervista in aereo, lo stesso Papa riconosce che a Medjugorje avvengono fatti spirituali importanti e positivi come le numerose conversioni”.
Che cosa vuole dire?
” Che il Papa riconosce che la esperienza spirituale di Medjugorje con i relativi frutti è buona ed infatti i risultati tali sono. La prova è che ha mandato a Medjugorje un inviato, il vescovo polacco Hoser. Si legga il contenuto della omelia di Monsignor Hoser e della sua conferenza stampa: in entrambe l’ inviato del Papa apertamente ha sottolineato gli aspetti pastorali positivi di Medjugorje”.
Che effetti può sortire questo continuo stop and go su Medjugorje?
“Il Papa , non dimentichiamolo, si è espresso in una conferenza stampa sull’ aereo, con linguaggio necessariamente approssimativo dovuto alle circostanze e al luogo, tipico di una intervista veloce. Sono certo che quando avrà da dire qualche cosa di certo e definitivo, lo farà, attualmente questo non sembra ancora possibile. Del resto, e lo dico con il massimo rispetto, quello che i pontefici dicono in interviste o dichiarazioni simili, non appartiene al dogma di fede e della Chiesa. Infine, segnalo che credere o non credere alla apparizioni mariane nulla aggiunge o toglie alla fede”.
In sincerità, la Madonna come postino: il Papa non sembra troppo entusiasta…
” Lui si è espresso a quel modo e non sta a me commentare il tono delle parole. Probabilmente non gli piace, non saprei. Io ritengo che sia sempre prudente aspettare, anche perché proprio il Papa riconosce la bontà dei frutti spirituali di Medjugorje e che le relative esperienze sono positive. Altrimenti perché mandarci Monsignor Hoser? Non avrebbe avuto senso”.
Bruno Volpe
http://www.lafedequotidiana.it/monsignor-sigalini-papa-francesco-male-interpretato-medjugorje/
QUALE MARIA?
È abbastanza evidente, ormai, che Bergoglio non ami guardare alla Madre di Dio attraverso apparizioni e visioni che, quasi quotidianamente, avvengono nel mondo da duemila anni. Più volte ha ripetuto durante il suo pontificato che la “Madonna non è un postino” che consegna messaggi. Così anche nella recente intervista nel volo di rientro da Fatima: “Io personalmente sono più “cattivo”: io preferisco la Madonna madre, nostra madre, e non la Madonna capo-ufficio telegrafico che tutti i giorni invia un messaggio a tale ora… questa non è la mamma di Gesù. E queste presunte apparizioni non hanno tanto valore”. La cosa che ha suscitato più scalpore è che queste parole sono state pronunciate in risposta ad una domanda che faceva esplicito riferimento a Medjugorje, la località bosniaca dove avvengono da più di trent’anni le apparizioni più controversie del nuovo millennio. Si era capito che questo viaggio si sarebbe distaccato dai precedenti compiuti dai vari pontefici nel XX secolo, già venerdì sera nel discorso pronunciato da Francesco durante la benedizione delle candele. Nel suo intervento, Bergoglio, pone in profonda antitesi due visioni della Vergine: da una parte la “Maestra di vita spirituale, la prima che ha seguito Cristo lungo la “via stretta” della croce….La “Benedetta per avere creduto” sempre e in ogni circostanza alle parole divine”, mentre dall’altra “una Signora “irraggiungibile” e quindi inimitabile….una “Santina” alla quale si ricorre per ricevere dei favori a basso costo….una Maria abbozzata da sensibilità soggettive che La vedono tener fermo il braccio giustiziere di Dio pronto a punire: una Maria migliore del Cristo, visto come Giudice spietato; più misericordiosa dell’Agnello immolato per noi”. Ciò che colpisce è la mancanza di sensibilità del Santo Padre ad una devozione mariana semplice, fatta quotidianamente da milioni e milioni di fedeli che invocano la Madre del Cielo per ottenere grazie per loro e per il mondo, magari fidandosi proprio di quella visione dei tre pastorelli (due canonizzati da papa Francesco) che la vedono alzare la mano invocando presso Dio il perdono per il mondo. Una Madre misericordiosa che ricorda la gravità del peccato e delle sue conseguenze ma che non si stanca di ergersi dalla parte dell’uomo peccatore perché si ravveda e giunga alla Verità tutta intera che è solo Gesù Cristo.
MA I SEGRETI DI FATIMA INTERESSANO ANCORA LA CHIESA?
Le parole pronunciate da papa Francesco sia a Fatima che nell’intervista nel viaggio di ritorno hanno, di fatto, eluso quasi completamente i messaggi (definiti nel ‘900 “segreti”) che la Madonna ha consegnato ai tre pastorelli nel lontano 1917. In particolare non c’è stata menzione di uno dei temi centrali di tutta la vicenda di Fatima: l’esistenza dell’Inferno (che dalla visione sembra non essere affatto vuoto!). Nei due giorni intensi vissuti dal Pontefice in Portogallo si è parlato della Vergine senza mai far riferimento ai testi del “segreto”, rivelato in tre parti distinte nel xx secolo. L’unico richiamo fatto da Bergoglio è stato al “vescovo vestito di bianco” del “terzo segreto” riferimento che alcuni hanno trovato azzardato, vista certa interpretazione riguardante proprio questa figura misteriosa e la profezia sulla apostasia nella Chiesa del terzo millennio. Era stato lo stesso Benedetto XVI nel 2010 sempre a Fatima a ricordare che i “segreti” non erano chiusi al passato ma riguardavano il futuro della Chiesa, in particolare realizzantesi in una “grande persecuzione della Chiesa” dove l’attacco “non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia”. Questo monito al peccato, alla sua riparazione e al giudizio di Dio così forte nei messaggi della Vergine in papa Francesco è appena timidamente accennato, di fronte all’immagine di un Dio che è prima di tutto Misericordia.
MESSAGGIO DI PACE?
Ancora sui messaggi di Fatima il Papa in aereo, in risposta ad un giornalista che gli domandava cosa rimane ora per la Chiesa e il mondo intero dalle apparizioni, egli ha risposto che “Fatima è un messaggio di pace portato all’umanità da tre grandi comunicatori che avevano meno di 13 anni”. Ancora una volta il papa sembra parlare di Fatima prescindendo dai messaggi. Se infatti si va a rileggere il testo del segreto, con tutte le dovute cautele, esso sembra far riferimento quasi certo ad eventi storici che hanno insanguinato il mondo per quasi cento anni, a partire dal quella sciagurata rivoluzione d’ottobre che portò il marxismo dalla Russia nel resto del mondo, passando per le stragi della seconda guerra mondiale. Nella terza parte del segreto c’è poi il riferimento ad una città distrutta con morti e dolore, e con un Pontefice assassinato sotto la croce in cima ad una montagna. A queste visioni si sono collegate delle profezie che vedono un tempo (il xx secolo?) in mano al demonio e alle sue forze oscure, tempo che però giungerà al termine con il trionfo del cuore immacolato di Maria. È sempre Benedetto XVI a menzionare tale questione nel 2010 quando pronunciò, tra lo sconcerto generale, le seguenti parole: “Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità”.
FATIMA, LA FINE DI MEDJUGORJE?
Infine un’ultima questione, forse la più diffusa dai media, anche perché particolarmente sentita da moltissimi fedeli: il giudizio sulle presunte apparizioni di Medjugorje. Non bastava aver collegato, questa volta senza fraintendimenti e ambiguità, l’espressione “Madonna postina” ai fatti di Medjugorje, nel viaggio di ritorno dal santuario portoghese il Santo Padre ha voluto rendere nota parte della relazione che il card. Ruini, su incarico di Benedetto XVI, ha condotto in questi anni sulle apparizioni nella città bosniaca. Per Bergoglio la commissione Ruini ha lavorato bene e ha lasciato intendere che c’è apertura verso le prime apparizioni. Mentre su quelle successive (migliaia!) persisterebbero grossi dubbi sull’autenticità, ma rimane aperta la strada spirituale e pastorale delle conversioni. A questo punto, però la stroncatura: il papa ha espressamente detto che quella per lui “non è la mamma di Gesù. E queste presunte apparizioni non hanno valore”. Questo, però, senza dare alcuna motivazione sul perché. L’unica spiegazione, che ripete da anni, è legata all’assiduità dei messaggi. Ma, come fa notare oggi Aldo Maria Valli in riferimento alla questione di Medjugorje, “Il papa farebbe bene a essere duro se la Madonna dicesse cose assurde, incompatibili con la fede cristiana. Ma siccome dice cose sensate, inattaccabili sul piano dei contenuti, perché stroncarla? Solo perché interviene spesso? Eppure Francesco, che cita spesso l’esempio delle mamme e delle nonne, dovrebbe sapere che quando una mamma è preoccupata per i figli non si fa tanti problemi: anche se è lontana, se occorre, telefona ogni giorno, anche più volte al giorno, anche per anni e anni, e non si stanca mai”.
Vatican Insider scrive che la Commissione su Medjugorje guidata dal cardinale Camillo Ruini vuole abrogare il divieto di pellegrinaggi organizzati dalla Chiesa ad Medjugorje. Ha inoltre chiesto di collocare Medjugorje direttamente sotto l'autorità della Santa Sede e di trasformare la chiesa parrocchiale locale in santuario pontificio.
Foto: Međugorje, © Sean MacEntee, CC BY, #newsBuyxqtvjbv
Viaggio di Bergoglio a Fatima: quattro considerazioni
È abbastanza evidente, ormai, che Bergoglio non ami guardare alla Madre di Dio attraverso apparizioni e visioni che, quasi quotidianamente, avvengono nel mondo da duemila anni. Più volte ha ripetuto durante il suo pontificato che la “Madonna non è un postino” che consegna messaggi. Così anche nella recente intervista nel volo di rientro da Fatima: “Io personalmente sono più “cattivo”: io preferisco la Madonna madre, nostra madre, e non la Madonna capo-ufficio telegrafico che tutti i giorni invia un messaggio a tale ora… questa non è la mamma di Gesù. E queste presunte apparizioni non hanno tanto valore”. La cosa che ha suscitato più scalpore è che queste parole sono state pronunciate in risposta ad una domanda che faceva esplicito riferimento a Medjugorje, la località bosniaca dove avvengono da più di trent’anni le apparizioni più controversie del nuovo millennio. Si era capito che questo viaggio si sarebbe distaccato dai precedenti compiuti dai vari pontefici nel XX secolo, già venerdì sera nel discorso pronunciato da Francesco durante la benedizione delle candele. Nel suo intervento, Bergoglio, pone in profonda antitesi due visioni della Vergine: da una parte la “Maestra di vita spirituale, la prima che ha seguito Cristo lungo la “via stretta” della croce….La “Benedetta per avere creduto” sempre e in ogni circostanza alle parole divine”, mentre dall’altra “una Signora “irraggiungibile” e quindi inimitabile….una “Santina” alla quale si ricorre per ricevere dei favori a basso costo….una Maria abbozzata da sensibilità soggettive che La vedono tener fermo il braccio giustiziere di Dio pronto a punire: una Maria migliore del Cristo, visto come Giudice spietato; più misericordiosa dell’Agnello immolato per noi”. Ciò che colpisce è la mancanza di sensibilità del Santo Padre ad una devozione mariana semplice, fatta quotidianamente da milioni e milioni di fedeli che invocano la Madre del Cielo per ottenere grazie per loro e per il mondo, magari fidandosi proprio di quella visione dei tre pastorelli (due canonizzati da papa Francesco) che la vedono alzare la mano invocando presso Dio il perdono per il mondo. Una Madre misericordiosa che ricorda la gravità del peccato e delle sue conseguenze ma che non si stanca di ergersi dalla parte dell’uomo peccatore perché si ravveda e giunga alla Verità tutta intera che è solo Gesù Cristo.
MA I SEGRETI DI FATIMA INTERESSANO ANCORA LA CHIESA?
Le parole pronunciate da papa Francesco sia a Fatima che nell’intervista nel viaggio di ritorno hanno, di fatto, eluso quasi completamente i messaggi (definiti nel ‘900 “segreti”) che la Madonna ha consegnato ai tre pastorelli nel lontano 1917. In particolare non c’è stata menzione di uno dei temi centrali di tutta la vicenda di Fatima: l’esistenza dell’Inferno (che dalla visione sembra non essere affatto vuoto!). Nei due giorni intensi vissuti dal Pontefice in Portogallo si è parlato della Vergine senza mai far riferimento ai testi del “segreto”, rivelato in tre parti distinte nel xx secolo. L’unico richiamo fatto da Bergoglio è stato al “vescovo vestito di bianco” del “terzo segreto” riferimento che alcuni hanno trovato azzardato, vista certa interpretazione riguardante proprio questa figura misteriosa e la profezia sulla apostasia nella Chiesa del terzo millennio. Era stato lo stesso Benedetto XVI nel 2010 sempre a Fatima a ricordare che i “segreti” non erano chiusi al passato ma riguardavano il futuro della Chiesa, in particolare realizzantesi in una “grande persecuzione della Chiesa” dove l’attacco “non viene dai nemici fuori, ma nasce dal peccato nella Chiesa e che la Chiesa quindi ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità della giustizia. Il perdono non sostituisce la giustizia”. Questo monito al peccato, alla sua riparazione e al giudizio di Dio così forte nei messaggi della Vergine in papa Francesco è appena timidamente accennato, di fronte all’immagine di un Dio che è prima di tutto Misericordia.
MESSAGGIO DI PACE?
Ancora sui messaggi di Fatima il Papa in aereo, in risposta ad un giornalista che gli domandava cosa rimane ora per la Chiesa e il mondo intero dalle apparizioni, egli ha risposto che “Fatima è un messaggio di pace portato all’umanità da tre grandi comunicatori che avevano meno di 13 anni”. Ancora una volta il papa sembra parlare di Fatima prescindendo dai messaggi. Se infatti si va a rileggere il testo del segreto, con tutte le dovute cautele, esso sembra far riferimento quasi certo ad eventi storici che hanno insanguinato il mondo per quasi cento anni, a partire dal quella sciagurata rivoluzione d’ottobre che portò il marxismo dalla Russia nel resto del mondo, passando per le stragi della seconda guerra mondiale. Nella terza parte del segreto c’è poi il riferimento ad una città distrutta con morti e dolore, e con un Pontefice assassinato sotto la croce in cima ad una montagna. A queste visioni si sono collegate delle profezie che vedono un tempo (il xx secolo?) in mano al demonio e alle sue forze oscure, tempo che però giungerà al termine con il trionfo del cuore immacolato di Maria. È sempre Benedetto XVI a menzionare tale questione nel 2010 quando pronunciò, tra lo sconcerto generale, le seguenti parole: “Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità”.
FATIMA, LA FINE DI MEDJUGORJE?
Infine un’ultima questione, forse la più diffusa dai media, anche perché particolarmente sentita da moltissimi fedeli: il giudizio sulle presunte apparizioni di Medjugorje. Non bastava aver collegato, questa volta senza fraintendimenti e ambiguità, l’espressione “Madonna postina” ai fatti di Medjugorje, nel viaggio di ritorno dal santuario portoghese il Santo Padre ha voluto rendere nota parte della relazione che il card. Ruini, su incarico di Benedetto XVI, ha condotto in questi anni sulle apparizioni nella città bosniaca. Per Bergoglio la commissione Ruini ha lavorato bene e ha lasciato intendere che c’è apertura verso le prime apparizioni. Mentre su quelle successive (migliaia!) persisterebbero grossi dubbi sull’autenticità, ma rimane aperta la strada spirituale e pastorale delle conversioni. A questo punto, però la stroncatura: il papa ha espressamente detto che quella per lui “non è la mamma di Gesù. E queste presunte apparizioni non hanno valore”. Questo, però, senza dare alcuna motivazione sul perché. L’unica spiegazione, che ripete da anni, è legata all’assiduità dei messaggi. Ma, come fa notare oggi Aldo Maria Valli in riferimento alla questione di Medjugorje, “Il papa farebbe bene a essere duro se la Madonna dicesse cose assurde, incompatibili con la fede cristiana. Ma siccome dice cose sensate, inattaccabili sul piano dei contenuti, perché stroncarla? Solo perché interviene spesso? Eppure Francesco, che cita spesso l’esempio delle mamme e delle nonne, dovrebbe sapere che quando una mamma è preoccupata per i figli non si fa tanti problemi: anche se è lontana, se occorre, telefona ogni giorno, anche più volte al giorno, anche per anni e anni, e non si stanca mai”.
Antonio Righi16 maggio 2017
Vatican Insider scrive che la Commissione su Medjugorje guidata dal cardinale Camillo Ruini vuole abrogare il divieto di pellegrinaggi organizzati dalla Chiesa ad Medjugorje. Ha inoltre chiesto di collocare Medjugorje direttamente sotto l'autorità della Santa Sede e di trasformare la chiesa parrocchiale locale in santuario pontificio.
Foto: Međugorje, © Sean MacEntee, CC BY, #newsBuyxqtvjbv
Quel monaco promosso da Francesco che non crede troppo a Fatima
La visita di Papa Francesco a Fatima in occasione del centenario delle apparizioni mariane e della canonizzazione dei due pastorelli Francesco e Giacinta, di 9 e 11 anni, che assieme alla cuginetta Lucia dos Santos videro e ascoltarono le parole della Madonna tra il 13 maggio e il 13 ottobre del 1917, è stata accompagnata da molte polemiche. A Francesco è stato soprattutto rimproverato di aver sfruttato la visita in Portogallo per attaccare Medjugorje e gettare ancora una volta dubbi sui veggenti della Bosnia-Erzegovina. Il Papa per altro pare fosse la prima volta che si recava a Fatima, non ci sarebbe mai stato prima, nè da sacerdote, nè da vescovo o da cardinale.
I DUBBI DEL PONTEFICE - In verità così come su Medjugorje erano in molti a ritenere che forse anche su Fatima il Papa nutrisse dubbi. Del resto questa convinzione si era diffusa dopo che il 23 luglio del 2014 Bergoglio aveva nominato il priore della Comunità di Bose Enzo Bianchi Consultore del Pontificio Consiglio per l’Unità dei Cristiani. E a far discutere maggiormente era il fatto che proprio Bianchi fosse fra coloro che più energicamente negano l’autenticità delle apparizioni di Fatima. Per altro Bianchi fu protagonista di un acceso dibattito con lo scrittore Vittorio Messori proprio in relazione al terzo segreto rivelato da Giovanni Paolo II in occasione del Giubileo del 2000 quando beatificò i due pastorelli oggi santi.
LA DIATRIBA CON MESSORI - Bianchi in particolare ha sempre contestato la verdicità del messaggio che Maria avrebbe confidato ai pastorelli nel 1917 laddove rivela: "Avete visto l'inferno dove cadono le anime dei poveri peccatori. Per salvarle, Dio vuole stabilire nel mondo la devozione al Mio Cuore Immacolato. Se faranno quel che vi dirò, molte anime si salveranno e avranno pace. La guerra sta per finire; ma se non smetteranno di offendere Dio, durante il Pontificato di Pio XI ne comincerà un'altra ancora peggiore. Quando vedrete una notte illuminata da una luce sconosciuta, sappiate che è il grande segno che Dio vi dà che sta per castigare il mondo per i suoi crimini, per mezzo della guerra, della fame e delle persecuzioni alla Chiesa e al Santo Padre. Per impedirla, verrò a chiedere la consacrazione della Russia al Mio Cuore Immacolato e la Comunione riparatrice nei primi sabati. Se accetteranno le Mie richieste, la Russia si convertirà e avranno pace; se no, spargerà i suoi errori per il mondo, promuovendo guerre e persecuzioni alla Chiesa. I buoni saranno martirizzati, il Santo Padre avrà molto da soffrire, varie nazioni saranno distrutte. Finalmente, il Mio Cuore Immacolato trionferà. Il Santo Padre Mi consacrerà la Russia, che si convertirà, e sarà concesso al mondo un periodo di pace".
Per Bianchi "Un Dio che, nel 1917, pensa di rivelare che i cristiani saranno perseguitati e che non parla della shoah e dei sei milioni di ebrei annientati non è un Dio credibile". Cos scriveva il priore di Bose in un articolo su Repubblica agganciandosi al teologo domenicano Jean Cardonnel per il quale Fatima altro non sarebbe che un colossale falso: per Cardennel "a Fatima si sarebbe manifestato il Dio del razzismo cattolico, che si interessa solo dei suoi, della sua razza cattolica". Il riferimento è chiaramente agli ebrei sterminati nei lagher nazisti.
Vittorio Messori, scrittore cattolico in risposta a Bianchi spiegò: "E'davvero paradossale rifiutare Fatima perché nel 1917 la Madonna non avrebbe previsto e condannato – a nome del Figlio e della Trinità intera – quei lager tedeschi che sarebbero venuti una ventina d’anni dopo. Nel 1917, ripetiamo: proprio l’anno in cui Lenin prendeva il potere, dando inizio a quel mostro comunista che avrebbe fatto almeno 100 milioni di morti e che avrebbe praticato la più violenta e sanguinosa repressione religiosa della storia, in nome di un ateismo di Stato proclamato sin dalle Costituzioni dell’Unione Sovietica e dei suoi satelliti. La ricerca storica più recente, capeggiata dal celebre docente tedesco Ernst Nolte, dimostra, documenti alla mano, che il nazionalsocialismo nasce come reazione al marx-leninismo: senza Lenin nel 1917, niente Hitler nel 1933. Senza il colpo di Stato di San Pietroburgo, l’ex imbianchino di Vienna avrebbe al massimo fatto l’ideologo in qualche stube di Monaco di Baviera per qualche oscuro gruppetto di fanatici. Mettere in guardia, a Fatima, dal comunismo che proprio allora nasceva - concludeva Messori - significava mettere in guardia dalle altre ideologie mortifere che sarebbero venute dopo di esso e per causa di esso. Il nazionalismo primo fra tutti".
Francesco è andato a Fatima ma il fatto che abbia lasciato le apparizioni sullo sfondo, abbia approfittato della circostanza per negare ancora una volta l’autenticità di Medjugorje, che abbia parlato dei pastorelli canonizzati più in chiave di "esempi da seguire per la loro vita" che per l’essere stati scelti dalla Vergine come messaggeri ha inevitabilmente riaperto il dibattito su quanto Francesco risenta dell'influenza di chi, come Bianchi ma non solo, hanno sempre espresso critiche su "una fede troppo fondata sui miracoli".
http://www.intelligonews.it/spiritualita/articoli/15-maggio-2017/60758/quel-monaco-promosso-da-francesco-che-non-crede-a-fatima/
Per me Medjugorje
DI COSTANZA MIRIANO
di Costanza Miriano
Non è la prima volta che sento su Medjugorje un’opinione simile a quella espressa dal Papa in aereo. Per la precisione, è la seconda. La prima volta l’avevo sentita da una persona che stimo moltissimo, e che è piuttosto esperta di manifestazioni del preternaturale. Lui sostiene, se ho capito bene, che ci sono state delle apparizioni, all’inizio, e che poi questo fatto ha messo in moto nei veggenti una modalità di comunicazione con il divino che poi i giovani non sono riusciti a chiudere, essendo stata per loro un’esperienza troppo dolce e bella. Non cito la fonte solo perché non certa di avere riferito esattamente, ma credo proprio che il senso complessivo fosse questo. Questo fatto, che il Papa e una persona che stimo dicano più o meno la stessa cosa sulla veridicità delle apparizioni, mi lascia molto ben disposta verso questa lettura dei fatti. Cioè: se verrà provato che le cose stanno così, non ne sarei turbata.
Detto questo, io personalmente non la penso così. Non ho nessuna competenza, come il mio caro sacerdote, né alcuna autorità, come il Papa. Però così, a pelle, io non la penso così, anche se, ripeto, non avrei problemi se venisse provato che ho torto. Mi sembra moltissimo invece che venga riconosciuto che un intervento di Dio c’è stato davvero, a Medjugorje.
La mia esperienza è stata questa. Nella mia parrocchia di Santa Lucia a Perugia venne alla fine degli anni ’80 Vicka, una delle veggenti, che era stata per il mio parroco ispirazione per una conversione nella conversione (cioè, era già un bravo sacerdote, ma le apparizioni mariane per lui hanno segnato l’inizio di una rinascita spirituale). Insieme a lei venne Suor Elvira di Saluzzo, che ha salvato dalla droga con la comunità Cenacolo non so quante decine di migliaia di ragazzi di tutto il mondo. Queste due donne mi convinsero del tutto. Una, Vicka, mi sembrava sana di mente, equilibrata, semplice, normale, umile. L’ho vista, a pochi metri da me, piegare le ginocchia, batterle a terra senza mostrare nessun dolore, e cominciare a parlare con la Madonna (o con il nulla, per chi non ci crede, nel qual caso però avrebbe diritto al premio Oscar, o a un ricovero). L’altra, suor Elvira, mi ha convinta con l’esempio della sua vita feconda, per nulla mistica, e per le parole che ha detto, a noi ragazze della parrocchia. Sono state le parole che hanno cambiato la vita di molte di noi negli anni a seguire, sulla vocazione della donna e sulla maternità biologica o spirituale. Suor Elvira è molto legata a Medjugorje, eppure è una donna concretissima, con i piedi per terra, e con un forte senso di appartenenza alla Chiesa. E con un sensus fidei fortissimo. Una volta andai a trovarla in una delle sue tante comunità, ad Acilia, in provincia di Roma (vivevo ancora a Perugia, quindi presi il treno apposta, ero una ragazzina; un’altra volta arrivai fino a Cuneo solo per ascoltarla parlare, tanto mi aveva colpita), e in quei giorni la Madonna era passata dal chiedere un giorno a settimana di digiuno a pane e acqua, a chiederne due. Suor Elvira non disse, come pensai io, “come riuscirei mai a farcela?”, ma esclamò: “chissà quali grazie ci vuole dare Dio con questa cosa che ci offre!”. Perché è evidente che non è Dio ma noi ad avere bisogno dei nostri digiuni, che sono invece lo spazio del nostro incontro con lui.
Ecco, io da Medjugorje ho ricevuto solo questo: inviti continui alla preghiera, al digiuno, all’approfondimento della Parola di Dio (la grande novità del Concilio), alla messa più frequente di quella solo festiva, alla confessione mensile. I cinque sassi contro il nemico. Cioè le armi della vita spirituale che la Chiesa ci consegna da sempre. O meglio, che dovrebbe consegnarci, e che forse in alcuni casi ha smesso di fare, o che non fa più con tanta energia. Medjugorje è il dito che indica Dio, perché Maria fa sempre così, ci porta a Dio, non certo a se stessa. Non è certo lei ad alimentare la mariolatria. Né tanto meno la curiosità morbosa sui segreti – i veggenti si rifiutano sempre di parlarne, dicono che non bisogna pensarci, ma dedicarsi solo alla propria conversione, alla trasformazione del cuore che poi potrà, dovrà diventare carità concreta (una volta una veggente ammonì dolcemente i pellegrini perché facevano a gara a sedersi, invece che a cedersi i posti a vicenda). Non è certo, infine, la Madonna ad alimentare le divisioni nella Chiesa, perché ripete che non bisogna parlare male dei sacerdoti (tanto meno del Papa!) ma pregare per loro.
Ecco, io a Medjugorje ho ricevuto solo cose buone. Una catechesi sulla vita spirituale seria, il contrario della curiosità morbosa e della emotività a buon mercato. Certo, anche io ho visto gente fuori di testa che continuava a vedere o sperare di vedere segni – la generazione stolta e perversa di cui parla il Vangelo – ho visto gente pazza che cercava di tagliare pezzi dei vestiti dei veggenti, e provo tenerezza per questo infantilismo spirituale, che comunque esprime un bisogno e una fragilità che a volte riconosco anche in me, e che non mi fa rabbia, ma che certo va corretto da chi ha il compito di farlo, come il Papa.
Per questo una volta sono tornata a Medjugorje in autostop – all’età di mio figlio, e se ci penso mi sento morire per i pericoli corsi, sono salita sul pulmino di un signore sconosciuto, a diciassette anni! – dopo esserci andata la prima volta grazie al benefattore che offrì un viaggio gratis a me e a tutti i ragazzi del gruppo di preghiera. Per questo ci sono tornata in seguito, e anche una volta con marito e figli (piuttosto scettici e riluttanti, sia all’andata che al ritorno, a onor del vero).
Io da Medjugorje ho ricevuto quello che in molti altri luoghi non ho sentito ricordarmi con tanta insistenza: la possibilità di pregare sempre, la possibilità di un cammino di fede seria, la custodia della Parola… Non tutti i miei amici sono arrivati a questa consapevolezza da quella strada. Diversi sono indifferenti alle apparizioni in terra croata. Alcuni scettici. Non importa. Altri invece sono più legati a Lourdes, a Fatima, a La Salette. Comunque le apparizioni non sono dogma di fede. Devo dire però che non ci sono in giro, nelle chiese, nelle parrocchie, nei movimenti, tantissimi cuori ardenti di amore, infiammati dalla preghiera, appassionati di eterno. E se delle apparizioni – come anche i movimenti e altri cammini – aiutano ad alleviare l’enorme, epocale crisi di fede, ben vengano. Se invece non erano veritiere, bene, ci terremo attaccati ai frutti che hanno dato, senza vacillare.
Però a me non sembra affatto strano che una mamma ripeta da anni le stesse cose. Sono diciotto anni, da quando sono mamma, che lo faccio anche io. Mi annoio da sola, ad ascoltarmi. Eppure le ripeto perché i figli continuano a fare gli stessi errori, incuranti di quello che dico. Quante volte ho chiesto che raccogliessero calzini? Decine di migliaia. Quante altre volte lo chiederò? Finché non lo faranno. Ma se ci sono figli più bravi, che non hanno bisogno che la mamma ripeta così tante volte le stesse raccomandazioni, bene, sono contenta per loro (e un po’ invidiosa delle loro mamme). C’è chi non ha bisogno di sentire le raccomandazioni della Gospa!
Aspetto quindi con serenità il pronunciamento ufficiale, pronta a rispettarlo, ma decisa a rimanere fedele alla grande ricchezza che quella esperienza – quale che sarà il giudizio su di essa – mi ha regalato, perché la ricchezza di Medjugorje è intravedere il cammino che ci porta a una relazione vera, viva, con Dio, e non fare i guardoni alla ricerca di emozioni, sorprese, segreti, rivelazioni.
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