Gay perseguitati e cristiani, trova le differenze anche sui media
Le persecuzioni del 2000. Quali e quante sono, siamo riusciti con le democrazie e lo spirito laico a rendere il mondo migliore, più aperto e libero? Andiamo a vedere i casi e scopriamo che i problemi ci sono, e che riguardano con stupore (anche dei media evidentemente che li ignorano), una precisa categoria: i cristiani. Eppure si parla tanto di gay.
Lo spunto ce lo ha offerto la forte denuncia alla situazione cecena messa a fuoco tutto ieri dai media. I titoli di articoli e le aperture dei Tg non lasciano spazio ai dubbi: si parla di arresti di decine e decine di presunti omosessuali e ieri hanno raccontato il caso di Yuri Guiana, l'attivista italiano fermato insieme ad altri quattro russi che voleva consegnare due milioni di firme digitali contro il trattamento riservato ai gay in Cecenia. Grazie al perfetto intervento di più forze istituzionali è stato liberato, assistito dal Consolato, e riaccompagnato ora in aeroporto. Giustizia è fatta.
Ma i cristiani nel mondo come sono trattati? Con la stessa attenzione e sollecitudine? Partiamo dai cristiani in Italia.
Se per i gay sono arrivate anche le unioni civili con un dato flop poi segnalato da Repubblica con un articolo dal titolo “La frenata delle unioni civili. Solo 2803 sì ad un anno dalla legge, niente corsa alle nozze gay, flop al Sud“, per il mondo cattolico le sconfitte sono state numerose e molto ideologiche.
Anche il cantante Renato Zero, recentemente ospite da Amici di Maria De Filippi, aveva provato a dire qualcosa e a riflettere su un punto: "T'hanno staccato da tutti i muri, povero Gesù mio". Basta andare a vedere un po' di sentenze,
partendo dalla Corte europea per i diritti dell'uomo del 3 novembre 2009 con la sentenza Lautsi v. Italia per capire cosa sta succedendo: in 1º grado di giudizio fu stabilito che il crocifisso nelle aule è "una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni e del diritto degli alunni alla libertà di religione", imponendo all'Italia un risarcimento di 5.000 euro per danni morali. Grazie a una battaglia giuridica notevole, questa sentenza fu poi ribaltata in 2º grado il 18 marzo 2011, quando la Grand Chambre, con 15 voti a favore e due contrari, assolse l'Italia: nessuna influenza sugli alunni dell'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche. Ma
Campi di concentramento di stile nazista per i gay? Bene cercare di capire e vedere cosa sta succedendo in Cecenia (le accuse sono gravi e da verificare). Nel resto del mondo invece sappiamo cosa accade ai cristiani: imprigionati, impalati, torturati, uccisi. Il più famoso è il caso di Asia Naurin Bibi (più correttamente Aasiyah Naurin Bibi) (1971 circa) che è una donna cristiana cattolica condannata a morte in Pakistan con l'accusa di aver offeso il profeta musulmano Maometto (normale no morire per blasfemia se anche fossero vere le accuse?!). Asia Bibi vive da anni in isolamento in una cella molto piccola e buia manifestando ormai problemi di ordine psicologico. Si denunciano a suo danno, la famiglia sta conducendo una lotta strenua per la sua liberazione, minacce di morte da parte degli integralisti islamici ed in seguito all'uccisione di Osama bin Laden è stata rafforzata la sicurezza intorno alla sua cella. La Commissione pakistana sulla condizione delle donne, costituita nel 2000 per rimuovere le discriminazioni sessuali, ha sostenuto di essere rimasta "scioccata" dalla notizia della condanna a morte e ha chiesto l'immediata liberazione di Asia Bibi: avete mai sentito il Tg di allora averlo raccontato e denunciato aprendo il telegiornale?
L’ultimo rapporto sulle persecuzioni, relativo al 2016, è del Center for Study of Global Christianity, fondato alla fine degli anni Cinquanta presso il Gordon-Conwell Theological Seminary di Hamilton, nel Massachussetts. Si parla di 90 mila battezzati uccisi a causa della loro fede (per il battesimo insomma), al ritmo di uno ogni 5,8 minuti. A quando la condanna pubblica e un altrettanto forte battaglia per i diritti di chi si dice cristiano?
Non va meglio neanche ai missionari e a chi veste l'abito religioso anche in America.
Nel dossier pubblicato dall’agenzia vaticana Fides nel 2016 si accertano 28 operatori pastorali cattolici assassinati, la maggior parte in America. Dal 1980 sono 1.112 le vittime.
Come riporta un articolo de La Stampa di Paolo Affatato, "ci sono le suore di madre Teresa trucidate in Yemen. C’è il catechista ucciso in Indonesia come i preti freddati in Messico e il seminarista che ha perso la vita in Nigeria. E c’è padre Hamel, martirizzato nel cuore dell’Europa. Sono rappresentati i diversi continenti, i tanti conflitti e le tensioni politiche e religiose che si registrano alle diverse latitudini, dal Medio Oriente all’Asia orientale, dall’America all’Africa nera, nel dossier che puntualmente l’agenzia vaticana Fides, delle Pontificie Opere missionarie, pubblica alla fine dell’anno, rendendo noto l’elenco degli operatori pastorali cattolici uccisi in modo violento".
Il 2016 conta alla fine 28 nuovi martiri tra i quali 14 sacerdoti, nove suore, un seminarista, quattro laici. La maggior parte delle vittime si registra nella "apertissima" America.
Con i nuovi dati (le vittime accertate in una lista definita «certamente incompleta»), il conteggio complessivo degli operatori cattolici uccisi nel mondo a partire dal 1980 raggiunge, come riferisce Fides, quota 1.112 vittime.
"Nel 2016, per l’ottavo anno consecutivo, il numero più elevato si registra in America, mentre è drammaticamente cresciuto il numero delle religiose uccise, che quest’anno sono nove, più del doppio rispetto al 2015», segnala Fides. E la prima causa di morte violenta non è, come alcuni potrebbero pensare, il l’estremismo islamico ma, in un trend che si conferma chiaro negli ultimi anni, sono «tentativi di rapina o di furto, compiuti anche con ferocia, in contesti che denunciano degrado morale, povertà economica e culturale, violenza come regola di comportamento, mancanza di rispetto per i diritti umani e per la vita stessa" come riportato da La Stampa.
E' o no un Olocausto a pezzetti questo?
Ma c'è la libertà religiosa garantita dagli Stati "democratici" direte voi. Neanche più quello è vero.
Su 196 Paesi presenti alle Nazioni Unite (teoricamente sono Stati che si riconoscono in valori laici comuni), Fulvio Scaglione sull'Inkiesta riporta che ben "102 impediscono in modo più o meno violento ai cristiani di praticare liberamente la loro fede. E meno metà di quei 102 sono Paesi a maggioranza islamica. D’altra parte, conferma Open Doors, al primo posto nella persecuzione c’è l’ateistica Corea del Nord, al quindicesimo l’induista India, al diciassettesimo il buddista Vietnam, al diciottesimo il Kenya che è di maggioranza cristiana, proprio come l’Etiopia che è al ventiduesimo posto".
Siamo ancora sicuri che è laicità che garantisce tutti?
O garantisce i suoi "figli ideologici"?
Come riporta un articolo de La Stampa di Paolo Affatato, "ci sono le suore di madre Teresa trucidate in Yemen. C’è il catechista ucciso in Indonesia come i preti freddati in Messico e il seminarista che ha perso la vita in Nigeria. E c’è padre Hamel, martirizzato nel cuore dell’Europa. Sono rappresentati i diversi continenti, i tanti conflitti e le tensioni politiche e religiose che si registrano alle diverse latitudini, dal Medio Oriente all’Asia orientale, dall’America all’Africa nera, nel dossier che puntualmente l’agenzia vaticana Fides, delle Pontificie Opere missionarie, pubblica alla fine dell’anno, rendendo noto l’elenco degli operatori pastorali cattolici uccisi in modo violento".
Il 2016 conta alla fine 28 nuovi martiri tra i quali 14 sacerdoti, nove suore, un seminarista, quattro laici. La maggior parte delle vittime si registra nella "apertissima" America.
Con i nuovi dati (le vittime accertate in una lista definita «certamente incompleta»), il conteggio complessivo degli operatori cattolici uccisi nel mondo a partire dal 1980 raggiunge, come riferisce Fides, quota 1.112 vittime.
"Nel 2016, per l’ottavo anno consecutivo, il numero più elevato si registra in America, mentre è drammaticamente cresciuto il numero delle religiose uccise, che quest’anno sono nove, più del doppio rispetto al 2015», segnala Fides. E la prima causa di morte violenta non è, come alcuni potrebbero pensare, il l’estremismo islamico ma, in un trend che si conferma chiaro negli ultimi anni, sono «tentativi di rapina o di furto, compiuti anche con ferocia, in contesti che denunciano degrado morale, povertà economica e culturale, violenza come regola di comportamento, mancanza di rispetto per i diritti umani e per la vita stessa" come riportato da La Stampa.
Processione di riparazione per il gay pride ‘simbolico’ di Reggio Emilia, 3 giugno 2017
- 13/5/2017
- 18:07
- Radio Spada
- Web site view
Ne abbiamo parlato in questi giorni:
Il sito prideonline.it (la casa madre di queste operazioni) lancia la notizia in modo inequivocabile: “Reggio Emilia rilancia la sfida per la piena uguaglianza delle persone Lgbti. La città, che ha celebrato la prima unione civile, scenderà in piazza per la prima volta sabato 3 Giugno”.
Insomma la prima unione civile italiana è stata celebrata a Reggio e a Reggio dovrà andare in scena un gay pride commemorativo per chiedere ancora di più.
Cosa si legge sul medesimo sito?
Nel ricco menù rivendicativo della manifestazione […], che ha incassato il patrocinio del Comune e un’importante collaborazione con la Ausl cittadina sul tema della prevenzione delle IST, non c’è solo il rilancio della lotta per il matrimonio egualitario. Il corteo, che partirà dalla stazione centrale per arrivare a piazza della Vittoria, riprenderà le fila di alcune storiche battaglie del movimento Lgbti: dal potenziamento degli interventi di educazione affettiva e sessuale e contro il bullismo omotransfobico nelle scuole, alla pretesa che la legge contro l’omotransfobia esca finalmente dagli impolverati cassetti del Parlamento nei quali è relegata da anni. Senza dimenticare l’aggiornamento della legge 164, per consentire il cambio anagrafico del nome senza l’obbligo dell’intervento chirurgico, e la riforma del diritto di famiglia per dare pari diritti alle famiglie omogenitoriali rimaste orfane della stepchild adoption dopo l’approvazione della legge Cirinnà.
[…]
Non mancheranno gli incontri di autofinanziamento che partiranno con la serata in programma il prossimo 24 Marzo che avrà ospite Piergiorgio Paterlini, proseguiranno con il pranzo con la senatrice Monica Cirinnà e lo sceneggiatore Ivan Cotroneo, in calendario per il 20 Maggio, passando per il Drag Queen Bingo ospitato dal Circolo Arci Pigal.
Quindi non “gay pride qualunque” ma qualcosa di più.
Il neocostituito Comitato «Beata Giovanna Scopelli» (cliccare per iscriversi su Facebook o scrivere a comitatob.scopelli@libero.it) ha deciso di lanciare la proposta di una riparazione pubblica: lo stesso giorno, nella stessa città. E Radio Spada ha deciso di supportare questa iniziativa.
https://www.radiospada.org/2017/05/processione-di-riparazione-per-il-gay-pride-simbolico-di-reggio-emilia-3-giugno-2017/
- 13/5/2017
- 18:07
- Radio Spada
- Web site view
Ne abbiamo parlato in questi giorni:
Il sito prideonline.it (la casa madre di queste operazioni) lancia la notizia in modo inequivocabile: “Reggio Emilia rilancia la sfida per la piena uguaglianza delle persone Lgbti. La città, che ha celebrato la prima unione civile, scenderà in piazza per la prima volta sabato 3 Giugno”.
Insomma la prima unione civile italiana è stata celebrata a Reggio e a Reggio dovrà andare in scena un gay pride commemorativo per chiedere ancora di più.
Cosa si legge sul medesimo sito?
Nel ricco menù rivendicativo della manifestazione […], che ha incassato il patrocinio del Comune e un’importante collaborazione con la Ausl cittadina sul tema della prevenzione delle IST, non c’è solo il rilancio della lotta per il matrimonio egualitario. Il corteo, che partirà dalla stazione centrale per arrivare a piazza della Vittoria, riprenderà le fila di alcune storiche battaglie del movimento Lgbti: dal potenziamento degli interventi di educazione affettiva e sessuale e contro il bullismo omotransfobico nelle scuole, alla pretesa che la legge contro l’omotransfobia esca finalmente dagli impolverati cassetti del Parlamento nei quali è relegata da anni. Senza dimenticare l’aggiornamento della legge 164, per consentire il cambio anagrafico del nome senza l’obbligo dell’intervento chirurgico, e la riforma del diritto di famiglia per dare pari diritti alle famiglie omogenitoriali rimaste orfane della stepchild adoption dopo l’approvazione della legge Cirinnà.
[…]
Non mancheranno gli incontri di autofinanziamento che partiranno con la serata in programma il prossimo 24 Marzo che avrà ospite Piergiorgio Paterlini, proseguiranno con il pranzo con la senatrice Monica Cirinnà e lo sceneggiatore Ivan Cotroneo, in calendario per il 20 Maggio, passando per il Drag Queen Bingo ospitato dal Circolo Arci Pigal.
Quindi non “gay pride qualunque” ma qualcosa di più.
Il neocostituito Comitato «Beata Giovanna Scopelli» (cliccare per iscriversi su Facebook o scrivere a comitatob.scopelli@libero.it) ha deciso di lanciare la proposta di una riparazione pubblica: lo stesso giorno, nella stessa città. E Radio Spada ha deciso di supportare questa iniziativa.
https://www.radiospada.org/2017/05/processione-di-riparazione-per-il-gay-pride-simbolico-di-reggio-emilia-3-giugno-2017/
Santi gay, parla Adinolfi: "Cristianesimo non scimmiotti il gay pride"
Hanno suscitato grande clamore le parole di padre James Martin, il gesuita chiamato il mese scorso a ricoprire il ruolo di consulente della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede. Il sacerdote su Facebook ha scritto un post che ha acceso il dibattito: "Probabilmente alcuni santi erano gay. Una certa parte dell'umanità è gay. Anche una certa parte dei santi poteva esserlo. Potresti essere sorpreso quando in Paradiso verrai salutato da uomini e donne Lgbt". Intelligonews ha chiesto un'opinione sulla vicenda a Mario Adinolfi, giornalista, blogger e presidente del Popolo della Famiglia.
Come commenta il post di padre Martin, nuovo consulente della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede?
"Ormai va di moda questa formula tutta comunicativa di cosiddetta apertura al mondo Lgbt. Repubblica, ad esempio, ci raccontava ieri delle veglie contro l'omofobia presso le parrocchie. A me sembrano tutte vicende di comunicazione che non significano nulla. Con grande chiarezza sia Papa Benedetto sia Papa Francesco hanno detto che l'omosessualità è fuori dalla Chiesa. C'è un'istruzione del 21 agosto del 2005 in cui Papa Benedetto dice che non bisogna ordinare sacerdoti omosessuali e spiega perché l'omosessualità nella Chiesa è ancora un peccato grave. Questa istruzione è stata confermata anche da Papa Francesco. Se non ci possono essere sacerdoti che sono omosessuali figuriamoci i santi. Il fatto è che l'omosessualità praticata è certamente un peccato grave secondo la dottrina della Chiesa. Ovviamente gli omosessuali, come tutti i peccatori, sono accolti dalla Chiesa ma da qui a tratteggiarne la Santità ce ne passa. Siamo tutti peccatori, ma i peccati restano peccati. L'istruzione per l'ordinazione dei sacerdoti di Papa Benedetto esclude dal sacerdozio non solo gli omosessuali che praticano ma anche quelli che hanno tendenze omosessuali o che sostengono la cosiddetta cultura gay. Ogni comunicazione su questo terreno deve avere sempre a che fare con la dottrina cattolica".
Padre Martin infatti ha esplicitamente fatto riferimento alla comunità Lgbt parlando del paradiso.
"Questo io non lo escludo, non sono mica Dio. La potestà salvifica di Dio non la può condizionare nessuno, Dio può salvare chi vuole e noi non sappiamo chi troveremo in paradiso. Non abbiamo alcuna presunzione di superiorità da questo punto di vista".
Qualcuno già parla di trans-cattolicesimo. Cosa ne pensa?
"Non può nascere, quelle veglie di cui parlavamo prima ad esempio sono state cancellate, se si ragiona con un attimo di fermezza su quello che significa essere cristiani, si capisce che il cristianesimo non può mettersi a fare lo scimmiottamento del gay pride".
http://www.intelligonews.it/spiritualita/articoli/11-maggio-2017/60677/padre-martin-gesuita-collaboratore-vaticano-alcuni-santi-erano-gay-intervista-adinolfi/
"Ormai va di moda questa formula tutta comunicativa di cosiddetta apertura al mondo Lgbt. Repubblica, ad esempio, ci raccontava ieri delle veglie contro l'omofobia presso le parrocchie. A me sembrano tutte vicende di comunicazione che non significano nulla. Con grande chiarezza sia Papa Benedetto sia Papa Francesco hanno detto che l'omosessualità è fuori dalla Chiesa. C'è un'istruzione del 21 agosto del 2005 in cui Papa Benedetto dice che non bisogna ordinare sacerdoti omosessuali e spiega perché l'omosessualità nella Chiesa è ancora un peccato grave. Questa istruzione è stata confermata anche da Papa Francesco. Se non ci possono essere sacerdoti che sono omosessuali figuriamoci i santi. Il fatto è che l'omosessualità praticata è certamente un peccato grave secondo la dottrina della Chiesa. Ovviamente gli omosessuali, come tutti i peccatori, sono accolti dalla Chiesa ma da qui a tratteggiarne la Santità ce ne passa. Siamo tutti peccatori, ma i peccati restano peccati. L'istruzione per l'ordinazione dei sacerdoti di Papa Benedetto esclude dal sacerdozio non solo gli omosessuali che praticano ma anche quelli che hanno tendenze omosessuali o che sostengono la cosiddetta cultura gay. Ogni comunicazione su questo terreno deve avere sempre a che fare con la dottrina cattolica".
Padre Martin infatti ha esplicitamente fatto riferimento alla comunità Lgbt parlando del paradiso.
"Questo io non lo escludo, non sono mica Dio. La potestà salvifica di Dio non la può condizionare nessuno, Dio può salvare chi vuole e noi non sappiamo chi troveremo in paradiso. Non abbiamo alcuna presunzione di superiorità da questo punto di vista".
Qualcuno già parla di trans-cattolicesimo. Cosa ne pensa?
"Non può nascere, quelle veglie di cui parlavamo prima ad esempio sono state cancellate, se si ragiona con un attimo di fermezza su quello che significa essere cristiani, si capisce che il cristianesimo non può mettersi a fare lo scimmiottamento del gay pride".
http://www.intelligonews.it/spiritualita/articoli/11-maggio-2017/60677/padre-martin-gesuita-collaboratore-vaticano-alcuni-santi-erano-gay-intervista-adinolfi/
Le profezie di Fatima e la nascita del Pontificio Istituto per gli studi su Matrimonio e Famiglia di Caffarra
Il 13 maggio 1981, anniversario delle apparizioni di Fatima, giorno in cui Giovanni Paolo II fu colpito da un proiettile in piazza san Pietro, fu anche “il giorno dell’annuncio della creazione del Pontificio Istituto per gli studi su Matrimonio e Famiglia e del nuovo Pontificio Consiglio per la Famiglia”.
La guida dell’Istituto fu affidata a mons. Carlo Caffarra, che fu sempre il teologo morale di riferimento di Giovanni Paolo II su vita e famiglia.
Caffarra ha rivelato che in una lettera personale Lucia gli scrisse che la grande e decisiva battaglia tra la Madonna e il demonio avrebbe riguardato la famiglia…
E’ quello che accade oggi: nella Chiesa stessa la famiglia viene minata (vedi Amoris Laetitia), ma qualcuno, sempre dentro la Chiesa, resiste.
Da notare che mons. Melina, preside dell’Istituto all’epoca di Benedetto, in continuità con Caffarra, è stato recentemente defenestrato, anche a causa della sua posizione su Amoris laetitia. Il nuovo gran cancelliere dell’Istituto è il vescovo pannelliano Vincenzo Paglia. E anche questo la dice lunga…
12 maggio 2017
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