ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 22 maggio 2017

Quale sorpresa ?

CEI, ASSEMBLEA, NUOVA PRESIDENZA. PERCHÈ MONS. GALANTINO PREFERIREBBE MONS. MARIO MEINI.


Porque esta vez no se trata de cambiar a un presidente… recitava una canzone della mia lontana gioventù che Luis Badilla, grande architetto del sito paravaticano di diffusione di notizie ad usum delphini “Il Sismografo” conosce bene. Parliamo della Presidenza della Cei, e dell’Assemblea che si apre oggi.
Il Presidente uscente, Angelo Bagnasco, non riproporrà la sua candidatura (potrebbe farlo in via eccezionale, avendo già svolto due mandati). I vescovi saranno chiamati a votare una terna di candidati, fra cui il Pontefice regnante sceglierà.
Il presidente, per Statuto, deve essere un vescovo diocesano ordinario, cioè avere la responsabilità di una diocesi. E questo esclude immediatamente l’attuale segretario della Cei, Nunzio Galantino, che avrebbe, qualche tempo fa declinato l’offerta di una importante diocesi meridionale. Certo, questo gli avrebbe permesso di correre per la posta più ambita, e il suo nome era corso con frequenza. Ma lo esponeva anche al rischio di non ricevere abbastanza voti da entrare nella terna; a quanto sembra anche nel suo campo politico i pareri su di lui sono variegati. Se avesse corso per la presidenza, e si fosse trovato fuori della terna, non gli sarebbe rimasto altro che la sua diocesi. Niente più Avvenire, televisione cattolica, contatti politici, scelta dei nuovi vescovi. Troppo rischioso.

Però anche la scelta di restare a fare il Grande Burattinaio presenta dei rischi. Si parla di possibili presidenti. Uno è Gualtiero Bassetti, vescovo di Perugia, ex vice presidente per il Centro Italia. Il Pontefice lo stima, l’ha fatto cardinale, gli ha affidato le meditazioni della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo del 2016. Ma Bassetti ha già compiuto 75 anni, è in “prorogatio” – annunciata ufficialmente, però, e questo potrebbe essere un segnale – e finirebbe a 80 anno compiuti la sua presidenza.
Ci sono altri due nomi in posizione eccellente. Il primo è quello di Franco Giulio Brambilla, ordinario a Novara, teologo ed ex ausilare di Tettamanzi a Milano, un dei vescovi più progressisti del Paese. E poi c’è Mario Meini, vescovo di Fiesole, e vicepresidente Cei per l’Italia centrale. E’ un uomo mite, che non ama la prima fila, ed è il candidato di mons. Galantino, che lo vede come la persona ideale per quel ruolo. Con Meini presidente, il potere reale – è l’ipotesi – resterebbe saldamente nelle mani dell’attuale segretario generale. Poco cambierebbe rispetto ad ora. Business as usual.
Il che difficilmente accadrebbe invece se Franco Giulio Brambilla risultasse il candidato prescelto nella terna e dal Pontefice. Mons. Brambilla è un uomo deciso e volitivo. La sua elezione porterebbe a equilibri ben diversi a circonvallazione Aurelia.
L’altro candidato eccellente è l’arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori. E’ una figura storica di riferimento nell’episcopato italiano.
E il Pontefice che cosa vuole? Qualche tempo, quando qualcuno ha toccato con lui questo tema, mi dicono abbia risposto di volere che il nuovo presidente fosse “avanzato, avanzato, avanzato”. Traducendo: progressista. Non un uomo santo; un uomo avanzato.

Cinque cardinali dall'identikit "bergogliano"
Papa Francesco a sorpresa ha annunciato il suo IV concistoro per la creazione di nuovi cardinali. Dopo il 28 giugno gli elettori saranno 121, di cui 20 cardinali nominati da Giovanni Paolo II, 52 da Benedetto XVI e 49 da Francesco. Tutti i cinque prescelti accomunati dall'identikit di appartenere alle cosiddette periferie.

«Desidero annunciare che mercoledì 28 giugno terrò un Concistoro per la nomina di cinque nuovi Cardinali». Ieri, al termine della preghiera del Regina Coeli, Papa Francesco a sorpresa ha annunciato il suo quarto concistoro per la creazione di nuovi cardinali. A suo modo un record, il papa venuto “quasi dalla fine del mondo” sta tenendo un ritmo di più di un concistoro all'anno. Il suo predecessore, Benedetto XVI, in otto anni di pontificato ha tenuto 5 concistori, creando 90 cardinali, mentre Francesco in poco più di tre anni ha già tenuto 4 concistori creando 56 cardinali, di cui 49 elettori.

Dopo il 28 giugno prossimo gli elettori saranno 121, di cui 20 cardinali nominati da Giovanni Paolo II, 52 da Benedetto XVI e, appunto, 49 da Francesco che, se dovesse continuare con questo ritmo, il prossimo anno potrebbe aver nominato la maggioranza delle porpore che siedono in un ipotetico conclave.
La logica principale di questa vera e propria trasformazione del collegio cardinalizio sembra essere quella delle “periferie”, concetto caro al pontefice. I nuovi nominati, Spagna a parte, vengono da Laos, El Salvador e Mali, più il vescovo svedese Anders Arborelius, che comunque rappresenta una “periferia” nella cattolicità. «La loro provenienza da diverse parti del mondo», ha sottolineato Francesco, «manifesta la cattolicità della Chiesa diffusa in tutta la terra», e sappiamo quanto papa Bergoglio ritenga che «la realtà si vede meglio dalle periferie che non dal centro», secondo una delle sue bussole di pensiero più ripetute negli anni.
Il primo della lista annunciata ieri dal Papa è monsignor Jean Zerbo, arcivescovo di Bamako in Mali. Nato nel 1943, la prossima nuova porpora africana ha studiato all'Istituto Biblico di Roma e, dice la nota diffusa dalla Sala Stampa della Santa Sede, «è stato coinvolto nella lotta contro l'esclusione e ha soprattutto promosso la riconciliazione e la solidarietà tra i maliani».
Oltre allo svedese Arborelius, l'altro europeo è l'arcivescovo di Barcellona (Spagna), monsignor Juan José Omella, di sensibilità “sociale”. Nel 2005, mentre i vescovi spagnoli scendevano in piazza contro il governo di José Luis Rodriguez Zapatero, Omella, allora vescovo di Calahorra e La Calzada, disertava e partecipava a una marcia contro la povertà. La sua nomina a Barcellona è avvenuta nel 2015, con una decisione che ha lasciato un po' stupiti gli ambienti della curia spagnola e della politica, ma che  sembra provenire direttamente da papa Bergoglio.
Il vescovo svedese, il carmelitano Arborelius, ha accolto il Papa nel suo viaggio a Lund per la commemorazione congiunta tra cattolici e luterani dei 500 anni dalla Riforma di Lutero. E' il primo vescovo svedese dall'inizio della riforma luterana, convertito a 20 anni, ha studiato in Belgio e al Teresianum di Roma. Durante il viaggio di Francesco in Svezia sappiamo essersi battuto affinché il Papa celebrasse messa con i cattolici, messa che nelle prime bozze di programma del viaggio sembrava non fosse prevista.
Molto particolare il caso di monsignor Gregorio Rosa Chávez, perché viene nominato alla porpora mentre lui è “solo” vescovo ausiliare dell'Arcidiocesi di San Salvador (El Salvador). E' una prima volta nella storia della Chiesa, per cui la diocesi avrà un vescovo titolare, monsignor José Luis Escobar y Alas, che rimarrà tale e avrà come vice un cardinale. Nato nel 1942, è stato per molti anni vicino al beato Oscar Arnulfo Romero, oggi, tra l'altro, è Presidente della Caritas per l'America Latina, per i Caraibi e della Caritas nazionale.
Dal Laos proviene monsignor Louis-Marie Ling Mangkhanekhoun, vicario Apostolico di Paksé. A lui si deve "la scuola di catechisti" e le visite ai villaggi delle montagne; ha studiato in Laos e Canada.
Il 29 giugno, solennità dei santi apostoli Pietro e Paolo, i cinque nuovi cardinali celebreranno con il Papa in S.Pietro. «Affidiamo i nuovi Cardinali», ha concluso Francesco ieri nel corso del Regina Coeli, «alla protezione dei Santi Pietro e Paolo, affinché con l’intercessione del Principe degli Apostoli, siano autentici servitori della comunione ecclesiale e con quella dell’Apostolo delle genti, siano annunciatori gioiosi del Vangelo nel mondo intero e, con la loro testimonianza ed il loro consiglio, mi sostengano più intensamente nel mio servizio di Vescovo di Roma, Pastore universale della Chiesa». 
di Lorenzo Bertocchi 22-05-2017




In arrivo il nuovo presidente della CEI. I vescovi votano, il papa sceglie


vescovi
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Da oggi, lunedì 22 maggio, la conferenza episcopale italiana è riunita in assemblea generale, nel corso della quale voterà una terna di candidati alla carica di presidente, in vista della sostituzione del cardinale Angelo Bagnasco, giunto a fine mandato. Ma in ogni caso la scelta finale la farà il papa.
È quanto stabilisce l'articolo 26 del suo statuto, rinnovato nel 2014:
"In considerazione dei particolari vincoli dell’Episcopato d’Italia con il Papa, Vescovo di Roma, la nomina del Presidente della Conferenza è riservata al Sommo Pontefice, su proposta dell’Assemblea Generale che elegge, a maggioranza assoluta, una terna di Vescovi diocesani".
I presidenti della CEI sono sempre stati nominati dal papa. E lo stesso avviene per il segretario generale.
Nel 1984 i vescovi optarono a larga maggioranza per interrompere tale tradizione e per eleggere loro il presidente e il segretario, ma Giovanni Paolo II respinse tale innovazione.
Francesco, da poco eletto papa, chiese di nuovo ai vescovi italiani di ridiscutere la questione. Ma questa volta essi decisero diversamente da prima. Lasciarono al papa la nomina, riservando a sé semplicemente l'elezione di tre candidati alla presidenza, fermo restando che il papa potrebbe fare la sua scelta anche al di fuori di questa terna.
Tra i nomi che più sono circolati nei mesi scorsi come possibili candidati eletti ci sono quelli di Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara, del cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia, di Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro.
Da ultimo è però venuta emergendo una candidatura che a giudizio di alcuni sarebbe la prediletta da papa Francesco: quella di Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto.
Jorge Mario Bergoglio lo conosce da tempo e molto da vicino. Prima di essere richiamato in Italia nel 2011, Santoro ha vissuto per 27 anni in Brasile, prima come missionario "fidei donum", poi come vescovo ausiliare di Rio de Janeiro e infine come vescovo di Petrópolis. E nel 2007, ad Aparecida, lavorò al fianco di Bergoglio nella stesura del documento che l'attuale papa indica come programma tuttora valido per la Chiesa non solo latinoamericana ma universale.
Santoro appartiene inoltre a Comunione e Liberazione e precisamente all'ala del movimento più vicina a Bergoglio già da prima che fosse eletto papa, quella che ha in "Vatican Insider" il suo principale strumento mediatico e i cui esponenti più attivi sono Andrea Tornielli, Lucio Brunelli, Stefania Falasca, Gianni Valente, Massimo Borghesi, Alver Metalli.
È quindi possibile che, tenendo conto di questa predilezione di Francesco, i vescovi della CEI – un terzo dei quali sono stati nominati da lui – includano proprio Santoro nella terna dei candidati da proporre al papa per la nomina del nuovo presidente.
Nei prossimi giorni si vedrà chi saranno i prescelti, in tre elezioni separate. Di norma la CEI non rende pubblici gli esiti numerici delle votazioni, anche se la conoscenza di questi dati sarebbe utile per capire i processi con cui le elezioni avvengono, in un organismo così "sui generis".
Ecco infatti, ad esempio, come nella CEI si sono svolti i processi elettivi degli ultimi anni, per la nomina dei vicepresidenti e dei delegati al sinodo.
Sono dati qui resi pubblici per la prima volta, riportati in ordine cronologico a partire dal più recente.
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Maggio 2015, Assemblea generale CEI
Elezione del vicepresidente per il Nord d'Italia
Prima votazione (votanti 221, voti validi 214, schede nulle 4, bianche 3):
Brambilla 43
Lambiasi 29
Moraglia 24
Monari 21
Ambrosio 15
Radaelli 15
Mazzocato 12
Seconda votazione (votanti 221, voti validi 219, schede nulle 2):
Brambilla 98
Lambiasi 53
Moraglia 22
Monari 20
Ballottaggio (votanti 201, voti validi 199, schede bianche 2):
Brambilla 115
Lambiasi 84
Eletto: Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara.
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Maggio 2015, Assemblea generale CEI
Elezione dei 4 membri e dei 2 supplenti per il Sinodo sulla famiglia

[N.B. Con questa stessa modalità saranno scelti nei prossimi giorni i tre candidati alla presidenza della CEI].
Elezione del primo membro
Prima votazione (votanti 186, voti validi 179, schede bianche 2, nulle 5):
Bagnasco 33
Scola 21
Pascarella 13
Solmi 12
Fragnelli 11
Brambilla 9
Galantino 7
Menichelli 7
Negri 7
Caffarra 6
Seconda votazione (votanti 202, voti validi 200, schede bianche 1, nulle 1):
Bagnasco 92
Scola 26
Pascarella 13
Galantino 9
Solmi 9
Brambilla 7
Monari 7
Ballottaggio (votanti 202, voti validi 195, schede bianche 7):
Bagnasco 145
Scola 50
Eletto: cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della CEI.
Elezione del secondo membro
Prima votazione (votanti 199, voti validi 192, schede bianche 5, nulle 2):
Scola 87
Pascarella 14
Brambilla 12
Menichelli 11
Galantino 9
Solmi 9
Monari 7
Bassetti 6
Fragnelli 6
Seconda votazione (votanti 190, voti validi 188, schede bianche 1, nulle 1):
Scola 117
Brambilla 16
Pascarella 11
Galantino 8
Menichelli 8
Solmi 6
Eletto: cardinale Angelo Scola, arcivescovo di Milano.
Elezione del terzo membro
Prima votazione (votanti 162, voti validi 155, schede bianche 5, nulle 2):
Brambilla 34
Solmi 20
Pascarella 17
Menichelli 16
Caffarra 11
Fragnelli 10,
Bassetti 8
Galantino 8
Negri 7
Seconda votazione (votanti 165, voti validi 161, schede bianche 2, nulle 2):
Brambilla 59,
Solmi 31
Pascarella 15
Menichelli 11
Caffarra 10
Fragnelli 6
Negri 6
Galantino 5
Ballottaggio (votanti 160, voti validi 159, schede bianche 1):
Brambilla 97
Solmi 62
Eletto: Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara e vicepresidente della CEI per il Nord d'Italia.

Elezione del quarto membro
Prima votazione (votanti 165, voti validi 160, schede bianche 5):
Solmi 47
Pascarella 20
Monari 11
Menichelli 10
Caffarra 9
Negri 8
Galantino 6
Fragnelli 5
Seconda votazione (votanti 164, schede valide 160, schede bianche 3, nulle 1):
Solmi 85
Pascarella 24
Monari 10
Caffarra 7
Menichelli 6
Negri 5
Eletto: Enrico Solmi, vescovo di Parma.

Elezione del primo membro supplente
Prima votazione (votanti 165. voti validi 152, schede bianche 8, nulle 5):
Pascarella 41
Monari 34
Fragnelli 14
Menichelli 13
Caffarra 9
Negri 7
Redaelli 7
Seconda votazione (votanti 162, voti validi 158, schede bianche 4):
Pascarella 71
Monari 58
Fragnelli 8
Caffarra 6
Menichelli 5
Ballottaggio (votanti 153, voti validi 150, schede bianche 3):
Pascarella 77
Monari 73
Eletto: Gennaro Pascarella, vescovo di Pozzuoli.

Elezione del secondo membro supplente
Prima votazione (votanti 124, voti validi 122, schede bianche 2):
Monari 107
Cutitta 3
Fragnelli 3
Negri 3
Eletto: Luciano Monari, vescovo di Brescia.
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Novembre 2014, Assemblea generale CEI
Elezione del vicepresidente per il Centro d'Italia
Prima votazione (votanti 210, voti validi 207, schede bianche 3):
Meini 30
Crociata 23
Forte 22
Semeraro 19
Sorrentino 19
Miglio 15
Spreafico 14
Bregantini 11
Sanna 10
Seconda votazione (votanti 213, voti validi 209, schede bianche 4):
Meini 67
Forte 31
Sorrentino 25
Spreafico 17
Semeraro 16
Miglio 11
Bregantini 10
Crociata 6
[N.B. I voti confluiti sul vescovo di Latina Mariano Crociata, soprattutto nel primo scrutinio ma anche nel secondo, nonostante la sua dichiarata indisponibilità ad essere eletto, furono interpretati come un segno di solidarietà nei suoi confronti, dopo la sua brusca sostituzione come segretario generale della CEI, da parte di papa Francesco, che al suo posto aveva nominato Nunzio Galantino].
Ballottaggio (votanti 215, voti validi 206, schede nulle 2, schede bianche 7):
Meini 140
Forte 66
Eletto: Mario Meini, vescovo di Fiesole.
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Maggio 2012, Assemblea generale CEI
Elezione del vicepresidente per il Sud d'Italia
Prima votazione (votanti 191, voti validi 191):
Spinillo 58
Cacucci 33
Castoro 18
Seconda votazione (votanti 192, voti validi 192):
Spinillo 78
Cacucci 65
Castoro 12
Ballottaggio (votanti 191, voti validi 191):
Spinillo 100
Cacucci 91
Eletto: Angelo Spinillo, vescovo di Aversa.
[N.B. Dopo cinque anni dall'elezione, Spinillo è oggi in scadenza e nei prossimi giorni la CEI eleggerà il nuovo vicepresidente per il Sud d'Italia].


Settimo Cielo di Sandro Magister22 mag 


1 commento:

  1. «La realtà si vede meglio dalle periferie che non dal centro»,

    Ora, non per dissentire giusto per il gusto di contraddire, ma il pensiero completo dovrebbe essere questo:

    "La realtà DEL CENTRO si vede meglio dalle periferie.
    La realtà DELLE PERIFERIE si vede meglio dal centro".

    Tanto quanto la realtà della montagna si vede meglio dalla pianura.
    E la realtà della pianura si vede meglio dalla montagna.

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