ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 1 maggio 2017

Questa è l’ora di Maria


TREDICI MAGGIO

Erano tre bambini neppure avevano dieci anni ciascuno: Lucia dos Santos, cugina di Giacinta e Francesco Marto, fratelli tra loro, figli di umili famiglie di agricoltori e di pastori a Fatima, nella terra lusitana del Portogallo, negli anni ’10 del secolo scorso. Correva l’anno 1917, cento anni fa, era maggio e una guerra, la prima guerra mondiale, era in corso e sconvolgeva l’Europa e il mondo, con immensa inutile strage di milioni di vite umane. Domenica 13 maggio 1917, dopo aver partecipato alla Messa, i tre bambini, Lucia, Giacinto e Francesco, erano al pascolo con le loro pecore, alla “Cova da Irìa”, una conca presso Fatima. Era quasi mezzogiorno. A Roma, in Vaticano, il Papa Benedetto XV stava imponendo le mani a un sacerdote alto e ascetico, mons. Eugenio Pacelli, per consacrarlo Vescovo. Su tutti i fronti d’Europa crepitavano i cannoni. In Russia un fanatico di nome Vladimir Ulianov, detto Lenin, stava per preparare la più cruenta rivoluzione che la storia abbia mai conosciuto, la rivoluzione comunista.
         “Una signora dal cielo” – Lucia e Giacinta, cantando allegre e spensierate in un angolo della Cova da Irìa, stavano portando pietre a Francesco, impegnato a costruire un muricciolo attorno a un minuscolo ovile. In cielo scoppiò un lampo, più vivo della luce del Sole, si udì un tuono. I pastorelli si guardavano spaventati: «Che sarà? Non ci sono nubi... non c’è vento!» esclamò Giacinta. «Sarà meglio che andiamo a casa – decise Lucia – può venire un temporale». E Francesco concluse: «Andiamo». Un altro lampo, un altro tuono e sopra la china di un piccolo elce, apparve una visione incantevole: una Signora vestita di bianco, più splendente del Sole. Il suo viso di inesprimibile bellezza era rivolto a loro.
Li abbracciava con uno sguardo tenerissimo: il suo sorriso, la sua voce, ah, la sua voce, a che cosa si poteva paragonarla, se era quella della Madre di Dio? «Non abbiate paura – disse – non vi faccio nulla!». Lucia non si trattenne: «Di dove venite?». «Vengo dal Paradiso» rispose la bella Signora. «E che volete da noi?» riprese la bambina.. «Sono venuta a chiedervi che veniate qui sei mesi di seguito, il giorno 13, a questa stessa ora. Dopo vi dirò chi sono e che cosa voglio» disse la Madre di Dio.
         Una signora del cielo che chiede a dei poveri bambini di recarsi a vederLa più volte è una cosa che non può entrare nella testa di una bambina, ma prevale l’utilità pratica che se ne può trarre. Così chiese: «Andrò in Paradiso anch’io?». E Lei risposte: «Sì, vi andrai!». «Che gioia andare in Paradiso» pensò la bambina. Ma Lucia non volle solo per sé la felicità del cielo e chiese: «E Giacinta?». La Signora rispose: «Anche Giacinta». Lucia: «E Francesco?». La Madonna rispose: «Vi andrà anche lui, ma dovrà recitare molti Rosari».
         Lo sguardo della bella Signora si posa con mestizia sul pastorello che nulla udì e neppure vide distintamente la visione celeste. «Senti, Lucia – gridò Francesco – io non vedo niente. Tirale un sasso, per vedere se è qualcuno o se è nessuno». Lucia domandò all’“apparizione”: «Allora, Lei è la Signora del cielo. Ma perché Francesco non può vederLa?». Riprese la Signora: «Reciti il Rosario e mi vedrà anche lui». Il ragazzo avvisato da Lucia cominciò a pregare e godè della visione della Vergine Santissima. Ma si ricordò del gregge lasciato libero vicino ai campi coltivati e disse: «Vado laggiù ad allontanare il gregge dal seminato». Ma Lucia gli ordinò: «Lascia stare, la Signora dice che le pecore non mangiano quelle pianticelle». Allora parlò Giacinta: «Lucia, domanda alla Signora se ha fame. Abbiamo ancora pane e formaggio... e offriLe un agnellino». Ma Lucia era preoccupata d’altro. Erano morte poco tempo prima due giovinette, amiche delle sue sorelle, ed ella voleva sapere che ne era delle loro anime. «Maria das Nevesa si trova in Paradiso?» chiese, e la Madonna rispose: «Sì!». Riprese: «E Amelia?». Rispose la Signora: «Si trova ancora in Purgatorio e vi starà a lungo». Lucia sentì una grande pena. Anche la Signora sembrò molto triste mentre domandava: «Volete offrirvi a Dio per sopportare tutti i dolori che Egli vi vorrà mandare per riparare i peccati con i quali è offeso e per ottenere la conversione dei peccatori?». Lucia, a nome di tutti e tre rispose pronta e risoluta: «Sì, lo vogliamo». E la Signora dichiarò solennemente: «Ebbene, avrete molto da soffrire, ma la grazia di Dio vi conforterà». Allora, aprì le mani, dalle quali partirono fasci di luce vivissima e i tre pastorelli sperimentarono che quella era la luce di Dio, quella Luce era Dio stesso. La Vergine raccomandò: «Recitate tutti i giorni, il Rosario, per ottenere la pace nel mondo e la fine della guerra». La bianca Signora ritornò al Cielo, lasciando i tre bambini ripieni della grazia e della forza che li avrebbe fatti martiri e santi.
Anniversario – La Madonna non era venuta a caso il 13 maggio del 1917. Quattrocento anni prima, nel 1517, un monaco ribelle, Martin Lutero, con la sua pessima “riforma”, calpestava come un nulla il Papato, il Sacerdozio cattolico, la Santa Messa, i Sacramenti, la disciplina della Chiesa; spaccava la Chiesa, l’Europa e metteva se stesso, l’uomo, al posto di Dio. Era la terribile ribellione protestante che semina rovina anche oggi, checché si dica e si faccia. Duecento anni prima, nel 1717, veniva fondata la massoneria, la società segreta, che veniva a qualificarsi come l’“anti-chiesa”, con l’intento di distruggere la Chiesa, dal di fuori e dal di dentro, di cancellare il nome stesso di Gesù, di porre davvero, sino all’ultima conseguenza, l’uomo al posto di Dio, di fondare “la religione dell’uomo”, il culto dell’uomo, il “novus ordo seclorum”, il nuovo ordine del mondo, in cui non c’è posto né per Dio né tantomeno per Gesù Cristo e la sua Chiesa. La Madonna, a Fatima, dopo tanti secoli di orrori e all’inizio di un tempo, il nostro tempo, in cui gli orrori sarebbero giunti al vertice, si rivolgeva a tre bambini – e, per mezzo di loro, a noi, alla Chiesa intera – per chiedere non l’ecumenismo, non la condivisione dei valori comuni al mondo, ma la conversione delle anime e delle nazioni al Figlio suo Gesù Cristo, unico Salvatore, unica pietra angolare dell’umanità. Veniva a chiedere la riparazione dei peccati dell’umanità, la riparazione dell’apostasia da Dio (compiuta anche da chi avrebbe dovuto annunciarLo e farLo amare) con il Rosario, la penitenza, la vita santa, l’amore sconfinato a Gesù. La Madonna offriva – e offre tuttora – la misericordia del Padre, non a buon mercato, come se avessimo nulla da cui convertirci, ma con il cambiamento della nostra vita, dal peccato alla Vita divina, in Cristo. La Madonna, fin dalla prima apparizione, chiese di guardare non alla terra, non alle periferie, alle pianure, ma al Paradiso, unica meta dei nostri passi: se arriviamo là, tutto sarà compiuto. Se non ci arriveremo, tutto sarà perduto. Non c’è scampo se non attraverso il ritorno totale a Gesù Cristo, unico Salvatore.
         In questo 2017 festeggiamo l’anniversario di Fatima, non gli altri anniversari, ché protestantesimo e massoneria, tanto meno il comunismo, giunto al potere proprio cento anni fa, nell’ottobre 1917 in Russia, nulla di buono hanno dato all’umanità. Festeggiare la Madonna di Fatima, sarà per noi ritrovare Gesù Cristo. Noi ci impegniamo, alla scuola di Maria Santissima, ad affrettare il trionfo di Gesù e del suo Cuore Immacolato, ad affrettare la primavera che solo da Lui può venire. Questa è l’ora di Maria, non possiamo mancare. Noi risponderemo all’appello.

di P. Nepote
Presenza Divina
http://www.presenzadivina.it/285.pdf



Un Campari con... Marco Tosatti. Fatima e quel segreto non svelato


Cento anni dopo, Fatima non cessa di far discutere. Del resto è stato Benedetto XVI nel 2010 a dire che la missione profetica della rivelazione mariana non si è ancora conclusa. Ma nel 2000 con la pubblicazione del terzo segreto non era stata messa la parola fine? Non ci era stato detto che si trattava delle persecuzioni alla Chiesa, culminate con l’attentato a Giovanni Paolo II? Ne parliamo con Marco Tosatti, di cui sta per uscire l’edizione aggiornata del suo “Il segreto non svelato”. 

Quali sono gli argomenti inseriti nella nuova edizione del libro?
"Chorabooks l’ha pubblicato proprio in questi giorni. Con poca modestia mi sembra di poter dire che è un libro veramente centrale per chi – senza essere uno specialista – vuole farsi un’idea di tutto ciò che è stato, ed è ancora, il problema Fatima. Per la Chiesa e per il mondo.

La prima edizione, anni fa, ebbe il merito di mettere in evidenza le contraddizioni e le omissioni di un secolo. Quest’ultima opera, pur mantenendo la struttura originale, e lo sguardo non solo cattolico sul fenomeno Fatima, è aggiornato fino alle ultime settimane; e in particolare si parla di Ratzinger, e della perizia grafologica su quello che potrebbe essere un documento veramente problematico. Insomma, Fatima continua a riservarci questioni e sorprese…"

Ad un occhio attento e ragionevole non sembra proprio che la gestione della pubblicazione della terza parte del segreto di Fatima sia stata chiara e limpida. In molti ritengono che non sia stato detto tutto. Qual è la sua opinione? 
 Per capire la gestione del fenomeno Fatima, da parte di pontefici, segretari di stato e altre personalità di Chiesa bisogna sempre tenere presente che la Chiesa con la “C” maiuscola nutre una profonda prudenza, per non dire diffidenza, verso le manifestazioni private del sovrannaturale, e ancora di più verso le persone dei veggenti. Il segretario di papa Wojtyla, quando in un viaggio in Africa gli chiesi di Fatima, mi rispose – cito a memoria – “Non è sempre chiaro quello che dice la Madonna e quello che dice suor Lucia”. Ora nel corso dei decenni ci sono state testimonianze di persone che hanno visto il segreto, altre che hanno visto la busta in cui era racchiuso uno dei messaggi di suor Lucia, altri che hanno scritto sulla busta per conto di Giovanni XXIII…e tutti questi pezzi non sono stati fatti combaciare, nelle varie spiegazioni ufficiali. Può essere – dico può essere, non dico che sia avvenuto – che un documento scritto da suor Lucia sia stato giudicato magari di ispirazione non sovrannaturale. Quello che è evidente però è che persone che sono state in contatto col problema hanno parlato di più messaggi, e di uno di essi che avrebbe riguardato l’apostasia nella Chiesa. E’ difficile credere che si siano inventati tutto…ma anche di questo si tratta nel libro. 

Oltre agli inviti alla penitenza, al sacrificio e alla preghiera, in fondo comuni a molte apparizioni mariane, in Portogallo la Madonna ha dato anche un messaggio “politico” e in seguito disse a suor Lucia che la terza parte del segreto avrebbe dovuto essere divulgata nel 1960. Proprio il periodo in cui fervevano i preparativi per il Concilio Vaticano II… Sarà per questo che il Vaticano sembra aver paura di Fatima? 
Che Fatima contenga un messaggio politico in senso lato è evidente e chiaro. Che il richiamo, ripetuto, all’anno 1960, faccia nascere un possibile riferimento al Concilio Vaticano II, foriero di interpretazioni lontane da quelle che erano le intenzioni di Giovanni XXIII e di molti dei Padri conciliari, continuità con la storia della Chiesa, non frattura, è solo naturale. E se un qualche documento eventuale di suor Lucia avesse fatto menzione dell’apostasia…beh, non bisogna essere particolarmente acuti per immaginare come potrebbe essere stato accolto in Vaticano nel dopo Concilio…E come potrebbe esserlo anche adesso, se è per questo. 

La consacrazione della Russia, così come chiesta dalla Madonna, è stata fatta? Cosa pensava realmente suor Lucia al riguardo? 
Nel libro dedico un capitolo proprio a questo tema. E bisogna ammettere che suor Lucia su questo punto è stata molto oscillante. Ci sono stati momenti in cui sembrava pensare che la consacrazione non fosse stata compiuta; e nell’ultima parte della sua vita invece sembra aver accondisceso ad ammettere che la consacrazione fosse stata eseguita in maniera soddisfacente. Di più non credo che si possa dire, per il momento. Se e quando saranno desecretati i documenti e i diari contenuti nella cella a Coimbra saremo in grado di avere le idee più chiare… 

Le apparizioni di Fatima e di Civitavecchia sembrano fra loro strettamente collegate. E' un'analisi corretta? 
Per quanto si possa analizzare un tema così difficile e sfuggente come quello delle rivelazioni private e personali, mi sembra di poter dire che non solo Fatima e Civitavecchia sono collegate, ma anche Medjugorje, e altre manifestazioni mariane, come Akita e Kibeho, secondo me fanno parte di una linea di attenzione sovrannaturale verso un mondo che sembra sempre di più rinnegare le sue basi umane. 

In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede… Cosa può voler dire sulla base dei suoi studi e ricerche? 
E’ una delle frasi più enigmatiche del messaggio. Perché, apparentemente, non è che il Portogallo sembri differire molto dal processo di secolarizzazione divampante in Europa. Ma nella logica del messaggio, un’affermazione del genere sembra implicare che altrove questo non avverrà. Però nella parte “rivelata” della profezia di questo non si parla più. E’ certamente uno degli elementi di maggior forza per ipotizzare che un'altra parte riguardasse proprio questo, e cioè l’apostasia nella Chiesa di cui hanno parlato Ottaviani e Ciappi e altri ancora. 

“Possano questi sette anni che ci separano dal centenario affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria” disse Benedetto XVI nella sua omelia del 13 maggio 2010 a Fatima. Semplice augurio o qualcosa di più? Lei si aspetta qualcosa per questo 2017? 
I tempi del sovrannaturale non sono i nostri, e le vie del sovrannaturale non assomigliano a sentieri umani. Ho fiducia che la vittoria sarà di Colei che ha schiacciato la testa del serpente. Quando questo avverrà, non sono certo io a poterlo immaginare. Magari fosse presto!
http://www.campariedemaistre.com/2017/05/un-campari-con-marco-tosatti-fatima-e.html

Maggio mese di Maria: 1° Giorno

1/5/2017

IL MESE DI MARIA

«Ecco finalmente tornato il mese della bella Mammina…»: così scrisse una volta san Pio da Pietrelcina all’inizio del mese di maggio.
Proprio cos. È da secoli, ormai, che il mese di maggio è il mese di Maria per eccellenza, il mese della «bella Mammina».
È il mese più bello dell’anno per lo splendore primaverile che lo riveste; per questo è consacrato a Colei che la Chiesa canta e loda come Tutta Bella.
È il mese in cui sbocciano fragranti le rose nel tepore della ridente natura; per questo viene consacrato a Colei che la Chiesa esalta come Rosa Mistica.
«Mese di maggio – così il papa Paolo VI – Noi ricordiamo la letizia infantile con cui andando a scuola, portavamo fiori per l’altare della Madonna: lumi, canti, preghiere e “fioretti” davano gioconda espressione alla devozione verso Maria Santissima, che ci appariva allora come la regina della primavera, primavera della natura e primavera delle anime».
Il mese delle grazie 
Maggio è chiamato anche il mese delle grazie e delle glorie di Maria, perché in questo mese si ricevono copiose grazie, celebrando le glorie della Madre e Regina universale.
Anzi, soprattutto per i frutti spirituali che produce, il mese di maggio canta le più alte glorie di Maria Corredentrice e Mediatrice di ogni grazia.
Sono grazie di ogni sorta che Ella dona amorosamente a chi celebra questo mese. Grazie di progresso spirituale; di rinnovamento di vita, di conversione; grazie temporali per la salute, per il lavoro, per gli studi, per la sistemazione, per la famiglia. Quante grazie in questo mese benedetto! Tanto più che esso si chiude con la festa dolcissima della Madonna delle grazie. Chi di noi non ha bisogno di grazie?
San Massimiliano M. Kolbe, per aiutare il fratello travagliato da pericolose angustie spirituali e materiali, non trovò rimedio più efficace che raccomandar gli con premura di fare il mese di maggio e gli mandò libretti utili a fargli seguire il mese mariano giorno per giorno.
Un mese di maggio… per sbaglio 
Un giovane ebreo, Ermanno Coen, trovandosi a Parigi per studiare musica, si era dato al gioco e alla dissipazione. Bisognoso di denaro per soddisfare le sue brutte passioni, trovò un posto di suonatore d’organo nella Chiesa di Santa Valeria, per tutto il mese di maggio.
Le prime sere egli suonava con totale indifferenza, da semplice mestierante. Ma senza volerlo, stando lì era ‘ costretto a sentire le prediche che ogni sera si tenevano sulla Madonna. Di sera in sera, ascoltando, il suo spirito cominciò a turbarsi e il suo cuore a commuoversi.
Alla fine del mese di maggio pensò seriamente di prepararsi al Battesimo per diventare cattolico. E poco dopo si fece battezzare in quella stessa Chiesa. Insieme, ebbe il dono della vocazione religiosa; divenne religioso carmelitano e morì in concetto di santità. Quante grazie da quel mese di maggio fatto fortuitamente!
Per la Chiesa intera
Fare il mese di maggio, quindi, è accumulare grazie, è risolvere problemi o situazioni dolorose, è ottenere il patrocinio della Divina Madre.
Per questo la Chiesa, i Pontefici, i Santi, hanno tanto raccomandato di celebrare con devozione il mese mariano.
Il papa Paolo VI nel 1965 pubblicò una Lettera Enciclica sul «Mese di Maggio» per riaffermare espressamente che la Chiesa lo considera il mese più fecondo di preghiera e di grazie celesti per tutti i bisogni dell’umanità e della Chiesa.
«Appunto perché il mese di maggio porta questo potente richiamo a più intensa e fiduciosa preghiera, e perché in esso le nostre suppliche trovano più facile accesso al cuore misericordioso della Vergine,fu cara consuetudine dei Nostri Predecessori scegliere questo mese consacrato a Maria, per invitare il popolo cristiano a pubbliche preghiere, ogni qualvolta lo richiedessero i bisogni della Chiesa o qualche minaccioso pericolo incombesse sul mondo».
Facciamolo bene 
Non perdiamo questa grande occasione di grazia. E cerchiamo di non farla perdere neppure ad altri. Invitiamo i nostri cari e sforziamo i nostri amici a partecipare alle funzioni del mese mariano. La Madonna non rimanderà nessuno a mani vuote. Ricordiamoci che Ella stessa, apparsa con le mani che proiettavano fasci di raggi luminosi, disse a santa Caterina Labouré: «Questi raggi sono il simbolo delle grazie che io spargo sopra le persone che me le domandano». E santa Caterina Labouré – sull’esempio di san Filippo Neri, san Camillo, sant’Alfonso de’ Liguori e di tanti altri santi – voleva che soprattutto nel mese di maggio si intensificasse la preghiera mariana, l’umile ricorso a Colei che siede sul «trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia nel bisogno» (Eb 4,16).
Ricorriamo alla Madonna ogni giorno di questo mese con la recita devota del Santo Rosario, di questa preghiera mariana che il papa Paolo VI considerava e chiamava «compendio di tutto quanto il Vangelo».
Soprattutto durante il mese di maggio, san Bene- I detto Giuseppe Labre si faceva vedere con due corone del Rosario: una al collo e 1’altra in mano; così cercava di invogliare tutti a recitare il Santo Rosario, che è catena di grazie e di benedizioni.
Ai piedi di Maria, troviamo la sorgente di ogni grazia e santità.
Fioretti 
* Impegnati a portare qualcuno al mese mariano.
* Recita un Rosario perché molti facciano il mese di maggio.
* Prega san Giuseppe perché ti insegni in questo mese ad amare la Madonna.
FONTE: Maggio mese di Maria, P.Stefano M. Manelli, © 2010 Casa Mariana Editrice, 2010
Se desiderate avere il libro originale cliccate sul Link di Casa Mariana Editrice o scrivete al seguente indirizzo E-Mail: cm.editrice@gmail.com
La traduzione, l’adattamento totale o parziale, la riproduzione con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm, i film, le fotocopie) nonché la memorizzazione elettronica, sono riservati per tutti i paesi.

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