È stato proposto uno strano logo per la giornata mondiale della gioventù.
Sabato scorso è stato divulgato il logo della Giornata Mondiale della Gioventù, che sarà tenuta a Panama (22-27 gennaio 2019).
È stato progettato dalla studentessa Ambar Calvo (20 anni) e secondo l'autrice mostrerebbe il canale di Panama, la silhouette di Nostra Signora e una croce.
Molti interpretano il logo come un serpente con la bocca aperta che divora la croce, la quale sembra sciogliersi all'interno del corpo del rettile.
Foto: © World Youth Day, #newsEhahvkqhdn
https://gloria.tv/article/6mvqtL8qdqpZBdu3NUFzFLcoq
La curia di Reggio Emilia e la processione in riparazione del gay-pride: la fantasia al potere
Il vescovo ha già fatto sapere che lui non vede, non sente e non parla. Invece parla il responsabile della “pastorale giovanile”, al quale va riconosciuta una creatività non indifferente. Interessanti novità in tema di dottrina e di morale. Buone probabilità di dichiarare lecito anche l’omicidio. E questa sarebbe “Chiesa cattolica”? Ma per favore…
di Paolo Deotto
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Scrisse Metastasio: “Un bel tacer talvolta / Ogni dotto parlar vince d’assai”. Massima di saggezza, enunciata anche nel proverbio “Un bel tacer non fu mai scritto”. Insomma, per dirla in parole povere, “Se non hai niente di buono da dire, sta zitto”.
Purtroppo nella società liquida, anzi ormai gassosa, la saggezza popolare è una delle molte merci introvabili e di sicuro il reverendo Giordano Goccini, responsabile della Pastorale giovanile della diocesi di Reggio Emilia, non conosce le antiche massime. Tant’è che ha rilasciato alla Gazzetta di Reggio un’intervista (che riportiamo in calce) che sembra una tardiva celebrazione di una delle tante fesserie del “mitico” sessantotto, precisamente dello slogan “Immaginazione (o fantasia) al potere”.
Riassumendo: la città di Reggio Emilia il prossimo 3 giugno ospiterà la solita squallida esibizione di invertiti. Fin qui, ahimè, nulla di nuovo. Per motivi imperscrutabili (anzi, purtroppo chiarissimi) periodicamente i cittadini italiani, e non solo italiani, devono assistere a queste porcheriole. Un tempo, quando c’era la Chiesa cattolica, e c’erano anche dei fedeli cattolici, queste cose erano impensabili e giustamente ogni esibizione di perversioni era severamente riprovata, né si nascondevano ai pervertiti i rischi di dannazione eterna (ripeto: eterna) che correvano persistendo nel loro peccato.
Capita però che, mentre è più che mai attuale la domanda “Dov’è finita la Chiesa cattolica?”, ci siano ancora, qua e là, liberi cittadini che conservano la Fede e non hanno dimenticato la dottrina, sicché, di fronte alle più ripugnanti esibizioni di un peccato che grida vendetta al cospetto di Dio, organizzano una processione per pregare in riparazione. Già, la preghiera di riparazione, antica pratica devozionale: preghiere e litanie per riparare alle offese al Sacro Cuore di Gesù, commesse con i nostri peccati e con i peccati del mondo. A maggior ragione, si deve pubblicamente riparare di fronte a un’apologia pubblica di un peccato.
Questi fedeli hanno organizzato una processione di riparazione. Ne abbiamo parlato su Riscossa Cristiana in questi giorni (clicca qui e qui). Naturalmente, essendoci il rischio che la consorteria degli invertiti si risenta, e, si sa, il “dialogo” viene prima della dottrina, della morale, della fede, viene prima di tutto, la curia reggiana non trova niente di meglio che dichiararsi del tutto estranea a questa iniziativa. Cliccando qui leggiamo le leonine dichiarazioni del vescovo.
Sarebbe stato sufficiente. Ma forse la curia vuole strafare, oppure, per motivi che non ci interessa approfondire, deve mostrare e ribadire chiaramente tutta la sua fraterna benevolenza verso gli omosessuali. E così leggiamo appunto la brillante intervista al responsabile della Pastorale giovanile. È un’ intervista senza dubbio molto utile, perché almeno le famiglie di Reggio Emilia sanno con precisione a chi NON affidare i giovani.
La fantasia al potere, si diceva. Appunto. Abbiamo evidenziato alcuni passaggi dell’intervista.
- Lo “stile” della Chiesa. Giordano Goccini ne fa una questione di fair play: “… non è nello stile della Chiesa rispondere con una provocazione a una provocazione”. Cosa ci sia di “provocatorio” in una processione, non è dato sapere…
- Neodottrina della neochiesa: “Pregare in riparazione dei peccati altrui è un atto di presunzione”. Formidabile. Ma sì, in fondo, cosa ce ne frega delle offese al Sacro Cuore? Suvvia, siamo moderni…
- “Perplessità”, ripeto “Perplessità”, di fronte agli invertiti che sono contenti di esserlo. Peccato, pentimento? Ma va! Lasciamo perdere la solita frase senza senso sulla neochiesa che “accoglie e accompagna” (ma prima o poi ci diranno dove diavolo “accompagnano”?) e arriviamo al trionfo: “Il patrimonio della fede non è qualcosa di statico e immutabile”.
Chicca finale: la sodomia e altre porcherie affini, non sono poi roba così grave. Infatti, dice il Goccini, “.. i peccati di cui Dio ci chiederà conto sono altri, vale a dire quelli compiuti per brama di ricchezza”.
Chiaro, no? Quindi, se domani uccido Tizio ma lo faccio non a scopo di rapina (brama di ricchezza) ma, che so, per gelosia, per ira, o semplicemente perché avevo voglia di accoppare qualcuno, in fondo non avrò fatto un peccato così grave.
Che altro aggiungere? La nostra vicinanza e il nostro appoggio incondizionato ai fedeli di Reggio Emilia che vogliono pubblicamente riparare lo abbiamo già dichiarato e qui lo ribadiamo. Per chiudere vogliamo aggiungere solo una cosa, peraltro già tante volte detta, ma, si sa, repetita iuvant: teniamoci lontani da questi falsi pastori. Abbiamo forse bisogno di altre esibizioni strane per capire che questi personaggi, da Roma in giù, non hanno più alcuna remora nell’esibire la loro volontà di distruggere la Fede? Teniamoci lontani, siamo poveri peccatori e proprio per questo abbiamo bisogno degli strumenti di salvezza che la Chiesa, l’unica con la “C” maiuscola, ha sempre offerto ai fedeli. Non abbiamo bisogno delle svenevolezze dialogiche di questi signori. Qui è in ballo la salvezza o la dannazione. La salvezza non viene certo dai lupi travestiti da agnelli, che comprendono, accolgono e “accompagnano”. Dove? Con queste belle premesse, accompagnano all’inferno.
No, grazie, non ci sto.
Ecco la formidabile intervista (cliccate sul testo per ingrandire):
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Sul logo:
RispondiEliminaper me ci vuole tanta fantasia per intravedere qualsiasi cosa, a parte la croce...