ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 13 giugno 2017

Preghiamo Sant’Antonio che ci faccia questa grazia»


TREDICI GIUGNO

La notizia dell’apparizione della bianca Signora ai tre bambini di Fatima si era diffusa. Essi cominciarono ad avere le prime difficoltà, ad essere trattati da alcuni come degli ingannatori, ma anche ad essere creduti da altri. Non potevano essere falsi quei tre “angeli” come Lucia, Francesco e Giacinta.
         Arrivò così il 12 giugno 1917, vigilia della festa del Patrono della loro Parrocchia, Sant’Antonio da Padova, che però è nato in Portogallo. Tutti i bambini sognavano la musica, i mortaretti, i dolci. «Va bene così, domani c’è gran festa – disse Rosa, madre di Lucia, alle figlie più grandi – la gente non parla d’altro che di Lucia e della Cova da Iria. Noi non le parliamo che della festa e forse Lucia non si ricorderà. Preghiamo Sant’Antonio che ci faccia questa grazia».
       
Ma a Lucia importavano poco queste manovre. Vedendo l’entusiasmo delle sorelle per le feste e gli inviti che le facevano, rispondeva loro: «Io domani vado alla Cova da Iria. La Signora lo vuole!». In quanto a Giacinta, già andava assaporando l’immensa gioia della visione celeste. Il giorno seguente, 13 giugno 1917, i pastorelli non erano soli alla Cova da Iria. Quando arrivarono, una cinquantina di persone, alcune venute da lontano, li stavano già aspettando. Tra loro c’era una brava donna di Moita, che si chiamava Maria Carreira, con il figlio Giovanni che aveva le gambe deformate. Appena questa donna vide Lucia le domandò: «Qual è l’arbusto dove è apparsa la Madonna?». Rispose Lucia: «Guardi, qui si posarono i Suoi piedi». E le indicò la chioma di un piccolo elce di un metro di altezza, molto rigoglioso e con i rami diritti. Faceva caldo e i tre ragazzi Lucia, Francesco e Giacinta andarono a sedersi sotto un grande albero, aspettando la Signora. Poi si intonò il Rosario; giunti alle litanie Lucia si alzò e gridò: «Giacinta, la Signora arriva. Ho già visto il lampo». I tre pastorelli corsero presso l’elce seguiti dalla gente che si inginocchiò tra gli arbusti e i cardi selvatici. Lucia giunse devotamente le mani e alla bella Signora che era venuta un’altra volta a visitare i suoi tre piccoli amici domandò: «Mi ha comandato di venire qui ed io sono venuta. Ma Lei mi faccia il favore di dirmi che cosa vuole da me». La Madre di Dio le rispose dicendo che tornassero ancora il 13 del mese seguente e che, recitando il Rosario, intercalassero i misteri con la giaculatoria: «Gesù mio, perdona le nostre colpe, liberaci dal fuoco dell’inferno, porta in cielo tutte le anime, specialmente le più bisognose della tua misercordia». Le comandò di imparare a leggere e a scrivere e le confidò un gran segreto (il primo segreto di Fatima) che solo più tardi sarà svelato da Lucia: «Porterò presto in Paradiso Giacinta e Francesco, e tu, Lucia, resterai qui un po’ di tempo. Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore immacolato». «Ed io resterò sola?», domandò Lucia, cui pareva impossibile la vita senza la compagnia dei due cuginetti. La Vergine santissima si affrettò a tranquillizzarla: «Soffri molto per questo? Io non ti abbandonerò mai. Il mio Cuore immacolato sarà il tuo rifugio e la via che ti condurrà a Dio». In quell’istante aprì le mani dalle quali irradiò un fascio di luce vivissima che li sommerse come in un lago d’oro. Giacinta e Francesco pareva che si trovassero nella parte che si stendeva verso il Cielo e Lucia in quella che scendeva verso la Terra. La Madonna teneva sul palmo della mano un Cuore circondato da spine che lo trafiggevano facendolo sanguinare abbondantemente. Era il Cuore immacolato di Maria, oltraggiato dai peccati dell’umanità, che domandava riparazione.          Quindi la Madonna ritornò al Cielo verso Oriente. Allora Lucia si alzò in fretta e con il braccio teso disse: «EccoLa, se ne va!». Ma la gente presente non vedeva nulla. Solo si scorse una nube leggera alla distanza di un palmo dall’elce, che si alzava adagio dirigendosi verso Oriente. I piccoli rimasero in silenzio, sempre con lo sguardo fisso a quel punto finché Lucia disse: «Non si vede più, è già tornata in cielo». Guardando di nuovo l’elce miracoloso quale non fu la meraviglia di tutti quando videro che i rami, prima diritti, ora erano piegati verso Oriente, come se fossero stati “spettinati”. La gente cominciò allora a strappare rami e foglie dall’elce, ma Lucia raccomandò loro di prendersi i rami più bassi, quelli che non erano stati toccati dalla Madonna.

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         Dalla prima apparizione, il 13 maggio 1917, i tre ragazzi avevano cominciato una vita di intensa preghiera e di penitenza in riparazione dei peccati degli uomini, per la conversione dei peccatori, per la salvezza di tutte le anime. “Fioretti” e sacrifici anche struggenti per amore di Gesù crocifisso e del Cuore immacolato di Maria, rosari ininterrotti alla Madonna, sapendo che Ella aveva dato al Rosario una singolare efficacia. Quel 13 Giugno la Madonna insegnava a loro e a noi la preghiera che ora diciamo nel rosario ad ogni decina, in cui chiediamo a Dio il perdono delle nostre colpe, la liberazione dal fuoco dell’inferno, il suffragio per le anime del Purgatorio. Per la Madonna non conta se abbiamo cercato i valori comuni tra gli uomini di diverse religioni, se abbiamo difeso gli insetti o se abbiamo promosso l’agricoltura biologica, stile ecumenismo, ecologismo o ambientalismo contemporanei, ma conta se, lasciando il peccato, ci dirigiamo sempre di più verso il Paradiso, evitando ad ogni costo l’inferno, luogo della dannazione eterna.
         Per la Madonna il problema fondamentale, in fondo l’unico problema davvero serio, è la salvezza delle anime. É convertirci a Gesù Cristo unico Salvatore; è la vita vissuta lontano dal peccato, la vita in grazia di Dio; è il nostro finale ingresso nella gloria del cielo. Lo è anche per noi questo, l’unico problema fondamentale, l’unica urgenza? Lo è anche per gli uomini di Chiesa? Quando abbiamo sentito da loro il richiamo alla salvezza eterna della nostra anima? Sono decenni che questo discorso non si fa più. E allora?
         Maria Santissima ci indica questo fine, «la devozione al Suo Cuore Immacolato», l’affidamento e la Consacrazione più piena a Lei, perché è per mezzo di Lei che ci è stato dato Gesù; e per mezzo della Madonna che noi andiamo a Gesù e tramite Lei potrà iniziare la vera primavera della storia. E se avesse ad iniziare in questo anno centenario di Fatima? La Messa e il Rosario tutto possono.

di P. Nepote
http://www.presenzadivina.it/286.pdf

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