San Massimiliano Kolbe, forte del dato della Tradizione, vede nel “calcagno insidiato” dal nemico (cf Gen 3, 15) i consacrati alla Vergine che ingaggiano la battaglia decisiva contro il « mistero di iniquità ». Essi saranno come « l’appendice di Maria » nel tempo della grande guerra spirituale…
Considerati sinteticamente gli elementi fondamentali della Consacrazione, entriamo ora nello spazio privilegiato della Profezia per ricevere le luci diafane da essa offerte per una più attuale comprensione di questa devozione provvidenzale alla luce dei nostri tempi.
Il Trattato della Vera Devozione del Montfort inizia con un solenne “introito”: « È per mezzo della Santa Vergine Maria che Gesù Cristo è venuto al mondo ed è ancora per mezzo di Lei che deve regnare nel mondo » (1).
Sulla scia di questa affermazione, san Luigi enuclea il principio fondamentale della soteriologia mariana che sottostà all’avvento dei « Tempi di Maria »: « Per mezzo di Maria cominciò la salvezza del mondo, e per mezzo di Maria deve essere compiuta » (2).
Leggendo questi due paragrafi del Trattato in modo sinottico, si apprende una verità fondamentale: la salvezza del mondo – che non si realizzerà senza l’intervento di Maria – si “densificherà” e prenderà la forma storica del Regno di Maria che inaugurerà quello di Cristo. Si tratta del Trionfo del Cuore Immacolato (Fatima) o, detto in altro termini, della Restaurazione completa della Chiesa Cattolica (Quito) e della Seconda Pentecoste che determinerà l’estromissione di satana e del suo falso spirito dalla faccia della terra (Amsterdam).
Ma cosa c’entrano i consacrati a Maria in questo quadro profetico? Hanno davvero una parte consistente in questo piano mariano di azione? Pare proprio di si… I testi biblici che parlano dello scontro trai due eterni nemici, la Vergine Maria e satana, annunciano velatamente un fatto misterioso: la battaglia finale sarà non tra la Donna e il serpente-drago ma tra questi e il « resto della discendenza » della Donna (Ap 12, 17). San Massimiliano Kolbe, forte del dato della Tradizione, vede nel calcagno insidiato dal nemico i consacrati alla Vergineche ingaggiano la battaglia decisiva contro il « mistero di iniquità ». Essi saranno come « l’appendice di Maria » nel tempo della grande guerra spirituale: « Satana, macchiato di peccato, si sforza di insozzare con esso tutte le anime sulla terra, odia Colei che è stata sempre incontaminata. Pone insidie al calcagno di Lei nei Suoi figli, ma nella lotta con Lei Ella gli schiaccia sempre il capo in ogni anima che a Lei ricorre. La preghiamo di volersi servire anche di noi, se vuole, come di uno strumento per schiacciare nelle anime infelici l’orgogliosa cervice del serpente. Continuando il versetto già riportato, la sacra Scrittura aggiunge: “E tu porrai insidie al suo calcagno” e in effetti lo spirito del male insidia in modo particolare coloro che si consacrano all’Immacolata, poiché vuole offenderla almeno in essi. Tuttavia i suoi tentativi contro le anime sinceramente consacrate finiscono sempre in una sconfitta ancor più ignominiosa; perciò il suo furore impotente diviene ancor più violento » (3).
Nella stessa direzione va quest’altro passo, in cui il padre Kolbe parla del ruolo profetico-apostolico delle Città dell’Immacolata e dei consacrati operanti in Esse: « Mi sembra che tutte le Niepokalanów [= città del’Immacolata]delle singole nazioni costituiranno un’unità strettamente compatta, un’unica armata mondiale, combattente senza sosta sino alla fine dei tempi contro colui del quale è stato detto che, sebbene “Ella ti schiaccerà la testa”, “tu starai in agguato per morderle il calcagno” [Gen. 3, 15]. Perciò, sino alla fine dei tempi egli non cesserà di tentare, di porre ostacoli, di fare ogni sforzo, di combattere, ma solo entro i limiti che l’Immacolata gli consentirà, vale a dire in quanto ciò sarà necessario per raccogliere i meriti in vittorie sempre sicure, se combatteremo sotto il Suo stendardo, con Lei, attraverso Lei, per Lei e in Lei » (4).
Nelle conferenze che periodicamente teneva ai suoi religiosi ritornava spesso e volentieri su questa o consimili idee, a conferma che queste riflessioni avevano scavato un solco profondo nella sua anima e ne avevano determinato la spiritualità e l’azione missionaria. È degna di nota, in particolare, una meditazione del 9 novembre 1940, appena tre mesi prima dell’arresto da parte delle SS e della sua deportazione nel carcere Pawiak di Varsavia, in un momento quindi di profondo travaglio umano e spirituale: « Nel paradiso terrestre [il demonio] vide una donna e la ingannò con lo stesso inganno con cui egli aveva peccato. Dio gli annunciò che non avrebbe vinto la lotta, dicendogli: “Essa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno” [Gen 3,15]. Venne sulla terra l’Immacolata. Era senza peccato originale ed egli doveva tenersi lontano da Lei. La sua rabbia andava sempre più crescendo. E ora se la prende contro le anime che La servono. Già solo il nome “Immacolata” lo fa montare su tutte le furie. Teniamoci pronti, perché in ogni Niepokalanów, sia polacca, sia giapponese, sia indiana, o qualsiasi altra, non solo il diavolo ma una legione di diavoli manifesterà la sua rabbia. E quanto più grande sarà il nostro zelo, tanto maggiore sarà la loro rabbia. Quando lo zelo si raffredderà, quando le statuette ci saranno solo per esserci, il diavolo s’arrabbierà di meno. Questa lotta si ripeterà in ogni anima e tanto più, quanto più l’essenza dell’amore, ossia l’unione della nostra volontà con quella dell’Immacolata, aumenterà. Nessuno pensi quindi che non ci saranno tentazioni e contrarietà. Tuttavia l’anima consacrata all’Immacolata nel profondo del suo cuore si sente inviolabile. Lui le potrà insidiare il calcagno, ma non potrà mai affrontarla sfacciatamente. È necessario porre tutta la fiducia nell’Immacolata, non confidare in se stessi. Allora ogni sforzo del demonio sarà un merito a favore dell’anima » (5).
Continua …
Note
1) San Luigi M. Grignion de Monfort, Trattato della vera devozione alla Vergine Maria, § 1.
2) Ivi, § 49.
3) San Massimiliano M. Kolbe, Scritti, ENMI, Roma 1997, n. 1331 (Sigla SK).
4) SK 382.
5) Le Conferenze di San Massimiliano M. Kolbe, Casa Mariana Editrice, Frigento 2014, n. 301.
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« L’interferenza » provvidenziale della stirpe-discendenza della Donna: il messaggio mariano di Marienfried conferma le intuizioni del Montfort (seconda parte)
Il quadro profetico del messaggio di Marienfried completa quello di Rue di Bac. La più rilevante novità proposta da questo messaggio mariano è la rivelazione della vittoria della Donna genesiaca sul diavolo, attraverso però la croce ed il martirio dei suoi consacrati. Una vittoria che dischiuderà l’avvento della Pace, del regno di Cristo e della sua giustizia sulla terra.
Cosa ci dice la Vergine Maria con le sue apparizioni su questa “interferenza” dei figli di Maria nella battaglia escatologica tra Lei ed il serpente-drago? Nel messaggio profetico di Marienfried (1) la Vergine Immacolata aveva rivelato qualcosa di molto importante, esattamente nel senso inteso da San Massimiliano. Così Ella diceva alla veggente, l’allora sedicenne Barbara Ruess: « La Stella dell’Abisso [satana, ndr.] s’infurierà sempre più ferocemente e farà sempre maggiori distruzioni, perchè sa che il suo tempo è breve, e perchè vede che ormai molte anime si sono schierate sotto il mio Segno [la Consacrazione a Maria, ndr.].
Su costoro la Stella non ha potere alcuno, anche se ne potrà uccidere molti. Ma sono appunto queste vittime a me offerte che accresceranno la mia potenza e condurranno il piccolo resto degli eletti alla vittoria per Cristo […]. Egli [il demonio] perseguiterà i miei figlioli diletti, essi saranno disprezzati, ma il demonio non potrà far loro alcun male […]. Io compirò miracoli segretamente nelle anime, finchè sarà completo il numero delle vittime […]. A voi Io voglio dire, miei figlioli diletti: non dimenticate che proprio nei giorni più sanguinosi questa Croce è una grazia, e ringraziate sempre il Padre per questa grazia […] » (Messaggio del 25 Maggio 1946).
Come si può notare, questo messaggio pone in evidenza una verità consolante: benché satana abbia un certo potere di offendere i figli di Maria, tale potere però non può toccare la dimensione spirituale; in questo senso, come si dice nel messaggio, la sua è una « potenza apparente ». I consacrati a Maria sono immuni dalle insidie del demonio, dalle sue astute trame con cui porta la rovina alle anime e seppellisce la verità e la santità in un oceano di menzogna e sporcizia morale. I figli di Maria, da tutto questo marasma di Male, sono immuni. Verità consolantissima da tenere a mente, soprattutto nei momenti di maggiore prova, sofferenza a persecuzione.
Eppure l’angelo delle tenebre ha un certo potere sui servi della Vergine, sui veri cristiani degli ultimi tempi. Ha il potere di perseguitarli, fino a togliere loro, in alcuni casi, persino la vita. E’ in questo senso che il calcagno della Donna sarà « ferito ». Ferimento che però non causa la sconfitta della Donna. Nonostante questa ferita, Ella vincerà. L’Immacolata, dai suoi figli, esige soprattutto l’intima disposizione al sacrificio, a portare la croce con pazienza e generosità perché questi mezzi sono potenti, efficaci: è per mezzo di essi che vinceranno la battaglia contro il nemico: « Dipende da voi abbreviare i giorni delle tenebre. Le vostre preghiere e i vostri sacrifici distruggeranno l’immagine della Bestia. Allora Io potrò manifestarmi al mondo intero, a gloria dell’Onnipotente […]. E’ necessario che gli apostoli ed i sacerdoti si consacrino particolarmente a Me, affinché i grandi sacrifici che l’Imperscrutabile vuole appunto da loro, venendo posti nelle mie mani, aumentino in santità e valore […]. Io caricherò i miei figli diletti di croci pesanti, profonde come il mare, poiché Io li amo nel mio Figlio immolato. Vi prego, siate pronti a portare la croce, affinché venga presto la pace […]! » (Messaggio del 25 Giugno 1946).
Alla luce di questi messaggi si chiarisce il senso del « ferimento » del calcagno a cui faceva riferimento anche l’accademico francese J. Guitton nel suo studio magistrale sui simboli della Medaglia miracolosa.
Il calcagno è la parte più debole e disprezzata del corpo eppure è per mezzo di questa discendenza (gli Apostoli consacrati a Maria) che deve condursi lo scontro finale profetizzato da San Giovanni, il “veggente di Patmos”. È doveroso ricordare quanto prevedeva san Luigi Grignion sull’opera di questi Apostoli di Maria:
« Negli ultimi tempi […] satana tenderà insidie al suo calcagno [della Donna, ndr.], cioè ai suoi umili schiavi e ai suoi figli poveri che ella susciterà per fargli guerra. Saranno piccoli e poveri agli occhi del mondo, e bassi davanti a tutti come il calcagno, calpestati e perseguitati come lo è il calcagno rispetto alle altre membra del corpo; ma, in cambio, saranno ricchi della grazia di Dio, che Maria distribuirà loro abbondantemente; grandi ed elevati in santità davanti a Dio, superiori a ogni creatura per il loro zelo ardente e così fortemente sostenuti dall’aiuto divino, che con l’umiltà del loro calcagno, in unione con Maria, schiacceranno la testa del diavolo e faranno trionfare Gesù Cristo » (2).
E’ esattamente quanto si dice a Marienfried. Qui facciamo un importante progresso nello svelamento del piano di satana. Il dettaglio importante che il messaggio di Marienfried aggiunge al quadro profetico abbozzato dalla medaglia di Rue du Bac è la premonizione di una grande persecuzione portata avanti ad arte dal nemico che infuria contro la stirpe della Donna perché questi Suoi figli prediletti « osservano i Comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù » (Ap 12, 17).
L’obbedienza rende questi Apostoli immagine e somiglianza di Maria che con il suo “Fiat” riparò i danni della disobbedienza della prima Eva peccatrice, ispirata dallo stesso angelo caduto. Questa obbedienza è in odio al principe ribelle che oppose, al volere di Dio, il suo eterno “non serviam”.
Se la Donna fugge con « le ali della grande aquila » (cf Ap 12, 14) all’attacco del dragone, la furia di costui si scaglierà tutta contro i figli fedeli di Lei. Ma essi trionferanno o meglio permetteranno alla Donna di trionfare perché i loro sacrifici e le loro sofferenze serviranno ad « aumentare il di Lei potere », come predetto a Marienfried. In questo modo, è la stessa straripante potenza di Dio che opera in loro ma secondo la logica della croce e del martirio.
Questo è il quadro profetico di Marienfried che completa quello di Rue di Bac. La più rilevante novità proposta da questo messaggio mariano, dunque, è proprio la rivelazione della vittoria della Donna sul drago attraverso la croce ed il martirio dei suoi consacrati, una vittoria che dischiuderà l’avvento della Pace, del regno di Cristo e della sua giustizia sulla terra.
Note
1) Pfaffenhofen (Germania, 1940-46). Benché le apparizioni di Marienfried non siano state ancora ufficialmente approvare dalla Chiesa, Essa in diversi modi le ha favorite e sostenute autorizzando il culto, concedendo i dovuti permessi per stampare il Rosario dell’Immacolata e l’Inno alla Trinità (preghiere che la Madonna stessa insegnò alla veggente e che hanno un riferimento diretto con le apparizioni stesse e col relativo messaggio) e soprattutto concedendo l’Imprimatur per la pubblicazione dei messaggi: cf R. Laurentin, Marienfried, 497 [497], in R. Laurentin-P. Sbalchiero (a cura di), Dizionario delle apparizioni della Vergine Maria,Edizioni Art., Roma 2010. Il santuario di Marienfried è stato, inoltre, meta di pellegrinaggio di importanti autorità ecclesiastiche negli anni passati, come il vescovo di Fatima mons. Venancio Pereira (nel 1975) e quello di Ratisbona Rodolfo Graber (nel 1976). In quell’occasione, quest’ultimo tenne un bellissimo discorso sul messaggio di Marienfried spiegando, tra le altre cose, che « Marienfried non contiene nulla che sia contro la Divina Rivelazione ma anzi si inserisce perfettamente nella Tradizione mariana della Chiesa e dà un’importante visuale del nostro tempo […] »: mons. R. Graber, Discorso a conclusione della giornata di preghiera dell’Armata azzurra di Maria a Marienfried, in I. Corona, Il Segno del Dio vivente. Marienfried, Apparizioni e Messaggi, Edizioni Segno, Feletto Umberto – Tavagnacco (UD) 2015, pp. 119-120.
2) San Luigi M. Grignion De Monfort, Trattato della vera devozione alla Beata Vergine Maria, § 54.
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