L'ODIO DEL MONDO
di Francesco Lamendola
Nel grande discorso d’addio, durante l’Ultima Cena, Gesù ha messo in guardia i suoi discepoli e li ha ammoniti: Il mondo vi odierà per causa mia. Non c’è niente da fare: è questo lo spartiacque fra il mondo e i cristiani: l’odio che il primo riserva ai secondi, perché non li riconosce come suoi. È una cosa che si annusa di primo acchito, la si “sente”: il cristiano non appartiene al mondo, non pensa, non parla, non agisce come il mondo; neppure si veste, o piuttosto si sveste, come usa far nel mondo: la sua anima è rivolta a ben altre cose. E questo non piace; questo dà fastidio; questo suscita antipatia, inimicizia, odio. Se l’odio del mondo fosse una semplice avversione ideologica, allora esso sarebbe diretto verso quei cristiani che attivamente, intenzionalmente, attraversano i suoi disegni, verso quei cristiani che prendono la parola per denunciare ciò che va contro la morale insegnata da Gesù; un esempio per tutti: la denuncia dell’aborto come un peccato gravissimo. Ma l’odio del mondo è un sentimento molto più ampio, molto più diffuso, molto più capillare e anche più profondo, più istintivo, più irriducibile: è un odio viscerale, che si origina nel vedere che vi sono delle persone le quali non si uniformano allo stile di vita del mondo, non si inchinano davanti a ciò che piace al mondo, davanti ai suoi idoli perversi; non lo applaudono, e, pur restando in silenzio, con il loro silenzio lo disapprovano implicitamente.
Ebbene, questo il mondo lo afferra al volo e non può sopportarlo: è una offesa tanto grave quanto l’attacco diretto. Con il mondo non si può essere neutrali: non ci si può illudere di giungere a una specie di armistizio, di tregua armata, di compromesso; niente da fare. Il mondo non è disposto a scendere a patti col cristianesimo, questa è la verità; perciò, quei cristiani, o sedicenti tali e quei cattolici, o sedicenti tali, che pensano di poter giungere a una sorta di compromesso, di modus vivendi, sulla base del: tu non dai fastidio a me e io non dò fastidio a te, si sbagliano della grossa, non hanno capito niente e si pongono in maniera tale da rendere la propria disfatta assolutamente certa e inevitabile. Il mondo, per definizione, non può tollerare un vero cristiano, perché il mondo, diciamolo chiaro e tondo, è soggetto alla potestà di satana, e satana non tollera neppure il più piccolo margine di autonomia da parte dei suoi schiavi, li vuole del tutto sottomessi, del tutto proni ai suoi voleri, al cento per cento. Magari non chiederà a tutti di arrivare fino al delitto – lui conosce bene i suoi polli, e sa fino a dove li può spingere; ma certo chiede a tutti di non aver niente a che fare con Gesù Cristo. Il diavolo non sopporta neanche il più piccolo segno di interesse, o di rispetto, per Gesù Cristo e il suo Vangelo; non è disposto a consentire che nemmeno uno dei suoi schiavi si permetta di non aborrire Gesù Cristo e tutto ciò che Egli ha insegnato.
Qualcuno obietterà certamente che questo giudizio sul mondo è troppo severo; che non è giusto dire che esso è sotto la potestà di satana. Infatti, il punto è proprio questo: tutta la vita cristiana ruota attorno al giudizio, implicito e esplicito, che si dà riguardo al mondo. A nostro modo di vedere, non ci sono dubbi: fra il Vangelo di Gesù Cristo e il mondo vi è una opposizione insormontabile. È una posizione che può apparire eccessivamente rigida e quasi fondamentalista, ma noi non abbiamo paura delle parole e non ci facciamo impressionare dalle espressioni a effetto. Poco importa come la si vuol definire: quanto a noi, siamo profondamente convinti che è la sola posizione corretta da un punto di vista cristiano; la sola compatibile con l’insegnamento di Gesù. Non esiste una terza via, una posizione intermedia: non si può essere un po’ amici del mondo e un poco anche di Gesù, magari nei ritagli di tempo, o quando si tratta di cose secondarie. No; non funziona così. Il Vangelo non è per i tiepidi, o per i furbi, o per i volponi; non è per i doppiogiochisti, per gli ipocriti, per quelli che vivono di espedienti e piccole astuzie. Gesù Cristo non ha detto ai suoi discepoli: Venite con me per un po’; provate a stare con me per qualche tempo; provate a fare quel che vi dico, se potete, quando non siete troppo stanchi, se non v’incomoda troppo. Niente affatto: li ha voluti tutti e li ha presi tutti. Non come schiavi, ma come amici: chiedendo loro, cioè, il libero assenso; ma, una volta dato, pretendendo da loro il massimo, cioè tutto. Il seguace di Gesù non può giocare al risparmio: o tutto, o niente. Certo, al Vangelo ci si può avvicinare anche a piccoli passi, un poco alla volta, ciascuno secondo i suoi tempi e i suoi modi, e sempre con l’aiuto di Dio: perché sia ben chiaro che, se noi cerchiamo Lui, Lui da sempre cerca noi, e se lo troviamo, e quando lo troviamo, è perché Lui ha deciso di rivelarsi a noi, ritenendo che sia giunta l’ora. Noi, da soli, non possiamo forzare la sua volontà; è Lui che decide ogni cosa, e decide anche quando è arrivato il momento della nostra conversione. Noi ci rendiamo disponibili alla chiamata: questo è ciò che possiamo fare; ma decidere, decide Lui. Ed è sempre capace di sorprenderci: i suoi tempi non sono i nostri, le sue vie non sono le nostre, anzi, sovente sono esattamente l’opposto. Dio è un padrone esigente: Sapevi che sono un padrone severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato; ma è anche un pastore affettuoso, che va a cercare la pecorella smarrita. Di certo, è l’unico che non ci abbandona mai; e, se talvolta ci può sembrare il contrario, in realtà siamo stati noi ad abbandonare Lui.
E tuttavia, dirà qualcuno, il mondo non è cattivo; è opera di Dio, quindi è buono. Rispondiamo che il mondo era buono quando fu creato da Dio; ma poi è decaduto, a causa del Peccato originale. Sì, il Peccato originale: non un mito, tanto meno una favola: un articolo di fede, una verità profondissima. L’uomo, insuperbito, ha voluto farsi simile al suo Creatore e ha inferto a tutta la creazione una tremenda ferita, che ha compromesso il rapporto d’amore fra Dio e le sue creature. Per colmare quel divario, per sanare quella piaga, Dio stesso si è fatto uomo, il Verbo si è incarnato ed è venuto fra noi, simile a noi; ma Egli non era di quaggiù, e nemmeno il suo Regno è di questo mondo. Tuttavia, neppure il mistero dell’Incarnazione ha potuto ristabilire le cose com’erano prima della Caduta; il mondo è ancora sotto la potestà del diavolo, ma si è riaperta una speranza: la speranza di ricondurlo a Dio. Ma perché questo avvenga, è necessaria la piena conversione dell’uomo, la sua totale adesione all’offerta d’amore di Dio. Il che implica la rinuncia al mondo, alle sue tentazioni; anche se non equivale a una condanna del mondo. L’uomo non ha il potere di condannare niente e nessuno; il giudizio non spetta a lui. Ciò che di buono, di giusto e di onesto il mondo ha da offrire, è lecito all’uomo coglierlo, e goderne: non vi è niente di male, in questo. Il cristiano non è un nemico della vita e delle sue gioie; tutt’altro: ma è un nemico del mondo, intendendo per “mondo” ciò che si oppone a Gesù Cristo, ciò che ostacola l’avvento del suo Regno: le tentazione e il peccato, la menzogna e la superbia, l’ira e la lussuria. Quei cristiani, o sedicenti tali, che vogliono stipulare un armistizio col mondo, o s’ingannano, o sono già sotto il potere di satana: non sanno quello che dicono, non si rendono conto della portata delle loro affermazioni. A causa loro, molti perdono la fede; e molti altri si trovano ad avere una fede che non è quella cattolica, ma una sua diabolica contraffazione, della quale sono inconsapevoli, o sono consapevoli solo parzialmente: un orribile sincretismo e una mescolanza impossibile di sacro e di profano, di cristiano e di anticristiano. Un capolavoro di satana, il grande falsario, il re dell’ambiguità, della confusione, della contraffazione del volto di Dio.
Di esempi potremmo farne molti, troppi: questa è precisamente l’era della contraffazione e della blasfemia mal dissimulata. Prendiamo il caso di una suora che ha scoperto di voler fare la cantante, ma restando suora, almeno in apparenza; non occorre fare il suo nome, lo conoscono tutti. Costei ha deciso di cantare una cover di Like a Virgin, un famoso, e blasfemo, brano della cantante Louise Veronica Ciccone, in arte Madonna: quella che ha scelto, fin dal nome, di essere la Madonna diabolica, la contraffazione satanica della Madre di Cristo. La suora canta, si agita, strappa gli applausi; molti cattolici si entusiasmano, l’applaudono, l’ammirano, e intanto pensano: Visto, che bello? Si può essere cattolici, si può essere perfino suore, e intanto andare a cantare le stesse canzoni di Madonna, le stesse canzoni che piacciono al mondo! Già; un po’ strano, non è vero? Ecco: questo è diabolico; questo è il cavallo di Troia di cui il diavolo si serve per espugnare la cittadella delle anime. Come si fa a non vedere che le due cose sono inconciliabili? Come fa, una suora, a non capire che è totalmente sbagliato, e peggio, cantare una canzone della blasfema Madonna? E come fanno i suoi superiori, a permetterle simili esibizioni? Forse perché pensano che, in questo modo, il “messaggio” arriverà a tantissime persone, e che in tal modo la Chiesa riuscirà ad avvicinare a sé anche quelli che ne sono lontani? Sciagurati: questo è proprio modo di pensare del mondo, secondo le intenzioni del diavolo. Non siete voi che prendete all’amo le folle; è il diavolo che ha preso all’amo voi. Voi credete di potervi servire impunemente di mezzi sbagliati per un fine buono: o siete dei colossali ingenui, senza prudenza e senza discernimento (visto che il discernimento, di questi ultimi tempi, va assai di moda…) o siete già servi del diavolo. Di fatto state facendo il lavoro del diavolo: state portando le anime, senza che queste se ne accorgano, sulle vie del mondo, lontano da Dio. Le persone pensano: Se questa suora ha il permesso di cantare a quel modo, vuol dire che non c’è niente di male; i pastori sono qui per vigilare sul gregge, non è vero? Purtroppo no, è da un pezzo che i pastori non vigilano più, anzi, si mettono essi stessi a dare i cattivi esempi, a dire cose eretiche e blasfeme come se fossero perfettamente normali, a spingere le anime sulle vie dell’errore. E anche su argomenti assai più gravi della musica leggera: il divorzio, l’aborto, l’eutanasia, la omosessualità, le adozioni dei bambini, la fecondazione eterologa, l’utero in affetto. Per ciascuna di queste cose inaccettabili e contrarie al volere di Dio, ci sono diversi pastori che si mostrano “aperti”, o come si dice, possibilisti; i quali domandano: Perché no? Dio è amore, e se c’è l’amore, chi siamo noi per opporci? Si divorzia, ma in nome del vero amore; si pratica l’aborto, ma per poter dare un futuro migliore ai figli, quando saranno realmente voluti; si pratica l’eutanasia, ma per amore di compassione; si celebrano le nozze gay, ma sempre per amore, e altrettanto per amore si adottano i bambini da parte di tali coppie, o li si ”fabbrica” con la fecondazione eterologa, o li si “ordina” affittando l’utero di una donna povera. E ci sono dei pastori che si mostrano disponibili ad accettare simili pratiche, e sia pure con tutti i distinguo, le precisazioni e le specificazioni del caso. Ipocriti e miserabili: hanno venduto l’anima al diavolo, e vorrebbero trascinare all’inferno, con sé, anche le anime delle pecorelle che erano state affidate loro. Certo che simili personaggi non corrono alcun rischio di essere odiati dal mondo; anzi, sono assai benvoluti. Infatti, li si vede sfilare continuamente nei salotti televisivi, rilasciare interviste, ricevere inviti da associazioni culturali, università, amministrazioni comunali. E parlano, parlano, parlano; fanno la ruota come dei pavoni, magari sfoggiando i loro bellissimi anelli da vescovi, gli occhi scintillanti per la soddisfazione di essere ascoltati, di essere guardati con simpatia e ammirazione, di ricevere attestati di stima; e ricevono applausi, e arrossiscono di piacere.
Il mondo odia quelli che non riconosce come suoi
di Francesco Lamendola
Del 30 Agosto 2017 continua su:
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