PEZZO GROSSO E LO JUS SOLI. DOPPIO CAOS POLITICO E VATICANO.
NOSTALGIA DELLE ARTICOLESSE DI DENUNCIA SULLE INTERFERENZE VATICANE.
C’era da aspettarselo: la storia dello Jus Soli, il pressing che alcuni pezzi di sinistra e di governo, e del Vaticano fanno per approvare prima delle elezioni una legge di cui moltissimi non sentono il bisogno, ha solleticato l’attenzione di Pezzo Grosso. Che ha scritto sul neo-collateralismo ormai evidente (ai tempi della DC erano bazzecole, al confronto) fra pezzi di Chiesa al potere e la sinistra al potere. Le unioni civili, con la legge Cirinnà-Galantino (permettete che si scherzi!) erano solo l’antipasto; e ormai con i giudici che approvano step-child adozioni a tutto andare se ne sono visti i frutti. Una volta – ai tempi di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI se tanto tanto qualche uomo di Chiesa sfiorava un tema che avrebbe potuto avere riferimenti politici fioccavano gli editoriali e le condanne sulle “Interferenze” e gli interventi “A Gamba Tesa”. Adesso, chissà perché, tutti zitti…Ma ecco Pezzo Grosso:
”Caro Tosatti, la storia dello JUS SOLI sta decretando la storia del grande cambiamento in corso. La ‘sinistra laica’ al governo chiede al Vaticano di influenzare il ‘centro cattolico’, sempre al governo, per sbloccare l’approvazione di una legge ambigua. Segno dei tempi! O il Vaticano è diventato di sinistra e laico, oppure la sinistra laica si è convertita (senza spiegarlo ai suoi elettori), oppure il centro cattolico non è più riconosciuto come tale dall’attuale Vaticano. La confusione regna sovrana in politica e in religione? Dice Palazzo Chigi (Repubblica del 18 settembre): ‘Se i centristi di Alfano non ascoltano la Chiesa, chi dovrebbero ascoltare?’ (Bella domanda! Quando mai hanno ascoltato la chiesa? Ma in più, non gli era stato vietato di ascoltarla?).
Ma come mai oggi il premier Gentiloni (laicissimo ) va a cercar sostegno proprio in Vaticano? (Soprattutto se è vero che il centro cattolico non lo ascolta più?). Indubbiamente ‘in principio era il caos’, ma oggi senza dubbio c’è doppio caos. Lo si vede osservando i confusi laici e i confusissimi sedicenti cattolici. Per esserne certi basterebbe leggere (Repubblica 18 settembre, pag 2), parte della conversazione del card. Ravasi con il ministro Minniti riferita agli sbarchi di immigrati. Dice Ravasi : ‘abbiamo bisogno di abbandonare il luogo comune, lo stereotipo, della volgarità del populismo e avere una comprensione dei problemi. I problemi si rivelano complessi, non possono esser risolti con una battuta estremamente buonista e neppure con vacuità e brutalità delle risposte’. Cosa caspita si può aver capito dal ministro della cultura del Papa? L’avesse almeno recitato in aramaico! Ma quello che è certo è che così abbiamo capito perché tra Governo e Vaticano c’è intesa… Chi parla con il Vaticano è solo il mondo laico (internazionale o domestico), è solo il politico laico o un cardinale della Chiesa (ex) cattolica, che non esprima DUBIA, ma solo la certezza di dar ragione al Pontefice sempre e comunque”.
Anche quando, aggiungiamo noi, le evidenze sono ben diverse, e il buon senso e la razionalità pure. Ma forse ci sono ragioni più cogenti. Se guardate la foto che riproduciamo, e soprattutto guardate la cifra indicata, ci si può rendere conto che tutta questa misericordia verso i migranti non è del tutto gratuita.
A guidare la fronda è un sacerdote romano, appartenente alla diocesi guidata da papa Francesco, il quale appoggia pienamente l’integrazione dei migranti.
A guidare una rivolta contro Avvenire, il quotidiano edito dalla Conferenza Episcopale Italiana, è un sacerdote di Roma, la diocesi alla cui guida c’è papa Francesco. Don Paolo Pizzuti, parroco di San Giuseppe da Copertino, tornato da poco da un mese e mezzo trascorso sul Cammino di Santiago, in Spagna, ha vietato la distribuzione del giornale cattolico nella sua chiesa. Il motivo? Una prima pagina a sostegno dello ius soli. Avvenire, infatti, sposa in pieno la linea del Papa e della Cei di appoggiare la proposta di legge che vorrebbe attribuire la cittadinanza a giovani stranieri che siano nati o risiedano in Italia da anni ed abbiano completato un ciclo di studi.
“Spiacente – ha affermato il parroco su Facebook – questo è fare politica, oggi niente distribuzione di avvenire in parrocchia” aggiungendo tre emoticon con faccine rosse dalla rabbia. “Non ho detto che non si distribuisce il giornale perché contrario alle mie idee – ha poi aggiunto svelando, però, quale fosse il suo pensiero – Non è compito di Avvenire intervenire cosi su questioni di diritto amministrativo. Qui non è in ballo un valore fondamentale.” Diversi altri sacerdoti si compiacciono per la sua scelta ed affermano che ne hanno seguito l’esempio. “Neanche io ho distribuito oggi, per lo stesso motivo” afferma don Emanuele; “è già da tempo che Avvenire finisce nella raccolta della carta” gli fa eco don Andrea.
I commenti al post sono quasi tutti a sostegno della decisione del parroco. Il portavoce nazionale di Generazione Famiglia, Filippo Savarese, pure attacca Avvenire, colpevole di fare “due pesi e due misure” perché “una pagina del genere sulle unioni civili non c'è stata. Libera scelta editoriale. Ma allora liberi tutti.” Allo stesso modo, c’è chi ricorda la tiepidezza del quotidiano nei confronti del Family Day, che pure mobilitò decine di migliaia di famiglie cattoliche. Mentre c’è chi parla di “linea di Avvenire completamente deviata”, i pochi che difendono la decisione del direttore del giornale, Marco Tarquinio, vengono subito messi a tacere.
Il fatto è che, nel mondo cattolico, i contrari alla legge sullo ius soli, fortemente voluta dal governo Gentiloni, sono tantissimi, probabilmente più dei favorevoli. Il motivo è presto detto: in genere i cattolici ritengono che ci possa essere una “sostituzione religiosa” nei prossimi decenni, con la “trasformazione” in italiani di centinaia di migliaia di musulmani. Questo in barba agli appelli a favore dell’integrazione lanciati sia dal Papa che dai vescovi italiani.
Intanto, il successivo post di don Pizzuti parla di amore e di accoglienza: “tanti auguri alla nostra comunità parrocchiale che oggi celebra il suo Santo Patrono. – scrive il sacerdote – San Giuseppe ci insegni a vivere sempre protesi a Dio e solleciti verso le necessità dei fratelli, lui che "allietava la vita fraterna" dei conventi dove ha dimorato, ci aiuti a vivere sempre nella comunione e nella perfetta letizia!” Una comunione da cui, secondo il sacerdote, devono presumibilmente essere esclusi i tanti migranti che aspettano il riconoscimento di quello che ritengono essere un diritto calpestato.
di Michele M. Ippolito
http://www.fanpage.it/avvenire-appoggia-ius-soli-i-parroci-si-ribellano-e-politica-non-lo-distribuiremo-nelle-chiese/
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