ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 18 settembre 2017

E loro pagano..o pregano?


1. “483 MILIONI DI LIRE SPESI DAL VATICANO PER L'ALLONTANAMENTO DI EMANUELA ORLANDI”
2. UN DOCUMENTO CHOC ESCE DALLA SANTA SEDE E FA PARTE DEL LIBRO-INCHIESTA DI EMILIANO FITTIPALDI: SI TRATTA DI MATERIALE DI ACCOMPAGNAMENTO A UNA SERIE DI FATTURE E ALLEGATI DI QUASI 200 PAGINE CHE PROVEREBBERO LE SPESE SOSTENUTE PER LA ORLANDI DAL '83 AL '97
2. SE IL DOCUMENTO FOSSE VERO, APRIREBBE SQUARCI CLAMOROSI SULLA VICENDA DELLA RAGAZZINA SCOMPARSA. SE FOSSE UN FALSO, SAREBBE L’INIZIO DI UN NUOVO VELENOSISSIMO SCONTRO DI POTERE ALL'INTERNO DELLA CURIA, MAI DAVVERO DOMATA, DA PAPA FRANCESCO 

Giallo in Vaticano: spesi 483 milioni per tenere lontana (e in vita) Emanuela Orlandi fino al 1997

Il giornalista Fittipaldi lo scrive in un libro: il Vaticano per 14 anni avrebbe pagato rette, vitto e alloggio per Emanuala Orlandi, "trasferita" a Londra. Ma il documento potrebbe essere solo un "falso"
Da un dossier che circola nella Santa Sede emergerebbe che il Vaticano ha speso quasi 500 milioni per allontanare Emanuela Orlandi.
Ne parla il giornalista Emiliano Fittipaldi dell'Espresso. "Ho trovato un documento uscito dal Vaticano - scrive su Facebook - Ci ho lavorato mesi, e ho pubblicato un libro, 'Gli impostori', che uscirà tra qualche giorno. Il documento choc è un riassunto di tutte le note spese per un presunto 'allontanamento domiciliare' di Emanuela Orlandi. La ragazzina che viveva nella Santa Sede scomparsa nel 1983".
"Leggendo il resoconto e seguendo le tracce delle uscite della nota - prosegue il giornalista - che l'estensore attribuisce al cardinale Lorenzo Antonetti, sembra che il Vaticano abbia trovato la piccola rapita chissà da chi, e che abbia deciso di 'trasferirla' in Inghilterra, a Londra. In ostelli femminili. Per 14 anni le avrebbe pagato 'rette, vitto e alloggio', 'spese mediche', 'spostamenti'. Almeno fino al 1997, quando l'ultima voce parla di un ultimo trasferimento in Vaticano e 'il disbrigo delle pratiche finali'. Delle due l'una: o il documento è vero, e apre squarci clamorosi e impensabili sulla storia della Orlandi. O è un falso, un apocrifo che segna una nuova violenta guerra di potere tra le sacre mura".
Si torna quindi a parlare dei corvi che si aggirano nella Santa Sede. Il dossier, infatti, tira in ballo le gerarchie ecclesiastiche sulla fine della ragazza, che scomparse nel 1983. Qualcuno sembrerebbe accreditare l'ipotesi che la giovane sia morta nel 1997. Non ci sono riscontri e potrebbe essere uno squallido falso. La famiglia Orlandi per fugare ogni dubbio ancora una volta chiede al Vaticano di dare accesso a tutti i documenti in proprio possesso.

Emanuela Orlandi/ Vaticano, “documenti falsi e ridicoli”. Attacco a Papa Bergoglio?

Il caso Emanuela Orlandi: il documento in mano a Emiliano Fittipaldi è la verità sulla vicenda o un attacco alla Chiesa e a Papa Francesco? Ecco cosa è stato svelato e tutti i dubbi
Il caso delle “note spese” del Vaticano sulla vicenda Orlandi prosegue e rischia di diventare non solo il “caso del giorno”: dopo la secca smentita del Vaticano sulla complessa vicenda del documento in mano al giornalista dell’Espresso, interviene sulla scena anche il fratello della ragazza scomparsa 33 anni fa, Pietro Orlandi. Su Facebook scrive che ormai il «muro sta cadendo», non aggiungendo altro alla già intricata vicenda rimessa in discussione oggi dall’articolo di Fittipaldi su Repubblica. Gia nel recente passato Pietro Orlandi aveva messo in discussione lo stesso Vaticano guidato ora da Papa Francesco, «sanno la verità ma non la dicono» e i documenti - seppur senza la garanzia di una autentica veridicità (anzi) - pubblicati oggi non hanno fatto altro che rinfocolare quel sospetto avanzato dalla famiglia Orlandi.

VATICANO, “DOCUMENTO FALSO E RIDICOLO”

Arrivano secche e dirette le prime dichiarazioni del Vaticano sul nuovo risvolto misterioso del caso Emanuela Orlandi: «Una documentazione falsa e ridicola», spiega il portavoce della Santa Sede Greg Burke, nelle ore in cui il caso della giovane ragazza scomparsa 33 anni fa è riscoppiato con il documento in mano al giornalista dell’espresso Emiliano Fittipaldi. Sempre di questa mattina è la replica di un altro membro della Chiesa, quel cardinal Giovann Battista Re che secondo il documento avrebbe mentito sull’intera vicenda della Orlandi fin dalla sua scomparsa. «Non ho mai visto quel documento pubblicato da Fittipaldi, non ho mai ricevuto alcuna rendicontazione su eventuali spese effettuate per il caso di Emanuela Orlandi», ha spiegato il porporato a Stanze Vaticane, il blog di TgCom 24. Il nome del cardinale è comparso, insieme a quello del cardinale Jean-Louis Tauran tra i destinatari di un documento, risalente al 1998, pubblicato dal giornalista Emiliano Fittipaldi in un nuovo libro-inchiesta dal titolo “Gli impostori”. 

IL DOCUMENTO IN MANO A FITTIPALDI

Da Emanuela Orlandi a Papa Francesco, in mezzo ancora una volta i “misteri” del Vaticano: un documento “segreto”, ora non più, dal Vaticano è stato consegnato al giornalista Emiliano Fittipaldi che nel suo prossimo libro “Gli impostori” metterà al centro delle cronache (e delle polemiche) il rapporto tra Vaticano, Stato Italiano e la famiglia Orlandi. Più precisamente, Emanuela Orlandi, la quindicenne misteriosamente scomparsa da Città del Vaticano nel giugno 1983: 33 anni di segreti, elementi poco chiari e indagini senza una reale conclusione finale. Le tesi sono state molteplici ma mai realmente dimostrabili e si sono basate su fatti cupi della nostra Italia di quegli anni, dalla banda della Magliana alle Brigate Rosse, senza trascurare i possibili misteri custoditi in Vaticano ed infine i servizi segreti. In un lungo “anticipo” dell’enorme documento vaticano consegnato a Fittipaldi, il giornalista già indagato per il caso Vatileaks mostra una duplice lettura delle pagine ricevute in dote da una fonte ovviamente segreta. Se confermate e veritiere, le pagine di quel documento mostrerebbero le spese che sarebbero state sostenute Oltretevere proprio per gestire la vicenda Orlandi, accreditato la possibilità che sia morta nel 1997. Se invece il documento segreto fosse un apocrifo - e ci sono molte possibilità che lo sia visto che si tratta di un carteggio senza timbri ufficiali - allora sarebbero tornati in azioni in famosi “corvi” in Vaticano che prima con Papa Ratzinger e ora con Papa Francesco intendono creare un ambiente ostile e destabilizzante per la guida della Chiesa Cattolica.

IL CASO NON È CHIUSO

Il caso dunque resta a prescindere non chiuso, troppo ancora non è chiaro nei fatti attorno alla scomparsa di Emanuela Orlandi, primo tra tutti il mancato ritrovamento del corpo a 33 anni di distanza. Come scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera questa mattina, la famiglia Orlandi sarebbe tornata a chiedere alla Segreteria di Stato Vaticana di «sgomberare il campo da ogni dubbio per avere accesso a tutti i documenti e comunque poter incontrare il segretario di Stato Pietro Parolin: il caso non è e non può essere chiuso», riportano le due avvocatesco della famiglia Annamaria Bernardini De Pace e Laura Sarò. Secondo la fonte di Fittipaldi, Giovanni Battista Re - sostituto per gli Affari generali della segreteria di Stato della Santa Sede - e Jean Louis Touran, numero uno dei Rapporti con gli stati, all’epoca dei fatti erano i vertici primari della curia durante il papato di Giovanni Paolo II. «Resoconto sommario delle spese sostenute dallo stato città del vaticano per le attività relative alla cittadina Emanuela Orlandi (Roma 14 gennaio1968», è il titolo del dossier sospetto consegnato al giornalista dell’Espresso e fonte di altre possibile contestazioni alla gestione dell’intera vicenda da parte del Vaticano. Il dossier sintetizza gli esborsi sostenuti dal Vaticano dal 1983 al 1997. La somma totale investita nella vicenda Orlandi è ingente: oltre 483 milioni, tra cui pernottamenti, alloggi, viaggi, spese mediche dei collaboratori del Vaticano tra Londra e l’Italia proprio in quel lasso di tempo. «Le «voci» e i relativi pagamenti accreditano la possibilità che la giovane sia stata ospitata in alcuni conventi e appartamenti in Italia e all’estero, ricoverata in almeno due strutture sanitarie in Gran Bretagna, trasferita più volte», spiega ancora Sarzanini.

VATILEAKS E SEGRETI

Il racconto di Fittipaldi parte tutto dalla notte tra il 29 e il 30 marzo 2014 in cui viene scassinata la cassaforte della Prefettura Vaticana nell’area dell’archivio della Commissione Cosea, esattamente quella di cui facevano parte i membri cruciali del caso Vatileaks, Francesca Chaouqui e  monsignor Balda. Qualche tempo dopo si inizia a percepire che dentro quelle carte trafugate potrebbe esserci anche un dossier segreto sulla scomparsa di Emanuela Orlandi: addirittura il fratello Pietro, sei mesi fa, arriva a sostenere che nella vicenda sulla scomparsa della sorella comparirebbe anche l'immagine di Bergoglio, il quale avrebbe pronunciato una frase "sospetta": "Emanuela sta in cielo". A detta del fratello, Papa Francesco potrebbe conoscere qualcosa in più rispetto alla sua famiglia, lasciando intendere la morte della studentessa che ad oggi continua a restare un grande mistero. Resta da sottolineare come l’intera vicenda potrebbe anche essere “costruita” ad arte da chi ha redatto il documento, senza timbri e con voci assai inquietanti: «attività generale e trasferimento presso Stato Città del Vaticano con relativo disbrigo pratiche finali», si legge nel documento quasi che fosse una voce che faccia “intendere” la fine della vicenda, con la morte di Emanuela addirittura in Vaticano. Ma dunque, se si tratta ancora di segreti da “Vatileaks” montati ad arte, ci sarebbe qualcuno che in questo periodo specifico voglia trascinare la Chiesa e il papato in un altro scandalo sul caso Orlandi. Chi potrebbe essere e perché ora? «Avessero ragione Becciu e il cardinale Re, il documento sarebbe certamente un falso. Sarebbe importante capire allora chi sono gli impostori che l'hanno architettato, e per quali oscuri motivi la storia di una ragazza scomparsa nel 1983 venga ancora usata per ricatti e lotte intestine della città sacra», scrive Fittipaldi prima di rilanciare sulla possibilità opposta che il documento sia vero e che dunque il Vaticano stia mentendo. Per il giornalista dell’Espresso il collegamento continuo di segreti tra Chiesa e Cronaca è divenuto ormai un lavoro e spesso con conclusioni affrettate e prive di reali fondamenti e riscontri reali: di certo però c’è un documento e su questo bisognerà indagare e a fondo per trovare l’unica verità. Emanuela Orlandi in primis, la merita.

Vaticano, cardinal Re chiarisce su dossier Orlandi: "Mai visto quelle carte"

18 settembre 2017 ore 12:31, Americo Mascarucci

Un nuovo giallo riapre il caso della scomparsa di Emanuela Orlandi gettando un'ombra inquietante sul Vaticano. Ancora una volta presunti documenti riservati della Santa Sede sono usciti dai sacri palazzi lasciando intendere che qualche corvo possa essere tornato in azione. Starebbe infatti circolando un dossier da cui si evincerebbe che la ragazza scomparsa nel nulla nel 1983 possa essere morta nel 1997. Ma non è tutto, perché questo presunto dossier, elencherebbe una serie di spese, circa 500 milioni di vecchie lire, che il Vaticano avrebbe sostenuto nel corso degli anni su questa vicenda per nascondere Emanuela.
Vaticano, cardinal Re chiarisce su dossier Orlandi: 'Mai visto quelle carte'

LA SCOPERTA
A rivelare l'esistenza di questo dossier ancora una volta il giornalista Emiliano Fittipaldi già autore del libro inchiesta Avarizia che su Facebook parla di un documento in cui sarebbero annotate tutte le spese "per un presunto allontanamento domiciliare" della Orlandi a Londra. Fittipaldi dichiara "di aver trovato un documento uscito dal Vaticano. Ci ho lavorato mesi, e ho pubblicato un libro, Gli Impostori, che uscirà tra qualche giorno".
Fittipaldi ha ricostruito sulla base di questo dossier, che però sembra non sia corredato di timbri e sigilli degli uffici vaticani che ne attestino l'assoluta autenticità, il coinvolgimento diretto del Vaticano nella scomparsa della ragazza. "Leggendo il resoconto e seguendo le tracce delle uscite della nota - spiega il giornalista - sembra che il Vaticano abbia trovato la piccola rapita chissà da chi, e che abbia deciso di trasferirla in Inghilterra, a Londra. In ostelli femminili. Per 14 anni le avrebbe pagato rette, vitto e alloggio, spese mediche, spostamenti. Almeno fino al 1997, quando l'ultima voce parla di un ultimo trasferimento in Vaticano e il disbrigo delle pratiche finali". 

L'ORIGINE DEL PLICO
Il plico con ogni probabilità potrebbe essere stato rubato insieme agli altri documenti durante l'irruzione presso la Prefettura vaticana, il 29 e 30 marzo del 2014 con conseguente scassinamento della cassaforte contenente i documenti della Commissione Cosea. Durante le indagini, il capo ufficio monsignor Alfredo Abondi conferma che "nella sezione riservata della Prefettura venivano conservati i documenti sulla sicurezza e sulle situazioni rilevanti relative all’Amministrazione. Nei giorni successivi al furto nel dicastero ci fu recapitato un plico con i documenti sottratti". Per il monsignore si tratta di "materiale che riguarda pratiche risalenti a 10 o anche 20 anni fa". 

CONCLUSIONI
A questo punto resta da capire se il documento è vero, o se è un falso creato ad arte per creare un nuovo scandalo, l'ennesino, intorno al Vaticano. "Delle due l'una - conclude Fittipaldi - o il documento è vero, e apre squarci clamorosi e impensabili sulla storia della Orlandi. O è un falso, un apocrifo che segna una nuova violenta guerra di potere tra le sacre mura". Ed in effetti comunque la si guardi la vicenda è inquietante. 
Intanto il fratello di Emanuela, attraverso le avvocate assunte dalla famiglia, Annamaria Bernardini De Pace e Laura Sgrò, chiede che venga fatta luce su questi documenti e chiede alla Segreteria di Stato di "sgomberare il campo da ogni dubbio, di avere accesso a tutti i documenti e comunque di poter incontrare il segretario di Stato Pietro Parolin: il caso non è e non può essere chiuso".

LA REPLICA DEL CARDINALE RE
"Documentazione falsa e ridicola". Questa la prima reazione a caldo del Vaticano. Poi a mezzogiorno ecco la replica di Giovanni Battista Re, Prefetto emerito della Congregazione per i Vescovi, già Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato e indicato come possibile destinatario della nota spese. "Non ho mai visto quel documento pubblicato da Fittipaldi - ha dichiarato - non ho mai ricevuto alcuna rendicontazione su eventuali spese effettuate per il caso di Emanuela Orlandi". Quindi? Un falso costruito a tavolino? Da chi? E soprattutto, perché? Dal Vaticano fanno inoltre sapere che si stanno svolgendo i dovuti approfondimenti. 

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