ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 13 settembre 2017

Grazie a chi?

Migranti, Ettore Gotti Tedeschi: "Nessuna svolta del Papa. Confusione e contrordine"

Emergenza immigrazione ed emergenze ambientali. Il Papa, di ritorno dal viaggio in Colombia, ha affrontato entrambi i temi dando, nel caso dell'accoglienza, anche l'impressione di una svolta. Ha fatto il giro del mondo il suo plauso per il nostro Paese, ma Bergoglio ha fatto ancora più notizia quando si è soffermato per la prima volta sulle modalità dell'accoglienza possibile: "Riceverli, integrarli ma anche fermarli se i numeri divengono insostenibili". IntelligoNews ha chiesto all'ex presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi, un'opinione sul nuovo approccio del Papa in tema di arrivi, approfittando dell'occasione per una riflessione anche sui cambiamenti climatici e l'accostamento al Dio denaro...

Per la prima volta il Papa ha parlato di "immigrazione sostenibile", sottolineando il problema di "fermarli se i numeri divengono insostenibili". Svolta, rivoluzione o un buon consiglio? 
"No, nessuna svolta. Solo una conferma di confusione nel pensiero dei Suoi consiglieri e nella insufficienza di informazioni e riflessioni fatte prima, durante ed ora. Oppure solo “contrordine". Si prenda esempio dalla Germania. Si gestisca un'immigrazione opportunamente utilizzabile per il bene del paese ospitante e delle creature ospitate, altrimenti si produrranno risultati opposti a quelli “umanitari”, ancora utilizzati oggi. Si attui la soluzione di rendere “non indispensabile” la fuga dai loro paesi.  E poi... perché non licenzia Galantino, che poco tempo fa ha detto ancora una volta il contrario? Che non abbia i “privilegi” del Papa per poter errare a dare indicazioni fuorvianti...". 

Con queste parole il Papa ha sancito la differenza tra accoglienza e integrazione. Alcuni dicono che ha lasciato la visione globalista. 
"Alcuni dicono …alcuni pensano… alcuni interpretano… Alcuni esprimono DUBIA etc. Quando leggeremo il Magistero di Francesco sulla Sua visione moral-globalista, chiaro ed inequivocabile, come il compianto cardinal Caffarra continuava ad auspicare? Io non ho ancora capito che visione ha in realtà. Benedetto XVI aveva chiarissima la visione di che stava succedendo nel mondo globale e l’ha scritta in Caritas in Veritate (con conclusione in Lumen Fidei)".

Il papa e J. Sachs sull'ambiente e quanto accade sono stati molto duri. "Non siamo destinati irrevocabilmente alla distruzione del creato" ha detto Jeffrey D. Sachs. E ancora: "Dobbiamo usare le risorse e le tecnologie in nostro possesso per contrastare il riscaldamento globale e ridare potere agli strumenti di politica internazionale come il Consiglio di Sicurezza dell'Onu”. Si tratta al tempo stesso di dissipare l’ostinazione della “vecchia guardia della industria inquinante: è chiaro che i petrolieri non condividono le mie idee, ma la politica deve investire nelle energie rinnovabili". Cosa ne pensa? 
"L’apocalittico millenarista Jeffrey Sachs, continua a non spiegare chi ha provocato il rischio della “fine del pianeta". Io e molti come me, prendendo per vero il malessere del pianeta (che spetta ai veri scienziati confermare ), sosteniamo che detta crisi inizi quando “il mondo” dei vari Sachs , Ehrlich e compagnia bella, son riusciti a far interrompere le nascite nel mondo occidentale (nel resto del mondo non leggevano quello che loro facevano scrivere), queste interruzione, mettendo in crisi la crescita del Pil ha generato gli eccessi di iperconsumismo  (in occidente, Usa ed Europa) per compensare con crescita consumi individuali il crollo popolazione, nonché il trasferimento in paesi asiatici (Cina soprattutto) a basso costo di produzione, la produzione di molti beni per poter importare a basso prezzo e crescer  i consumi in Occidente. Ma questi paesi che dovevano produrre a basso costo non erano sensibili alla protezione dell’ambiente (emissioni di Co2) ed hanno incrementato la domanda di petrolio di valori enormi. Quando leggo le interviste di costui capisco perché sia stato eletto Trump. Si legga il Corriere di oggi, pag. 6, per intenderci".

E a queste parole del Papa come replica? "L'uomo è uno stupido, un testardo che non vede. L'unico animale del Creato che rimette il piede nella stessa buca è l'uomo, per superbia, per sufficienza, per il Dio 'tasca'... non solo la difesa del Creato, tante altre questioni e decisioni dipendono dai soldi. E' così: quando non si vuol vedere, non si vede e si guarda da una parte soltanto"...
"Sempre leggendo il Correre a pag. 6, si legga l’ultima domanda/risposta, che concorre a spiegare tanti avvenimenti degli ultimi 5 anni… Ma preferisco non andare oltre, il problema morale sta diventando conseguenza di quello ambientale. Non ci posso credere. L’uomo non è stupido, l’uomo ha perso la fede. Grazie a chi?".
12 settembre 2017 Marta Moriconi

L’uomo non è stupido



Si sta trasformando in una pericolosa liturgia, quella di mettere sotto accusa l’essere umano per ogni catastrofe naturale che si verifica nel mondo. La vasta schiera degli ambientalisti, ecologisti animalisti, eccetera, con l’avvento di Trump ha perso ogni freno inibitorio: in occasione del più recente uragano hanno offerto uno spettacolo davvero avvilente, dalle esultanze per una possibile distruzione della sua villa nei Caraibi (che in realtà ha resistitolosers) alle esegesi apocalittiche sulla “vendetta di Madre Natura” per la mancata vittoria della Clinton.

A questo coretto pseudo-para-gnostico tuttavia ci si è abituati; ciò che invece comincia a essere deleterio, è il controcanto del Papa Francesco, che regolarmente “benedice” i deliri antropofobici della lugubre schiera di cui sopra, conferendole una sorta di sacra investitura. Lo ha fatto anche questa volta, in occasione degli uragani Irma e Harvey, dichiarando (sempre nella solita conferenza stampa “volante”) che «l’uomo è uno stupido, è un testardo che non vede. L’unico animale del creato che mette la gamba sulla stessa buca, è l’uomo. Il cavallo e gli altri no, non lo fanno».

Si tratta di una riduzione “legislativo-burocratica” del concetto di peccato: ormai si può violare l’intero decalogo, dal fornicare (e anche “formicare”, chi siamo noi per giudicare l’entomofilia) al rubare (Gesù non diceva “rubate ai ricchi per dare ai più poveri”?), fino all’uccidere (c’è sempre il perdono, mica siamo nazisti). Ma “inquinare” (cioè costruire case, ponti, ospedali), quello no, ché poi Dio (o la Dea, o gli dei) si arrabbia e ci manda la pioggia e le piaghe.

La confusione di chi si erge a paladino dell’ambiente è manifesta: più la base scientifica (o almeno filosofica) dei suoi postulati si sgretola, più egli insegue il consenso attraverso la politica o, ancora peggio, la religione. Non a caso ho parlato di umiliazione e avvilimento: tutto ciò lo è, ma in primo luogo per l’intelligenza umana, proprio perché l’uomo non è stupido.

Al contrario, è nella lotta contro la natura (anche quella umana), che abbiamo dimostrato la nostra grandezza. Tutto ciò non è hybris, né prometeismo: è l’unico “orgoglio della specie” che possiamo vantare. E se anche questi uragani fossero stati causati dalla nostra iniquità, il fatto che si sia riusciti a prevederli e “schivarli”, salvando il maggior numero possibile di vite, è qualcosa di straordinario rispetto solo a qualche decennio fa.

Non è tuttavia solo una questione di progresso materiale: perché, a dispetto dei “luddisti dello spirito”, che tacciano a ogni piè sospinto la società contemporanea di consumismo e grettezza, in realtà persino l’altruismo nelle catastrofi appare come un fatto recente. Il moltiplicarsi di questi gesti d’eroismo minimale, da buon vicinato, riusciranno forse un giorno a cancellare l’onta dello sciacallaggio e della violenza. Peraltro in tali frangenti il popolo americano ha dato numerosi esempi al mondo, anche se fingiamo di non vederli non solo perché ora c’è un Presidente antipatico, ma soprattutto perché tale evenienza infrangerebbe numerosi “dogmi” à la page, tra i quali quelli pseudo-pauperistici rilanciati sempre da questo Papa (ma durante un’alluvione o un terremoto, in cosa si trasforma la “convivialità” tanto esaltata, se non in un indegno “ognuno per sé e Dio per tutti”?).

Al di là delle polemiche spicciole, si avvista all’orizzonte un disastro ben più grande di quelli prodotti dalla natura matrigna: siamo a un passo alla saldatura tra millenarismi di varia estrazione (stile new age, perlopiù immanentistici e fai-da-te), paranoie decresciste (quella “frugalità imposta dall’alto” dal sapore fantozziano) e appunto il neo/post-cattolicesimo inaugurato da Bergoglio. È una deriva da evitare a tutti i costi, non solo perché produce aberrazioni in ambito teologico (la Laudato si’ ne è un esempio), ma soprattutto perché rischia di cambiare radicalmente (in peggio) la nostra esistenza quotidiana: infatti, non ci troviamo più di fronte a un “amore per l’ambiente” che tentava almeno di camuffarsi da eudemonia, limitandosi a pannelli fotovoltaici, enogastronomia sostenibile, commercio equo-solidale e turismo eco-compatibile, ma a un nuovo culto che, col consenso dei media, sta elaborando rituali sempre più inflessibili e umilianti.
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L’ABATE FARIA È CONTENTO DEL RITORNO DEL PAPA AL BUON SENSO. E PARLA DI (!) ANIME (!) CHE IL GRIGIO CLERICALE PERDE…

L’abate Faria si era preso, evidentemente, un periodo di vacanza. Il riposo deve avergli fatto bene; perché da quello che ha scritto mi sembra molto attento, con le orecchie e gli occhi bene aperti. Ecco la sua letterina, con una piccola chiosa finale del padrone di casa.
Le parole di Papa Francesco di ritorno dalla Colombia, sul fatto che bisognerebbe accogliere i migranti “finché i numeri restano sostenibili”, sembra soltanto un ritorno ad un principio di buon senso che sembra aver abbandonato da tempo gran parte della gerarchia cattolica, preoccupata spesso più di compiacere gli uomini che di piacere a Dio. 
Ne parlavo con il mio sacrestano che mi diceva di come nel popolino, quel popolino a cui tanto ci si appella, le posizioni degli ultimi tempi di molta gerarchia ecclesiale, suonano tanto comode, quanto poco cattoliche. Perché pure le anime nere vogliono sapere come è il bianco, così da lasciare sempre una speranza aperta per un ritorno ad una vita di bene. Se si insegna che il grigio va anche bene, si perde il contatto con la realtà, quella realtà che il compianto cardinal Caffarra insegnava essere obiettivo dello sforzo educativo: introdurre gli studenti alla conoscenza della realtà.
Per i migranti, bisogna proprio essere chiusi nei propri appartamenti e nelle proprie canoniche per non vedere che l’Italia e gli Italiani non possono sostenere i flussi indiscriminati che alcuni atteggiamenti del Papa e dei suoi interessati accoliti sembravano suggerire. Il bene per i migranti non può essere a scapito di sofferenze per chi qui ci è nato, ci vive, ha le sue radici. 
Il problema non è solo quello dei migranti, ma molto più ampio. Appunto, come dicevo, una perdita del senso della realtà, un vago misericordismo che non è basato nel rapporto con la giustizia. 
Ho detto al mio sacrestano di dire al suo popolino di pregare per il Papa, specialmente per questo Papa. Che Dio gli dia salute e lo protegga, donandogli sempre più la capacità di discerenere alla luce della Tradizione cattolica, quello che è buono da quello che non lo è.
Abate Faria

Come dargli torto? Certo, ci può stupire che finalmente, dopo quattro anni, dalle labbra del Pontefice regnante escano parole, in tema di ossessione migrantista, che assomigliano al buon senso. Anche se certamente non mancherà chi, nella sua Banda Stampa, ci ricorderà che anche in un’altra occasione aveva detto qualcosa che poteva apparire prudente. Come se bastasse mezza parola a controbilanciare l’effetto di gesti e foto-occasioni che hanno servito la causa dei mercanti di carne umana in forme clamorose. Forse, buttandola sulla bassa cucina, è servito anche il consiglio del card. Bassetti, rispetto a quello di mons. Galantino e del suo Avvenire. Speriamo, e speriamo che la conversione sia duratura. Con i caratteri umorali non si sa mai…MARCO TOSATTI

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