ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 18 settembre 2017

L' «evoluzione teologica»?

Se la Chiesa non fa più politica
sarà la politica a zittire la Chiesa



Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera di venerdì scorso offre un’importante ma piuttosto sofisticata spiegazione sulla fine del messaggio cristiano a prestarsi a divenire politico. In pratica sulla fine dell’influenza della Chiesa cattolica sulla politica.

Galli della Loggia, storico e finissimo intellettuale, non propone certamente un simile messaggio fine a sé stesso. Vediamo però se ho ben capito. A supporto delle sue affermazioni porta varie ragioni di carattere geopolitico sui grandi cambiamenti di potere che necessariamente hanno influenzato le esigenze sociali di morale religiosa, e quindi il ruolo della religione cattolica (e della Chiesa), che non può pertanto pretendere più di essere parte di una «religione civile» (da sempre avversata dal laicismo), sacralizzando in qualche modo alcuni valori politici. Tanto che l’attuale Pontefice (suppongo differentemente dal predecessore) avrebbe assunto come principale direttiva strategica, al fine di assicurare alla Chiesa cattolica «presenza sociale», il comandamento della Misericordia (che nella prassi si deve intendere: diritti umani), rinunciando così ad altri ruoli politici.
Ma nell’ambito della cura dei diritti umani la Chiesa compete con istituzioni internazionali (Onu soprattutto) e dovrebbe venire a patti con personaggi misteriosi che hanno valori «lievemente» differenti (tipo George Soros).

Ho trovato difficile comprendere la conclusione dove spiega che per la Chiesa i diritti umani restano ancora oggi intesi «con radicalità che non ammette deroghe né compromessi» (io non direi proprio…). E rischiano perciò di insistere nel ripresentare la Chiesa come proponente di una religione civile (già rifiutata). Il che confermerebbe che il cristianesimo resta «il cuore tuttora pulsante e problematico della nostra civiltà».
E’ soprattutto l’espressione «problematico» che mi ha fatto riflettere.

Prescindo da molteplici considerazioni su chi abbia provocato tutto questo processo di laicizzazione (gnostica) che Galli della Loggia lascia intuire. E’ curioso però che di questo processo si analizzino sempre le conseguenze, ma si ignorino le cause.
Non commenterò neppure il ruolo delle famose istituzioni (tipo Onu) i cui segretari generali han persino dichiarato di perseguire un necessario sincretismo religioso per assicurare pace e benessere al mondo intero.
Vorrei fare solo una considerazione sugli effetti dell’implicito invito alla Chiesa di essere meno radicale nella visione di cosa sono i diritti umani e pertanto meno problematica (se capisco, facendo compromessi). I diritti umani che si vorrebbe far sponsorizzare anche dalla Chiesa e che vengono appunto proposti da qualche decennio dagli organismi dell’Onu sono conseguenza della nuova etica (gnostica), frutto delle scoperte scientifiche che influenzano le tendenze socioculturali. Tali diritti umani sono prodotti dalla scienza e imposti da organismi dell’Onu (come l’Oms), ma per il loro compito devono anche ristrutturare il concetto di morale e di etica, magari anche sostituendo le autorità morali.

Ciò risulta più evidente constatando che il biodiritto (dell’Onu) ha ormai sostituito la bioetica (della Chiesa cattolica). Una nuova autorità morale di una nuova Santa Sede sta imponendosi: è chiaro al lettore? Ciò significa che la vecchia autorità morale della vecchia Santa Sede dovrebbe rinunciare ai valori non negoziabili per «riconciliarsi con il mondo», ma dovrebbe anche rinunciare a intervenire nella società, affermando principi morali. In più, per essere tollerata dovrebbe conseguentemente adattare alla «nuova esigenza etica» la dottrina cattolica (dogmi inelusi), grazie alla legge (che io non conoscevo…) della «evoluzione teologica».
Ma ciò significherebbe accettare il processo di disumanizzazione, che sarà compensato dalla intelligenza artificiale che sancirà la vittoria della gnosi sulla Creazione.

Vorrei concludere con due considerazioni. Credo che si voglia (definitivamente) desacralizzare la religione cattolica e sacralizzare la religione gnostica. Lo si tenterà forse anche con la ricerca di una «mediazione» da parte della Chiesa attraverso l’equivoco misericordia-diritti umani.
Forse questo tentativo potrebbe far riflettere sul perché Benedetto XVI è stato così osteggiato nel suo pontificato.
Come dice Galli della Loggia, forse il messaggio cattolico non è più accettato per influenzare la politica, ma è anche certo che il messaggio politico non diventerà mai il messaggio cattolico.

Non lo permetteremo. Qualcuno può anche pensarlo, ma dimentica che la Chiesa è di Cristo. Oppure non lo ha affatto dimenticato: lo sa perfettamente, e proprio per questo la combatte.


di Ettore Gotti Tedeschi


Pubblicato su La Verità del 17 settembre 2017

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2129_Gotti-Tedeschi_Se_la_Chiesa_non_fa_politica.html
"Poveri migranti, non sanno che in Italia le donne non si violentano"
La frase choc dell'avvocato durante un convegno su terrorismo e migranti

Non lo sa proprio".
È bene sottolineare che questa frase non è stata pronunciata al bar da un esponente dei centri sociali davanti a quattro amici. No, a parlare era un avvocato che fa parte del Comitato pari opportunità della Corte di Appello di Salerno e l'occasione era un convegno su terrorismo e flussi migratori, in particolare quelli che riguardano il porto del capoluogo di provincia campano.
L’avvocato Di Genio, poco dopo ha, poi, corretto il tiro e, riferendosi ai migranti, ha spiegato che è necessario "educarli alle nostre regole e non ghettizzarli, come stiamo attualmente facendo" ma, nel frattempo, il video era già stato diffuso su Yotube. Il presidente della Corte di Appello di Salerno, Iside Russo, ha preso le distanze dalle parole pronunciate dalla Di Genio e all’Agi ha precisato che "si tratta di dichiarazioni personali, rispetto alle quali il Comitato per le per le pari opportunità presso il consiglio giudiziario prende le distanze, non esprimendo esse la linea culturale del comitato e del consiglio giudiziario".
di Francesco Curridori.

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