UNA BUSTA ED UN
ALLEGATO_Fatima ed il mistero del Terzo Segreto (parte quinta)
Alla luce di ulteriori e recenti apporti degli studiosi di Fatima, sembra non vi siano più dubbi ormai sull’esistenza di due buste differenti fatte inviare da suor Lucia in Vaticano relative al Terzo Segreto. Questo allegato sembra possa contenere delle parole di suor Lucia ed altre attribuite alla Vergine SS., come alcune testimonianze di testimoni fidati porterebbero a concludere.
Innanzitutto sembra non vi siano più dubbi sull’esistenza di due buste differenti fatte inviare da suor Lucia in Vaticano relative al Terzo Segreto. In effetti, spiega Gaeta, « dal momento in cui il segreto venne letto da Giovanni XXIII hanno cominciato ad accavallarsi testimonianze e indizi contraddittori (…) che hanno fatto sorgere l’ipotesi che in realtà le buste siano due una contenente il testo della “Terza parte” rivelata nel 2000 e l’altra un “allegato” con la spiegazione della visione » (1). E aggiunge: « resta il fatto che una notevole quantità di testimonianze sembrano avvalorare l’ipotesi dell’allegato » (2). S. Gaeta, in proposito, ha realizzato una tabella riassuntiva molto chiara (3):
L’allegato di cui si parla dovrebbe contenere, presumibilmente, il prosieguo delle parole della Vergine riportate da suor Lucia nelle sue “Memorie”: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, ecc. Questo non ditelo a nessuno. A Francesco si, potete dirlo”, quanto meno a giudicare da due dati. Uno è quello riportato da J. Alonso che, in un suo opuscolo sul Terzo Segreto, ricorda che, inserendo questa frase nella “Quarta memoria”, suor Lucia avrebbe mostrato il contenuto essenziale del Terzo Segreto, come la veggente lascia trasparire nella risposta al vescovo da Silva che le chiedeva di redigere la “erza ed ultima parte del Segreto del 1917: « non è necessario ad ogni costo, dato che in un certo senso l’ho già detto » (4).
inoltre frere Michele de la Sainte Trinité fa sapere che, nell’autunno del 1952, Papa Pio XII inviò in missione speciale a Fatima un sacerdote, padre Joseph Schweigl, S.J. La sua missione era quella di interrogare suor Lucia nel suo convento, a Coimbra, in Portogallo. Rientrando da Fatima nel 1952 confidò ad un collega dell'istituto Russicum di Roma: « non posso rivelare nulla di ciò che ho appreso a Fatima riguardo al terzo Segreto ma posso dire che ha due parti: una riguarda il Papa e l'altra, a rigor di logica (...) dovrebbe essere la continuazione delle parole "in Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede” » (5).
Di contenuto simile fu una conversazione telefonica che l’antico segretario di Papa Roncalli ebbe il 18 luglio 2006 con lo studioso Solideo Paolini, che gli faceva notare il problema delle due date in cui Paolo VI avrebbe letto il Segreto, 27 giugno 1963 secondo lo stesso arcivescovo Capovilla, il 27 marzo 1965 secondo l’arcivescovo Bertone: « Monsignor Capovilla: “Ma io giustifico, forse il plico Bertone non è lo stesso del plico Capovilla”. E io subito interrompendolo: “Quindi entrambe le date sono vere perché del Terzo Segreto ci sono due testi?”. Qui c’è stata una breve pausa di silenzio, poi monsignore riprese: “Per l’appunto!” » (6).
Questo allegato sembra possa contenere delle parole di suor Lucia ed altre attribuite alla Vergine SS. Questo è quanto si ricava dalla nota testimonianza di mons. Stanislao Dziwisz, il fidato segretario di Giovanni Paolo II, che confidò al vaticanista Marco Tosatti: « non sempre si capisce bene che cosa dice la Madonna e che cosa dice suor Lucia » (7). Questa difficoltà non può certo riferirsi alla visione pubblicata nel 2000 dal momento che in essa non compare nessuna parola della Madonna. A rigor di logica, l’annotazione di mons. Dziwisz deve riferirsi ad un altro testo in cui vi si trovino come incrociate parti riferite dalla Madonna ed altre da suor Lucia.
Note:
1) S. Gaeta, Fatima. Tutta la verità. La storia, i segreti, la consacrazione, San Paolo, Cinisello Balsamo 2017, p. 77.
2) Ivi, p. 114.
3) Ivi, pp. 78-79. Lo schema così formattato l'ho preso in prestito da www.famigliacristiana.it/articolo/1917--2017-il-c…
4) Cf Padre J. Alonso, La verdad sobre el Secreto de Fatima, Fátima sin mitos, Ediciones Sol de Fátima, Madrid, 2a edición, 1976, p. 64.
5) Frere Michel de la Sainte Trinité, The whole truth about Fatima, volume 3, parte 2, capitolo 5.
6) S. Paolini, Non disprezzate le profezie, Immaculate Heart Publications, Buffalo, New York 2010, p. IX.
7) M. Tosatti, Il Segreto non svelato, Piemme, Casale Monferrato 2002, pp. 50.
L’allegato di cui si parla dovrebbe contenere, presumibilmente, il prosieguo delle parole della Vergine riportate da suor Lucia nelle sue “Memorie”: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede, ecc. Questo non ditelo a nessuno. A Francesco si, potete dirlo”, quanto meno a giudicare da due dati. Uno è quello riportato da J. Alonso che, in un suo opuscolo sul Terzo Segreto, ricorda che, inserendo questa frase nella “Quarta memoria”, suor Lucia avrebbe mostrato il contenuto essenziale del Terzo Segreto, come la veggente lascia trasparire nella risposta al vescovo da Silva che le chiedeva di redigere la “erza ed ultima parte del Segreto del 1917: « non è necessario ad ogni costo, dato che in un certo senso l’ho già detto » (4).
inoltre frere Michele de la Sainte Trinité fa sapere che, nell’autunno del 1952, Papa Pio XII inviò in missione speciale a Fatima un sacerdote, padre Joseph Schweigl, S.J. La sua missione era quella di interrogare suor Lucia nel suo convento, a Coimbra, in Portogallo. Rientrando da Fatima nel 1952 confidò ad un collega dell'istituto Russicum di Roma: « non posso rivelare nulla di ciò che ho appreso a Fatima riguardo al terzo Segreto ma posso dire che ha due parti: una riguarda il Papa e l'altra, a rigor di logica (...) dovrebbe essere la continuazione delle parole "in Portogallo si conserverà sempre il dogma della fede” » (5).
Di contenuto simile fu una conversazione telefonica che l’antico segretario di Papa Roncalli ebbe il 18 luglio 2006 con lo studioso Solideo Paolini, che gli faceva notare il problema delle due date in cui Paolo VI avrebbe letto il Segreto, 27 giugno 1963 secondo lo stesso arcivescovo Capovilla, il 27 marzo 1965 secondo l’arcivescovo Bertone: « Monsignor Capovilla: “Ma io giustifico, forse il plico Bertone non è lo stesso del plico Capovilla”. E io subito interrompendolo: “Quindi entrambe le date sono vere perché del Terzo Segreto ci sono due testi?”. Qui c’è stata una breve pausa di silenzio, poi monsignore riprese: “Per l’appunto!” » (6).
Questo allegato sembra possa contenere delle parole di suor Lucia ed altre attribuite alla Vergine SS. Questo è quanto si ricava dalla nota testimonianza di mons. Stanislao Dziwisz, il fidato segretario di Giovanni Paolo II, che confidò al vaticanista Marco Tosatti: « non sempre si capisce bene che cosa dice la Madonna e che cosa dice suor Lucia » (7). Questa difficoltà non può certo riferirsi alla visione pubblicata nel 2000 dal momento che in essa non compare nessuna parola della Madonna. A rigor di logica, l’annotazione di mons. Dziwisz deve riferirsi ad un altro testo in cui vi si trovino come incrociate parti riferite dalla Madonna ed altre da suor Lucia.
Note:
1) S. Gaeta, Fatima. Tutta la verità. La storia, i segreti, la consacrazione, San Paolo, Cinisello Balsamo 2017, p. 77.
2) Ivi, p. 114.
3) Ivi, pp. 78-79. Lo schema così formattato l'ho preso in prestito da www.famigliacristiana.it/articolo/1917--2017-il-c…
4) Cf Padre J. Alonso, La verdad sobre el Secreto de Fatima, Fátima sin mitos, Ediciones Sol de Fátima, Madrid, 2a edición, 1976, p. 64.
5) Frere Michel de la Sainte Trinité, The whole truth about Fatima, volume 3, parte 2, capitolo 5.
6) S. Paolini, Non disprezzate le profezie, Immaculate Heart Publications, Buffalo, New York 2010, p. IX.
7) M. Tosatti, Il Segreto non svelato, Piemme, Casale Monferrato 2002, pp. 50.
https://gloria.tv/article/Pc6seNFs1gRG3WVdWwyC3UX6f
È solo ora, dopo la serie di riferimenti tratti dal Dossier sul Segreto di Fatima (leggi UNA BUSTA ED UN ALLEGATO_Fatima ed il mistero del Terzo Segreto (parte quinta); CRISI DELLA FEDE E APOSTASIA: Il contenuto dell'ipotetico allegato_Fatima ed il mistero del Terzo …; IL CASTIGO PURIFICATORE: Il contenuto dell'ipotetico allegato_Fatima ed il mistero del Terzo Segret…), che vorrei riportare la “ipsissima vox” di suor Lucia, quella che tra tutte conta di più perché è stata la principale e diretta referente della Vergine e la fedelissima esecutrice della missione che il Cielo le aveva affidato, in tutta la sua ampiezza e complessità.
Riportando le sue esternazioni solo alla fine, risulterà chiaro che suor Lucia, pur non parlando direttamente al Terzo Segreto, ne aveva però spesso fatto riferimento in modo implicito, poiché le tematiche che affronta collimano con grande precisione con tutte quelle precedentemente riportate e, in più, ne danno il sigillo di autorevolezza e offrono nuove e più profonde chiavi di lettura dei due grandi filoni contenutistici del Terzo Segreto.
In particolare suor Lucia pare ripetere dei temi del Terzo Segreto in alcune sue parole e lettere, dove pone l'accento sullo scatenamento del demonio della nostra era. Già nel 1957 aveva fatto delle confidenze molto importanti a Padre Fuentes che hanno un’ampiezza contenutistica decisamente maggiore rispetto a quella del Segreto di Fatima così come è stato ufficialmente interpretato.
Il padre Fuentes, che si stava preparando a diventare il postulatore delle cause per la beatificazione di Francesco e Giacinta Marto, si incontrò con Suor Lucia al suo convento di Coimbra, in Portogallo. Qui, egli fu in grado di conversare a lungo con la veggente. Al suo ritorno in Messico, organizzò una conferenza stampa riguardo al suo incontro, nel quale riferì le parole di Suor Lucia. Padre Fuentes affermò che il messaggio proveniva “dalle labbra stesse della veggente principale”. Riporto alcune sezioni di particolare interesse per il nostro argomento:
« Mi creda, Padre, Dio punirà il mondo e lo farà in modo terribile. La punizione del Cielo è imminente ».
« Padre, il diavolo è in procinto di ingaggiare una battaglia decisiva contro la Beata Vergine. E il diavolo sa cos'è che più di tutto offende Dio e che gli procurerà in breve tempo il maggior numero di anime. Così il diavolo fa di tutto per avere la meglio sulle anime consacrate a Dio, perché sa che in questo modo, le anime dei fedeli, lasciate senza guida, cadranno più facilmente nelle sue mani ».
« Ciò che offende soprattutto il Cuore Immacolato di Maria e il Cuore di Gesù è la caduta delle anime dei religiosi e dei sacerdoti. Il diavolo sa che per ogni religioso o sacerdote che rinnega la sua santa vocazione, molte anime sono trascinate all'inferno. Per questo il diavolo brama di impossessarsi delle anime consacrate. Cerca in ogni modo di corromperle, per addormentare le anime dei fedeli e condurle alla peggiore impenitenza ».
« Padre, la Santissima Vergine non mi ha detto esplicitamente che siamo giunti agli ultimi tempi, ma ci sono tre ragioni che mi spingono a crederlo ».
« La prima ragione è che Ella mi ha detto che il diavolo è in procinto di ingaggiare una battaglia decisiva contro la Vergine. E questa battaglia decisiva è lo scontro finale, da cui una parte uscirà vittoriosa e l'altra sconfitta. Dobbiamo scegliere sin da ora da che parte stare, se con Dio o con il diavolo. Non c'è altra possibilità ».
« La seconda ragione è che Ella ha detto a me ed ai miei cugini, che il Signore aveva deciso di dare al mondo gli ultimi due rimedi contro il male, che sono il Santo Rosario e la Devozione al Cuore Immacolato di Maria. Questi sono gli ultimi due rimedi possibili, il che significa che non ce ne saranno altri ».
« La terza ragione è che nei piani della Divina Provvidenza quando Dio è costretto a punire il mondo, prima di farlo cerca di correggerlo con tutti gli altri rimedi possibili. Ora, quando vede che il mondo non presta alcuna attenzione ai Suoi messaggi allora, come diciamo nel nostro linguaggio imperfetto, Egli ci offre “con un certo timore” l'ultima possibilità di salvezza, l'intervento della Sua Santissima Madre. Lo fa “con un certo timore” perché, se anche quest'ultima risorsa non avrà successo, non potremo più sperare in nessun tipo di perdono dal Cielo, perché ci saremo macchiati di quello che il Vangelo definisce un peccato contro lo Spirito Santo. Questo peccato consiste nell'aperto rifiuto, pienamente consapevole e volontario, della possibilità di salvezza che ci viene offerta. Non dimentichiamo che Gesù Cristo è un Figlio molto buono e non ci permetterà di offendere e disprezzare la Sua Santissima Madre. La secolare storia della Chiesa conserva le testimonianze dei terribili castighi inflitti a quanti osarono attaccare l'onore della Sua Santissima Madre, dimostrando quanto il Nostro Signore Gesù Cristo abbia sempre difeso l'Onore di Sua Madre » (1).
In queste parole, la veggente delinea uno scenario apocalittico in cui l’azione del nemico del genere umano è dirompente. Oltre a questo scatenamento del drago, suor Lucia presenta con chiarezza la possibilità di un futuro castigo che sarebbe “inevitabile” qualora l’umanità rifiutasse “gli ultimi rimedi” che il Cielo le offre.
In particolare fa impressione il riferimento al peccato contro lo Spirito Santo che, poiché secondo le parole della Sapienza Incarnata non troverà remissione “né in questo secolo né in quello futuro” (Cfr. Mc 3, 28), invoca come unica soluzione il giusto castigo dell’Onnipotente. Guardiamoci attorno, fuori e dentro la Chiesa: non si tratta forse dell’esatta fotografia della situazione mondiale? Il peccato contro lo Spirito Santo! Il rifiuto pressoché totale dei richiami del Cielo!
Oltre a questa intervista del 1957, in una serie di lettere degli anni 1969-1970, assai poco conosciute ma molto importanti, suor Lucia usa alcune espressioni impressionanti per descrivere l'attuale crisi della Chiesa:
« Ho visto dalla sua lettera – essa scrive a un sacerdote – che lei è preoccupato dal disorientamento del nostro tempo. E' triste, infatti, che tante persone si lascino dominare dall'ondata diabolica che sta spazzando il mondo e che essi siano ciechi al punto di essere incapaci di vedere l'errore! La colpa principale è che essi abbiano abbandonato la preghiera, estraniandosi in tal modo da Dio e, senza Dio, ogni cosa è mancante ».
In una lettera a un amico che aveva difeso con molto zelo la Devozione mariana, suor Lucia scrive: « Lasciate che la gente dica il Rosario ogni giorno, Nostra Signora lo ha ripetuto in ogni Sua apparizione, per fortificarci in questi tempi di diabolico disorientamento, per non farci trarre in inganno da false dottrine ».
« Un disorientamento diabolico sta invadendo il mondo, ingannando le anime! E' necessario affrontare il demonio ».
Il 16 settembre 1970, Suor Lucia scrive a un religioso suo amico: « Povero Signore nostro, Egli ha salvato il mondo con tanto amore ed è così poco compreso! Così poco amato! Così malamente servito! E' doloroso vedere una confusione così grande, e in tante persone che occupano posti di responsabilità! Il fatto è che il demonio riesce a presentare il male sotto l'apparenza del bene, e i ciechi stanno cominciando a guidare gli altri » (2).
È evidente, dai passaggi riportati, come il tema del disorientamento diabolico costituisca da una parte la “cifra ermeneutica” di queste lettere di suor Lucia e dall’altra la sua profonda preoccupazione riguardo ad una situazione nel mondo e nella Chiesa che sarebbe andata sempre più a peggiorare e che le ispirava, oltre l’esercizio di un’immolazione silenziosa nel suo Carmelo, la condivisione sofferta di queste parole “allarmate” per mettere in guardia, Chiesa ed umanità, dalle brutte sorprese future.
Ma ci sarebbe davvero una “relazione reale” tra queste esternazioni di suor Lucia e il Terzo segreto? Mi pare si possa dire che da una parte il vigore e la frequenza con cui lei, la prediletta del Cuore Immacolato ne parlava e dall’altra la convergenza tra i contenuti di queste testimonianze con i dati offerti dalla seria e documentata Inchiesta su Fatima suggellata da ultimi recenti contributi, può far concludere con una “buona” dose di certezza – e dire buona è un eufemismo… – che questi temi così gravi e della profonda carica drammatica relativi alla perdita della fede, ad una defezione che interessa i vertici stessi della Chiesa, allo scatenamento e ai successi del demonio nel mondo siano degli argomenti rilevanti del Segreto trasmesso dalla Madonna ai pastorelli quel 13 luglio 1917.
Se queste parole, poi, non dovessero riferirsi a contenuti effettivi del Terzo segreto, si rimarrebbe comunque sbalorditi dinanzi a questo impressionante “apparentamento” tra quelle parole suor Lucia e le testimonianze di tante persone degne di fiducia che, avendo conosciuto il Segreto, ne hanno esternato le linee contenutistiche fondamentali nel corso degli anni. Come pure si resta sorpresi, raffrontando certe “ammissioni” di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e le sicure conclusioni di padre J. Alonso con le preoccupazioni di suor Lucia, nel notare le sintonie e i mutui punti di accordo che non potrebbero spiegarsi se non con un’unica fonte a cui tutti, in diverso modo, hanno potuto attingere.
Note:
1) L’intervista è riportata da Frère Michel de la Sainte Trinitè in The Whole Truth About Fatima, vol. 3, pp. 336-338. Padre Alonso riteneva, all’inizio, che Padre Fuentes avesse contraffatto l’intervista. Ma nel 1975, dopo aver studiato i documenti di Fatima per diverso tempo, si convinse che invece era credibile e anzi cercò di riabilitare Padre Fuentes. Egli affermò che i testi della conferenza di Fuentes “non dicevano niente che fosse stato detto già da Suor Lucia nei suoi numerosi scritti, già pubblicati” e pubblicò in un suo libro una sintesi di quella conferenza, citando le parole attribuite a suor Lucia. Per ulteriori informazioni, vedi The Whole Truth About Fatima, vol. 3, pp. 552554.
2) Estratti riportati da Frère Michel de la Sainte Trinitè, in Il Segreto di Fatima… rivelato: su fatima.org/it/thirdsecret/segreto04.asp
SUOR LUCIA-TERZO SEGRETO-SCONTRO FINALE: «UN'ONDATA DIABOLICA STA SPAZZANDO IL MONDO»!
È solo ora, dopo la serie di riferimenti tratti dal Dossier sul Segreto di Fatima (leggi UNA BUSTA ED UN ALLEGATO_Fatima ed il mistero del Terzo Segreto (parte quinta); CRISI DELLA FEDE E APOSTASIA: Il contenuto dell'ipotetico allegato_Fatima ed il mistero del Terzo …; IL CASTIGO PURIFICATORE: Il contenuto dell'ipotetico allegato_Fatima ed il mistero del Terzo Segret…), che vorrei riportare la “ipsissima vox” di suor Lucia, quella che tra tutte conta di più perché è stata la principale e diretta referente della Vergine e la fedelissima esecutrice della missione che il Cielo le aveva affidato, in tutta la sua ampiezza e complessità.
Riportando le sue esternazioni solo alla fine, risulterà chiaro che suor Lucia, pur non parlando direttamente al Terzo Segreto, ne aveva però spesso fatto riferimento in modo implicito, poiché le tematiche che affronta collimano con grande precisione con tutte quelle precedentemente riportate e, in più, ne danno il sigillo di autorevolezza e offrono nuove e più profonde chiavi di lettura dei due grandi filoni contenutistici del Terzo Segreto.
In particolare suor Lucia pare ripetere dei temi del Terzo Segreto in alcune sue parole e lettere, dove pone l'accento sullo scatenamento del demonio della nostra era. Già nel 1957 aveva fatto delle confidenze molto importanti a Padre Fuentes che hanno un’ampiezza contenutistica decisamente maggiore rispetto a quella del Segreto di Fatima così come è stato ufficialmente interpretato.
Il padre Fuentes, che si stava preparando a diventare il postulatore delle cause per la beatificazione di Francesco e Giacinta Marto, si incontrò con Suor Lucia al suo convento di Coimbra, in Portogallo. Qui, egli fu in grado di conversare a lungo con la veggente. Al suo ritorno in Messico, organizzò una conferenza stampa riguardo al suo incontro, nel quale riferì le parole di Suor Lucia. Padre Fuentes affermò che il messaggio proveniva “dalle labbra stesse della veggente principale”. Riporto alcune sezioni di particolare interesse per il nostro argomento:
« Mi creda, Padre, Dio punirà il mondo e lo farà in modo terribile. La punizione del Cielo è imminente ».
« Padre, il diavolo è in procinto di ingaggiare una battaglia decisiva contro la Beata Vergine. E il diavolo sa cos'è che più di tutto offende Dio e che gli procurerà in breve tempo il maggior numero di anime. Così il diavolo fa di tutto per avere la meglio sulle anime consacrate a Dio, perché sa che in questo modo, le anime dei fedeli, lasciate senza guida, cadranno più facilmente nelle sue mani ».
« Ciò che offende soprattutto il Cuore Immacolato di Maria e il Cuore di Gesù è la caduta delle anime dei religiosi e dei sacerdoti. Il diavolo sa che per ogni religioso o sacerdote che rinnega la sua santa vocazione, molte anime sono trascinate all'inferno. Per questo il diavolo brama di impossessarsi delle anime consacrate. Cerca in ogni modo di corromperle, per addormentare le anime dei fedeli e condurle alla peggiore impenitenza ».
« Padre, la Santissima Vergine non mi ha detto esplicitamente che siamo giunti agli ultimi tempi, ma ci sono tre ragioni che mi spingono a crederlo ».
« La prima ragione è che Ella mi ha detto che il diavolo è in procinto di ingaggiare una battaglia decisiva contro la Vergine. E questa battaglia decisiva è lo scontro finale, da cui una parte uscirà vittoriosa e l'altra sconfitta. Dobbiamo scegliere sin da ora da che parte stare, se con Dio o con il diavolo. Non c'è altra possibilità ».
« La seconda ragione è che Ella ha detto a me ed ai miei cugini, che il Signore aveva deciso di dare al mondo gli ultimi due rimedi contro il male, che sono il Santo Rosario e la Devozione al Cuore Immacolato di Maria. Questi sono gli ultimi due rimedi possibili, il che significa che non ce ne saranno altri ».
« La terza ragione è che nei piani della Divina Provvidenza quando Dio è costretto a punire il mondo, prima di farlo cerca di correggerlo con tutti gli altri rimedi possibili. Ora, quando vede che il mondo non presta alcuna attenzione ai Suoi messaggi allora, come diciamo nel nostro linguaggio imperfetto, Egli ci offre “con un certo timore” l'ultima possibilità di salvezza, l'intervento della Sua Santissima Madre. Lo fa “con un certo timore” perché, se anche quest'ultima risorsa non avrà successo, non potremo più sperare in nessun tipo di perdono dal Cielo, perché ci saremo macchiati di quello che il Vangelo definisce un peccato contro lo Spirito Santo. Questo peccato consiste nell'aperto rifiuto, pienamente consapevole e volontario, della possibilità di salvezza che ci viene offerta. Non dimentichiamo che Gesù Cristo è un Figlio molto buono e non ci permetterà di offendere e disprezzare la Sua Santissima Madre. La secolare storia della Chiesa conserva le testimonianze dei terribili castighi inflitti a quanti osarono attaccare l'onore della Sua Santissima Madre, dimostrando quanto il Nostro Signore Gesù Cristo abbia sempre difeso l'Onore di Sua Madre » (1).
In queste parole, la veggente delinea uno scenario apocalittico in cui l’azione del nemico del genere umano è dirompente. Oltre a questo scatenamento del drago, suor Lucia presenta con chiarezza la possibilità di un futuro castigo che sarebbe “inevitabile” qualora l’umanità rifiutasse “gli ultimi rimedi” che il Cielo le offre.
In particolare fa impressione il riferimento al peccato contro lo Spirito Santo che, poiché secondo le parole della Sapienza Incarnata non troverà remissione “né in questo secolo né in quello futuro” (Cfr. Mc 3, 28), invoca come unica soluzione il giusto castigo dell’Onnipotente. Guardiamoci attorno, fuori e dentro la Chiesa: non si tratta forse dell’esatta fotografia della situazione mondiale? Il peccato contro lo Spirito Santo! Il rifiuto pressoché totale dei richiami del Cielo!
Oltre a questa intervista del 1957, in una serie di lettere degli anni 1969-1970, assai poco conosciute ma molto importanti, suor Lucia usa alcune espressioni impressionanti per descrivere l'attuale crisi della Chiesa:
« Ho visto dalla sua lettera – essa scrive a un sacerdote – che lei è preoccupato dal disorientamento del nostro tempo. E' triste, infatti, che tante persone si lascino dominare dall'ondata diabolica che sta spazzando il mondo e che essi siano ciechi al punto di essere incapaci di vedere l'errore! La colpa principale è che essi abbiano abbandonato la preghiera, estraniandosi in tal modo da Dio e, senza Dio, ogni cosa è mancante ».
In una lettera a un amico che aveva difeso con molto zelo la Devozione mariana, suor Lucia scrive: « Lasciate che la gente dica il Rosario ogni giorno, Nostra Signora lo ha ripetuto in ogni Sua apparizione, per fortificarci in questi tempi di diabolico disorientamento, per non farci trarre in inganno da false dottrine ».
« Un disorientamento diabolico sta invadendo il mondo, ingannando le anime! E' necessario affrontare il demonio ».
Il 16 settembre 1970, Suor Lucia scrive a un religioso suo amico: « Povero Signore nostro, Egli ha salvato il mondo con tanto amore ed è così poco compreso! Così poco amato! Così malamente servito! E' doloroso vedere una confusione così grande, e in tante persone che occupano posti di responsabilità! Il fatto è che il demonio riesce a presentare il male sotto l'apparenza del bene, e i ciechi stanno cominciando a guidare gli altri » (2).
È evidente, dai passaggi riportati, come il tema del disorientamento diabolico costituisca da una parte la “cifra ermeneutica” di queste lettere di suor Lucia e dall’altra la sua profonda preoccupazione riguardo ad una situazione nel mondo e nella Chiesa che sarebbe andata sempre più a peggiorare e che le ispirava, oltre l’esercizio di un’immolazione silenziosa nel suo Carmelo, la condivisione sofferta di queste parole “allarmate” per mettere in guardia, Chiesa ed umanità, dalle brutte sorprese future.
Ma ci sarebbe davvero una “relazione reale” tra queste esternazioni di suor Lucia e il Terzo segreto? Mi pare si possa dire che da una parte il vigore e la frequenza con cui lei, la prediletta del Cuore Immacolato ne parlava e dall’altra la convergenza tra i contenuti di queste testimonianze con i dati offerti dalla seria e documentata Inchiesta su Fatima suggellata da ultimi recenti contributi, può far concludere con una “buona” dose di certezza – e dire buona è un eufemismo… – che questi temi così gravi e della profonda carica drammatica relativi alla perdita della fede, ad una defezione che interessa i vertici stessi della Chiesa, allo scatenamento e ai successi del demonio nel mondo siano degli argomenti rilevanti del Segreto trasmesso dalla Madonna ai pastorelli quel 13 luglio 1917.
Se queste parole, poi, non dovessero riferirsi a contenuti effettivi del Terzo segreto, si rimarrebbe comunque sbalorditi dinanzi a questo impressionante “apparentamento” tra quelle parole suor Lucia e le testimonianze di tante persone degne di fiducia che, avendo conosciuto il Segreto, ne hanno esternato le linee contenutistiche fondamentali nel corso degli anni. Come pure si resta sorpresi, raffrontando certe “ammissioni” di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI e le sicure conclusioni di padre J. Alonso con le preoccupazioni di suor Lucia, nel notare le sintonie e i mutui punti di accordo che non potrebbero spiegarsi se non con un’unica fonte a cui tutti, in diverso modo, hanno potuto attingere.
Note:
1) L’intervista è riportata da Frère Michel de la Sainte Trinitè in The Whole Truth About Fatima, vol. 3, pp. 336-338. Padre Alonso riteneva, all’inizio, che Padre Fuentes avesse contraffatto l’intervista. Ma nel 1975, dopo aver studiato i documenti di Fatima per diverso tempo, si convinse che invece era credibile e anzi cercò di riabilitare Padre Fuentes. Egli affermò che i testi della conferenza di Fuentes “non dicevano niente che fosse stato detto già da Suor Lucia nei suoi numerosi scritti, già pubblicati” e pubblicò in un suo libro una sintesi di quella conferenza, citando le parole attribuite a suor Lucia. Per ulteriori informazioni, vedi The Whole Truth About Fatima, vol. 3, pp. 552554.
2) Estratti riportati da Frère Michel de la Sainte Trinitè, in Il Segreto di Fatima… rivelato: su fatima.org/it/thirdsecret/segreto04.asp
https://gloria.tv/article/Eb2eKr8iGGd64bjgWgXAmho1U
QUANDO REAGAN DISSE CHE I TRE PASTORELLI DI FATIMA SONO PIÙ POTENTI DI QUALSIASI ESERCITO DEL MONDO
Quando i deputati portoghesi si sedettero nell’Assemblea della Repubblica per sentir parlare Ronald Reagan, nel 1985, pochi si sarebbero aspettati un riferimento a Fatima e ai pastorelli, ma fu proprio quello che sentirono.
Nella fase finale del suo discorso, Reagan affrontò la dimensione religiosa dell’uomo.
«La nostra rivendicazione di libertà umana e il nostro suggerimento che i diritti inalienabili vengano da qualcuno di più grande di noi si basano sul trascendente», disse ricordando poi Giovanni Paolo II, suo amico e alleato nella lotta contro il comunismo.
«Nessuno ha fatto di più per ricordare al mondo la verità della dignità umana, così come il fatto che la pace e la giustizia iniziano con ciascuno di noi, di quell’uomo speciale che è venuto in Portogallo qualche anno dopo aver subito un terribile attentato. È venuto qui, a Fatima, sede del vostro grande santuario, mosso dalla sua speciale devozione per Maria, per chiedere il perdono e la compassione tra gli uomini, per pregare per la pace e per il riconoscimento della dignità umana nel mondo», affermò Reagan.
«Quando ho incontrato papa Giovanni Paolo II, l’anno scorso in Alaska, l’ho ringraziato per la sua vita e per il suo apostolato. Ho osato suggerire che l’esempio di uomini come lui e le preghiere delle persone semplici in tutto il mondo, persone semplici come i pastorelli di Fatima, hanno più potere di tutti i grandi eserciti e gli statisti del mondo».
Reagan concluse poi dicendo che pur essendo il Presidente di una delle due superpotenze mondiali andava in Portogallo anche per imparare qualcosa sul potere.
«“È una cosa che i portoghesi possono insegnare al mondo, perché la grandezza della vostra Nazione, come di qualsiasi Nazione, risiede nel vostro popolo. Può essere vista nella sua quotidianità, nelle sue comunità e nei suoi paesi, e soprattutto nelle chiese semplici che punteggiano la vostra terra e testimoniano una fede che giustifica tutte le rivendicazioni di dignità e libertà degli uomini».
«Vi dico che il potere risiede in questo, che qui si trova la realizzazione finale del senso della vita e del proposito della storia e che in questo si rinviene anche la base di un’idea rivoluzionaria – l’idea che gli uomini abbiano il diritto di determinare il proprio destino».
La storia di questo discorso è stata rivelata in un articolo scritto dallo storico Paul Kengor sulla rivista Crisis. L’autore ricorda che Tony Dolan, l’autore principale dei discorsi di Reagan, era un devoto cattolico che conosceva bene Fatima. Dolan confermò a Kengor che il Presidente, pur non essendo cattolico, era al corrente della cosa.
«Sapeva di Fatima. Fatima era una parte importante del movimento anticomunista. Il movimento di Fatima era una cosa che conosceva, e oltre a questo aveva una forte tendenza mistica».
Per questo Dolan incluse nel discorso la frase. «Sapevo che gli sarebbe piaciuta e che l’avrebbe usata. Ne ero certo. È stato molto audace».
Ma l’interesse di Reagan per Fatima non si fermò a questo. Nel 1987 il Presidente aveva in programma un nuovo incontro con il papa a Roma, e sapendo dell’importanza di Fatima per Giovanni Paolo II volle informarsi per bene sulla questione. L’uomo incaricato di farlo fu l’ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, Frank Shakespeare, che per coincidenza era stato ambasciatore a Lisbona prima di essere assegnato al Vaticano.
«Parlai con Reagan di Fatima nel corso del viaggio, sia in aereo che in macchina, e lui ascoltò con molta, molta attenzione. Era veramente molto interessato», ha ricordato Shakespeare parlando con Kengor.
A quanto pare, non era solo per Giovanni Paolo II che Fatima aveva un ruolo importante nella lotta contro il comunismo.
[Traduzione dal portoghese a cura di Roberta Sciamplicotti]
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