ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 22 settembre 2017

L'unoteologia:la fece(o la farà) dopo il rumine?


"Magnum principium" all'opera. L'incredibile "Credo" del professor Melloni  
            

Sta facendo discutere il motu proprio "Magnum principium" con cui pochi giorni fa papa Francesco ha ridefinito le competenze dei vescovi e delle conferenze episcopali nelle traduzioni dei testi liturgici.
Intanto però c'è chi fa di testa sua, senza nemmeno essere vescovo. Come il professor Alberto Melloni, che il 13 settembre ha offerto in pompa magna al patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo – in visita a Bologna alla fondazione creata da Giuseppe Dossetti e Giuseppe Alberigo di cui appunto Melloni è oggi il capitano – una sua nuovissima traduzione italiana del "Credo" niceno-costantinopolitano, quello che si recita o canta nella messa.
Nel presentare questa sua creatura "ruminata per molto tempo fra alcuni dotti e discussa con una filologa del calibro di Silvia Ronchey", Melloni ha detto di voler "lasciare il Credo latino alla sua storia" e con esso quel "Filioque" seminatore di discordia che nel testo originale greco non c'è mai stato. Come per risolvere lui così, d'incanto, secoli di scisma tra la Chiesa di Roma e le Chiese d'Oriente.
In realtà, senza strombazzare improbabili miracoli ecumenici, già Giovanni Paolo II e Benedetto XVI () avevano, in più occasioni, recitato il "Credo" nel testo originale greco senza il "Filioque", assieme ai patriarchi di Costantinopoli:
Credo
Ma adesso è arrivato Melloni con il suo di "Credo", tradotto dal greco in un italiano molto bizzarro, capace a suo dire di finalmente "far rivivere le rime nascoste della fede comune e il battere di quell’Uno che sembra un ritornello".
Leggere per credere. Con gli a capo, le maiuscole, le punteggiature, le parentesi, la sintassi melloniane. Un testo impronunciabile già in italiano. Ma che dovrebbe trovare i suoi altrettanto bizzarri gemelli anche nelle altre lingue, con gli effetti che si possono assaggiare nei ricalchi in inglese, spagnolo e francese qui proposti per gioco da Settimo Cielo.
*
Crediamo in un Dio Uno
Padre, Onnipotente, Fattore del cielo e della terra, dei visibili e degli invisibili.
E [crediamo] in un Signore Uno,
Gesù Cristo, il Figlio di Dio, l’Unigenito,
il Generato dal Padre prima di tutti i secoli,
[Dio da Dio], luce da luce, Dio vero da Dio vero,
generato non fatto, consustanziale al Padre
per mezzo del quale tutto fu creato.
Lui [che] per noi, gli uomini,
e per la salvezza nostra discese dai cieli
e s’incarnò di Spirito Santo
e da Maria Vergine s’inumanò.
Il Crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato,
Lui [che] morì e fu sepolto
e risorse il terzo giorno, secondo le Scritture
e ascese nei cieli, e intronizzato alla destra del Padre
e di nuovo tornerà nella gloria giudicante i vivi e i morti,
Lui, il cui Regno non avrà fine.
E [crediamo] nello Spirito Santo
il Signore e il Vivificante
che si diparte dal Padre
e con il Padre e il Figlio
il Conadorato e Conglorificato
il Parlante per mezzo dei Profeti.
[Crediamo] la chiesa Una,
Santa, Cattolica e Apostolica
Confessiamo un battesimo Uno
per la remissione delle colpe,
attendiamo la resurrezione dei morti
e la vita del secolo futuro.
Amen.



Settimo Cielo di Sandro Magister 22 set



Laura Mesi, prima sposa single: «Matrimonio da favola, lo sognavo»

Istruttrice di fitness in Brianza, la 40enne ha festeggiato con tanto di abito bianco, torta nuziale, damigelle e luna di miele


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Abito bianco tempestato di brillanti Swarovski, velo di tulle e la marcia nuziale di Mendelssohn. E poi la fede d’oro, i testimoni e un pranzo da mille e una notte con settanta invitati e una torta nuziale a cinque piani. È un matrimonio da favola quello che è stato celebrato in un agriturismo a Vimercate. Mancava lo sposo. Ma solo perché Laura Mesi, di Lissone, è la prima sposa single d’Italia.
Prima di lei, c’era stato solo Nello Ruggiero: il primo sposo che nel maggio scorso aveva pronunciato il primo fatidico «Sì» con se stesso a Napoli. Quarant’anni, una bella storia d’amore durata 12 anni e gettata alle spalle con tanta delusione e sofferenza. Due anni fa, una decisione coraggiosa: «Mi sposo con me stessa». Un passo che – secondo Laura – non nasce da una rinuncia e non ha in sé nessun sentimento di rivalsa. «Ho tanti amici – racconta – e ho un rapporto bellissimo con gli uomini. Semplicemente, ho capito che sto bene con me stessa e questa è la dimensione della mia felicità e della mia realizzazione». Capire che vivere con un uomo non era la sua strada non è stato facile. Cinque anni fa la decisione di andare a vivere da sola. «Due anni fa – prosegue il suo racconto Laura – ho capito che non mi bastava restare single. Io desideravo sposarmi. Ma da sola. Con me stessa».
Il coraggio
Ma diventare la prima sposa single d’Italia non è stata una passeggiata. «Millenni di tradizione ci hanno trasmesso un’idea ben precisa di matrimonio. E anch’io ne subivo il fascino e ne ero condizionata. E poi, l’ambiente in cui vivo. I miei parenti, le amiche: tutte a darmi consigli e a ripetermi mille volte di pensarci bene. Ma io non ho mai avuto un solo dubbio». Il coraggio di sposarsi con se stessa – per Laura Mesi – è stata una conquista della maturità. «A quarant’anni mi sono sentita abbastanza forte per essere davvero me stessa. E non ho più voluto accettare che niente e nessuno potesse dirmi come dovevo vivere e cosa dovevo fare della mia vita». Il matrimonio, celebrato da un amico, non ha alcun valore legale né religioso. Ma per Laura è un passo che non ha certo fatto alla leggera: «Credo fermamente che ciascuno di noi debba innanzi tutto amare se stesso. Si può vivere una fiaba anche senza il principe azzurro».






L‘insegnante
La vita di Laura Mesi non è certo fatta di rinunce ed è piena di lavoro e di interessi: «Sono una insegnante di fitness e questo mestiere mi fa vivere in mezzo a tanta gente. Penso che il mio compito sia quello di dare felicità alla gente. Un benessere non solo fisico, ma anche interiore». Tra gli interessi di Laura c’è anche il volontariato. Il gusto di aiutare gli altri, in particolare chi è meno fortunato, è qualcosa che appartiene profondamente alle sue corde. E se domani un uomo si innamorerà di lei? «Lo ripeto – dice Laura: non ce l’ho con gli uomini e questa scelta nasce da una scelta e non da un sentimento di rivalsa. Se domani troverò un uomo con cui progettare un futuro ne sarò felice, ma la mia felicità non dipenderà da lui». E la Luna di Miele: In Egitto, un viaggio da sogno. Da sola, ovviamente.
Il precedente
Prima di Laura, lo scorso maggio, il 40enne Nello Ruggiero, parrucchiere di Sant’Antonio Abate, nel Napoletano, ha fatto la stessa cosa. «Sono convinto che non potrò mai amare nessuno quanto amo me stesso» ha detto nel corso di una puntata del programma di Real Time «Il boss delle cerimonie»


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