Il santo nome della vergine Maria, che significa stella del mare, si adatta perfettamente alla vergine Madre. Essa infatti, molto giustamente, è paragonata ad una stella perché come la stella emette la sua luce senza alterarsi minimamente, così la Vergine ha dato alla luce un figlio senza pregiudizio della sua verginità. E come la luce emessa non toglie nulla allo splendore della stella, così il Figlio non toglie nulla all'integrità della Vergine. Lei è dunque quella nobile stella sorta da Giacobbe, posta necessariamente al di sopra di questo mare, grande e profondo splendente per i suoi meriti, luminosa per i suoi esempi. O chiunque tu sia, che nel mare di questo mondo ti senti sballottato tra burrasche e tempeste, anziché appoggiato sulla terra, non allontanare lo sguardo dalla luce di questa stella. Pensa a Maria, invoca Maria, in modo da sperimentare in te stesso quanto giustamente fu detto : « E il nome della vergine era Maria ». Questo dolcissimo nome da molto tempo era onorato con speciale devozione in alcune parti del mondo cristiano. Il sommo pontefice Innocenzo XI, dopo la grande vittoria riportata a Vienna, in Austria, sul crudelissimo sultano dei Turchi, che minacciava di soggiogare i popoli cristiani, a perenne ricordo di un così grande beneficio, stabilì che si celebrasse ogni anno, in tutta la Chiesa, la festa del santissimo nome di Maria.
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Festa del SS. Nome di Maria
Si festeggia oggi, 12 settembre, la Festa del Santissimo Nome della Beatissima e intemerata sempre Vergine Maria.
La devozione al Nome di Maria, parallelamente a quella al Santo Nome di Gesù, si sviluppa a partire dal Medioevo, ed è subito riconosciuta dai Sommi Pontefici e arricchita di numerose indulgenze. Il primo riconoscimento liturgico avvenne nel 1513, quando Papa Giulio II autorizzò la diocesi ispanica di Cuenca alla celebrazione annuale di una festa in onore del Nome della Vergine, inizialmente fissata al 15 settembre (non ancora occupato dalla festa dei Sette Dolori), poi spostata da Papa Sisto V al 17 del mese, e infine estesa, prima all'Arcidiocesi di Toledo (1622, ad opera di Papa Gregorio XV), e poi all'intera Spagna (1671, ad opera di Papa Clemente X).
La sua estensione alla Chiesa Universale fu opera felice del Beato Papa Innocenzo XI, il quale volle così onorare la preziosa intercessione della Madonna, che durante il terribile assedio ottomano di Vienna, l'alba del 12 settembre 1683, aveva suggellato l'alleanza tra l'Imperatore Leopoldo I d'Austria e il Re Giovanni III di Polonia, i due maggiori capi di stato cattolici dell'epoca, che poterono dunque in breve tempo organizzare una controffensiva e, quello stesso 12 settembre, liberare dall'accerchiamento la città e ricacciare nei suoi confini l'invasore musulmano. Lo scontro ebbe inizio subito dopo la Messa celebrata dal Beato Marco d'Aviano (di cui abbiamo ieri pubblicato la preghiera pubblica per la battaglia), e i baldanzosi infedeli, pur avendo un esercito quasi tre volte superiore ai cristiani, grazie all'intercessione della Santa Madre di Dio, non ebbero scampo, e furono messi rovinosamente in fuga. Quella battaglia sarebbe poi stato il punto cardine di tutte le guerre austro-turche: l'espansionismo maomettano fu rintuzzato, venendogli presto riconquistate anche Belgrado, l'Ungheria e la Transilvania, che liberatesi dal giogo pagano poterono ritornare nella vecchia Europa Cristiana dalla quale erano state strappate.
Quanto la Beata Vergine, qui come a Lepanto, ebbe a cuore la difesa dell'Europa Cristiana dalle pretese dei boriosi infedeli islamici!
Inizialmente fissata per la domenica fra l'ottava della Natività della Vergine, Papa S. Pio X la fissò definitivamente al 12 settembre, giorno della felice ricorrenza della battaglia.
Trascriviamo di seguito l'analisi etimologica di don Alfredo Morselli circa il significato nome di Maria:
1) "AMAREZZA"
questo significato e` stato dato da alcuni rabbini: fanno derivare il nome MIRYAM dalla radice MRR = in ebraico "essere amaro". Questi rabbini sotengono che Maria, sorella di Mose`, fu chiamata cosi` perche', quando nacque, il Faraone comincio` a rendere amara la vita degli Israeliti , e prese la decisione di uccidere i bambini ebrei.
Questa interpretazione puo` essere accettata da noi Cristiani pensando quanto dolore e quanta amarezza ha patito Maria nel corredimerci:
[Lam. 1,12] Voi tutti che passate per la via, considerate e osservate se c'e` un dolore simile al mio dolore...
Inoltre il diavolo, di cui il Faraone e` figura, fa guerra alla stirpe della donna, rendendo amara la vita ai veri devoti di Maria, che, per altro, nulla temono, protetti dalla loro Regina.
2) "MAESTRA E SIGNORA DEL MARE"
Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MOREH (ebr. Maestra-Signora) + YAM (= mare): come Maria, la sorella di Mose`, fu maestra delle donne ebree nel passaggio del Mar Rosso e Maestra nel canto di Vittoria (cf Es 15,20), cosi` "Maria e` la Maestra e la Signora del mare di questo secolo, che Ella ci fa attraversare conducendoci al cielo" (S.Ambrogio, Exhort. ad Virgines)
Altri autori antichi che suggeriscono questa interpretazione: Filone, S. Girolamo, S. Epifanio.
Questo parallelo tipologico tra Maria sorella di Mose` e Maria, madre di Dio, e` ripreso da Ps. Agostino, che chiama Maria "tympanistria nostra" (Maria sorella di Mose` e la suonatrice di timpano degli Ebrei, Maria SS. e` la tympanistria nostra, cioe` dei Cristiani: il cantico di Mose` del N.T sarebbe il Magnificat, cantato appunto da Maria: questa interpretazione e` sostenuta oggi dal P. Le Deaut, uno dei piu` grandi conoscitori delle letteratura tergumica ed ebraica in genere: secondo questo autore, S. Luca avrebbe fatto volontariamente questo parallelismo.
3) "ILLUMINATRICE, STELLA DEL MARE"
Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da: prefisso nominale (o participiale) M + 'OR (ebr.= luce) + YAM (= mare): Cosi` S. Gregorio Taumaturgo, S. Isidoro, S. Girolamo (insieme alla precedente)
Alcuni autori ritengono che S. Girolamo in realta` non abbia interpretato il nome come "stella del mare", ma come "stilla maris", cioè: goccia del mare.
La presenza della radice di "mare" nel nome di Maria, ha suggerito diverse interpretazioni e/paragoni di Maria con il "mare":
Pietro di Celles (+1183) Maria = "mare di grazie": di qui Montfort riprende: "Dio Padre ha radunato tutte le acque e le ha chiamate mare, ha radunato tutte le grazie e le ha chiamate Maria" (Vera Devozione, 23).
Qohelet 1,7: "tutti i fiumi entrano nel mare"; S. Bonaventura sostiene che tutte le grazie (= tutti i fiumi) che hanno avuto gli angeli, gli apostoli, i martiri, i confessori, le vergini, sono "confluite" in Maria, il mare di grazie.
S.Brigida: "ecco perche` il nome di Maria è soave per gli angeli e terribile per i demoni"
Ave maris stella, Dei Mater alma, atque semper virgo, felix coeli porta...
Questo inno sembra una meditazione sul nome di Maria, in rapporto a Maria sorella di Mosè:
"Ave maris stella" (cf significato 3); "Dei Mater ALMA atque semper virgo": Maria, sorella di Mose`, viene chiamata in Es 2,8, `ALMAH = "vergine" e, etimologicamente "nascosta"; "felix coeli porta", cioe` "maestra del mare" di questo secolo che Ella ci fa attraversare (cf. significato 2)
4) PIOGGIA STAGIONALE
Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MOREH (ebr. PRIMA PIOGGIA STAGIONALE)
Maria e` considerata come Colei che manda dal cielo una "pioggia di grazia" e "pioggia di grazia essa stessa".
Questa interpretazione, che C. A Lapide attribuisce a Pagninus, viene in parte ripresa da S. Luigi di Montfort nella Preghiera Infuocata: commentando Ps. 67:10 "pluviam voluntariam elevasti Deus, hereditatem tuam laborantem tu confortasti" (Una pioggia abbondante o Dio mettesti da parte per la tua eredita`), il Montfort dice:
"[P.I. 20] Che cos'e`, Signore, questa pioggia abbondante che hai separata e scelta per rinvigorire la tua eredita` esausta? Non sono forse questi santi missionari, figli di Maria tua sposa, che tu devi scegliere e radunare per il bene della tua Chiesa cosi` indebolita e macchiata dai peccati dei suoi figli?"
Maria, pioggia di grazie, formera` e mandera` sulla terra una pioggia di missionari
5) ALTEZZA
Secondo questa interpretazione il nome di Maria deriverebbe da MAROM (ebr. ALTEZZA, EXCELSIS): questa ipotesi e` sostenuta, tra gli antichi dal Caninius, e, tra i moderni, da VOGT, soprattutto in base alle recenti scoperte dei testi ugaritici, che hanno permesso la comprensione di molte radici ebraiche.
Luca 1:78 per viscera misericordiae Dei nostri in quibus visitavit nos oriens EX ALTO
questo versetto, in base al testo greco e alla retroversione in ebraico, puo` essere tradotto:
ci ha visitati dall'alto un sole che sorge: Cristo e` il sole che sorge che viene dall'alto (il Padre)
oppure
ci ha visitati un sole che sorge "dall'alto" = da Maria
Di tutti queste ipotesi, qual è quella giusta? Forse la Provvidenza ci ha lasciato nel dubbio perché' nel nome di Maria possiamo trovare nel contempo tutti i significati che l'analogia della fede ci suggerisce.
Ci pare opportuno, infine, riportare la bellissima meditazione sulla Madonna, sulla necessità e l'opportunità di invocare il suo nome, sulla consolazione che Ella a ciascun porta, la quale ci è stata tramandata da S. Bernardo di Chiaravalle in un suo sermone, ed è letta al Mattutino della festa odierna:
O quisquis te intelligis in hujus sæculi profluvio magis inter procellas et tempestates fluctuare, quam per terram ambuláre; ne avértas óculos a fulgóre hujus sideris, si non vis óbrui procellis. Si insurgant venti tentatiónum, si incurras scópulos tribulatiónum, réspice stellam, voca Mariam. Si jactaris supérbiæ undis, si ambitiónis, si detractiónis, si æmulatiónis, réspice stellam, voca Mariam. Si iracúndia aut avarítia aut carnis illécebra naviculam concusserit mentis, réspice ad Mariam. Si criminum immanitate turbátus, consciéntiæ fœditate confúsus, judícii horrore perterritus, bárathro incipias absorberi tristítiæ, desperatiónis abysso, cogita Mariam. In periculis, in angustiis, in rebus dubiis Mariam cogita, Mariam ínvoca. Non recedat ab ore, non recedat a corde; et, ut ímpetres ejus oratiónis suffragium, non déseras conversatiónis exemplum. Ipsam sequens, non dévias; ipsam rogans, non despéras; ipsam cogitans, non erras; ipsa tenente, non corruis; ipsa protegénte, non metuis; ipsa duce, non fatigaris; ipsa propitia, pérvenis: et sic in temetípso experiris quam mérito dictum sit: Et nomen Vírginis Maria.
Oh tu, chiunque capisca che, nel trascorrer di questo secolo, piuttosto fluttua tra tempeste e rovine, anziché camminare in terra, non distogliere gli occhi dallo splendore di codesta stella, se non vuoi piuttosto esser vinto dai flutti. Se insorgono i venti delle tentazioni, se incorri negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria. Se l'iracondia o l'avarizia o le seduzioni della carne agitassero la fragile nave della mente, volgi lo sguardo a Maria. Se, turbato dalla grandezza della colpa, confuso dall'immondezza della tua coscienza, terrorizzato dall'orrore del tuo giudizio, prendi ad essere assorbito in un baratro di tristezza, in un abisso di disperazione, pensa a Maria. Tra i pericoli, tra le difficoltà, tra i dubbi, pensa a Maria, invoca Maria. Non si parta dalla tua bocca, non si parta dal tuo cuore; e, per ottenere il suffragio della sua preghiera, non mancare all'esempio della sua condotta. Seguendola, non allontanarti dalla via; supplicandola, non disperare; pensando a lei, non errare; se Ella ti tiene, non cadi; se Ella ti protegge, non hai timore; se Ella ti conduce, non t'affatichi; se Ella ti è propizia, giungi alla tua meta; e così proverai in te stesso quanto giustamente fu detto: "E il nome della Vergine era Maria".
http://traditiomarciana.blogspot.it/2017/09/festa-del-ss-nome-di-maria.html
IL NOME DI MARIA
[J. J. Gaume: Catechismo di perseveranza; vol, IV, Torino, 1881]
Nella domenica tra l’ottava della Natività si celebra la festa del santo Nome di Maria. Il venerabile servo di Dio, Papa Innocenzo XI con suo decreto dell’anno 1683 stabilì che questa festa, fino a quel tempo tutta propria della Spagna, divenisse di obbligo per la Chiesa universale. [Il santo Papa Pio X la riportò poi al 12 settembre.-ndr.-] In questo precetto sì facile e sì dolce ad essere osservato è d’uopo scorgere una novella testimonianza della gratitudine della Chiesa verso la santa Vergine. La Regina delle vergini si mostrò sempre nemica dichiarata del Maomettismo, materiale religione dei sensi. Nel secolo decimo quinto gli aveva dato a Lepanto un colpo mortale; ma riavutosi in parte, il Maomettismo minacciava di nuovo il Cristianesimo. – Nel 1683 il Gran-Visir a capo di un esercito formidabile piantò l’assedio innanzi a Vienna, uno dei baluardi della Cristianità. Giovanni Sobieski, duce delle legioni Polacche, accorre a difesa della piazza assediata, e nel mattino in cui deve impegnarsi battaglia, mette se stesso e le sue truppe sotto la protezione della Vergine. I soldati stettero in ginocchio, mentre Sobieski ascoltava la Messa nel convento Camaldolese, pregando colle braccia stese in croce. Fu quivi, esclama con profonda verità un guerriero cattolico, che il Gran-Visir fu battuto. All’uscire della chiesa Sobieski dà il segnale dell’attacco: i Turchi sono vinti e fugati; e il vincitore rimasto padrone dello stendardo medesimo di Maometto lo invia al Sommo Pontefice in segno di omaggio verso Maria. – Chi può esprimere abbastanza il rispetto che merita il nome di Maria si possente e insieme sì affettuoso? Apprendiamolo dai secoli cristiani. Primieramente è tradizione che Iddio medesimo lo rivelasse ai genitori della santa Vergine. Pel corso di parecchi secoli fu proibito alle donne e a quelli eziandio di sangue regio, di portare il nome di Maria. Alfonso VI, re di Castiglia, dovendo sposare una principessa Mauritana, alla quale nel battezzarla si doveva imporre un nome, proibì che portasse quello di Maria, benché la donzella ne avesse vivissimo desiderio. Nell’atto degli sponsali della duchessa Maria Luigia di Nevers con Ladislao re di Polonia si convenne che la principessa lascerebbe il nome di Maria, e non conserverebbe che quello di Luigia. Casimiro I, altro re di Polonia, non si contenne altrimenti quando sposò Maria figlia dello Czar di Russia. Da ciò venne il costume, per tanto tempo mantenutosi in Polonia, che niuna donna di qualsivoglia condizione potesse portare il nome di Maria. Or mentre questi esempi ci istruiscono qual venerazione si debba da noi pure conservare verso quel nome augusto, la vittoria di Sobieski c’insegna con quale fiducia dobbiamo pronunziarlo. Suoni adunque di frequente sulle nostre labbra la giaculatoria: O Maria, o nomen sub quo nemini desperandum; « Salve o Maria, nel cui nome non è lecito ad alcuno di dubitare ».
Sobieski manda al Papa Innocenzo XI il messaggio della vittoria sulla barbarie maomettana dei turchi a Vienna l’11 settembre 1683 [data simbolica, scelta dai “nemici di Dio e di tutti gli uomini” per l’attentato alle torri gemelle … del 2001]
Fu il cappuccino Marco d’Aviano, incaricato dal Santo Padre Innocenzo XI di formare una Santa Lega tra i regnanti cattolici, ad incoraggiare e confortare i soldati ed il popolo viennese, esortandoli ad affidarsi alla Madonna e invocare da Lei la salvezza, mediante la preghiera del Santo Rosario.
Réspice Stellam … voca Mariam
[S. Bernardo. Lodi della Vergine Maria: omelia II; 17]
Il versetto si conclude così: Il nome della Vergine era Maria (Lc I, 27). Diciamo brevemente qualche cosa anche su questo Nome che viene interpretato «Stella del mare», e si adatta molto bene alla Vergine Madre. Essa infatti molto opportunamente viene paragonata ad una stella, perché come la stella emette raggi senza alcuna lesione di sé, così la Vergine partorì il Figlio senza danno della sua verginità. Né il raggio diminuisce lo splendore della stella, né il Figlio reca pregiudizio all’ integrità della Madre. Essa è dunque quella nobile stella sorta da Giacobbe, i cui raggi illuminano tutto il mondo, il cui splendore rifulge nei cieli e penetra negli inferi, e avvolgendo tutta la terra, e riscaldando più le menti che non i corpi, alimenta le virtù e distrugge i vizi. Essa è quella stella splendidissima e meravigliosa stella necessariamente elevata sopra questo mare grande e spazioso, radiosa per i suoi meriti, luminosa per i suoi esempi. “O tu che, nell’ondeggiare delle vicende di questo mondo, più che camminare per terra, hai l’impressione di essere sballottato tra i marosi e le tempeste, non distogliere gli occhi dal fulgore di questa stella se non vuoi essere inghiottito dalle onde. Se soffiano i venti delle tentazioni, se t’incagli negli scogli delle tribolazioni, guarda la stella, invoca Maria. Se sei sbattuto dai cavalloni della superbia, dell’ambizione, della detrazione, della gelosia, guarda la stella, invoca Maria! Se l’ira, o l’avarizia o la concupiscenza della carne sembrano sconquassare la navicella del tuo spirito, guarda Maria. Se turbato dell’enormità dei tuoi peccati, confuso per la coscienza della tua turpitudine, atterrito al pensiero del tremendo giudizio di Dio, cominci a sentirti risucchiare dal baratro della tristezza, dall’abisso della disperazione, pensa a Maria. Nei pericoli, nelle angustie, nelle incertezze, pensa a Maria, invoca Maria. Maria ti sia sempre sulla bocca, sempre nel tuo cuore; e per ottenere l’aiuto della sua preghiera, non cessare di imitarne gli esempi. Seguendo Lei, non andrai fuori strada, pregando Lei non ti verrà meno la speranza, pensando a Lei non sbaglierai. Se Maria ti regge, non cadrai, sotto la sua protezione non avrai timore, se Ella ti guida non ti stancherai, se Ella ti è propizia arriverai; e così sperimenterai in te stesso quanto a proposito sia stato detto: E il nome della Vergine era Maria. … et nomen Virginis Maria!
Il Nome di Maria garanzia di vittoria
di Roberto De Albentiis
Il 12 settembre si festeggia, tanto nel messale antico quanto in quello moderno, il Santissimo Nome di Maria; questa festa, che fa da rimbalzo a quella del Santissimo Nome di Gesù, è anch’essa medievale, ma a differenza della prima si deve non tanto ai francescani quanto ai serviti, che la diffusero con le loro predicazioni e le loro fondazioni conventuali; diffusasi un po’ dappertutto nell’Europa cattolica (particolarmente devota al culto fu la Spagna, che aveva anche il privilegio di far indossare ai preti paramenti azzurri per questa e altre feste mariane), conobbe alterne vicende, essendo ora celebrata solo a livello locale, ora perfino soppressa, assieme ad altre feste, nientemeno che da San Pio V nella sua riforma del messale. (a quanto pare è vizio dei pontefici metter mano al calendario…)
Si deve però ad un altro papa, il Beato Innocenzo XI, e ad un santo religioso cappuccino, il Beato Marco d’Aviano, la sua promozione in concomitanza alla strabiliante Vittoria di Vienna: il 12 settembre (e non l’11, come di recente si è voluto parlare, forse per creare un continuum con la data dell’11 settembre 2001) 1683, gli eserciti europei cristiani guidati dall’Imperatore d’Austria Leopoldo I e dal Re di Polonia Giovanni III inflissero alla Sublime Porta una rovinosa sconfitta, che fermò definitivamente le mire turche in Europa e che portò al lento ma inesorabile declino di Istanbul, che si vide poi due secoli dopo con l’indipendenza delle varie nazioni cristiane cadute sotto il suo giogo (Serbia, Bulgaria, Romania, Grecia…) e tre secoli dopo con la dissoluzione dell’Impero dopo le Guerre Balcaniche e la Grande Guerra; ma tale vittoria sarebbe stata impossibile senza la mediazione di Maria, aiuto dei cristiani, consolatrice degli afflitti e distruttrice del male: Innocenzo XI bandì un giubileo straordinario e indì pubbliche preghiere, e così fece il Beato Marco d’Aviano, che accanto all’opera diplomatica e pacificatrice delle potenze cristiane europee (tranne la solita Francia, da sempre bastiana contraria) compì un’opera devozionale profonda, con predicazioni, processioni e Messe votive per impetrare la protezione e la vittoria. All’alba di quel fatidico 12 settembre, con i turchi che assediavano le mura di Vienna, Padre Marco celebrò la Santa Messa del Nome di Maria; alla sera, l’esercito turco aveva perso 15mila uomini, a fronte degli appena 2mila cristiani, l’Europa cristiana era salva, e in ringraziamento perpetuo Innocenzo XI fissò nel messale la festa del Santissimo Nome di Maria.
Confermata da San Pio X, la data venne tuttavia tolta dal messale del Beato Paolo VI (e qui torniamo ai Papi con velleità di cambiamento del calendario), in maniera inspiegabile se non con l’intento di andare incontro – ma a che prezzo, e certo invano – verso i protestanti con la riforma liturgica; per trent’anni non più celebrata, la festa tornò improvvisamente di attualità con gli attentati di New York dell’11 settembre 2001, dove i terroristi islamici di Al Qaeda uccisero 3.000 persone, e San Giovanni Paolo II, il Papa mariano, volle ripristinare la festa, vedendo le nuove e urgenti minacce che premevano sul mondo e ascoltando i fedeli preoccupati e bisognosi di aiuto. E tale aiuto di chi poteva essere, se non di Maria Santissima? Nel Nome di Maria si sono fondate città, iniziate esplorazioni di terre, costruiti ospedali, fondati ordini religiosi, liberati schiavi; nel Nome di Maria, per i poteri a Lei conferiti da Suo Figlio Gesù, siamo liberati dalle angustie, dalle difficoltà, dalle inclinazioni peccaminose e cattive, e nel Suo Nome dolcissimo – come canta una bella canzone popolare – otteniamo da Lui, Figlio di Maria, il perdono dei peccati.
“Fidenti nel Nome Santo ed invincibile di Maria, avanziamo coraggiosi.” così disse il prode sovrano polacco Giovanni III, al comando dei suoi ussari alati, scendendo in battaglia e vincendo; anche noi possiamo e dobbiamo ricorrere al Nome di Maria nelle nostre battaglie quotidiane; e per finire questo articolo, credo sia cosa bella trascrivere la preghiera del Beato Marco d’Aviano da lui composta e letta quel fatidico 12 settembre 1683 dopo la celebrazione della Messa e prima della benedizione impartita a tutte le truppe cristiane:
“O grande Dio degli eserciti, guardaci prostrati qui ai piedi della tua maestà, per impetrarti il perdono delle nostre colpe. Sappiamo bene di aver meritato che gl’infedeli impugnino le armi per opprimerci, perché le iniquità, che ogni giorno commettiamo contro la tua bontà, hanno giustamente provocato la tua ira. O gran Dio, ti chiediamo il perdono dall’intimo dei nostri cuori; esecriamo il peccato, perché Tu lo aborrisci; siamo afflitti perché spesso abbiamo eccitato all’ira la tua somma bontà. Per amore di Te stesso, preferiamo mille volte morire piuttosto che commettere la minima azione che ti dispiaccia. Soccorrici con la tua grazia, o Signore, e non permettere che noi tuoi servi rompiamo il patto che soltanto con te abbiamo stipulato.
Abbi dunque pietà di noi, abbi pietà della tua Chiesa, per opprimere la quale già si preparano il furore e la forza degl’infedeli. Sebbene sia per nostra colpa ch’essi hanno invaso queste belle e cristiane regioni, e sebbene tutti questi mali che ci avvengono non siano altro che la conseguenza della nostra malizia, siici tuttavia propizio, o buon Dio, e non disprezzare l’opera delle tue mani. Ricordati che, per strapparci dalla servitù di satana, Tu hai donato tutto il tuo prezioso Sangue. Permetterai forse ch’esso venga calpestato dai piedi di questi cani? Permetterai forse che la fede, questa bella perla che cercasti con tanto zelo e che riscattasti con tanto dolore, venga gettata ai piedi di questi porci? Non dimenticare, o Signore, che se Tu permetterai che gl’infedeli prevalgano su di noi, essi bestemmieranno il tuo santo Nome e derideranno la tua potenza, ripetendo mille volte: “Dov’è il loro Dio, quel Dio che non ha potuto liberarli dalle nostre mani?” Non permettere, o Signore, che ti si rinfacci di aver permesso la furia dei lupi, proprio quando t’invocavamo nella nostra miserevole angoscia.
Viene a soccorrerci, o gran Dio delle battaglie! Se Tu sei a nostro favore, gli eserciti degl’infedeli non potranno nuocerci. Disperdi questa gente che ha voluto la guerra! Per quanto ci riguarda, noi non amiamo altro che essere in pace con Te, con noi stessi e col nostro prossimo. Rafforza con la tua grazia il tuo servo e nostro imperatore Leopoldo; rafforza l’animo del re di Polonia, del duca di Lotaringia, dei duchi di Baviera e di Sassonia, e anche di questo bell’esercito cristiano, che stanno per combattere per l’onore del tuo nome, per la difesa e la propagazione della tua santa Fede. Concedi ai principi e ai capi dell’esercito la fierezza di Giosué, la mira di Davide, la fortuna di Jefte, la costanza di Joab e la potenza di Salomone, tuoi soldati, affinché essi, incoraggiati dal tuo favore, rafforzati dal tuo Spirito, e resi invincibili dalla potenza del tuo braccio, distruggano e annientino i nemici comuni del nome cristiano, manifestando a tutto il mondo che hanno ricevuto da Te quella potenza che un tempo mostrasti in quei grandi condottieri. Fa’ dunque in modo, o Signore, che tutto cospiri per la tua gloria e onore, e anche per la salvezza delle anime nostre.
Te lo chiedo, o Signore, in nome dei tuoi soldati. Considera la loro fede: essi credono in Te, sperano tutto da Te, amano sinceramente Te con tutto il cuore. Te lo chiedo anche con quella santa benedizione, che io conferirò a loro da parte tua, sperando, per i meriti del tuo prezioso Sangue, nel quale ho posto tutta la mia fiducia, che Tu esaudirai la mia preghiera. Se la mia morte potesse essere utile o salutare, per ottenere il tuo favore per loro, ebbene te la offro fin d’ora, o mio Dio, in gradita offerta; se quindi dovrò morire, ne sarò contento. Libera dunque l’esercito cristiano dai mali che incombono; trattieni il braccio della tua ira sospeso su di noi, e fa’ capire ai nostri nemici che non c’è altro Dio all’infuori di Te, e che Tu solo hai il potere di concedere o negare la vittoria e il trionfo, quando ti piace. Come Mosé, estendo dunque le mie braccia per benedire i tuoi soldati; sostienili e appoggiali con la tua potenza, per la rovina dei nemici tuoi e nostri, e per la gloria del tuo Nome. Amen”
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