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sabato 23 settembre 2017

Tifo argentino?


Ius soli, cosa c'è dietro alla propaganda?           

Grazie ad un consolidato asse tra Pd e gerarchie della Chiesa Cattolica, la proposta di legge per lo Ius soli è tornata nell'agenda di Governo come una priorità. La realtà però ci dice che il tema è tutt'altro che urgente, anche perchè i figli di immigrati che nascono sul suolo italiano godono già dei medesimi diritti dei bambini italiani. E allora, cosa si nasconde dietro a questa propaganda?
di Riccardo Cascioli        

Il vescovo Negri critica il Papa: 'Chiesa non tifi per lo Ius soli'

Il vescovo emerito di Ferrara, Luigi Negri, attacca su Ius Soli e accoglienza dei migranti: "Valutarne il costo economico e sociale"

"L’accoglienza deve essere affrontata a partire dalla considerazione di tutti i fattori implicati, in particolare quello della possibilità reale, anche solo dal puntdi vista numerico, di accoglienze che non siano più indiscriminate".
Lo dice senza mezzi termini monsignor Luigi Negri, vescovo emerito di Ferrara, volto noto dei tradizionalisti cattolici e eminenza non certo nelle grazie di Papa Francesco. Parla di Ius soli e accoglienza, temi da Negri già affrontati durante il suo mandato in Emilia Romagna, quando invitava i governi locali e nazionali a pensare anche ai poveri italiani e non solo agli immigrati.
"Non è possibile affrontare tali delicate questioni prescindendo dalla valutazione del «costo» - dice Negri in un articolo pubblicato su La Verità - non soltanto economico ma anche umano e sociale, di tale accoglienza (...) A me pare (e sin dai primi momenti io mi ero mosso in questa direzione) che considerare tutti i fattori, e considerarli a tutti i livelli, prima ancora di produrre un giudizio del tipo «tutti dentro» o «tutti fuori», sia assolutamente necessario per chi volesse operare non solamente con realismo e saggezza ma anche con salutare gradualità".
Il ragionamento del vescovo emerito non fa una piega. E attacca chi invece ha affrontato la questione immigrazione in maniera ideologica. Poco consona non solo a chi deve guidare un Paese, ma anche a chi è espressione della vita religiosa di uno Stato. O della Chiesa. Sullo Ius soli, la cittadinanza ai figli degli immigrati, la storia è più "complessa", ma ugualmente critica. La legge "considerata a torto o a ragione come elemento fondamentale di una vera integrazione" è sbagliata, perché la cittadinanza "non può diventare oggetto di una concessione automatica né meccanica che non implichi la valutazione dei fattori che sono in gioco, di tutti i fattori e a tutti i livelli". E tra i fattori in campo cìè anche la tradizione di un'Europa cristiana (che si è dimenticato di esserla). "Di fatto è in gioco una realtà di storia, tradizione, cultura, lingua e, in senso più ampio, di popolo che si pensa, o si decide, di poter concedere meccanicamente a chi o non ne è partecipe originariamente o non né è proprio partecipe, o addirittura non ne vorrebbe essere partecipe (...) Il problema della concessione della cittadinanza implica dunque l’apertura, nell’ambito dell’integrazione, di un dialogo fra le parti in gioco, senza che nessuno possa pretendere che gli sia concesso automaticamente ciò che da nessuna struttura della vita politica e giuridica del nostro Occidente è stato mai concesso in modo meccanico".
Negri rigetta sia il "chiusurismo malvagio" che l’"aperturismo buonista". E critica anche l'approccio della Chiesa italiana al tema. Troppo spesso piegata su posizioni aperturiste ed eccessivamente presenti nel dibattito politico. La Chiesa deve guidare le anime, non decidere le leggi. "La realtà religiosa non può pretendere di arrivare a formulare in maniera autoritativa soluzioni - scrive Negri - perché non le competono. Alla realtà ecclesiale compete il compito straordinario di educare il popolo cristiano" non di sconfinare nel definire le "soluzioni politiche", che "eccedono l’ambito di intervento strettamente religioso". "Giova ricordare - conclude il vescovo emerito - che la soluzione di questi problemi, specificatamente politici, è competenza esclusiva del popolo, che certamente legifera attraverso il Parlamento, ma che ha anche la possibilità di respingere soluzioni legislative che non sentisse adeguatamente espressive delle sue istanze fondamentali, attraverso quei democratici strumenti che arrivano fino al referendum abrogativo". Impossibile non notare una critica alla decisione di papa Francesco di dare il suo appoggio allo Ius Soli nella lettera per la giornata mondiale delle migrazioni.

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