Del San Francesco contestatore, sciamano e alieno…
Ci sono alcune date, nel corso dell’anno, in cui un cattolico è costretto, nonostante la loro festività, ad arrabbiarsi: in primis, Pasqua e Natale (divenute, soprattutto la seconda, la sagra del consumismo), il 31 ottobre (la Vigilia di Ognissanti, rimpiazzata da quell’americanata di Halloween) e, venendo a noi, il 4 ottobre, giorno della festa di San Francesco d’Assisi.
Il Serafico Patriarca, uno dei più grandi e venerati santi della Chiesa Cattolica, di cui era devoto figlio, dovette subire una prima travisazione da parte di alcuni dei suoi stessi frati (stiamo parlando delle vere e proprie lotte che videro contrapposti diversi rami di francescani immediatamente dopo la morte del fondatore e per almeno un secolo) e, soprattutto, da parte dei primi riformatori protestanti (vedasi alcune stampe che mostravano San Francesco sdegnato per la corruzione papista e supportatore delle idee di Lutero e Calvino); si trattò, tuttavia, di fenomeni circoscritti, e dal tempo (la crisi dell’ordine, durata un secolo) e da altri motivi (i protestanti finirono per rifiutare in sé la mediazione e il culto dei santi, Serafico Patriarca compreso).
Calmatasi per almeno trecento anni la situazione, bisognerà attendere i positivisti anticlericali ottocenteschi per avere nuove rivisitazioni di San Francesco: ecco quindi il San Francesco ribelle, o il San Francesco mago e sciamano; si trattava, tuttavia, di fenomeni diffusi solamente in qualche Accademia o in qualche Circolo, e non raggiunsero mai il popolo.
Il vero problema cominciò, manco a dirlo, con la crisi post-Vaticano II: nel pieno marasma post-conciliare, torme di fedeli laici, chierici e perfino religiosi (anche e soprattutto dello stesso ordine francescano) diffusero l’immagine e l’idea di un San Francesco proto-modernista e teologicamente progressista ante litteram, un vero e proprio contestatore non solo politico, ma addirittura ecclesiale; e questa volta, non si trattò di una mera campagna accademica, ma fu capillare e coinvolse amplissimi strati di popolazione. Quante volte è toccato leggere, soprattutto all’approssimarsi del 4 ottobre, a proposito di un San Francesco pauperista, ecologista, “cattolico del dissenso”! Come faceva giustamente notare Benedetto XVI, come fu creato un artificiale Cristo della Storia (separato dal Cristo della Fede, come fosse possibile una contraddizione, come fosse possibile dividere Cristo), così venne creato, diviso un San Francesco della Storia (peraltro, mai esistito) dal San Francesco della Chiesa (di cui fu, ribadiamo, figlio devotissimo).
Esauritasi o quasi anche questa spinta propulsiva (vedasi l’incredibile gesto del famoso Padre Giorgio De Capitani, che è arrivato a ripudiare San Francesco, accusato di oscurantismo e superstizione a causa del Perdono di Assisi), ciò legato alla sempre più avanzata e canuta età dei neomodernisti, ne è rimasta un’altra, diffusasi a partire dagli ultimi due/tre decenni: quella del San Francesco ambientalista (una variante, possiamo chiamarla così, laica) e quella del San Francesco new age/cosmico (una variante, possiamo invece chiamarla così, religiosa).
San Francesco è diventato così un animalista e un ambientalista (dimenticando che il suo amore per gli animali e l’ambiente era dovuto all’adorazione di Dio, Creatore di tutte le cose) o, anche, uno spiritualista, un guru, un qualsiasi illuminato e sicretico maestro (dimenticando, qui, che lui, di Maestro, ne serviva e imitava uno solo, e non certo uno tra i tanti).
Per esempio, qualche tempo fa avevo avuto modo di adocchiare il programma di una serie di convegni (tenuti ad Assisi dall’Associazione Alveare) che aveva il seguente titolo: «"Con tutte le creature" anche quelle spirituali e aliene»; tra le conferenze, spiccava quella dal titolo “La Bibbia non è un libro sacro”. Cosa c’entri tutto questo con il Serafico Patriarca non è dato sapere, ma, di sicuro, fa arrabbiare, e tanto: ogni anno, all’avvicinarsi del 4 ottobre, ne dobbiamo sempre leggere una nuova a proposito del nostro amato santo!
San Francesco d’Assisi non fu nulla di tutto ciò: non fu il precursore del protestantesimo o l’ispiratore di ribellioni politiche ed ecclesiali; non fu il pauperista e il sincretista anticipatore dei “frutti del Concilio”; non fu un illuminato tra i tanti o un guru della Nuova Era dell’Acquario (peraltro, adesso, passata pure di moda); non fu, infine, il precursore di culti ufologici o del c.d. “potenziale umano”.
San Francesco d’Assisi fu figlio del Medioevo e figlio, devoto figlio, della Chiesa Cattolica; fu un convertito, un asceta, un uomo di preghiera, un amante della Santa Messa e dell’Eucaristia e della Madre di Dio. Non altro.
Cerchiamo, imitiamo e chiediamo queste cose da lui, che fu uno dei prediletti da Nostro Signore Gesù Cristo: non gli ufo o generiche spiritualità contano, ma, nell’Ultimo Giorno, di essere accolti in Cielo!
“Non appoggiarti all’uomo, deve morire; non appoggiarti all’albero, deve seccare; non appoggiarti al muro, deve crollare. Appoggiati a Dio, a Dio soltanto. Lui rimane sempre!”
di Roberto De Albentiis
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