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mercoledì 11 ottobre 2017

Memoria non santa


L’intercomunione e la messa ecumenica in cammino… con la benedizione di Francesco



Partecipanti al seminario



Dal 6 al 9 settembre 2017, presso la comunità ecumenica di Bose, la Taizé italiana, si è tenuto il seminario annuale, quest’anno dedicato al «dono dell’ospitalità» e in particolare all’«ospitalità eucaristica» e all’«accoglienza dello straniero».

I monaci e le monache di Bose, che «appartengono a Chiese cristiane diverse», diretti dal loro fondatore, il super-ecumenista e progressista frate laico Enzo Bianchi, battezzato nella religione cattolica, ma più che cattolico secondo degli Italiani, hanno invitato ortodossi, luterani, anglicani e cattolici a discutere e a riflettere sul tema proposto.


Papa Francesco ha benedetto questa iniziativa interreligiosa con una lettera di lode inviata il 18 agosto agli organizzatori e ai partecipanti. Rivolgendo agli interessati «il mio cordiale saluto», egli ha tenuto a rendere onore al «contributo al comune cammino verso la piena unità» che la comunità di Bose apporta da 25 anni e ha augurato a tutti «che tale chiamata sia ravvivata dall’ascolto umile e sincero e dalle riflessioni di questi giorni, perché crescano sempre più sentimenti fraterni e maturi un’autentica “ospitalità del cuore”, così che, mentre peregriniamo insieme verso il Regno, siamo sospinti a intraprendere passi più coraggiosi e concreti verso la piena comunione

Da parte sua, il Vaticano ha inviato i suoi rappresentanti a questo colloquio, tra i quali c’era il cardinale Severino Poletto, arcivescovo emerito di Torino, alcuni vescovi e Don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza Episcopale Italiana.

Il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bertolomeo I, ha aperto il seminario. Dopo di lui hanno preso la parola il patriarca greco-ortodosso di Alessandria, Theodoros II, il frate laico Enzo Bianchi e il frate Alois, Priore di Taizé, davanti ad un pubblico di personalità religiose di tutte le confessioni cristiane.

L’ospitalità in oggetto è stata esaminata, non solo dal punto di vista storico, spirituale e naturale, ma anche sotto il prisma dell’ecumenismo: accogliere lo straniero significa riceverlo a tavola. Di conseguenza, significa condividere «la cena del Signore»: così che la comunione diventa il sacramento dell’ospitalità e la Messa un banchetto ecumenico.

I ricercatori, religiosi ed oratori hanno messo l’accento su come superare «lo scandalo della divisione», riflettendo sui «passi coraggiosi e concreti» da compiere per andare verso «la piena comunione» e giungendo alla conclusione che bisogna uscire dallo «stallo di una Eucarestia che continua a dividere»… così si è espresso il delegato dei vescovi italiani, Don Cristiano Bettega, il quale ha sottolineato che «la possibilità di riunirsi intorno alla stessa tavola, di condividere, non solo la parola, ma anche il pane e il vino dell’Eucarestia, rimane l’orizzonte verso il quale bisogna camminare e al tempo stesso la ferita che continua a sanguinare».

Per effettuare i «passi più coraggiosi» auspicati da Papa Francesco, niente di meglio che mettere subito in pratica il rimedio emerso delle loro riflessioni: come annota il sito italiano Anonimi della Croce, si sono svolti delle concelebrazioni comuni tra conciliari, ortodossi e protestanti!

Con la benedizione di Papa Francesco che è tutt’altro che ostile a «una Santa Memoria» che si possa «celebrare» «in comunione» con tutti i cristiani insieme, la Messa ecumenica e l’intercomunione, i veri obiettivi di questo seminario sul «dono dell’ospitalità», sono stati l’oggetto di questo incontro come una sorta di anteprima generale…



Preghiera ecumenica a Bose













di Francesca de Villasmundo

Pubblicato sul sito Media Press Info

Le immagini sono nostre

Abbiamo aggiunto in calce alcune immagini che mostrano
il falso monaco Enzo Bianchi in compagnia degli ultimi tre papi conciliari


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