ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 12 ottobre 2017

Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genetrix.

Consacrazione al Cuore Immacolato



Domani, venerdí 13 ottobre, centesimo anniversario dell'ultima apparizione della Vergine a Fatima, nella chiesa della Missione, ci consacreremo al Cuore Immacolato di Maria. Per chi può unirsi a noi spiritualmente, questo è l’orario:

17:00 (12:30 UTC; 14:30 Roma; 08:30 New York): SANTO ROSARIO
17:30 (13:00 UTC; 15:00 Roma; 09:00 New York): SANTA MESSA
18:00 (13:30 UTC; 15:30 Roma; 09:30 New York): ATTO DI CONSACRAZIONE

Qui di seguito l'Atto di consacrazione in inglese, seguito dalla traduzione in italiano:

Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genetrix.
Under your protection we take refuge, O Holy Mother of God.

1. O Most Blessed Virgin Mary, as you appeared at Fatima,
you desired that the Church
should take refuge in your Immaculate Heart.
You promised to the three little shepherds:
“My Immaculate Heart will be your refuge
and the way that will lead you to God.”
Heeding your call and relying on your promise,
today, on the hundredth anniversary of your last apparition,
we throw ourselves at your feet,
to entrust ourselves to you and plead for your protection.
We first renew the promises of our Baptism and Confirmation;
those among us who committed themselves
to follow your Son more closely
renew their religious vows;
those who participate in Christ’s priesthood as ordained ministers
renew their priestly promises.
But today we also want to consecrate ourselves
— or renew our consecration — to you,
who are our Mother, our Lady and our Queen.
We are yours, and yours we wish to be:
we devote to you all that we have, all that we love, all that we are;
to you we give our bodies and our souls, our minds and our hearts;
we desire that all that is in us and around us may belong to you.
We want to be yours in prosperity and adversity, in joy and sorrow,
in health and sickness, in life and death;
we place ourselves and our loved ones
completely in the sanctuary of your Heart.
Protect, we beseech you, our families, our communities,
our relatives, our friends
and all those who entrust themselves to our prayers.
Be for all the refuge you have promised!

Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genetrix.
Under your protection we take refuge, O Holy Mother of God.

2. Today we wish to commend to you our Christian Community.
This Mission is just a little flock;
but, relying on the word of your Son, we do not fear,
for it has pleased the Father to give us his kingdom.
We have nothing to exhibit but our poor faith, hope and charity,
and our tender devotion to you,
whom we venerate as the Mother of Divine Providence.
Bless, we beseech you, the Holy Father,
the Pastor of the universal Church,
and me, your unworthy son and servant,
to whom he has entrusted this portion of the people of God;
bless our priests, our religious men and women,
and all the faithful
who belong, however provisionally, to this sheepfold.
Grant that our Mission may grow in the eyes of God
and make present, in all her orders,
the Holy Catholic Church in Afghanistan.
We believe that your Son has in this country other sheep
that do not belong to this fold:
these also he must lead, and they will hear his voice,
and there will be one flock, one Shepherd.

Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genetrix.
Under your protection we take refuge, O Holy Mother of God.

3. For this reason, we also want today
to vow to your Immaculate Heart the country where we live.
It is not our homeland, but it has become our home.
It is so dear to us; and we know that it is even dearer to you.
The Afghans do not belong to our flock,
but they are our brothers and your children;
they, too, have been redeemed by the blood of your Son.
Their country has been torn by war for so many years.
So far, all human efforts proved to be useless:
weapons, diplomacy and politics have failed.
There is nothing left to do but to have recourse to you.
You are all-powerful by grace;
you are our last resort:
if you do not listen to us, we would not know who to turn to.
Grant, we beseech you, the long-awaited peace to Afghanistan:
disarm the hands of the violent,
clear hatred from hearts,
put an end to fratricidal struggles,
heal the wounds of a diseased society,
reopen the ways of dialogue, confidence and cooperation.
Give to this country reconciliation, harmony, moral integrity, justice,
order, security, stability and freedom.
From this land the star rose which led the Magi to worship your Son:
you, who are the Morning Star,
be for this people the star that will lead them to Christ.
And, since Afghanistan is the heart of Asia,
from here enlighten with your splendor
all the peoples of this vast continent,
where the Son of God—your Son!—willed to pitch his tent among us.
Hasten the coming of his kingdom;
hasten the triumph of your Immaculate Heart!

O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria!

Hail, Holy Queen, Mother of Mercy,
our life, our sweetness and our hope.
To you do we cry,
poor banished children of Eve.
To you do we send up our sighs,
mourning and weeping in this valley of tears
Turn then, most gracious advocate,
your eyes of mercy toward us,
and after this exile
show unto us the blessed fruit of your womb, Jesus.
O clement, O loving, O sweet Virgin Mary.

Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genetrix.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio.

1. O Beatissima Vergine Maria, apparendo a Fatima,
hai voluto che la Chiesa trovasse rifugio nel tuo Cuore Immacolato.
Tu hai promesso ai tre pastorelli:
«Il mio Cuore Immacolato sarà il vostro rifugio
e la via che vi condurrà a Dio».
Accogliendo il tuo invito e confidando nella tua promessa,
oggi, centesimo anniversario della tua ultima apparizione,
ci prostriamo ai tuoi piedi
per affidarci a te e implorare la tua protezione.
Rinnoviamo innanzi tutto le promesse del Battesimo e della Cresima;
quanti fra noi si sono impegnati a seguire il tuo Figlio piú da vicino
rinnovano i loro voti religiosi;
quelli che partecipano al sacerdozio di Cristo come ministri ordinati
rinnovano le loro promesse sacerdotali.
Ma oggi vogliamo anche consacrarci
— o rinnovare la nostra consacrazione — a te,
che sei nostra Madre, nostra Signora e nostra Regina.
Noi siamo tuoi e tuoi vogliamo essere:
ti dedichiamo tutto ciò che abbiamo, tutto ciò che amiamo,
tutto ciò che siamo;
a te diamo il nostro corpo e la nostra anima,
la nostra mente e il nostro cuore;
desideriamo che tutto ciò che è in noi e intorno a noi ti appartenga.
Vogliamo essere tuoi nella prosperità e nell’avversità,
nella gioia e nel dolore,
nella salute e nella malattia, nella vita e nella morte;
poniamo tutti noi stessi e i nostri cari nel santuario del tuo Cuore.
Proteggi, ti supplichiamo, le nostre famiglie, le nostre comunità,
i nostri parenti, i nostri amici
e tutti coloro che si affidano alle nostre preghiere.
Sii per tutti il rifugio che hai promesso!

Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genetrix.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio.

2. Oggi vogliamo raccomandare a te la nostra Comunità cristiana.
Questa Missione è solo un piccolo gregge;
ma, confidando nella parola del tuo Figlio, non temiamo,
perché al Padre è piaciuto di dare a noi il suo regno.
Non abbiamo nulla da esibire,
se non la nostra povera fede, speranza e carità,
e la nostra tenera devozione a te,
che veneriamo come Madre della Divina Provvidenza.
Benedici, ti supplichiamo, il Santo Padre,
Pastore della Chiesa universale,
e me, indegno tuo figlio e servo,
al quale egli ha affidato questa porzione del popolo di Dio;
benedici i nostri sacerdoti, i religiosi e le suore, e tutti i fedeli
che appartengono, seppur temporaneamente, a questo ovile.
Concedi che la nostra Missione possa crescere agli occhi di Dio,
e rendere presente, in tutti i suoi ordini,
la Santa Chiesa Cattolica in Afghanistan.
Noi crediamo che il tuo Figlio ha in questo paese altre pecore
che non appartengono a questo recinto:
anche quelle egli deve guidare; e ascolteranno la sua voce
e diventeranno un solo gregge, un solo Pastore.

Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genetrix.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio.

Per questo, oggi vogliamo consacrare al tuo Cuore Immacolato
anche il paese in cui viviamo.
Non è la nostra patria, ma è diventato la nostra dimora.
Ci è molto caro; e sappiamo che è ancor piú caro a te.
Gli Afghani non appartengono al nostro gregge,
ma sono nostri fratelli e figli tuoi;
anche loro sono stati redenti dal sangue del tuo Figlio.
Da lunghi anni il loro paese è lacerato dalla guerra.
Finora tutti gli sforzi umani si sono rivelati inutili:
le armi, la diplomazia e la politica hanno fallito.
Non ci resta che ricorrere a te.
Tu sei onnipotente per grazia;
tu sei la nostra ultima spiaggia:
se tu non ci ascolti, non sapremmo a chi rivolgerci.
Concedi, ti supplichiamo, la sospirata pace all’Afghanistan:
disarma la mano dei violenti,
sgombra i cuori dall’odio,
poni fine alle lotte fratricide,
risana le ferite di una società malata,
riapri le vie del dialogo, della fiducia e della cooperazione.
Da’ a questo paese riconciliazione, armonia, integrità morale, giustizia,
ordine, sicurezza, stabilità e libertà.
Da questa terra è sorta la stella
che condusse i Magi ad adorare tuo Figlio:
tu, che sei la Stella del mattino,
sii per questo popolo la stella che li conduce a Cristo.
E, siccome l’Afghanistan è il cuore dell’Asia,
da qui illumina col tuo splendore
tutti i popoli di questo vasto continente,
nel quale il Figlio di Dio — tuo Figlio! —
ha voluto piantare la sua tenda in mezzo a noi.
Affretta la venuta del suo regno;
affretta il trionfo del tuo Cuore Immacolato!

O clemens, o pia, o dulcis Virgo Maria!

Salve, Regina, madre di misericordia,
vita, dolcezza e speranza nostra, salve.
A te ricorriamo, esuli figli di Eva;
a te sospiriamo, gementi e piangenti in questa valle di lacrime.
Orsú dunque, avvocata nostra,
rivolgi a noi gli occhi tuoi misericordiosi.
E mostraci, dopo questo esilio,
Gesú, il frutto benedetto del tuo seno.
O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria!
Q
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CHIUSURA CENTENARIO APPARIZIONI DI FATIMA:

13 OTTOBRE 1917/2017


recita del santo Rosario tutti insieme,
in qualunque parte d’Italia ci troviamo:
da soli o in piccoli gruppi, in chiesa, nei campi o altrove:

venerdì 13 ottobre 2017
alle ore 17,30
da offrire alla Madonna perché
presenti queste nostre suppliche a suo Figlio Gesù
e le trasformi in grazie e benedizioni
per tutti noi italiani e per le nostre famiglie
così esposte a tutti i pericoli dell’anima e del corpo. 

PREGHIERA PER L’ITALIA A SAN GIUSEPPE

Glorioso San Giuseppe,
sposo della Vergine Maria, Madre di Gesù
tu che sei Patrono della Chiesa universale,
ascolta le suppliche che ti rivolgiamo
in quest’ora di confusione e di decadimento:
proteggi l’Italia e tutte le nostre famiglie. 
Quell’Italia scelta con predilezione da Cristo
per collocarvi la Sede del Suo Vicario, il Papa,
quell’Italia disseminata dei Santuari
della Vergine Maria, e forgiata dai Santi.

Ottienici, con la tua potente intercessione,
unita a quella della tua Santissima Sposa,
uomini nuovi,

che abbiano il coraggio di abrogare
le inique leggi contro Dio e contro l’uomo.
Fa’ che la nostra Patria possa continuare ad essere
centro vivo di civiltà cristiana,
faro di luce in tutto il mondo,
terra di Santi per la gloria di Dio
e per la salvezza di tutti gli uomini.

Gesù, Giuseppe e Maria, benedite, proteggete e salvate l’Italia,
Così sia
Un esempio o un “segno”?
Il “Rosario alle frontiere” della Polonia cattolica

L’esempio seguito in Italia il 13 ottobre 2017


Uno dei motti della nazione polacca è “Polonia semper fidelis”, risalente al 1658 quando Papa Alessandro VII chiamò la città di Lviv: città del Leone, Leopoli (Lwów), in riconoscimento dell’eroica lotta degli abitanti in difesa dell’Europa cristiana minacciata dall’invasione musulmana.


A dispetto del pesante destino toccato alla Polonia di dover subire la dittatura comunista dopo aver vissuto il diffondersi del laicismo e del liberalismo, il popolo polacco è rimasto profondamente e diffusamente cattolico. Non a caso è così sentita la venerazione della Madonna, rappresentata principalmente dal culto dell’icona miracolosa della Madonna di Czestochowa, la Madonna nera, incoronata 300 anni fa, l’8 settembre 1717, “Regina della Polonia”.

In questi ultimi decenni, la Polonia è stata una delle poche nazioni europee che ha resistito alle pressioni dell’Unione Europea perché si aprissero le frontiere al dilagare dell’arrivo in massa dei musulmani, i cosiddetti “rifugiati”.


Sono questi i presupposti sui quali è nata l’iniziativa promossa dalla Fondazione «Solo Dios basta», fondata in Polonia nel 2015 allo scopo di diffondere l’evangelizzazione sulla base delle parole di Nostro Signore: «Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo ad ogni creatura» (Mc 16, 15). Iniziativa che ha visto un milione di fedeli radunarsi in gruppi lungo le frontiere della nazione.

Intervistato dal sito life site news, Maciej “Maciek” Bodasiński, uno degli organizzatori dell’evento, ha precisato che
«Quest’anno 2017, nel 100° anniversario delle rivelazioni della Madre di Dio a Fatima, vogliamo corrispondere al suo appello e recitare il Rosario per la salvezza del mondo. Il “Rosario ai confini” non è una crociata perché non vogliamo combattere contro nessuno. Seguiamo fermamente il suo comando e pregheremo ai confini del nostro Paese, affinché la Misericordia di Dio non sia limitata a nessun confine. […] Noi vogliamo pregare per la conversione a Cristo della Polonia, dell’Europa e del mondo intero, così che quante più anime è possibile siano salvate dalla dannazione eterna e ritrovino il loro cammino verso Dio. […] Di fronte alla crescente tensione, alle minacce di guerra e al terrorismo, vogliamo pregare per la pace nel mondo. Ma la pace intesa come la pace di Dio, la pace del cuore. […] Con la nostra preghiera non cerchiamo di “forzare” una qualche azione di Dio. Semplicemente vogliano chiedere al Signore attraverso Sua Madre di risanare le nostre radici, così che possiamo dare ancora frutto.»

L’iniziativa è stata condivisa da tutti i gruppi di polacchi sparsi nel mondo, e in Polonia, col sostegno della Conferenza Episcopale, sono state messe a disposizione tutte le chiese che si trovano lungo i confini, dove sono state celebrate delle S. Messe in onore della Madonna del Rosario, la Madonna delle Vittorie, titolo che venne coniato da San Pio V per ricordare la vittoria a Lepanto contro il tentativo di invasione musulmana, il 7 ottobre 1571.

In Italia verrà seguito l'esempio dei cattolici polacchi, su iniziativa della AIASM(Associazione Italiana Accompagnatori Santuari Mariani) venerdì 13 ottobre 2017.
All’iniziativa ha aderito anche il Distretto italiano della Fraternità San Pio X.

Riportiamo l’invito diffuso dalla AIASM:

La AIASM (Associazione Italiana Accompagnatori Santuari Mariani) seguendo gli insegnamenti di Maria e seguendo il bellissimo esempio dei fratelli polacchi, il 13 ottobre alle ore 17.30 indice la più potente iniziativa per la pace: “il digiuno e la preghiera del Santo Rosario”.


Su tutto il territorio Nazionale ogni uomo/donna di buona volontà si rechi quindi nella propria Parrocchia e/o crei gruppi di preghiera con la stessa intenzione dei fratelli Polacchi: “Chiedere alla Madonna di salvare l’Italia e l’Europa dal nichilismo islamista e dal rinnegamento della fede cristiana”.


La Recita del Rosario comincerà alle ore 17.30, il digiuno a pane ed acqua (come chiede Maria) tutto il giorno... Chi non può digiunare ricordi che può fare rinunce.

Anche in Italia si richiede di essere in stato di grazia (previa confessione sacramentale).

Ma perché proprio il Rosario ed il digiugno? 
La Madonna ci insegna che il Rosario è la più potente arma contro il male e con il digiuno si possono fermare anche le guerre e gli eventi naturali.
 Quindi nel suo centenario dalle Apparizioni di Fatima imploriamo proprio questo e venerdì 13 ottobre 2017 alle ore 17.30, uniti, eleviamo al Cielo le nostre preghiere.



Tali iniziative non hanno bisogno di alcun commento, esse parlano da sé, e suggeriscono che in questi tempi così calamitosi per la vita spirituale dei cattolici, di fronte al cedimento delle gerarchie ecclesiastiche alle lusinghe del mondo, è come se il Signore chiamasse a raccolta i veri fedeli perché si adoperino per il mantenimento della fede nel mondo.

Il fatto che l’esempio dei Polacchi sia seguito a suo modo anche in Italia, ci sembra che possa costituire un “segno” di “riscossa cristiana”, suggerita dall’ispirazione divina nei cuori dei fedeli.
Un segno che potrà determinare una universale presa di coscienza dei fedeli per rimanere saldi nella fede anche senza bisogno di organismi o di organizzazioni specifiche, basta sapere di esserci e perseverare nella preghiera: per sé, per le proprie famiglie, per le nazioni di appartenenza e per il mondo intero, così da costituire un baluardo spirituale, radicato in terra e assistito dal Cielo, capace di contrastare fin d’ora l’incombente sopraggiungere delle orde demoniache che, sotto forma di governi mondiali, si accingono a preparare l’avvento dell’Anticristo.

Oggi più che mai vale l’esortazione del primo Papa, San Pietro: «Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede, sapendo che i vostri fratelli sparsi per il mondo subiscono le stesse sofferenze di voi.» (I Pt. 5, 8-9)


A titolo documentario, segnaliamo alcuni filmati sul “Rosario alle frontiere”, diffusi su Youtube:
https://www.youtube.com/watch?v=MzYKPQwz0vc

https://www.youtube.com/watch?v=qzBnVfx-FgE

https://www.youtube.com/watch?v=j8_dpuIKUvQ

https://www.youtube.com/watch?v=IF5pUQ0pU_0

e riproduciamo alcune foto dell'evento:









































http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2180_Rosario_Polonia_un_esempio_un_segno.html

La Hispanidad benedetta da Maria


Il 12 ottobre, nel mezzo di un trittico mariano che inizia con la festa della Divina Maternità di Maria (l’11) e finisce con la commemorazione dell’ultima apparizione di Fatima (il 13, e quest’anno saranno i cento anni), si celebrano due importanti feste della Madonna, distanti nel tempo ma unite da un misterioso filo conduttore: la festa della Beata Vergine Maria del Pilar e la festa della Beata Vergine Maria Aparecida; accanto a queste, unite da queste, si celebrano la Hispanidad e si ricorda la scoperta dell’America di Cristoforo Colombo.
Secondo un’antica tradizione, nell’anno 40 la Madonna sarebbe apparsa all’apostolo San Giacomo il Maggiore (Patrono di Spagna, sepolto a Santiago de Compostela), per confortarlo in un momento molto difficile del suo apostolato, sopra un prezioso pilastro di diaspro, che si conserva ancora oggi nonostante i secoli passati, le vicissitudini – compresi guerre e incendi – e i baci e gli omaggi dei pellegrini – tra i quali si segnala San Giovanni Paolo II, il Papa mariano e viaggiatore per eccellenza –; la Basilica del Pilar (pilastro in spagnolo), costruita sopra un’antica cappella edificata proprio da San Giacomo, sarebbe quindi il santuario mariano più antico d’Europa e tra i più antichi della Cristianità. Da secoli la Madonna del Pilar si festeggia al 12 ottobre, e questa data ha rappresentato fino ad oggi una giornata molto significativa per generazioni di spagnoli.

Il 12 ottobre 1492, quasi al termine dell’anno che aveva visto la Spagna, divisa da secoli di dominazione islamica, unita dalla Reconquista dei Re Cattolici, Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, Cristoforo Colombo, una gloria italiana, "scopre" le Americhe, convinto però che fossero le Indie, legando così la storia europea (in particolare italiana, spagnola e portoghese) e cristiana alla nuova storia americana; questo grande evento, importante tanto per la storia secolare quanto sacra, è da ricordare non solo per considerare la bellezza e l'unità della Spagna nell'unica fede e nell'unicità della storia nazionale, non solo per considerare i legami tra Italia e Spagna, ma anche per deplorare le tante sciocchezze odierne sul Columbus Day: a Colombo vengono imputati crimini che non solo non commise lui, ma non commisero nemmeno i conquistatori e i governanti spagnoli e portoghesi, che pure furono in certi casi duri con le popolazioni indigene. Colombo desiderava dialogare e convertire pacificamente gli indigeni, che anzi difese da governatore del Nuovo Mondo, e i grandi imperi spagnolo e portoghese, l'Hispanidad e il Lusotropicalismo, videro l'incontro delle due civiltà, l'europea e l'indigena, e il mescolamento dei vari popoli, che ancora oggi sopravvivono; chi depredò e sterminò non furono gli spagnoli e i portoghesi cattolici, ma gli olandesi, gli inglesi e poi gli statunitensi, protestanti. Oggi si vogliono scioccamente abbattere le statue e gli stessi ricordi di Colombo, ma chi lo propone, oltre ad essere un grande ignorante in storia, è profondamente razzista, perchè bianco e non nero o nativo americano, e perchè, dall'alto della sua ricchezza e istruzione, non sente nè peraltro vuole sentire il parere dei neri e degli indiani e, anche, degli italiani, che difatti negli USA sono molto offesi per l'attacco a Colombo.
Colombo e poi i Re e i popoli spagnoli videro nella data del 12 ottobre una coincidenza provvidenziale, dal momento che si faceva della Spagna e del suo Impero il motore dell’evangelizzazione delle Americhe; come ebbe a dire Pio XII nel 1939, la Spagna era la “Nazione eletta da Dio come principale strumento di evangelizzazione del Nuovo Mondo e come baluardo inespugnabile della Fede Cattolica”, e così lo fu per secoli, tanto che ancora oggi, nonostante lo sfaldamento dell’Impero spagnolo e la larvata secolarizzazione, tanto la Spagna quanto soprattutto i Paesi conquistati e poi evangelizzati (America Latina e Filippina) sono cattolici.
Ma il 12 ottobre si celebra anche un altro evento mariano miracoloso: il 12 ottobre, stesso giorno della festa della Madonna del Pilar, nell’anno 1717 (e quindi si celebrano i 300 anni di questo grande avvenimento), nel fiume Ouro Preto, in Brasile, venne ripescata un’antica statua della Madonna, che venne subito chiamata Aparecida (“Apparsa”), attorno alla quale sorso un grande e venerato santuario, meta dei pellegrinaggi di tutto il Brasile e poi di tutta l’America Latina, anch’esso visitato da Giovanni Paolo II, seguito poi da Benedetto XVI e Francesco.
Questo filo del 12 ottobre, filo divino, provvidenziale e mariano, mostra l’intervento provvidenziale di Dio nella Storia, di cui Gesù è Signore ed Eroe, centro e spartiacque, e dove c’è Gesù non può mai mancare Maria, e Gesù e Maria sono Re e Regina non solo spirituali, ma anche sociali dei Paesi e delle Nazioni; l’Hispanidad è l’idea imperiale della Spagna e del suo grande Impero, così come il Lusotropicalismo è l’idea imperiale del Portogallo e del Brasile. Spagna e Portogallo (legati all’Italia dalla figura d’eccezione di Cristoforo Colombo, Cristobal Colon in spagnolo e Cristovao Colombo in portoghese) hanno portato il messaggio cristiano nel Nuovo Mondo, hanno dato alla Chiesa numerosissimi santi, si sono impegnati nell’ultima grande crociata, la Cruzada contro il comunismo ateo e la massoneria repubblicana, sono state le ultime monarchie cattoliche (i cui Re avevano il titolo, rispettivamente, di Maestà Cattolica e di Maestà Fedelissima), hanno espresso i due ultimi grandi governanti cattolici, Antonio de Oliveira Salazar e Francisco Franco; tutto ciò non poteva essere senza Maria, Signora del Pilar e Signora Aparecida, Patrona della Spagna e del Portogallo e del Brasile e dei loro Imperi! E purtroppo oggi Spagna, Portogallo e Brasile si trovano in crisi: una grande crisi valoriale per ciò che riguarda la Spagna (e Alfonso XIII in esilio disse chiaramente a Pio XI “Nella storia spagnola, scorre liberamente, Santo Padre, la linfa della fede. Se la Croce di Cristo non si innalzerà sul nostro paese, la Spagna cesserà di essere la Spagna!”), una grande crisi economica per ciò che riguarda il Portogallo, una grande diffusione del protestantesimo per ciò che riguarda il Brasile. Solo tornando alla fede cattolica, solo tornando al trono di Maria, si potranno risolvere i tanti problemi di questi grandi Paesi, tanto economici e sociali quanto spirituali. E si può star certi che, se Maria ha prediletto questi Paesi e questi popoli, non li lascerà soli!
A tutti, e in particolare alla Spagna (alla Spagna tutta, Castiglia e Catalogna), al Portogallo e al Brasile, feliz Dia de la Hispanidad e del Lusotropicalismo! All’Europa e alle Americhe, e anche all’Italia, felice Columbus Day!
di Roberto De Albentiis

FATIMA 2017 : PAPA LEONE XIII , BEATA CATERINA EMMERICK , BENEDETTO XVI , E TERESA NEUMANN

SUOR.LUCIA_.DAPICCOLA.jpg
una visione avuta da Papa Leone Xlll  così descritta :
La mattina del 13 ottobre 1884, al termine della Santa Messa, papa Leone XIII rimase immobile davanti al Tabernacolo per circa 10 minuti. Quando si “riprese”, il suo volto era preoccupato e angosciato. Raccontò ai suoi collaboratori che aveva assistito ad un “colloquio” tra Nostro Signore e Satana. Quest’ultimo dichiarava con orgoglio che avrebbe potuto facilmente distruggere la Chiesa, se avesse avuto maggiore potere su coloro che si mettono al suo servizio, e più libertà per circa 100 anni. Il Signore rispose a Satana che gli avrebbe concesso sia più libertà che i cento anni necessari.
Leone XIII rimase così sconvolto da questo “colloquio” che scrisse la famosa preghiera a San Michele Arcangelo per la protezione della Chiesa e volle che fosse recitata, in ginocchio, dopo ogni Santa Messa. Purtroppo, però, con la riforma liturgica post-conciliare, questo dono che Cristo ci fece tramite il suo Vicario, fu messo nel cassetto. La preghiera non è stata più recitata e la stragrande maggioranza dei fedeli nati dagli anni ’70 in poi del secolo scorso non ne conoscono neppure l’esistenza.
La  BEATA Caterina Emmerick parla di circa 80 anni prima dell’anno 2000, dunque verso la fine degli anni ’10 e gli inizi degli anni ’20 del XX secolo. Leone XIII vide quell’insolito “dialogo” un 13 ottobre. Pensandoci   bene.  Satana Potrebbe essere stato liberato dalle catene il 13 ottobre del 1917, giorno dell’ultima apparizione mariana a Fatima, quando ci fu il “miracolo del sole”, e la Madonna promise che «il mio Cuore Immacolato trionferà».
Oltre a queste coincidenze di date, la  conferma arriva da altri due elementi.

Benedetto XVI durante il suo viaggio apostolico a Fatima (11-14 maggio 2010) ricordò l’importanza del centenario delle apparizioni.

Cari pellegrini,
«Sarà famosa tra le genti la loro stirpe, […] essi sono la stirpe benedetta dal Signore » (Is 61, 9). Così iniziava la prima lettura di questa Eucaristia, le cui parole trovano mirabile compimento in questa assemblea devotamente raccolta ai piedi della Madonna di Fatima. Sorelle e fratelli tanto amati, anch’io sono venuto come pellegrino a Fatima, a questa «casa» che Maria ha scelto per parlare a noi nei tempi moderni. Sono venuto a Fatima per gioire della presenza di Maria e della sua materna protezione. Sono venuto a Fatima, perché verso questo luogo converge oggi la Chiesa pellegrinante, voluta dal Figlio suo quale strumento di evangelizzazione e sacramento di salvezza. Sono venuto a Fatima per pregare, con Maria e con tanti pellegrini, per la nostra umanità afflitta da miserie e sofferenze. Infine, sono venuto a Fatima, con gli stessi sentimenti dei Beati Francesco e Giacinta e della Serva di Dio Lucia, per affidare alla Madonna l’intima confessione che «amo», che la Chiesa, che i sacerdoti «amano» Gesù e desiderano tenere fissi gli occhi in Lui, mentre si conclude quest’Anno Sacerdotale, e per affidare alla materna protezione di Maria i sacerdoti, i consacrati e le consacrate, i missionari e tutti gli operatori di bene che rendono accogliente e benefica la Casa di Dio.
Essi sono la stirpe che il Signore ha benedetto… Stirpe che il Signore ha benedetto sei tu, amata diocesi di Leiria-Fatima, con il tuo Pastore Mons. Antonio Marto, che ringrazio per il saluto rivoltomi all’inizio e per ogni premura di cui mi ha colmato, anche mediante i suoi collaboratori, in questo santuario. Saluto il Signor Presidente della Repubblica e le altre autorità al servizio di questa gloriosa Nazione. Idealmente abbraccio tutte le diocesi del Portogallo, qui rappresentate dai loro Vescovi, e affido al Cielo tutti i popoli e le nazioni della terra. In Dio, stringo al cuore tutti i loro figli e figlie, in particolare quanti di loro vivono nella tribolazione o abbandonati, nel desiderio di trasmettere loro quella speranza grande che arde nel mio cuore e che qui, a Fatima, si fa trovare in maniera più palpabile. La nostra grande speranza getti radici nella vita di ognuno di voi, cari pellegrini qui presenti, e di quanti sono uniti con noi attraverso i mezzi di comunicazione sociale.
Sì! Il Signore, la nostra grande speranza, è con noi; nel suo amore misericordioso, offre un futuro al suo popolo: un futuro di comunione con sé. Avendo sperimentato la misericordia e la consolazione di Dio che non lo aveva abbandonato lungo il faticoso cammino di ritorno dall’esilio di Babilonia, il popolo di Dio esclama: «Io gioisco pienamente nel Signore, la mia anima esulta nel mio Dio» (Is 61,10). Figlia eccelsa di questo popolo è la Vergine Madre di Nazaret, la quale, rivestita di grazia e dolcemente sorpresa per la gestazione di Dio che si veniva compiendo nel suo grembo, fa ugualmente propria questa gioia e questa speranza nel cantico del Magnificat: «Il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore». Nel frattempo Ella non si vede come una privilegiata in mezzo a un popolo sterile, anzi profetizza per loro le dolci gioie di una prodigiosa maternità di Dio, perché «di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono» (Lc 1, 47.50).
Ne è prova questo luogo benedetto. Tra sette anni ritornerete qui per celebrare il centenario della prima visita fatta dalla Signora «venuta dal Cielo», come Maestra che introduce i piccoli veggenti nell’intima conoscenza dell’Amore trinitario e li porta ad assaporare Dio stesso come la cosa più bella dell’esistenza umana. Un’esperienza di grazia che li ha fatti diventare innamorati di Dio in Gesù, al punto che Giacinta esclamava: «Mi piace tanto dire a Gesù che Lo amo! Quando Glielo dico molte volte, mi sembra di avere un fuoco nel petto, ma non mi brucio». E Francesco diceva: «Quel che m’è piaciuto più di tutto, fu di vedere Nostro Signore in quella luce che la Nostra Madre ci mise nel petto. Voglio tanto bene a Dio!» (Memorie di Suor Lucia, I, 42 e 126).
Fratelli, nell’udire queste innocenti e profonde confidenze mistiche dei Pastorelli, qualcuno potrebbe guardarli con un po’ d’invidia perché essi hanno visto, oppure con la delusa rassegnazione di chi non ha avuto la stessa fortuna, ma insiste nel voler vedere. A tali persone, il Papa dice come Gesù: «Non è forse per questo che siete in errore, perché non conoscete le Scritture, né la potenza di Dio?» (Mc 12,24). Le Scritture ci invitano a credere: «Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto» (Gv 20, 29), ma Dio – più intimo a me di quanto lo sia io stesso (cfr S. Agostino, Confessioni, III, 6, 11) – ha il potere di arrivare fino a noi, in particolare mediante i sensi interiori, così che l’anima riceve il tocco soave di una realtà che si trova oltre il sensibile e che la rende capace di raggiungere il non sensibile, il non visibile ai sensi. A tale scopo si richiede una vigilanza interiore del cuore che, per la maggior parte del tempo, non abbiamo a causa della forte pressione delle realtà esterne e delle immagini e preoccupazioni che riempiono l’anima (cfr Commento teologico del Messaggio di Fatima, anno 2000). Sì! Dio può raggiungerci, offrendosi alla nostra visione interiore.
Di più, quella Luce nell’intimo dei Pastorelli, che proviene dal futuro di Dio, è la stessa che si è manifestata nella pienezza dei tempi ed è venuta per tutti: il Figlio di Dio fatto uomo. Che Egli abbia il potere di infiammare i cuori più freddi e tristi, lo vediamo nei discepoli di Emmaus (cfr Lc 24,32). Perciò la nostra speranza ha fondamento reale, poggia su un evento che si colloca nella storia e al tempo stesso la supera: è Gesù di Nazaret. E l’entusiasmo suscitato dalla sua saggezza e dalla sua potenza salvifica nella gente di allora era tale che una donna in mezzo alla moltitudine – come abbiamo ascoltato nel Vangelo – esclama: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato». Tuttavia Gesù rispose: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» (Lc 11, 27.28). Ma chi ha tempo per ascoltare la sua parola e lasciarsi affascinare dal suo amore? Chi veglia, nella notte del dubbio e dell’incertezza, con il cuore desto in preghiera? Chi aspetta l’alba del nuovo giorno, tenendo accesa la fiamma della fede? La fede in Dio apre all’uomo l’orizzonte di una speranza certa che non delude; indica un solido fondamento sul quale poggiare, senza paura, la propria vita; richiede l’abbandono, pieno di fiducia, nelle mani dell’Amore che sostiene il mondo.
«Sarà famosa tra le genti la loro stirpe, […] essi sono la stirpe benedetta dal Signore» (Is 61,9) con una speranza incrollabile e che fruttifica in un amore che si sacrifica per gli altri ma non sacrifica gli altri; anzi – come abbiamo ascoltato nella seconda lettura – «tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (1Cor 13,7). Di ciò sono esempio e stimolo i Pastorelli, che hanno fatto della loro vita un’offerta a Dio e una condivisione con gli altri per amore di Dio. La Madonna li ha aiutati ad aprire il cuore all’universalità dell’amore. In particolare, la beata Giacinta si mostrava instancabile nella condivisione con i poveri e nel sacrificio per la conversione dei peccatori. Soltanto con questo amore di fraternità e di condivisione riusciremo ad edificare la civiltà dell’Amore e della Pace.

Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi: «Dov’è Abele, tuo fratello? […] La voce del sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!» (Gen 4, 9). L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo… Nella Sacra Scrittura appare frequentemente che Dio sia alla ricerca di giusti per salvare la città degli uomini e lo stesso fa qui, in Fatima, quando la Madonna domanda: «Volete offrirvi a Dio per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?» (Memorie di Suor Lucia, I, 162).

Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo. In quel tempo erano soltanto tre, il cui esempio di vita si è diffuso e moltiplicato in gruppi innumerevoli per l’intera superficie della terra, in particolare al passaggio della Vergine Pellegrina, i quali si sono dedicati alla causa della solidarietà fraterna. Possano questi sette anni che ci separano dal centenario delle Apparizioni affrettare il preannunciato trionfo del Cuore Immacolato di Maria a gloria della Santissima Trinità.
Fonte : santa sede

Teresa Neumann (1898-1962), la “stigmatizzata bavarese”, la quale ebbe dal Cielo anche il dono delle profezie. In una delle ultime profezie prima della morte disse che il maggior periodo di dominio sul mondo da parte di Satana – potere che avrebbe usato per scagliare un attacco, secondo lui, mortale alla Chiesa, in particolare al papato – sarebbe durato circa 18 anni, dal 1999 al 2017.

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