ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 24 novembre 2017

Findus in scadenza

I giovani galantiniani non esistono

Il vescovo contro il congelamento dello ius soli. Evidentemente non ha visto cosa succede agli ebrei in Francia


“I nostri giovani sono increduli davanti alle motivazioni date per rimandare lo ius soli”, dice Galantino. Non ho ben capito chi siano questi giovani: i giovani italiani? I giovani cattolici? I giovani dell’Azione Cattolica? 

Se riuscissi a identificarli direi loro: se non credete nella politica, credete nella realtà, credete nel raccapricciante resoconto di Stefano Montefiori (Corriere) sugli ebrei residenti in Francia e in particolare nelle periferie islamizzate. Che, proprio in quanto ebrei, vengono sistematicamente irrisi, terrorizzati, presi a sputi e a sassate, picchiati, rapinati, e in metropolitana devono nascondere la stella di David e appena possono si trasferiscono in quartieri più sicuri, nuovi ghetti dorati, o in Israele. Se riuscissi a trovarli, i giovani galantiniani, li pregherei di dirmi se davvero intendono battersi al fianco del vescovo invasionista per trasformare tutte le periferie italiane, anche quelle finora tranquille, in banlieue parigine. Ma secondo me Galantino è un millantatore, i giovani galantiniani non esistono o, se esistono, sono talmente pochi che trovarne uno è difficile come trovare un ebreo con la kippah a Milano in via Padova.
Camillo Langone
http://www.ilfoglio.it/preghiera/2017/11/23/news/i-giovani-galantiniani-non-esistono-164911/

Anna Bono: davvero migranti?



E la chiamavano… primavera! Continua a scendere la frequenza alla Messa


da firenzepost.it – Autore: Camillo Cipriani
Si tratta di una vera e propria fuga dalla Chiesa: i dati resi noti dall’Istat, riferiti alla fine 2016,  rivelano che se nel 2007 una persona su tre (esattamente il 33,43 per cento) dichiarava di frequentare luoghi di culto almeno una volta alla settimana, oggi la percentuale è scesa al 27,5%, minimo storico degli ultimi dieci anni.
Altro che «effetto Bergoglio»! Papa Francesco, così popolare e apprezzato fra il popolo della sinistra, sembra non sortire alcun effetto positivo sulla pratica religiosa degli italiani. Insomma, mentre rimane stabile il numero di coloro che continuano a professarsi cattolici non praticanti, diminuisce progressivamente il numero di coloro che almeno la domenica si recano in una chiesa o in parrocchia per assistere alla funzione religiosa.
I fedeli più assidui (si fa per dire) sono sempre gli italiani in età della pensione (38,7%), accompagnati dai bambini fino ai 13 anni (48,1%). In età adulta si può parlare di un vero e proprio spopolamento della Chiesa: le donne sono le più devote e si attestano al 32,7%, al contrario i maschi sono i meno devoti attestandosi sul 22,1%; percentuale più bassa ma comunque rilevante è invece rappresentata da quanti non frequentano mai luoghi di culto, il 26,7%.
Negli anni del pontificato di Benedetto XVI la partecipazione si è sempre tenuta oltre il 30 per cento mentre è arretrata con Francesco. D’altro canto aumentano quelli che non mettono mai piede in chiesa, neppure la domenica: erano il 18,2% nel 2007 e sono il 22,7 oggi. La diaspora più consistente, però, riguarda il mondo giovanile. Nel segmento di età compreso tra i diciotto e i 24 anni, si è perso una fetta del 30 per cento di fedeli «osservanti», mentre la flessioni è più contenuta tra i 25 e i 29 anni (-20%) per poi tornare ad aumentare nella fascia di età tra i 55 e i 59 anni (30%). Il calo più ridotto è nella fascia di età tra i 40 e i 50 anni (10%)
La presenza nei luoghi di culto, in buona sostanza, è arrivata proprio sotto Bergoglio ai minimi storici. Un risultato tutt’altro che lusinghiero per Papa Francesco.

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