«È lo Spirito di Dio che opera il miracolo dell’unità riconciliata. E lo fa col suo stile, come ha fatto a Pentecoste, suscitando carismi diversi e tutto ricomponendo in un’unità, che non è uniformità, ma comunione. Perciò occorre che stiamo insieme, come i discepoli in attesa dello Spirito, come fratelli in cammino.»
Questa frase fa parte del discorso che papa Bergoglio ha rivolto alla delegazione del “Consiglio Metodista Mondiale” da lui ricevuta a Roma il 19 ottobre 2017, nella Sala Capitolina.
Ovviamente, si parla sempre di ecumenismo, cioè della possibilità di unirsi pur rimanendo divisi, anzi di ricomporre “l’unità riconciliata”: una sorta di sciarada.
Quello che questa volta si scopre è che quanto riferito dagli Atti degli Apostoli non sarebbe esatto, perché papa Bergoglio sembra che abbia saputo altro dallo Spirito Santo.
Vediamo allora cosa riferiscono gli Atti degli Apostoli:
(1, 12-14): Allora ritornarono a … Entrati in città salirono al piano superiore dove abitavano. C’erano Pietro e Giovanni, Giacomo e Andrea, Filippo e Tommaso, Bartolomeo e Matteo, Giacomo di Alfeo e Simone lo Zelòta e Giuda di Giacomo. Tutti questi erano assidui e concordi nella preghiera, insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù …
(1, 26; 2, 1-4): Gettarono quindi le sorti su di loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli. Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.
(1, 26; 2, 1-4): Gettarono quindi le sorti su di loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli. Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all’improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro; ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi.
Fin qui non si parla di “carismi diversi e tutto ricomponendo in un’unità”. Si parla esattamente del contrario: dell’unità degli Apostoli che erano “assidui e concordi nella preghiera” e che è su di essi, così uniti, e su “alcune donne e con Maria, la madre di Gesù” che scende lo Spirito Santo promesso da Gesù.
E gli Atti proseguono:
(2, 14): Allora Pietro, levatosi in piedi con gli altri Undici, parlò a voce alta…
(2, 36): Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!
(2, 41): Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.
(2, 42, 44, 46-48): Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli Apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. … Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; … Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
(2, 36): Sappia dunque con certezza tutta la casa di Israele che Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso!
(2, 41): Allora coloro che accolsero la sua parola furono battezzati e quel giorno si unirono a loro circa tremila persone.
(2, 42, 44, 46-48): Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli Apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere. … Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; … Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
Da cui si comprende che non si parla neanche lontanamente di “unità riconciliata” o di “unità ricomposta”; si parla piuttosto di aumento del numero dei fedeli che si “unirono a loro” [gli Apostoli] e che “tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane”.
Si parla di una unità che c’era prima di ogni cosa, intorno a Pietro e agli Apostoli e a Maria, unità che da quel momento sarebbe stato possibile spezzare solo per colpa di coloro che invece di rimanere “uniti a loro [gli Apostoli]” e invece di “frequentare il tempio” insieme e di “spezzare il pane” insieme, avessero deciso di fare tutto per conto loro, a modo loro, nonostante fossero battezzati.
L’unità di cui parlano gli Atti è l’unità dell’unica Chiesa voluta da Cristo, l’unità di “coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune”. Spezzata tale unità, l’unico modo per comporla è ripristinare la comunione con gli Apostoli e con Pietro e con Maria.
Questo è quello che riportano gli Atti degli Apostoli: è in questo che consiste l’opera dello Spirito Santo… le estrapolazioni di papa Bergoglio sono tutta farina del suo sacco, farina che peraltro è ormai andata a male dopo la contaminazione verificatasi col Vaticano II e col falso ecumenismo che nonostante tutto Bergoglio pretende di praticare più e meglio di tutti.
Ma almeno avesse la decenza di non chiamare in causa lo Spirito Santo e la Pentecoste per cercare di far passare per buona la sua farina avariata!
Abbiamo torto? Forse che i sedicenti cristiani che stanno fuori dalla Chiesa non sarebbero “battezzati”?
Noi diciamo di no, perché la verità è che tutti questi sedicenti cristiani non sono stati battezzati dagli Apostoli, ma si sono semplicemente “auto-battezzati”, se così si può dire.
Vediamo allora chi sono i metodisti; e non avendone noi una sufficiente conoscenza, ci affidiamo a quanto dicono loro stessi (i neretti sono nostri):
Dio ha parlato per mezzo dei suoi profeti e in modo unico in Gesù Cristo. La Bibbia è perciò il fondamento primo della fede e della vita cristiana. La Riforma ha così definito il suo programma: Sola Scrittura, solo Cristo, solo per fede.
La Bibbia, è la sola fonte di conoscenza, di orientamento per la Fede; Gesù Cristo è l’unica sorgente di salvezza, di speranza per gli uomini, la sola autorità per la Chiesa;
la Fede, cioè l’accettazione del dono di Dio, è l’unica via con cui l’uomo può giungere alla salvezza: quindi fondandoci sulla Bibbia non rendiamo alcuna venerazione o culto alla Madonna e ai santi, rifiutiamo l’autorità del Papa sulla Chiesa, sui credenti, rifiutiamo il ministero sacerdotale come intermediario fra Dio e gli uomini come detentore del potere sacramentale, riconosciamo due soli sacramenti: il Battesimo che è segno della nostra morte e resurrezione in Cristo; la Cena del Signore, o comunione, o eucarestia, che è il segno visibile della reale, ma spirituale, comunione con la persona e l’opera vivente di Gesù, della comunione fraterna fra coloro che credono il lui.
Un’etica fondata sulla responsabilità e la libertà: Gesù Cristo non ha insegnato una nuova legge che sostituisca l’antica, cioè nuove regole o precetti, ma chiama uomini e donne ad una libertà che si esercita nella responsabilità: per sé e per il prossimo, per la società e per il creato.
Una chiesa come assemblea dei credenti: La chiesa è la società di coloro che in Cristo sono stati chiamati ad una nuova vita. Essa è un’assemblea di eguali, nella quale l’Evangelo viene annunziato e i sacramenti correttamente amministrati. Non ha una sua forma necessaria o fissa, non ha gerarchie ma si amministra da sola sul piano locale, regionale e mondiale, senza ingerenze del potere politico e senza esercitare da parte sua alcun potere.
Questi pochi richiami bastano a rendere ridicola l’affermazione di Bergoglio, secondo cui: «Siamo fratelli che, dopo un lungo distacco, sono felici di ritrovarsi e di riscoprirsi a vicenda, di camminare insieme, aprendo con generosità il cuore all’altro».
E fanno capire quanto sia stolta quest’altra affermazione: «Quando intravediamo segni di vita santa negli altri, quando riconosciamo l’azione dello Spirito Santo nelle altre confessioni cristiane, non possiamo che rallegrarci»
Ora, papa Bergoglio, nonostante cerchi di dare a vedere che è un semplice, non è uno stupido, e la sua confessata frequentazione di ogni sorta di eretici e di miscredenti permette di affermare che lui sa bene chi sono i metodisti. Quindi, queste sue affermazioni possono significare solo che lui intende accomunare la Chiesa cattolica con queste persone che si sono fatte una religione per conto loro; e quindi relegare in un angolo buio i sacramenti, il sacerdozio, i santi, la Madonna e lo stesso papato.
Certo, attraverso il “dialogo” ecumenico, «attraverso un dialogo che proceda con amore della verità, con carità e con umiltà», come osa affermare in questo discorso; ma così dicendo egli sa di mentire, perché non può esserci carità e umiltà senza verità, e la verità è che i metodisti non hanno lo stesso credo dei cattolici: sono un’altra pseudo chiesa che rifiuta l’unica vera Chiesa: la Chiesa cattolica.
Per finire è opportuno notare che Bergoglio ribadisce la concezione manchevole della Chiesa di duemila anni, sorta col Vaticano II, secondo la quale tutti i fedeli chierici e laici in due millenni avrebbero vissuto lontani dal Signore e avrebbero praticato “una testimonianza meno fedele al Vangelo”:
«È bello vedere come il Signore semina largamente i suoi doni, è bello vedere fratelli e sorelle che abbracciano in Gesù la nostra stessa ragione di vita. Non solo: gli altri “familiari di Dio” possono aiutarci ad avvicinarci ancora di più al Signore e stimolarci a offrire una testimonianza più fedele al Vangelo.»
Bergoglio sarà pure “papa”, secondo la legislazione canonica, ma ciò che dice e ciò che fa, dimostra che ha quasi niente di cattolico e che siede sul trono di Pietro più per confutarne la funzione che per praticare il comando del Signore: «tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli» (Lc. 22, 32).
Il Signore ha pregato per Pietro, ma il suo attuale successore non si è ravveduto, ma persiste nell’errore, tale che il suo insegnamento non può servire per confermare i fratelli e quindi va rigettato e, se necessario, condannato.
Nessuno può giudicare il Papa, certo, ma ogni vero cattolico può valutarne le parole, i gesti e gli atti e, se questi sono difformi dall’insegnamento perenne della Chiesa, egli ha il dovere di denunciarli e di respingerli.
di Giovanni Servodio
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.