ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 10 novembre 2017

Pop o bluff?

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Francesco, un Papa “pop” dalla grande “potenza

 semiotica” – di Sergio Perugini

bergoglio-rideInvito a leggere questo articolo dell’agenzia SIR (linkato qui in basso), perché è una fonte di informazioni a dir poco preoccupanti, così come i giudizi in esso espressi. Si evince innanzitutto che il fanatismo intorno a papa Francesco ormai lo ha trasformato in materia di studio da parte delle Scienze della comunicazione e lo ha assurto a nuovo modello semiotico (Semiotica: Scienza dei segni e dei modi in cui si comunica e si significa qualcosa. Cit. Treccani).
Non importa se la sua gestualità e le sue innovazioni in campo religioso siano in netta contrapposizione con la bimillenaria tradizione ecclesiastica e religiosa della Chiesa cattolica, perché ormai lui è diventato un osannato simbolo di rottura con quanto insegnato e predicato dalla resurrezione di Cristo fino al suo arrivo.

Secondo. Il nuovo portale dell’informazione vaticana unificata, che verrà lanciato nei prossimi mesi, ha come fondamento (cito) “una strategia di comunicazione volta a ridurre la distanza con il destinatario, ribadendo l’esigenza della vicinanza all’altro, del dialogo multiculturale e interreligioso” esplicitando “l’idea di Chiesa sollecitata e prefigurata da Francesco sin dalla sua elezione al soglio di Pietro”
Dall’home page del sito della Santa Sede è già stata sfrattata la Bibbia, che invece con Benedetto XVI campeggiava nel bel mezzo, ora, oltre al primo piano di Papa Francesco e ai link con tutto ciò che lo riguarda, che vedremo ancora?
Inutile quindi sperare che questa deriva innovazionistica abbia un termine, perché ormai siamo su un piano inclinato in caduta libera.

Paola de Lillo

Francesco, un Papa “pop” dalla grande “potenza semiotica”

 9 novembre, 2017
http://www.lamadredellachiesa.it/francesco-un-papa-pop-dalla-grande-potenza-semiotica-di-sergio-perugini/
Un contentino per il Cardinale Sarah

                                                               

E’ proprio vero che in caso di naufragio si è disposti ad attaccarsi anche ad una pagliuzza nel tentativo di restare a galla. Visto che la problematica sollevata in questo articolo di oltre oceano è passata sotto silenzio in Italia, provo a riprenderla. Nell’omeliatenuta lo scorso 3 novembre in suffragio di Cardinali e Vescovi defunti nel corso dell’anno, Sua Santità Francesco tra l’altro ha detto:
La prima Lettura esprime una forte speranza nella risurrezione dei giusti: «Molti di quelli che dormono nella regione della polvere si risveglieranno: gli uni alla vita eterna e gli altri alla vergogna e all’infamia eterna» (Dn 12,2). Quelli che dormono nella regione della polvere, cioè nella terra, sono ovviamente i morti, e il risveglio dalla morte non è di per sé un ritorno alla vita: alcuni infatti si sveglieranno per la vita eterna, altri per la vergogna eterna. La morte rende definitivo il “bivio” che già qui, in questo mondo ci sta dinanzi: la via della vita, cioè quella che conduce alla comunione con Dio, o la via della morte, cioè che conduce lontano da Lui. I “molti” che risorgeranno per una vita eterna sono da intendere come i “molti” per i quali è versato il sangue di Cristo. Sono la moltitudine che, grazie alla bontà misericordiosa di Dio, può sperimentare la realtà della vita che non passa, la vittoria completa sulla morte per mezzo della risurrezione.
Quel molti tre volte citato e due volte virgolettato è sembrato, oltre ad una ripresa dei Novissimi che ritornano ad essere i quattro di sempre, un sostegno a quanti, Benedetto XVI e Card. Sarah in primis, da decenni si battono per una corretta traduzione delle parole contenute nel Canone della consacrazione:
ACCIPITE ET  BIBITE EX EO  OMNES:
HIC  EST ENIM  CALIX   SÁNGUINIS MEI,
NOVI ET  ÆTÉRNI   TESTAMÉNTI:
QUI PRO  VOBIS ET PRO   MULTIS
EFFUNDÉTUR IN  REMISSIÓNEM
PECCATÓRUM.
HOC FÁCITE   IN   MEAM   COMMEMORATIÓNEM.
Malamente tradotte nella versione italiana  della seconda edizione del Messale:
Prendete, e bevetene tutti:
questo è il calice del mio Sangue
per la nuova ed eterna alleanza,
versato per voi e per tutti
in remissione dei peccati.
Fate questo in memoria di me.
E’ noto che la traduzione di questo passo è uno degli ostacoli che finora ha bloccato l’adozione in Italia della terza edizione del Messale, in quanto la CEI si era incaponita sul “per tutti” mentre la logica e il vocabolario chiedevano un “per molti”. Che il Papa abbia voluto suggerire la traduzione giusta, porre un freno all’applicazione scriteriata della Magnum Principium e dare un contentino al Card. Sarah dopo averlo pubblicamente umiliato sembrano tutte cose che stanno più nella fantasia di John Allen che nella realtà, ma ripeto che in una situazione di naufragio ogni mezzo di galleggiamento è il benvenuto.
https://sentinellevesuviane.wordpress.com/2017/11/10/un-contentino-per-il-cardinale-sarah/#more-13109

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