ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 28 dicembre 2017

La radice del problema


MA INFINE QUAL E' L'OBIETTIVO        


Osservare lo sfacelo della Chiesa cattolica sotto i colpi della neochiesa modernista, non basta e non basta denunciarne gli abusi, menzogne e prevaricazioni di un neoclero infedele: bisogna andare fino alla radice del problema 
di Francesco Lamendola  

 

Osservare lo sfacelo della Chiesa cattolica sotto i colpi della neochiesa modernista, non basta; non basta denunciare gli abusi, le menzogne, le prevaricazioni di un neoclero traviato e infedele; non basta segnalare la decadenza dei seminari, l’ignoranza della dottrina, l’anarchismo liturgico, il soggettivismo pastorale; bisogna andare fino alla radice del problema, e cercar di capire cosa c’’è sotto, qual è lo scopo, l’obiettivo finale di questa immensa manovra. Perché, sia chiaro, non ci si può fermare al livello psicologico, anche se certamente molti di codesti preti e vescovi “di strada”, gonfi di narcisismo patologico e di smanie di protagonismo, e molti di codesti teologi della svolta antropologica, che si credono più bravi e più profondi di sant’Agostino e san Tommaso, e molti di codesti cardinali ambiziosi e depravati sono, in realtà, gli utili idioti che il gioco delle loro passioni spinge a far da manovalanza di un disegno superiore; ma quel disegno, essi, fondamentalmente, lo ignorano, tranne in pochissimi casi. E non ci si può fermare neppure al livello sociologico e culturale, perché, sì, senza dubbio la secolarizzazione, penetrando in maniera diffusa anche all’interno della Chiesa, ha radicalmente modificato la percezione che i membri del clero hanno di sé, li ha spinti a voler essere più moderni, più al passo coi tempi, e ha fatto loro credere che solo in tal modo sarebbero stati all’altezza delle sfide di una società post-cristiana e post-moderna. Ma non basta; bisogna scavare ancora, bisogna risalire ancora.

L’indottrinamento che avviene nella quotidianità


IL MALE RADICALE             

Contro i figli dell'uomo. Il male radicale ci ha posti al servizio della "Merce Totale": l’innocenza, bellezza e vita stessa dei nostri discendenti. Una civilizzazione terminale, una disinfettata camera mortuaria senza sacramenti 
di Roberto Pecchioli   

Lo stato di salute di una civiltà può essere valutato da differenti punti di vista. Uno dei più recenti – e grotteschi- è quello dell’identificazione tra progresso e civiltà, o meglio civilizzazione, nel senso della distinzione tra kultur e zivilisation. Si diventa civili, secondo la vulgata del progressismo un tanto al chilo, se si inseriscono nel corpo giuridico norme opposte alla legge naturale, specie in ambito morale. L’estensione continua dei cosiddetti diritti, dichiarati universali, ha condotto all’attuale disordine, in cui si è arrivati a codificare i diritti degli omosessuali in quanto tali, tanto che gli Usa, Stato guida dell’Occidente, si sono spinti, nel febbraio 2015, a istituire la figura dell’inviato speciale americano per lesbiche, omosessuali, bisessuali e trans (LGBT). Mai nella storia umana si era arrivati a assolutizzare specifici ed esclusivi diritti legati all’orientamento sessuale, anzi omosessuale, ovvero di coloro i cui rapporti non permettono la riproduzione sociale in senso biologico, la procreazione naturale. Un salto culturale spaventoso, che ci proietta al più basso dei livelli. L’aspetto che intendiamo qui analizzare è il rapporto della società contemporanea, autoproclamata la più civile della storia, con i suoi figli, bambini e ragazzi.

Spiritoso?

Ratzinger con Mueller: "Ha difeso la tradizione"

Joseph Ratzinger è tornato a "parlare". Nel messaggio per il libro del cardinale Mueller, BXVI scrive: "Ha difeso la tradizione, nello spirito di Francesco"
Il 12 settembre 2006 Ratzinger tenne una lectio magistralis a Ratisbona
Joseph Ratzinger è tornato a "parlare". E lo ha fatto prendendo le "difese" del cardinale Gherard Müller, ex prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, "licenziato" da Bergoglio durante il luglio scorso.

Contenere i danni?

De Mattei risponde a Edward Peters sulla lettera di Buenos Aires e il magistero autentico


Pubblichiamo la risposta del prof. Roberto De Mattei al prof. Peters sulla crisi della Chiesa in un articolo, uscito solo in lingua inglese su Onepeterfive il 19 dicembre scorso, che approfondisce il dibattito scaturito dalla pubblicazione negli Acta Apostolicae Sedis dei Criteri fissati dai vescovi argentini per l’interpretazione del’AL insieme alla Lettera papale di approvazione.
Il prof Edward Peters è uno studioso di sicura ortodossia che vuol contenere i danni della Esortazione post-sinodale Amoris laetitia di papa Francesco attraverso le armi del diritto canonico, in particolare del canone 915 del nuovo Codice (ne avevo parlato qui), che recita: «Non siano ammessi alla sacra Comunione gli scomunicati e gli interdetti, dopo l’irrogazione o la dichiarazione della pena e gli altri che ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto» (cf. E. Peters, Three ways to not deal with Canon 915, in “The Catholic World Report”, Jan. 24, 2017 e Some remarks on the de Mattei interview, in “The Catholic World Report”, Dec. 13, 2017 in cui critica la mia intervista a “Onepeterfive” dell’11 dicembre 2017.
A questo fine egli cerca di minimizzare il “Rescriptum ex audientia SS.mi” del 5 giugno 2017, rendendo praticamente irrilevanti sul piano teologico e canonico i due documenti che ad esso sono allegati (cf. On the appearance of the pope’s letter to the Argentine bishops in the Acta Apostolicae Sedis, in In the Light of the Law – A Canon Lawyer’s Blog, Dec. 4, 2017).
Cercherò di spiegare perché questa posizione, pur mossa da buone intenzioni, mi sembra debole e pericolosa.

Una crisi dell’autorità magisteriale.


Punti fermi sul Magistero           
    

«Ed erano stupiti del suo insegnamento, perché insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi» (Mc 1,22)
Sta facendo molto discutere di sé la recente inserzione negli Acta Apostolicæ Sedis della risposta di papa Francesco ai Vescovi della regione di Buenos Aires nella quale il Pontefice ha lodato l’interpretazione che i Prelati argentini hanno dato dell’esortazione postsinodale Amoris lætitia, secondo la quale detto documento avallerebbe in modo definitivo ed inequivoco la possibilità di amministrare il sacramento dell’Eucaristia ai divorziati risposati civilmente.
La lettera del Pontefice è stata rubricata addirittura sotto la voce «Magistero autentico». E questo ha portato non pochi cattolici a porsi la domanda: ma è sufficiente appuntare in calce ad un testo, a prescindere dal suo contenuto, la qualifica di «Magistero» perché esso lo sia realmente e si imponga così quale norma prossima della fede alla coscienza del credente? 
Data l’attualità del tema, non sarà senza interesse ribadire qualche punto fermo a cui è bene attenersi nella presente crisi nella Chiesa, che è in primo luogo una crisi dell’autorità magisteriale. 

Il piatto di lenticchie

ETEROGENESI DEI FINI: LA NEO-CHIESA ANCELLA E SERVA DELL'ÉLITE MONDIALISTA



Cujus est imago haec, et superscriptio? Dicunt ei: Cæsaris.

Ormai si sta facendo sempre più evidente che la neo-chiesa non considera suo mandato né convertire alla fede nuovi adepti, né tantomeno conservare quelli che ha. Zelo apostolico e slancio missionario implicano la persuasione di una Verità oggettiva, necessaria all’eterna salvezza, che la setta progressista rifiuta con sdegno. E sull’altro versante, chiedere che i propri membri si attengano a questa Verità una volta che l’hanno conosciuta; o che siano allontanati dalla comunità laddove essi l’impugnino o l’alterino, richiede pari persuasione che sia necessaria una unità d’intenti orientati verso un unico fine soprannaturale. 

Il semplice stare insieme, il camminare insieme, l’iniziare processi non porta da nessuna parte, se non si sa dove si deve andare o, peggio, se non si ritiene importante l’avere una meta comune e mezzi condivisi che consentano di giungervi. Peggio ancora, se la meta che ci si prefigge è inconfessabile, perché perversa ed opposta a quella dichiarata. 

L’ideologia di “Francesco”

IL SUGGERITORE DI BERGOGLIO SUI MIGRANTI E’ UN BILDERBERG DI GOLDMAN SACHS


Nei suoi discorsi ossessivi a favore dell’immigrazione senza limiti e il suo torvo, iracondo discorso di Natale  a difesa postuma dello Jus Soli, Bergoglio “sembra ispirarsi più a Soros che a Cristo”, ha commentato il filosofo Fusaro,  accusando El  Papa di mettersi sempre più al servizio della “mondializzazione e dello sradicamento capitalistico”.  Come mi ha ricordato un amico lettore, “Francesco” ha un ispiratore – o suggeritore o “gestore” –   più diretto di Soros. Un personaggio cui El Papa  ha dato in febbraio la presidenza della International Catholic Migration Commission,  e  che ha reso consigliere della Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica (APSA). Un filantropo umanitario dell’abolizione dei confini che è anche, come dubitarne?, un banchiere  d’affari. Ed è anche molto, molto di più.

Il “Dio delle novità e delle sorprese”


L'ENNESIMA BESTEMMIA PAPALE


Ha bestemmiato contro lo Spirito Santo e nessuno ha fatto una piega! togliendo il Giudizio, il discrimine fra buoni e malvagi, il (falso) papa Bergoglio sta cambiando la dottrina toccando il vertice dell’eresia e dell’apostasia 
di Francesco Lamendola  


 

Nell’udienza generale di mercoledì 23 agosto 2017, nell’aula Paolo VI, il papa, falsificando la Bibbia, ha bestemmiato contro lo Spirito Santo. Fa specie che quasi nessuno se ne sia accorto: vuol dire che il livello medio di conoscenza della dottrina cattolica lascia molto, ma molto a desiderare. Pure, fra tutte quelle persone, radunate lì per ascoltare la voce del successore di san Pietro, ce n’erano alcune che non potevano non capire, a cominciare dai sacerdoti; tuttavia, non hanno fatto una piega. O hanno finto di non aver sentito, di non aver compreso, oppure, peggio ancora, hanno sentito e capito benissimo, ma hanno approvato la falsificazione e l’intollerabile forzatura di significato che il (falso) papa Bergoglio ha impresso alle sacre Scritture. Fatto sta che, in altri tempi, diciamo solo pochi anni fa, lo scandalo sarebbe scoppiato: qualcuno avrebbe sentito il dovere morale di alzare la mano, di sollevare la questione, di porre l’interrogativo scomodo: Perché il papa ha detto una cosa simile? Egli è il capo della Chiesa, non ne è il padrone; ed è il custode della fede, senza alcun potere di modificarla a suo piacere. Si è comportato come il direttore di una banca, o come l’amministratore delegato di una grande azienda, i quali dispongono dei soldi dei risparmiatori o degli azionisti, come se fossero soldi loro. Una cosa peggio che scandalosa: una cosa delittuosa, un incredibile abuso, reso ancor più riprovevole, ancor più sacrilego, dall’essere stato perpetrato nella piena consapevolezza della buona fede altrui: mai più un pellegrino, il quale si reca a Roma per udire la voce del papa, si aspetta che egli oserebbe falsificare la dottrina, per giunta su di un punto di capitale importanza.

Mons.Ficanò?

Nuova immagine per il Vaticano




Francesco e Viganò


Il Vaticano ha deciso di cambiare la sua immagine quanto ai marchi e alla comunicazione su Internet, e per questo non c’era niente di meglio che affidarne il compito ad una delle multinazionali più implicate nell’ideologia del genere: l’agenzia Accenture [sito: in italiano - in inglese - in francese].




mercoledì 27 dicembre 2017

Il multiforme peccato dei sacerdoti e dei consacrati



IL SEGRETO DI FATIMA: un testo profetico che ha attraversato l'intero sec. XX e che illumina il futuro...

Non c’è dubbio che il segreto di Fatima, nelle sue tre parti, rappresenta e ha sempre rappresentato un motivo di profondo interesse per i suoi contenuti dottrinali e profetici ed è uno degli elementi di maggior rilievo per comprendere la grandezza delle apparizioni di Fatima.

Certo, essendo il “cuore profetico” di tutta la mariofania portoghese, esso rivela chiaramente che l’evento-messaggio di Fatima non è ancora “chiuso”, come spiegò papa Benedetto XVI a Fatima, nel 2010:

« Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa. Qui rivive quel disegno di Dio che interpella l’umanità sin dai suoi primordi ». E prosegue: « L’uomo ha potuto scatenare un ciclo di morte e di terrore, ma non riesce ad interromperlo [...]. Con la famiglia umana pronta a sacrificare i suoi legami più santi sull’altare di gretti egoismi di nazione, razza, ideologia, gruppo, individuo, è venuta dal Cielo la nostra Madre benedetta offrendosi per trapiantare nel cuore di quanti le si affidano l’Amore di Dio che arde nel suo » (1).

Ubriachi di «civiltà cristiana


NEOCHIESA: ORDINARIA FOLLIA                       


Don Farinella, o l’ordinaria follia della neochiesa. Degno erede di don Andrea Gallo, nella sua autobiografia si definisce, con somma modestia, biblista, scrittore e saggista: "narcisismo ed esibizionismo indecente?" 
di Francesco Lamendola  

 

Don Paolo Farinella è un prete della diocesi di Genova, degno erede di don Andrea Gallo, che, da un po’ di tempo, fa molto parlare di sé. Ma siccome le sue sparate in chiesa e i suoi gesti spettacolari e sconcertanti non gli paiono sufficienti ad attirare l’attenzione, ha anche creato un sito informatico nel quale si presenta e parla ampiamente di sé, trasudando narcisismo ed esibizionismo oltre il limite del buon gusto e della decenza. Prendiamo atto che questo prete dei carrugi, cioè questo prete di strada che ”più di strada” non si può, trova sia il tempo che il denaro sufficienti per curare, con molta attenzione e precisione, la sua immagine pubblica; intendiamoci, non che imbastire un sito o un blog costi molto denaro, ma insomma qualche centinaio di euro, come minimo, ci vogliono, senza contare le ore di lavoro, il che è degno di nota, da parte di un sacerdote che dice di avere i poveri e i migranti quale sola ragione di vita e di ministero. Nella sua autobiografia informatica, si definisce, con somma modestia, biblista, scrittore e saggista, anche se le sue doti di intellettuale si possono desumere da frasi come questa: Berlusconi? Gli darei l’estrema unzione fino ad annegarlo, e dalle quali traspariono, oltre alla sua raffinata preparazione culturale, anche la sua misericordia, la sua carità e la sua delicatezza di sacerdote e di uomo. Si definisce un cercatore dell’Assoluto e, vantando di aver soggiornato alcuni anni in Palestina, dichiara senza tanti fronzoli e giri di parole, di essere un convinto assertore della “ebraicità” del cristianesimo, (che) divulga con scritti e conferenze la necessità per i cristiani di attingere alle fonti giudaiche per assaporare il vangelo (lettera minuscola) in tutta la sua sapienza.

No hablan argentino


“Gli angeli nel cielo parlano italiano” (Thomas Mann)

Abbiamo  tesori immensi , in Italia, ma non solo quelli noti, come il paesaggio, il patrimonio artistico, la buona cucina, il sole, il mare i nostri centri storici: è un capitale straordinario anche la nostra splendida lingua italiana.
Purtroppo è misconosciuta e maltrattata, a cominciare dalla scuola dove non s’insegna più il suo uso corretto ed elegante (del resto se la stessa classe dirigente sbaglia i congiuntivi e la sintassi…).

Quei tempi sono arrivati, e noi li stiamo vivendo


MODERNISMO CARITA' SENZA FEDE
                

I modernisti vogliono la carità senza la fede, piena di tenerezza verso i miscredenti: questa la diagnosi di san Pio X, formulata esattamente centodieci anni fa: ebbene, questa è la fotografia della neochiesa dei nostri giorni 
di Francesco Lamendola  

Eppure, c’erano state parecchie avvisaglie, parecchie ammonizioni, parecchie profezie; e chi aveva gli occhi per vedere, e la testa per riflettere, poteva cominciare a vedere e cominciare a capire fin da parecchi anni fa. San Pio da Pietrelcina, per esempio, fin dal 1960 aveva avuto la premonizione che una chiesa apostatica avrebbe tentato di sostituirsi alla vera Chiesa di Cristo, insegnando dottrine eretiche e portando verso l’abisso della perdizione le anime a lei affidate, e n’era rimasto sgomento. Né si trattava “solo” di visioni soprannaturali, ma anche di indizi e dati di fatto che il buon frate, pur nel suo isolamento, percepiva chiaramente attorno a sé, a partire dalla persecuzione implacabile della quale lui stesso fu oggetto per tutta la vita: egli sapeva che la massoneria era penetrata nell’ovile delle pecorelle di Cristo e aveva affidato a don Luigi Villa la speciale missione spirituale di combatterla con ogni energia, così come Pio XII aveva fatto a livello ufficiale, ma in gran segreto. Chi lo sa quanto quelle visioni e quei presentimenti non abbiano pesato sulla vita interiore del frate; se la sua sofferta spiritualità, il fervore quasi drammatico che poneva nell’officiare la santa Messa, a volte per la durata di tre ore, con quei silenzi di adorazione lunghissimi, interminabili, carichi di pathos: chi lo sa se quel velo di tristezza che scendeva sovente sul suo sguardo buono, e offuscava la luce dei suoi occhi, non derivava da quella intima consapevolezza: che i tempi dell’Anticristo si stavano avvicinando, e che, se pure lui non li avrebbe visti, non in questa vita terrena, nondimeno mancava ormai poco, e la sua amata Chiesa sarebbe stata sottoposta a una prova tremenda, quale non s’era mai più vista dai tempi delle persecuzioni degli imperatori romani. Forse più grave ancora, anzi: perché questa volta, e san Pio lo sapeva, il male si sarebbe scatenato non dall’esterno, ma dall’interno, e avrebbe cercato di avvelenare le fonti stesse della vita cristiana, adulterando la Rivelazione e falsificando le Scritture e la Tradizione, allo scopo di creare le permesse per una nuova religione mondiale, diretta e orchestrata da una setta satanica, padrona nascosta dell’economia e della finanza mondiale e in grado di ridurre l’intera umanità a una massa di schiavi, lavoratori e consumatori senza radici né identità.

Oggi, più che mai

Perché così poche reazioni?



In un secolo di fede, di fronte alle stravaganze del Santo Padre in materia di morale, le reazioni sarebbero state ben più vivaci di quelle odierne. Sì, in un secolo di fede, tutta la Chiesa sarebbe in allarme e a giusto titolo. Ma bisogna constatare che gli attacchi condotti di traverso contro l’indissolubilità del matrimonio, nell’esortazione post-sinodale Amoris Laetitia, hanno scosso in totale solo un pugno di cardinali, di vescovi e di laici, e meno male che molte di queste reazioni si sono espresse pubblicamente in maniera frequente e insistente. In più, certi sostenitori della morale evangelica si sono radunati sotto pressione quasi stanchi della linea tracciata dall’ormai famoso capitolo otto: Il Papa non dice di avere a sua disposizione lo Spirito Santo?

L’obiettivo finale della neochiesa


UN VANGELO SENZA GESU'CRISTO

Vogliono la chiesa senza Dio, il vangelo senza Gesù. Quando i seminari sfornavano sacerdoti ben preparati e ogni singolo cattolico, per il fatto stesso di aver ricevuto i Sacramenti, ne aveva ricevuto la preparazione dottrinale 
di Francesco Lamendola  
  

Qual è la meta finale, l’obiettivo, lo scopo di tutte le incessanti manovre, grandi e piccole, fatte di parole, gesti e omissioni, con le quali la neochiesa si sta sostituendo, un centimetro alla volta, un giorno dopo l’altro, lentamente, metodicamente, implacabilmente, alla vera Chiesa, Sposa di Gesù Cristo e fondata sulla Comunione dei Santi? Questo: arrivare ad una chiesa senza più Dio e ad un vangelo senza più Gesù Cristo, cioè senza Redenzione. E arrivarci facendo in modo che la cosa avvenga per gradi, cautamente, abilmente, come il serpente che striscia nell’erba in silenzio, e che, senza farsi accorgere, piomba all’ultimo istante sulla sua preda. 

La “mission” del Papa Bergoglio

“Papa Bergoglio in occasione del Natale si conferma come ” il supremo leader” del fronte mondialista”


Si sapeva ormai da anni che la posizione del Papa Bergoglio era perfettamentne allineata al fronte dell’universalismo globalista che propugna la dissoluzione degli Stati Nazionali e delle culture autoctone per “accogliere ed integrare” migranti da tutto il mondo al fine di costituire un “mondo nuovo” multiculturale senza barriere e senza confini. Una visione molto discutibile sul piano pratico ma che la nuova Chiesa di Bergoglio coltiva come un obiettivo non soltanto di carattere religioso ma anche politico.
La conferma ulteriore di questa “mission” del Papa Bergoglio si è avuta in occasione della festa del Santo Natale: la festa del Natale viene vista dal Papa argentino non come la nascita di Gesù redentore con il suo messaggio carico i significato per l’umanità intera ma come l’occasione di un comizio politico sull’immigrazione.
“Maria e Giuseppe si videro obbligati a partire”. È il monito di Papa Francesco durante l’omelia della messa della notte di Natale, celebrata nella basilica di San Pietro con centinaia tra cardinali, vescovi e sacerdoti. “Nei passi di Giuseppe e Maria si nascondono tanti passi. Vediamo le orme di intere famiglie che oggi si vedono obbligate a partire – afferma il Pontefice – In molti casi questa partenza è carica di speranza, carica di futuro; in molti altri, questa partenza ha un nome solo: sopravvivenza. Sopravvivere agli Erode di turno che per imporre il loro potere e accrescere le loro ricchezze non hanno alcun problema a versare sangue innocente”.

Colei che aiuta i cristiani


SANTA MARIA "PREGA PER NOI"               


Santa Maria aiuto dei cristiani: prega per noi. Le Litanie lauretane 5 secoli di storia che mettono in moto nelle profondità dell’anima meccanismi misteriosi e benefici. Dante e la famosa preghiera alla Madonna di San Bernardo 
di Francesco Lamendola  


Nella chiesa semibuia un piccolo gruppo di persone, quasi tutte donne e quasi tutte anziane, sta inginocchiato sui banchi presso l’altare della Madonna ove brilla un lumicino; esse hanno la corona del Rosario fra le dita, e ripetono una serie di formule d’invocazione:
Santa Maria: prega per noi. Madre di Dio: prega per noi. Santa Vergine delle Vergini: prega per noi. Madre di Cristo: prega per noi. Madre della Grazia divina: prega per noi…
L’uomo che è appena entrato non è un cattolico, non è un credente; è uno studioso di storia dell’arte e non sta cercando il raccoglimento e la preghiera, ma un certo dipinto del Cinquecento che sa essere custodito in una delle cappelle laterali. Muovendosi piano, per non disturbare, e tuttavia istintivamente imbarazzato, si dirige al luogo che gli interessa, il quale, per fortuna, si trova vicino all’entrata, il che gli permette di non farsi troppo notare e, a sua volta, di poter ammirare il dipinto senza sentirsi osservato. La luce del tramonto è scarsa e sta dileguando dietro gli alti e stretti finestroni, ed egli si ripromette di tornare di giorno, per usufruire della luce del mattino; adesso non osa dirigersi in sacrestia e chiedere che venga accesa la luce elettrica, perché non è il momento adatto. Mentre contempla la bellissima pala, per niente inferiore alle sue aspettative, gli giunge smorzata, come una dolce cantilena, la voce delle donne, che la sua attenzione registra in maniera involontaria e pressoché automatica:
Madre purissima: prega per noi. Madre castissima: prega per noi. Madre inviolata: prega per noi. Madre intemerata: prega per noi. Madre amabile: prega per noi. Madre ammirabile: prega per noi. Madre del buon consiglio: prega per noi. Madre del Creatore: prega per noi. Madre del Salvatore: prega per noi…

Quel Segreto era troppo importante..


11_Fatima, Tre Fontane, Akita: “tre formulazioni di uno stesso segreto”. Da Fatima alle Tre Fontane (prima parte)


Le apparizioni mariane (soprattutto quelle degli ultimi due secoli, a partire da Parigi 1830) sono interconnesse da un meraviglioso “filo d’oro” (o “filo azzurro”, in relazione al colore mariano per antonomasia), assimilabile a quell’unico progetto mariano salvifico che la Vergine Maria, per volontà di Dio, sta portando avanti con le sue apparizioni e manifestazioni nel mondo. Per queste intime e misteriose relazioni talvolta i singoli eventi mariofanici si comprendono meglio, assumono sfumature contenutistiche più profonde e svelano ulteriori misteri se le si mettono in relazione le une con le altre, similmente a quanto avviene con i tasselli d’oro di un mosaico che sono già preziosi in sé stessi ma di cui si coglie il pieno significato e valore solo all’interno del mosaico completo che ciascun pezzo contribuisce a comporre.

martedì 26 dicembre 2017

È questo il modo di agire del buon pastore?


FRANCESCO: IL PAPA ERETICO


Francesco è un papa eretico: si deve dirlo. Ma gl’importa qualcosa dei cattolici a questo papa? il problema non è la sua personalità "malata" ma che ricopra un ruolo importantissimo in seno alla Chiesa, anzi ne è al suo vertice 
di Francesco Lamendola  


Come ormai è noto, l’11 agosto 2017 una lettera riservata, sottoscritta da 40 fra sacerdoti e studiosi laici, era stata recapitata al papa, per invitarlo a correggere sette proposizioni oggettivamente eretiche contenute nella esortazione apostolica Amoris laetitia, in modo che quei concetti non si propagassero ulteriormente in seno alla Chiesa, ma ne fosse riconosciuta la natura erronea, e che venissero ritirate e modificate. Come ormai è nel suo stile, il papa non aveva fatto una piega, non aveva risposto e non aveva dato alcun segna neppure di averla ricevuta, e tanto meno di averla letta; perciò, dopo aver aspettato inutilmente per un mese e mezzo, il 24 settembre, la lettera è stata resa pubblica ed è stata aperta a nuovi firmatari, giungendo immediatamente a contare sessantadue sottoscrittori. Di nuovo il papa non ha dato segno di voler rispondere; in compenso ha lasciato mano libera ai suoi fedelissimi di scatenare un’ondata di sdegno e riprovazione contro gli sciagurati che hanno osato accusarlo formalmente di eresia. Veramente il senso del documento di 25 pagine non era precisamente questo; non era un’accusa, ma una “correzione filiale”, secondo lo schietto spirito del Vangelo, imperniato sul concetto della correzione fraterna: è cristiano correggere il fratello che sbaglia, non è cristiano fregarsene dei suoi errori, anche se essi mettono in pericolo la sua anima e quella di altre persone. In questo caso, trattandosi di correggere un documento pontificio ufficiale, si può solo immaginare quante anime – milioni e milioni – sono state messe in pericolo, se è vero che quelle sette proposizioni sono effettivamente eretiche.

Lui sì che se ne intende..!

"Gesù non era un profugo", critiche all'omelia del Papa

Gesù come simbolo dell'accoglienza negata: l'interpretazione di Papa Francesco fa discutere. Ecco chi contesta le parole di Bergoglio


Papa Francesco, durante l'omelia della Messa di Natale, ha ribadito come la storia di Gesù sia esemplificativa ai fini della solidarietà sociale e dell'accoglienza ai migranti:"Maria e Giuseppe, per i quali non c'era posto, sono i primi ad abbracciare Colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza.
Colui che nella sua povertà e piccolezza denuncia e manifesta che il vero potere e l'autentica libertà sono quelli che onorano e soccorrono la fragilità del più debole", ha detto il Papa. Ma le affermazioni del pontefice non sono state condivise da tutti: "Non ci si può credere! E' veramente ossessionato! Anche nell'omelia di questo Natale il comiziante peronista obamiano invece di parlare di Gesù Cristo, parla dei migranti. Solo e sempre politica!

37 anni sono volati via!


Istruzioni per i “pellegrini di Medjugorje”?
Nel febbraio 2017, Papa Francesco ha nominato mons. Henryk Hoser, vescovo di Warszawa-Praga (Polonia), che detiene il titolo personale (ad personam) di arcivescovo, come inviato speciale della Santa Sede con la missione di acquisire una conoscenza più approfondita della situazione pastorale a Medjugorje. Il compito dell’Arcivescovo era di suggerire possibili iniziative pastorali per il futuro e, come dichiarato nel Comunicato della Santa Sede dell’11 febbraio, era previsto che finisse il suo mandato come inviato speciale entro l’estate di quest’anno.
Sebbene il suo mandato di Inviato speciale sia terminato quest’estate, all’inizio di dicembre mons. Hoser ha rilasciato un’intervista esclusiva su Medjugorje al sito religioso Aleteia.org, pubblicata il 7 dicembre 2017. Il giorno successivo alla pubblicazione dell’intervista, è stato annunciato che papa Francesco ha accettato le dimissioni di mons. Hoser (aveva compiuto 75 anni alcuni giorni prima, il 27 novembre), mentre il 10 dicembre è stata pubblicata un’altra intervista all’Arcivescovo sullo stesso argomento, sul quotidiano italiano Il Giornale.

L'avrà fatto apposta?

"DESCENDAT SUPER VOS ET MANEAT SEMPER": BERGOGLIO NON FINISCE LA BENEDIZIONE PAPALE




Un lettore mi segnala che ieri, in occasione della Benedizione urbi et orbi, la formula usuale è stata troncata da Bergoglio, rendendola di fatto inefficace. Ovviamente, non avendo io il televisore e desiderando sedermi a tavola senza farmi annodar le budella dai discorsi populisti del Sedicente, ho dovuto verificare questa novità guardando il video in internet (qui). E meno male: mi sono risparmiato un'ulteriore arrabbiatura nel giorno di Natale, dopo il comizio sindacale della Notte Santa.

Al di là del fatto che Bergoglio non canta mai nulla, aumentando lo squallore di quel che dice con un tono piatto e annoiato, quest'anno si è aggiunta un'omissione significativa, perché dopo le invocazioni Sancti Apostoli e Precibus et meritis e l'assoluzione Indulgentiam, ha detto: Et benedictio Dei omnipotentis, Patris, et Filii, et Spiritus Sancti. Amen.