Eccovi la comunicazione veloce di una scoperta incredibile
Bonino, Tabacci e Venere.
È amore improvviso tra la leader radicale e il cattolico progressista. Una storia strappalacrime, che assume, però, più i contorni di una pecionata francamente evitabile. Un’incredibile storia d’amore, Via col senno.
Una pecionata solidale, anche se, a giudicare dalla crociata civile che toglie il sonno agli italiani, e li fa riscoprire tutti rivoluzionari, quella sui sacchetti biodegradabili per intenderci, un pochino ce la meritiamo.
Bonino abbraccia Tabacci e succede la magia. Una di quelle antiche. Dal gusto vintage, che ti ricorda che di biodegradabile, in Italia, in realtà non ci sono i sacchetti a 0,01 centesimo al pezzo, ma gli italiani, che si sciolgono nella propria natura. Doppio, triplogiochista, svergognata, immatura, sempre in vendita, che sia un 8 settembre, un vitalizio, o una poltroncella in una delle legislature (future) più incasinate della storia, che rischierà di nascere morente. L’importante è farcela, l’importante è esserci.
Ma non tutti i mali vengono per nuocere, in quanto da questo Tabaccificio, in cui qualcuno ha fumato, sì, decisamente, e possiamo facilmente immaginare chi abbia portato il fumo, nasce qualcosa. Oltre ad una nuova coalizione politica (l’una salva l’altra; poiché, come è ben noto, Tabacci e il suo movimento, vanno in soccorso della Bonino e della sua +Europa, che non aveva i presupposti necessarie per arrivare a candidatura, scongiurandole il rischio di non poter presentare la lista alle prossime elezioni. Per approfondire per bene), ecco una figura mitologica mai avvistata prima. L’unione satirica tra Tabacci, cattolico progressista (leggasi anche fariseo cacciato dal Tempio da Gesù), ed Emma Bonino, non esattamente allineata fervidamente ai crismi del Vangelo, e un po’ troppo vicina alla pratica dell’aborto, insomma due mondi distanti anni luce che neanche il Nazareno poteva concepire (non il Signore, il patto…), fa nascere una nuova figura mitologica, metà umana, metà poltrona: l’accattocomunista.
Una liason irrinunciabile: Bonacci, che ricorda un po’ il Bombacci fascio-comunista del Duce, ma con molto meno stile.
Evolve, quindi, il cattocomunista, nascente dalla Sacra immagine del sinistrato moderno che si fonde con quella del cattolico moderno, tutto progressismo e migranti; in cui Gesù ha, guardacaso, sempre una guancia sola, quella che volge alla tolleranza, all’accoglienza, al superamento di ogni istinto di conservazione, e dell’origine stessa del Credo e della Fede.
Un cattocomunista innovativo, d’acchitto, forse d’accatto. Che piglia quello che serve, sempre in nome di altissimi valori civili.
Ora manca solo il battesimo, laico e sacro, dell’accattocomunista. Laico, con l’ingresso tra le fila del Parlamento, e sacro, con il benestare di Papa Francesco, uno che di progressismo se ne intende. Bonino, Tabacci, Bergoglio. Quel nuovo che avanza. Che avanza così tanto, che rischia di andare a male.
Ci serviva. Oh, sì. Serviva assistere ad un altro incredibile scempio figlio della peggior superificialità politica. Tanto, dimostrare un pizzico di dignità agli italiani, ormai, non interessa più a nessuno. Meglio aprirsi, in fretta, a qualche inciucio, che fra due mesi si vota. Meglio seguire la strada dei Santi laici che ora, guarda caso, si sono chiamati fuori: San Verdini e Sant’Alfano, per citarne solo un paio.
Quel sottile filo dell’inutilità che riporta alla mente quella sera a Piazza pulita, su La7. Nel 2017. Con il Paese in ginocchio, si parla ancora di svastiche, celtiche, tatuaggi, leggi razziali. Di fascismo. E tutto ciò che non è sinistra fa storcere il naso. Si parla della gara tra chi è più fascista tra Casa Pound e Forza Nuova. E poi, ad un tratto, Formigli, il conduttore, apre l’angolo “bufale” (tutto vero): si sfata il mito che durante il fascismo, i treni partivano in orario. Che il fascismo non istituì un certo regime pensionistico e che il Diario di Anna Frank non fu scritto con una penna biro.
Un pastone acchiappone, assurdo, adolescenziale, non costruttivo, stereotipato; un immaturo attacco elettorale per nutrire le masse, andando a pescare la feccia del peggior nostalgismo, senza un minimo accenno di dibattito intellettuale.
Un pastone acchiappone, assurdo, adolescenziale, non costruttivo, stereotipato; un immaturo attacco elettorale per nutrire le masse, andando a pescare la feccia del peggior nostalgismo, senza un minimo accenno di dibattito intellettuale.
Ecco, il mood pare quello. Un po’ casuale, un po’ ideologico, un po’ paraculo.
Della nascita di questo team politico, immaginiamo quanto sia felici i giovani italiani, poi. Quelli di cui sette su dieci non andranno alle urne (La Stampa, ragionando su più dati statistici). Ah, che goduria. Una festa, quella della politica italiana, in cui i nostri ragazzi non sono mai invitati. Senza esempi tangibili, senza riferimenti costruttivi, che possano stimolare il corpo (sociale) morto dall’apatia, dal nichilismo, dall’esterofilia. Non è (sempre) tutta colpa loro.
E chissà quanto si farà intrigrante questo Tabaccificio, per i milioni di italiani a rischio povertà, per le partite Iva che un figlio se lo possono solo sognare. E quanta garanzia darà ai disoccupati, alla rivalutazione dell’italianità, della cultura di questo Paese.
C’è chi si caverebbe un occhio per non far candidare Casa Pound, nonostante abbia tutte le carte giuridico/istituzionali per farlo, – al di là di ogni eventuale risultato -, che si ingoierebbe una bottiglia di olio di palma per sciogliere quel movimento, nonostante abbia tutte le carte giuridico/istituzionali per farlo; ma se ti mancano le firme, perché il tuo movimento non desta interesse, come nel caso di +Europa di Emma Bonino, non c’è problema di rappresentanza: ti salva Tabacci.
E sono baci e abbracci. Sempre in democrazia, s’intende…
La "conversione" di Bruno Tabacci, così "sposa" la Bonino
Tabacci aveva espresso contrarietà alla parificazione delle unioni civili al matrimonio costituzionalmente inteso. Ecco cosa aveva detto
Bruno Tabacci si è "convertito" al radicalismo. Difficile trovare un' altra spiegazione al salvataggio operato nei confronti di Emma Bonino. A meno che non si ipotizzi che l'oppurtunità politica abbia prevalso sulle convinzioni valoriali e personali.
Tabacci aveva espresso contrarietà alla parificazione delle unioni civili al matrimonio costituzionalmente inteso. Ecco cosa aveva detto
Bruno Tabacci si è "convertito" al radicalismo. Difficile trovare un' altra spiegazione al salvataggio operato nei confronti di Emma Bonino. A meno che non si ipotizzi che l'oppurtunità politica abbia prevalso sulle convinzioni valoriali e personali.
Era l'ottobre del 2014, quando l'allora assessore al Bilancio, Patrimonio e Tributi di Milano specificava la sua posizione in merito alle unioni tra persone dello stesso sesso: "Io penso che si possa andare verso un'estensione dei diritti civili, soprattutto sul terreno della solidarietà civile. Penso che sia un atto umano che debba essere considerato e rispettato in tutta la sua profondità, quindi le ragioni affettive non hanno nessuna attinenza alla sfera della procreazione, hanno attinenza anche ad altre modalità con cui si sviluppa la vita umana...". Favorevole, dunque, al riconoscimento dei rapporti di solidarietà umana e civile che "possono dar vita ad una serie di conseguenze come possono essere quelle del potersi curare dell'altro...", diceva Tabacci ma, "l'idea di scimmiottare, ecco, un rapporto così delicato trasformandolo in un fatto che ha una rilevanza di natura costituzionale, mi pare del tutto sbagliato". E ancora: "Mi pare che famiglia nei suoi affetti sia religiosi che civili debba essere tutelata perché è la sede su cui si snoda la vita sociale, è una cellula primordiale, una cellula essenziale e quindi penso che la Costituzione l'abbia collocata in maniera molto seria e molto precisa...", continuava Tabacci. Ferma contrarietà, insomma, alla parificazione giuridica tra le nozze generalmente intese e le unioni tra persone omosessuali e, soprattutto, sottolineava l'esponente di Centro Democratico: "Troverei del tutto sbagliato che nozze fra persone dello stesso sesso siano il presupposto per arrivare a forme di adozione". Emma Bonino, com'è noto, è per la riforma del diritto di famiglia, quindi è a favore di un sostanziale stravolgimento della posizione prioritaria occupata attualmente dal matrimonio e dalla famiglia tradizionale in ambito costituzionale e civile.
In questa intervista rilasciata dalla leader dei Radicali al Corriere della Sera, è possibile sintetizzare tutte le "sincronie" tra Bruno Tabacci ed Emma Bonino sulla bioetica: "Su tutte le materie di scelta di vita penso che debba prevalere la scelta responsabile delle persone. Io sono per una legge che regolamenti la gravidanza per terzi. L’associazione Luca Coscioni ha pronta una proposta di legge. Qui si tratta di stabilire regole, non di inventare nuovi reati. L’automatico furore proibizionista non solo non funzionerà, ma provocherà altri guai. Come dimostra tutta la storia dei proibizionismi dalla cannabis al divieto di procreazione assistita. Di fronte alle scelte delle persone bisogna avere rispetto", rispondeva la fondatrice di +Europa. Tabacci, quindi, potrebbe essere diventato favorevole anche all'utero in affitto e alla cannabis libera, dopo aver sposato la causa del radicalismo. "Sono convinto che ogni bambino abbia diritto ad avere un padre e una madre. Non credo che la soluzione delle adozioni di bimbi da parte di coppie gay sia da perseguire. E non vale come giustificazione che sia meglio avere genitori gay che nessun genitore. C'è il rischio di una visione troppo egoistica, come se i bambini adottati fossero uno 'status'", dichiarava l'allora centrista Tabacci, che invece, adesso, potrebbe approvare le posizioni di un altro esponente della lista della Bonino, quel Benedetto Della Vedova che ai tempi del dibattito sulla stepchild adoption sottolineava:"Non c’è nessun attacco alla famiglia da parte di chi, come me, ritiene urgente e doveroso arrivare anche in Italia al pieno riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali". E ancora:"Le esperienze dei Paesi dove è già stato introdotto il matrimonio gay mostrano che da questo non è derivato alcuno sconvolgimento sociale o giuridico della famiglia cosiddetta tradizionale, ma è cresciuta la consapevolezza delle sue reali necessità, sia in termini fiscali che di welfare. Dove non si guarda alle famiglie con le lenti dell’ideologia alla fine assistiamo a un "win win game" tra tradizione e innovazione sociale e familiare", chiosava il sottosegretario del ministero degli Esteri. Lo stesso Della Vedova che, quando il Tribunale di Firenze ha riconosciuto per la prima volta in Italia un'adozione per due coppie di padri omosessuali, ha parlato di "successo del diritto contro i ritardi del legislatore". Come si può ben vedere, insomma, posizioni difformi in tutto rispetto a quelle espresse in passato dal presidente di Centro Democratico. Un'unione, quella tra Bonino e Tabacci, intrisa di "solidarietà civile" e forse, di parecchio opportunismo. Ben si sa, del resto, che anche i crociati possono cambiare idea.
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