PAPA FRANCESCO AL BERGAMO PRIDE. MI RACCOMANDO, NIENTE PREGHIERE DI RIPARAZIONE. LO VUOLE LA CURIA.
A Bergamo ieri si è svolto il Gay Pride. Una preghiera di riparazione organizzata nella Chiesa dei cappuccini è stata ostacolata e alla fine stoppata dalla Curia diocesana. Avrebbe dovuto tenersi oggi. Al suo posto, questa sera, ma sul sagrato della Chiesa, avrà luogo un rosario di riparazione.
A fornire un minimo spunto alla riparazione ci hanno pensato alcuni del Gay Pride, come potete vedere dalle foto che alleghiamo.
Con buona pace del vescovo, e dell’assessore Angeloni, che quando è uscito il volantino per la preghiera di riparazione, ha detto, come riportato da La Nuova Bussola Quotidiana: “E’ stato infatti lo stesso Angeloni a dichiarare ai giornali durante la sua intemerata contro i riparatori: «L’uscita del volantino – aveva detto – rovina un clima di dialogo e rispetto reciproco instaurato tra la diocesi e le organizzazioni promotrici del Gay Pride, le quali si sono mostrate sensibili e attente nel valutare la data dell’evento, in modo da non creare sovrapposizioni con la peregrinatio del Papa Buono».
Quanto rispetto e dialogo (?) lo possiamo vedere dalle immagini. Non esiste più il reato di oltraggio a Capo di Stato estero, ma ci dispiaciamo che non esista, punito severamente, quello di oltraggio al buon gusto. Ma in quel caso i vari “pride” forse non sarebbero permessi. Notate il tocco delle labbra ritoccate con il rossetto…
Ancora una volta, a buona memoria dei cosiddetti Pastori e dei politici ad essi contigui, ricordiamo le parole di San Giovanni Paolo II: ““Un accenno – ha esordito Wojtyla affacciandosi alla finestra del suo studio privato per la tradizionale recita domenicale – ritengo di dover fare alle ben note manifestazioni che a Roma si sono svolte nei giorni scorsi. A nome della Chiesa di Roma non posso non esprimere amarezza per l’affronto recato al grande Giubileo dell’anno 2000 e per l’offesa recata ai valori cristiani di una città che è tanto cara al cuore di tutti i cattolici del mondo”.
E anche Bergamo, con il ricordo di Roncalli, a parecchi cattolici dovrebbe esserla. Proprio a quelli , in particolare, non rigidi, dialoganti e via dissolvendo.
Marco Tosatti
http://www.marcotosatti.com/2018/05/21/papa-francesco-al-bergamo-pride-mi-raccomando-niente-preghiere-di-riparazione-lo-vuole-la-curia/
CRUZ: IL PAPA MI HA DETTO DI ACCETTARE DI ESSERE OMOSESSUALE, DIO TI HA FATTO COSI
CRUZ: IL PAPA MI HA DETTO DI ACCETTARE DI ESSERE OMOSESSUALE, DIO TI HA FATTO COSI
«Sono perplesso» dice il vescovo di Lugano, Sua Eccellenza Valerio Lazzeri. E un po’ perplesso, in tutta parresia, sono anch’io.
Non soltanto perché Monsignore ha sbaraccato, dopo novant’anni di giornalismo e apparentemente senza renitenza, senza un minimo di resistenza partigiana, senza colpo ferire, probabilmente senza fiducia abbastanza nella missione editoriale, il benemerito Giornale del Popolo: ultimo quotidiano cattolico (almeno nella ragione sociale) della Svizzera intera, ultimo baluardo (almeno nei decenni) del pensiero conservatore ticinese. Ma per il fatto che sulla domanda dell’Associazione Helvetia Christiana, respinta dal Municipio, di poter recitare pubblicamente un Rosario nei giorni del Pride, la manifestazione prevista sulle sponde del lago Ceresio dal 28 maggio al 3 giugno e organizzata dall’Associazione LGBT (che significa lesbiche, gay, bisessuali e transgender) ha dichiarato questo: «La preghiera non è un corpo contundente».
E anche questo (Corriere del Ticino: https://www.cdt.ch/ticino/lugano/193296/recita-del-rosario-al-gay-pride-ldquo-sono-perplesso-rdquo): «È una richiesta che mi lascia perplesso. Mi rifaccio alla natura della preghiera cristiana: è una realtà delicata, la risposta di fede a una parola che ci viene da Dio, non uno strumento da utilizzare contro gli altri, anche se le finalità possono essere moralmente condivisibili». E anche questo: «La preghiera non si presta ad affermare niente e Gesù ebbe parole molto forti verso chi pregava per essere visto o ammirato dagli altri. La preghiera è una risposta a Dio». E anche questo, sulla manifestazione: «Diciamo che se non l’avessero organizzata non l’avrei richiesta, ma nella società ci sono tante correnti, tante espressioni che non corrispondono al nostro modo d’intendere la vita, l’uomo, la famiglia e le relazioni, ma questo non significa che ogni volta che qualcosa non corrisponde a questa nostra visione dobbiamo generare un movimento contrario. Anzi, dobbiamo ascoltare in modo profondo queste rivendicazioni». Naturalmente Helvetia Cristiana aveva precisato di non voler pregare contro gli omosessuali, bensì «per i valori cristiani e la loro restaurazione».
Tuttavia, più che nelle solite polemichette intraecclesiali, l’origine del mio arricciamento di naso risiede altrove. Precisamente nello strambo, bislacco concetto di preghiera che viene divulgato. Come il compianto Tom Wolfe nella terra dei marxisti rococò, mi interrogo. Dove sono? Alla pagina sbagliata? Sul canale sbagliato? Ho perso la frequenza? Non mi sembro così rincitrullito, così suonato, così smemorato da non tenere a mente le messe votive, le processioni, le rogazioni o così cieco da non poter ammirare, nei luoghi di pellegrinaggio, pareti di ex voto.
La preghiera serve ad asserire (dossologia) e a contundere. Celebre il breve di San Pio V, Consueverunt, che vide nel Rosario un presagio della vittoria di Lepanto. E non si leggono forse nella Bibbia, anche se purgati dal Salterio liofilizzato, i Salmi cosiddetti imprecatori? Maledizioni tonitruanti comprese, non si considerano anch’essi testo sacro (sacro!) e preghiera (preghiera!)? Versando lacrime salate sulla Città Santa, il Maestro affermò: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, la via della pace. Ma ormai è stata nascosta ai tuoi occhi. Giorni verranno per te in cui i tuoi nemici ti cingeranno di trincee, ti circonderanno e ti stringeranno da ogni parte, abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata». Il lamento degli esegeti è orazione intensa, come il «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice». Certo, «il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele domandiate». Ma non stanno nel Vangelo le indicazioni «chiedete e vi sarà dato», «pregate per coloro che vi perseguitano e vi calunniano», «chiedete quel che volete e vi sarà dato», «tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda»?
Scrutando con saggezza la variazione della Chiesa cattolica nella dottrina della preghiera, il luganese Romano Amerio spiegava bene che «la preghiera di petizione ha secondo la Chiesa questa giustificazione metafisica e di fede: a Deo omnia». Sant’Agostino ha annotato: «È lecito domandare a Dio tutto ciò che è lecito desiderare». Perfino, quindi, che certe «rivendicazioni» non vengano proprio ascoltate. Né «in modo profondo» né in nessun’altra maniera.
– di Leon Bertoletti
– di Leon Bertoletti
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