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mercoledì 30 maggio 2018

Il cristianesimo post-religioso

CRISTIANESIMO POST-RELIGIOSO


 A chi o a cosa serve il cristianesimo post-religioso? Vale a dire di un cristianesimo che non ha più alcun riferimento a Dio e alla religione: stanno perpetrando una vera e propria truffa un inganno colossale a danno dei fedeli 
di Francesco Lamendola  


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Il neoclero modernista, infedele e fellone, sta trasbordando la Chiesa felicemente, si fa per dire, nell’era del cristianesimo post-religioso. Il discorso con cui il cardinale Gualtiero Bassetti, Presidente della Conferenza episcopale italiana, ha chiuso l’assemblea, a fine maggio 2018, è stato quanto mai emblematico di tale mentalità: egli ha affermato che per la Chiesa, i paletti irrinunciabili sono quelli relativi alla centralità della persona, al diritto al lavoro, alla Costituzione e alla democrazia. Ironia del destino, proprio in quei giorni il popolo irlandese votava a favore della legge sull’interruzione volontaria della gravidanza; e l’ineffabile Bassetti aveva appena sostenuto che l’equivalente legge italiana, la famigerata 194, alla quale siamo debitori di circa sei milioni di aborti, non era poi male, così come era stata concepita nella mente dei legislatori. Dunque, riassumendo, e allargando lo sguardo a quanto detto e fatto anche da altri esponenti del neoclero, ma sempre sulla stessa linea di Bassetti: aborto sì, almeno a livello di buone intenzioni; divorzio sì, almeno in certi casi particolari e a giudizio insindacabile della propria coscienza, e poi anche ricevere la santa Comunione (vedi quanto detto nel capitolo ottavo di Amoris laetitia: quella che lo stesso Bassetti ha definito “un capolavoro”); eutanasia, no, però, a certe condizioni, forse sì (vedi i sentiti ringraziamenti del vescovo McMahon e del cardinale Nichols ai giudici e ai sanitari dell’ospedale dove il piccolo Alfie Evans è stato fatto morire). In compenso, e quei signori pensano di aver guadagnato nel “cambio”, non sia mai che un buon cattolico rinunci alla centralità della persona, al lavoro, alla Costituzione e alla democrazia.

Che cosa è mancato, nel discorso del cardinale Bassetti? È mancato qualsiasi riferimento a Gesù Cristo, al Vangelo, alla Risurrezione, al peccato e alla Grazia. Non solo: è mancato qualsiasi riferimento a Dio, al Giudizio individuale e finale, all’inferno e al paradiso, alla vita eterna. Il suo è stato un discorso non solo post cristiano, ma addirittura post religioso. Di religioso, in esso, e a maggior ragione di cristiano, non diciamo neppure di cattolico, non c’era nulla, assolutamente nulla. La centralità della persona? Non è un principio cristiano. La persona è centrale nell’umanesimo; nel cristianesimo, centrale è Dio. L’uomo non è secondario, ma non è nemmeno centrale in senso assoluto: la sua “centralità”, semmai, consiste nell’arrendersi a Dio, nell’uniformare totalmente la propria volontà alla sua. Il lavoro? È un grande valore cristiano, ma non è un valore essenziale del cristianesimo; vale, inoltre, lo stesso discorso sulla centralità della persona: il lavoro è una cosa che avvicina a Dio, se posto in un’ottica cristiana; altrimenti, no. Il lavoro dei centri commerciali aperti tutto il giorno della domenica, tenendo le persone lontane dalla santa Messa, e le famiglie (dei dipendenti) divise, le mamme e i papà lontani dai loro figli: questo genere di lavoro non ha nulla a che vedere con il cristianesimo; ha molto a che vedere, semmai, con la massoneria. La Costituzione? La democrazia? Né l’una, né l’altro c’entrano niente di niente con il cristianesimo; e non c’entrano neppure con la religione. Le costituzioni, storicamente, c’entrano con il liberalismo, vale a dire con una ideologia intrinsecamente irreligiosa; e la democrazia va ancora più in là del liberalismo, presuppone la libertà assoluta degli uomini, senza alcun limite o vincolo di tipo trascendente: la democrazia è quel sistema politico per cui decide la maggioranza, e la maggioranza può decidere anche di introdurre delle leggi immorali e anticristiane, come di fatto è avvenuto e continua ad avvenire (vedi la legge sull’aborto e il caso irlandese: il referendum essendo un tipico strumento dell’agire democratico). Perciò, possiamo solo ringraziare il cardinale Bassetti, e il vescovo Paglia, e il vescovo Galantino, e naturalmente il papa Francesco: grazie a loro, abbiamo scoperto che è finita l’epoca del cattolicesimo cristiano e addirittura del cristianesimo religioso, e che siamo entrati, a vele spiegate, nell’era del cristianesimo post-religioso. Vale a dire di un cristianesimo che non ha più alcun riferimento a Dio e alla religione. Il che, per la proprietà transitiva, ci porta alla scoperta che questa chiesa non ha più niente a che fare con Dio, meno ancora con Gesù Cristo. È una chiesa post cristiana e post religiosa. Pertanto, se pretende di presentarsi come la vera Chiesa cattolica, ciò significa che sta perpetrando una vera e propria truffa, un inganno colossale a danno dei fedeli. Si spaccia per quel che non è e trae le anime in inganno su una cosa di somma importanza: la vita eterna. 
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Grazie a questo neoclero malguidato da un "Gesuita" eretico siamo entrati, a vele spiegate, nell’era del cristianesimo post-religioso. Vale a dire di un cristianesimo che non ha più alcun riferimento a Dio e alla religione.

Attenzione: non stiamo dicendo che tutta la Chiesa è diventata una falsa chiesa post-cristiana; stiamo dicendo, invece, che una larga parte della Chiesa visibile ha tradito ed è venuta meno al proprio impegno e alla propria missione, e si è messa ad adorare e a predicare, peraltro con zelo encomiabile, le cose di questo mondo. Non è che tali cose siano, tutte, intrinsecamente cattive; alcune sono anche buone. Il lavoro, naturalmente, è una buona cosa, purché non venga rivolto contro Dio e la religione. Ma non sono cose religiose: sono cose che appartengono alla sfera della politica, e la chiesa, se decide che esse sono “centrali” e “irrinunciabili”, tradisce la propria missione e assume una finalità diversa da quella originaria. Non è per fare politica che Gesù Cristo ha fondato la sua Chiesa; non è per affermare la centralità della persona, o il diritto al lavoro, eccetera. Nossignori. Non è per difendere il diritto al lavoro o la centralità della persona che Gesù Cristo ha detto a san Pietro: Su di te fonderò la mia Chiesa; e non è per sposare la costituzione o la democrazia che gli ha raccomandato, per tre volte, pasci le mie pecorelle. È qui che si vede fino a che punto il neoclero è divenuto infedele a Gesù Cristo; è qui che appare in tutta evidenza quanto esso si è allontanato dalla vera Chiesa. Il neoclero pensa alla politica, fa continuamente politica; e ha dell’uomo e della vita una concezione eminentemente politica, antropocentrica, naturalistica, immanentistica: non ha più una visione spirituale e trascendente. Questa è una vera e propria tragedia. Proprio nel momento in cui, storicamente, gli uomini, delusi dai miti infranti della modernità, e con il cuore a pezzi e sanguinante, vorrebbero tornare a Dio, si trovano davanti questo neoclero modernista e progressista, che pretende di propinare nuovamente, e malamente riscaldata, la stessa pappa nauseabonda dalla quale si erano allontanati: la pappa del progressismo, dei diritti civili, della democrazia, e perfino dell’ambientalismo e dell’ecologismo. Gli uomini hanno fame e sete di Dio, e si trovano davanti questi falsi preti e questi falsi vescovi i quali, dall’ambone, predicano la centralità della persona, il diritto al lavoro, la difesa della Costituzione. Le anime hanno un immenso desiderio di udire parole di vita eterna, e vengono propinate loro sempre e solo parole di vita terrena: ottuse, limitate, presuntuose, imperfette, sovente truffaldine. Predicare il dovere cristiano dell’accoglienza quando l’Italia è alle prese con una invasione africana ed islamica sapientemente programmata, per esempio, significa imbrogliare sul significato delle parole: delle parole sacre, in questo caso. Accoglienza, per il cristiano, è una parola sacra. Ma non esiste il dovere di farsi invadere e di farsi sostituire; né esiste il dovere di offrire moschee ai seguaci di Allah, in terra cristiana. È questo che ha raccomandato Gesù ai suoi Apostoli, prima di ritornare al Padre? Ha detto loro di incoraggiare gli uomini a persistere nelle false religioni? Non ci risulta. A noi risulta che ha detto: Andate in tutto il mondo a predicare il Vangelo e a battezzare: e chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo, mentre chi non crederà, sarà condannato. Questo è scritto bel Vangelo, nel vero Vangelo. Nel vangelo taroccato dei Bassetti, dei Paglia, dei Galantino e dei Bergoglio, senza dubbio, è scritto altro. Ma a noi non interessa.


A chi o a cosa serve il cristianesimo post-religioso?
di Francesco Lamendola 


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