L’irrilevanza dei cattolici al tempo di Bergoglio: restano solo vaghe tracce di "cattocomunismo". Oggi la Chiesa conta molto poco nell’orientare le coscienze: si è ritirata dal nostro mondo ed è naufragata in mare coi "barconi"
di Marcello Veneziani
Ma in questo frangente, la Chiesa dove si è finita, perché tace? No, non mi sto riferendo alla questione dei migranti e degli sbarchi, del governo gialloverde e del plenipotenziario Salvini. E non sto certo dicendo dopo cinque anni di protagonismo mediatico di Papa Bergoglio, che la Chiesa sia troppo taciturna. Altro che. Mi sto riferendo a una questione più importante, cruciale per il mondo, per l’occidente, per l’Europa e soprattutto per l’Italia.
La Chiesa è praticamente assente da tempo su alcuni temi vitali e cristiani a cui è stata sempre sensibile, in particolare nei 35 anni di pontificato di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI: la famiglia, la vita, la nascita, l’educazione, la civiltà cristiana e il loro opposto, la scristianizzazione, il radicalismo ateo, l’edonismo e il materialismo bioetico, l’invasione islamica e la persecuzione dei cristiani. Ogni volta che accade un fatto, che emerge un dato statistico, che un movimento, un anniversario, una manifestazione di piazza pongono l’accento su uno di questi temi, è puntuale il silenzio del Papa, della sua Chiesa e degli organismi più qualificati.
La Chiesa del silenzio. Ma può tacere sull’attacco formidabile che subisce da anni la famiglia? Può tacere sulla sostituzione del diritto naturale col desiderio individuale, della procreazione tramite un padre e una madre con la fecondazione artificiale, uteri in affitto, adozioni gay, ideologia transgender, più l’esaltazione e l’esibizione dell’orgoglio lgbt in ogni spazio pubblico? Può tacere del calo senza precedenti delle nascite, dei morti che superano i nati, dell’assenza di sostegno alle famiglie, alle nascite, alla vita rispetto agli aborti e alle morti agevolate, alla criminalizzazione nei luoghi pubblici di parole promettenti come fertilità? Si può assistere al malcelato fastidio e imbarazzato silenzio delle autorità religiose davanti a ogni polemica sul Natale e sul presepe, sui Crocifissi nelle scuole, sull’educazione religiosa? E si può taceredell’imponente, radicale, a volte violento, processo di scristianizzazione in atto, che espianta la civiltà cristiana e le sue radici, i suoi valori religiosi e i suoi principi morali, i suoi costumi e i suoi simboli e riti; e fuori d’occidente tramite la persecuzione dei cristiani e l’intimidazione? Si può tacere del fatto che la popolazione italiana ed europea marci a passi da gigante verso la sostituzione dei cristiani con gli atei da una parte e gli islamici dall’altra?
Mai come oggi conta così poco il ruolo della Chiesa nell’orientare le coscienze, le famiglie e i cittadini. La Chiesa si è ritirata dal nostro mondo, è naufragata in mare coi barconi, vive con la testa altrove. E l’altrove non è il paradiso, ma l’Africa nera.
Ma è possibile che la Chiesa, che il Papa, che la Curia, che la Conferenza Episcopale, fino alle parrocchie, siano presi solo dai temi dell’accoglienza e del pauperismo e dai temi che annacquano la fede cristiana e la appiattiscono sul politically correct? Si può ridurre la missione pastorale al tema pur importante della carità, con uno spiccato anticapitalismo? Questo tema, che forse ricorda vagamente il peronismo dell’Argentina di Bergoglio, non era estraneo alla tradizione cattolica e alle encicliche di Papa Woytila, ma era inserito in un contesto spirituale, era dal punto di vista della civiltà cristiana, della tradizione cattolica, del ritenere i beni materiali inferiori e transitori rispetto ai beni spirituali. Non nel contesto della sociologia di Bauman e di un comunismo para-evangelico. Peraltro il tema della carità e dell’accoglienza predicato in Chiesa viene poco praticato: non si conoscono donazioni cospicue ai poveri del patrimonio ecclesiale, adozioni significative di migranti nelle chiese, si predica di abbattere i muri, ma le Mura Vaticane sorgono arcigne nel cuore di Roma, presidiate dalle guardie svizzere o dai loro succedanei in borghese…
Insomma la Chiesa dei poveri è tutt’altro che povera o francescana sul serio. Senza dire delle Chiese vuote, le vocazioni in calo, le messe deserte… Ammirevoli ma sparuti i missionari che vanno nei luoghi della fame e della miseria, troppi invece i sindacalisti dell’accoglienza in casa nostra…
È sparita la presenza e l’incidenza dei cattolici, del Papa, della Chiesa, dei principi cristiani nella vita quotidiana; restano solo vaghe tracce di cattocomunismo, di cristianità proletaria (ma proletariato ideologico, assente nelle periferie proletarie del paese), più qualche spruzzata pauperista e progressista, genere comunità sant’Egidio o cristiani dem (non è abbreviativo di demonio…).
L’irrilevanza politica dei cattolici al tempo di Bergoglio, che già sottolineammo, ha raggiunto un punto estremo: mai come oggi conta così poco il ruolo della Chiesa nell’orientare le coscienze, le famiglie e i cittadini. Insomma la Chiesa si è ritirata dal nostro mondo, è naufragata in mare coi barconi, vive con la testa altrove. E l’altrove non è il paradiso, ma l’Africa nera.
La Chiesa è sparita
di Marcello Veneziani Il Tempo
Fonte: http://www.marcelloveneziani.com/uncategorized/la-chiesa-e-sparita/ del 15 Giugno 2018
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/chiesa-cattolica/5992-la-chiesa-e-sparita
Chi finanzia Macron – George Soros: 2.365.910,16 €, David Rothschild: 976.126,87 €, Goldman-Sachs: 2.145.100 €.
La stampa d’oltralpe e in particolare Le Monde ha rilasciato un comunicato stampa nel quale afferma espressamente di non aver voluto rivelare il contenuto dei file, per i timori di “influenzare il ballottaggio”: alla faccia del “cane da guardia della democrazia”, interessi oligarchici anteposti a quelli del popolo.
Al solito certi mezzucci hanno le gambe corte e i file sono stati in qualche modo recuperati da altri organi d’informazione e resi pubblici.
Spicca un prestito di otto milioni in favore dell’AFCPEM, l’associazione del candidato di En Marche! per il finanziamento della sua campagna elettorale.
Il finanziamento è stato erogato da Credit Agricole.
Questi soldi dovranno essere restituiti entro il marzo 2019 ed è curioso l’articolo 1415 del contratto: in caso di inadempienza il patrimonio personale di Brigitte, la moglie di Macron, non verrà intaccato.
E’doveroso sottolineare che nessuna banca francese si è detta disposta a finanziare la campagna elettorale di Marine Le Pen, mentre il neo-eletto presidente della Repubblica francese non ha incontrato alcuna difficoltà in tal senso.
E’ il Boston Consulting Group uno dei gruppi che ha manifestato maggior sostegno nei confronti di Emmanuel Macron, viene indicato dal presidente di AFCPEM, Christian Dargnat in una e mail come “ uno dei maggiori sostenitori” e desidera metterlo al corrente “dell’evoluzione del movimento e per scambiare pareri sulle prospettive delle sue azioni”.
Grande è l’interesse del BCG all’attività di Macron, infatti in direttore marketing del gruppo contatta Stephane Charbit, direttore della banca Rothschild a Parigi, per chiedergli di “essere messo in contatto con la persona per organizzare un incontro”.
La presenza del colosso bancario Rothschild è una costante nella campagna elettorale di En Marche, partecipando attivamente a diversi meeting organizzati dallo staff di Emmanuel Macron.
In attesa delle puntate successive un po’ di nomi e cifre intorno a Emmanuel Macron: George Soros: 2.365.910,16 €, David Rothschild: 976.126,87 €, Goldman-Sachs: 2.145.100 €.
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