ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 26 giugno 2018

"Meglio del previsto"?

Quei quattordici nuovi cardinali per la "svolta" in Conclave

Quattordici nuovi cardinali. Papa Francesco creerà i nuovi porporati durante il concistoro del 29 giugno. La "Chiesa" sempre più "in uscita". Milano, Venezia e Parigi restano senza cardinale

Quattordici nuovi cardinali creati da Papa Francesco. Il pontefice argentino è celebre per non dare il preavviso ai diretti interessati.
Sarà andata così, con ogni probabilità, anche per i prelati che diventeranno porporati durante il concistoro del 29 giugno. Tre di questi, avendo superato gli ottant'anni d'età, non saranno elettori attivi del prossimo Conclave.
"Meglio del previsto", ci dicono dagli ambienti conservatori. "Sako (patriarca di Babilonia dei Caldei) è uno in gamba", aggiungono. Non è un mistero che ogni Papa abbia ridisegnato la Curia (e la Chiesa) "a sua immagine e somiglianza". Esiste il timore che l'assemblea cardinalizia si riempia di quelli che le categorie giornalistiche definiscono "bergogliani.
"La loro provenienza - ha scandito Papa Bergoglio ai tempi dell'annuncio del concistoro - esprime l’universalità della Chiesa che continua ad annunciare l’amore misericordioso di Dio a tutti gli uomini della terra. L’inserimento dei nuovi cardinali nella diocesi di Roma, inoltre, manifesta l’inscindibile legame tra la sede di Pietro e le Chiese particolari diffuse nel mondo". Dove "universalità" sta in qualche modo per "rottura" di tradizioni consolidate. Il vescovo di Roma, nello scegliere i cardinali, non guarda infatti alla diocesi di provenienza, ma alle persone. Una sorta di "meritocrazia vaticana".
Un cambiamento che ha contribuito a diversificare il "peso specifico" all'interno del Conclave. Una "proporzionalità" così spiccata da rendere più difficile la creazione di cordate riunitesi attorno alle grandi città, alle diocesi più rappresentative. Il Papa, con questa "infornata", ha nominato la maggioranza assoluta dell'assemblea cardinalizia. Centoventicinque cardinali elettori, di cui "solo" quarantasette dall'Europa. Trentaquattro porporati americani, quindici asiatici, quindici africani e quattro oceanici costituiscono il nucleo più numeroso per un'immaginifica "sfida" tra il vecchio continente e il resto del mondo. Di italiani ne sono rimasti diciannove. La "Chiesa in uscita", quellla più attenta alle realtà periferiche del mondo ecclesiastico, guadagna qualche "posizione". A rimetterci, a ben guardare, potrebbe essere stato proprio il Belpaese, al quale mancano quattro storiche porpore: Milano, Venezia, Torino, Palermo e Bologna. Ci sarà, invece, monsignor Angelo Becciu, che è il sostituto per la Segreteria di Stato. Un uomo spesso definito "politico", nel senso delle relazioni diplomatiche tenute per il Papa con la Curia. Riceverà la porpora anche monsignor Angelo de Donatis, vicario di Bergoglio per Roma, elevato vescovo dallo stesso argentino e scelto in un'occasione come predicatore degli esercizi spirituali dei prelati vaticani. Chiude l'elenco degli italiani monsignor Giuseppe Petrocchi, arcivescovo de L'Aquila.
La scelta di Sako è quella più intrisa di significato simbolico. Il segretario di Stato Parolin ha specificato che "Il Papa voleva sottolineare evidentemente la sua attenzione nei confronti del Paese (Iraq ndr)". Verrà creato cardinale il gesuita Luis Francisco Ladaria, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede: l'arcivescovo spagnolo, avendo in qualche modo ricusato il documento proveniente dalla Conferenza episcopale tedesca sull'intercomunione, rappresenta una "speranza" dei tradizionalisti in materia di "svolte dottrinali". Lo stesso ha anche ribadito la natura definitiva della dottrina per cui le donne non possono accedere al sacerdozio. Il tutto in vista del Sinodo per l'Ammazzonia, dove potrebbe essere avanzata l'ipotesi dell'istituzione di un ministero ad hoc per le donne. Poi ci sono l'elemosiniere pontificio polacco Konrad Krajewski, l'arcivescovo di Osaka Thomas Aquino Manyo Maeda, l'arcivescovo di Karachi Joseph Coutts, il vescovo di Leiria - Fatima Antonio dos Santos Marto, l'arcivescovo di Tomasina Désiré Tsarahazana e, infine, un altro gesuita: Pedro Ricardo Barreto Jimeno, arcivescovo di una diocesi del Perù. Nel corso del prossimo anno alcuni elettori attivi del Conclave supereranno gli ottant'anni d'età: potrebbe essere la volta buona per l'arcidiocesi di Milano, per il patriarcato di Venezia e/o per le altre realtà ecclesiastiche italiane. Anche Parigi, a dirla tutta, aspetta il "suo" cardinale. Ma nella Chiesa di Papa Francesco la provenienza non conta.
Francesco Boezi
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/quei-quattordici-nuovi-cardinali-svolta-conclave-1544966.html

Nunzio Galantino sostituito alla segreteria della Cei

Monsignor Nunzio Galantino lascia la segreteria della Cei. Per il prelato arriva un incarico nella gestione delle finanze vaticane. Papa Francesco procede con nuove nomine e si prepara, forse, al "rimpasto" complessivo


Monsignor Nunzio Galantino non è più il segretario generale della Conferenza episcopale italiana.
Con una mossa un po' a sorpresa, il Papa ha proceduto con un rimpasto parziale delle cariche ecclesiastiche. Galantino diviene così il presidente dell'Aspa, l'ente preposto all'amministrazione del patrimonio della Sede apostolica.
Il segretario era stato scelto da Papa Bergoglio nel marzo del 2014. Il fatto che il mandato stesse per scadere lasciava intravedere la possibilità di questo avvicendamento. Ma c'è comunque chi è rimasto sorpreso. Non si conosce, almeno per ora, il nome del prelato che sostituirà l'ex vescovo di Cassano dello Jonio alla segreteria dell'episcopato italiano. Parole di sostegno, intanto, sono arrivate dal presidente della Cei, il cardinal Gualtiero Bassetti, che ha parlato di "un grande atto di stima e di fiducia da parte del Santo Padre. Al nostro Segretario Generale Papa Francesco affida una responsabilità enorme, in un settore estremamente delicato qual è la gestione del patrimonio economico della Sede Apostolica". La decisione del pontefice argentino, insomma, consisterebbe in una promozione e non in un atto di sfiducia.
Per l'ex segretario della Cei si era prospettata l'ipotesi di un incarico presso una diocesi italiana: qualcuno aveva ipotizzato anche che Galantino sarebbe divenuto l'arcivescovo di Bari - Bitonto. Nulla di fatto. Galantino avrà un compito considerato più difficile del precedente. Papa Francesco, nella giornata di oggi, ha riservato altre sorprese. Si dice che in questo periodo il pontefice argentino procederà con nuove nomine per importanti dicasteri. La segreteria per l'Economia della Santa Sede e persino lo Ior potrebbero essere interessati da questo rimpasto. Quanto accaduto in queste ore potrebbe rappresentare solo il principio di una ricomposizone più generale degli incarichi. Intanto è stato allargato l'ordine dei vescoviCome si apprende da Aci Stampa, i cardinali Parolin, Sandri, Ouellet e Filoni entrano a far parte del Collegio dei Padri cardinali. "In questi ultimi decenni – scrive Bergoglio nel documento che annuncia la deroga alle norme canoniche – si è registrato un significativo ampliamento del Collegio dei Cardinali. Al suo interno, tuttavia, mentre i membri appartenenti agli Ordini dei Presbiteri e dei Diaconi sono considerevolmente aumentati, il numero di quelli che fanno parte dell’Ordine dei Vescovi è rimasto costante e invariato nel tempo".
José Tolentino Calaça de Mendonça, sacerdote portoghese, è stato infine posto al vertice degli archivi e delle biblioteche di Santa Romana Chiesa. L'atto più importante, però, rimane la sostituzione di Galantino: un uomo di Chiesa che, durante la sua permanenza alla segreteria della Cei, ha spesso richiamato le istituzioni politiche in materia d'accoglienza.
Giuseppe Aloisi 

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