ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 26 giugno 2018

Voilà, à vous le microns

https://images2.corriereobjects.it/methode_image/2018/06/24/Roma/Foto%20Roma/macron22.JPG?v=201806261252

L'ipocrita Macron dal Papa: "Corridoi umanitari per migranti"

Sorrisi, strette di mano e regali. Colloquio privato di quasi un'ora. Salvini: "Noi abbiamo cuore, Macron invece no"

Una stretta di mano, condita da larghi sorrisi fra Papa Francesco e il presidente della Repubblica francese Emmanuel Macron, ricevuto in udienza in Vaticano.


Affiancato da monsignor Georg Gaenswein prefetto della Casa Pontificia, il capo di Stato ha percorso lentamente i lunghi corridoi del Palazzo Apostolico, con le Guardie Svizzere in schieramento d'onore, prima del saluto con il Pontefice. Il Papa e Macron si sono quindi seduti l'uno di fronte all'altro alla scrivania papale dello Studio alla Biblioteca, scambiandosi qualche parola e regalando altri sorrisi ai flash dei fotografi, prima del colloquio privato durato per oltre 50 minuti nella Biblioteca Privata.
Si è concluso con una inusuale "carezza" di Emmanuel Macron a Papa Francesco l'incontro in Vaticano. Il gesto spontaneo del Capo di Stato, con il cenno della mano a sfiorare il volto del Papa, è avvenuto al momento dei saluti dopo lo scambio dei doni. Ricevendo fra le sue mani una copia preziosa del Diario di un curato di campagna, romanzo di Georges Bernanos, il Papa ha ringraziato Macron confessandogli: "Ho letto quest'opera diverse volte e mi ha fatto bene: è un libro che ho sempre amato molto".
Prima di giungere in Vaticano, Macron ha incontrato una delegazione della Comunità di Sant’Egidio e "ha menzionato i corridoi umanitari come un modello della politica di immigrazione legale, soprattutto per le persone che hanno bisogno di protezione umanitaria". A dirlo è il presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo.
Dal canto suo il ministro dell'Interno Matteo Salvini non ha fatto mancare il suo commento: "Oggi c’è in visita a Roma quel gentiluomo di Macron, sarà sicuramente lui in grado di accogliere tutti quelli che scappano. Lui è buono, non è come noi". E ancora: "La Francia fino ad oggi ha parlato tanto ma ha combinato poco".
Luca Romano -

SUI MIGRANTI, UN SUCCESSO INTERNAZIONALE. E MORALE .


Poiché nessun giornale o tv italiano ve  lo dice, diciamolo:   sui migranti, il governo italiano ha  riscosso un grande successo internazionale. Un successo politico e morale, perché ha costretto tutti i governi che ci hanno accusato di disumanità e  violazioni del codice dei salvataggi  perché “l’Italia chiude i suoi porti”, a dichiarare che chiudono i lor
Esemplare  il caso della Lifeline, la nave di soccorso   che (a trasponder spento)  ha raccolto 230 e passa africani dalla Libia, il triplo in  più della sua possibilità di soccorso.  Prima chiede di sbarcare gli africani alll’Italia, con insistenza, e riceve la risposta: rivolgersi alla Libia. Passano le ore, la Lifeline chiede a Malta: rifiuto.
Il primo ministro maltese Muscat twitta: “La  Lifeline ha infranto le norme ignorando le istruzioni italiane [della guardia costiera]”, cominciando insomma a dare ragione al governo, e commenta  che tutta la faccenda ha “aperto gli occhi” sul fatto “inaccettabile”  che “alcuni di questi battelli di salvataggio non sono registrati regolarmente”; la nave ha la bandiera olandese e l’Olanda si rifiuta di occuparsene, con la scusa che è registrata come “battello da diporto”; il governo di Malta perciò “vuol vedere se adire alle vie legali a proposito degli  obblighi di un paese”,  perché  “la legge del mare è chiara, lo stato in cui la  nave è registrata ha il diritto di ordinarle di smettere  di bighellonare”.
Bighellonare (loitering): pensate se Salvini avesse usato questo verbo per gli eroici soccorritori di negri deportati dagli scafisti, i commenti indignati dei nostri giornalisti.
Ma c‘è di più. Il premier maltese conclude: “Siamo un paese sovrano e  nessuno  deve dettarci cosa dobbiamo o non dobbiamo fare”.   Salvini non ha mai  enunciato una  frase così recisamente sovranista.
Passano i giorni  sulla Lifeline, con i 238  giovanotti che mangiano, dormono, fanno i loro bisogni in una barca pensata per 50. Al quinto giorno, col meteo in peggioramento,  Axel Steier, definito “il rappresentante della ONG  tedesca” Lifeline, annuncia ai giornalisti francesi di aver chiesto  il permesso di sbarco alla Francia e alla Spagna. “Per ora nessuna risposta”.
Poche ore dopo la risposta di Parigi: negativa.   Non apre i porti. La ministra Loiseau (affari europei) non si priva di fare la morale all’Italia, non si deve “sostituire il diritto internazionale alla legge della giungla”, e insiste che ad accogliere i passeggeri deve essere l’Italia, il porto sicuro più vicino.
E insiste. Occorre:  “una massiccia presenza dell’Europa nei porti italiani per identificare i passeggeri”.  Nei porti italiani. L’idea  di Macron: centri chiusi di detenzione in Sicilia, non in Francia (non sia mai). Fatto sta che  la stampa francese comincia commentare su Macron ipocrita, che fa la lezione agli altri ma non  apre all’accoglienza.
La risposta della Spagna tarda. Alla fine arriva: Rifiuto. Porti chiusi. Eppure  ilgoverno Sanchez aveva fatto il gran gesto di lasciar sbarcare l’Aquarius qualche giorni prima, con 600 e passa. Adesso il rifiuoo è motivato così dal ministro dello Sviluppo, Jose Luis Abalos: la Spagna “non può diventare l’organizzazione di soccorso in mare per tutta Europa.  Sic: che l’Italia diventasse tale cosa,   era  l’evidente aspirazione di tuttti in Europa.   Sanchez non ripeterà il generoso gesto dell’accoglienza dell’Aquarius. Tre giorni sono bastati  per renderlo meno “umano” e generoso.
Alla fine fine, la Lifeline dichiara di essere stata rifiutata, col suo carico umano, non solo dall’Italia, ma anche da Malta, Francia, Germania, Olanda, Spagna.  L’Europa  progressista e umanitaria si è chiusa a  riccio – non meno di  quella “sovranista” e inumana.  E ha dovuto farlo apertamente.

La Maersk.

Forse il Nord Europa mostrerà il suo  gran cuore accogliente? Se lo  aspetta la Maersk, che ha raccolto 108 africani presso la Libia e   vuole scaricarli in Italia. Passa le ore ferma sperando di avere l’autorizzazione. Che non arriva.  La Maersk  non è   il battello di una ONG, che può bighellonare; è una  portacontainer, “ogni ora di sosta senza scaricare sta costando a Maersk un sacco di soldi”, dichiara la ministra danese all’immigrazione, Inger Stoiberg, la posizione italiana è “Irragionevole”. (Irragionevole perché danneggia   l’armatore danese). Il primo ministro Lokke Rasmussen dichiara dal  canto suo che “l’Italia deve adempiere   ai suoi obblighi internazionali”.  Si noti che la Maersk aveva spento i trasponder nel momento in cui ha “incontrato” in mare il gommone degli africani, ed era insieme alla Lifeline, che ha spento i trasponder per otto giorni.  C’è li qualcosa che nascondono.
Ad un certo punto, forse l’armatore   sembra chiedere al suo governo danese di accogliere quei neri.   Non sia mai, dichiara la ministra Stoiberg, “nota per  la sua linea dura contro i migranti”: “Questi si dirigevano verso l’Italia, è lì che volevano andare”. Sic.  . Alla fine, ahimé   abbiamo ceduto: la Maersk scarica i suoi cento a Pozzallo. MA quel che l’armatore ha perso in questi giorni (forse 50 mila euro al giorno di attesa),   è una lezione che ricorderà, ed un’esperienza che esiterà a ripetere.
Che la vicenda si concluda con uno scacco per Macron, lo sottolinea – ed è tutto dire – Libération, il  quotidiano della sinistra al caviale  (gauche caviar) e  proprietà di Rotschild:
Arroganza francese”,  è   il titolo – in italiano nel testo – della affilata critica a firma di Laurent Joffrin, columnist di punta (e molto caviar) del   progressismo d’Oltralpe.  “Il comportamento delel autorità francesi verso gli italiani  offre l’esempio compiuto di quel che non bisogna fare nelle relazioni   fra nazioni vicine….L’Italia che si denuncia  ha avuto un comportamento spesso esemplare verso i riprovati, mentre nello stesso tempo la Francia chiudeva la sua frontiera del Sud,  accogliendo in totale un  numero di rifugiati molto inferiore a quello dell’Italia
“Invece di calmare il gioco,  Macron ha continuato la polemica. Propone di creare dei “centri chiusi” per gestire il flusso dei richiedenti asilo. In Francia? No, in Italia”.  Una  staffilata in piena  regola alla politica e al comportamento di Macron in questo frangente.
E ancora:
“Mentre i leader europei continuano ad esibire le loro divisioni, avanza l’idea che non ci sia una soluzione europea, e che ogni paese  ha interesse a legiferare   per se stesso”.
Che è un implicito riconoscimento di quel che fa Salvini e  il governo Conte: invece di aspettare una “iniziativa europea” che mai avverrà,  ecco gli accordi con  Tripoli , la formitura di          motovedette, e il progetto di fare centri di identificazione  oltre il Sud libico. Progetto difficile, ma intanto la Libia sta opearndo in proprio oi salvataggi in mare –   nell’ultimo, ostacolata dalla nave dlla ONG spagnola Open Arma, che ha cercato di impedire che 500 sui gommoni fossero riportatid alla marina libica a Misurata, oltretutto spegnendo i trasponder insieme alla SOS Meditalia (altra ONG).  Un comportamento sempre più apertamente piratesco.
Frattanto l’UNHCR comunica che la Marina Libica ha riportato indietro,  oltre mille rifugiati negli ultimi 5 giorni, consegnandoli allo   UNHCR – dunque non si tortura, in Libia, e  Tripli è “un porto sicuro” in cui portare o riportare i “migranti”.
VAle la pena di citare Freancesca Totolo, attenta osservatrice dei traffici ONG-Scafisti.
Oggi la Guardia Costiera Libica ha salvato e riportato in ,820  fatti partire dai  come se fossero carne da macello. La strategia è quella delle partenze in blocco,per causare stragi e così giustificare la presenza delle 
Anzi,  di più: lo UNHCR ha cominciato da evacuare i rifugiati dalla Libia al proprio centro di transito in Niger, in numero di.
Yesterday, 128 refugees were evacuated from  to UNHCR’s Emergency Transit Facility in Niger – a total of 1858 refugees have been evacuated out of Libya since November 2017 

Fatti tornare in Niger dalla Libia.

Domani   Macron va da Bergoglio e pranza con la Sant’Egidio, avendo bisogno di unzione  santimonioso-clericale nella sua polemica – fallimentare –   contro il governo italiano.   Sappiamo già che El Papa non farà mancare  il suo appoggio, ha simpatia per personaggi del genere.

Macron, nella famosa festa gay all’Eliseo, è stato colto a palpare le chiappe del DJ, pedersta   auto-dichiarato. e’ il tizio qui sotto: 
Sulla maglietta, il discotecaro di Macron ha scritto: “Figlio di immigrati, nero e pederasta”.

Ma la autorità di Bergoglio come pontefice   è alquanto più diminuita di quanto Macron, che  non frequenta chiese, possa credere,
     28 commenti

Voilà, à vous Micron (Enculé de ta mère)





Macron tance un ado qui l’appelle Manu mais quel respect peut on avoir pour un Président qui invite un groupe qui chante « Danse enculé de ta mère » et d’autres vulgarités, à l’Elysee ? Qu’il présente des excuses aux français pour cette honte !

Nadine Morano (ministra della Famiglia di Sarkozy)  ci informa che il gruppo di artisti invitato all’Eliseo canta “Balla, inculato di mamma tua”…

Sulla maglietta, il discotecaro di Macron ha scritto: “Figlio di immigrati, nero e pederasta”.












https://www.maurizioblondet.it/voila-a-vous-micron/

Macron da Papa Francesco: nominato sacerdote onorario di San Giovanni

Macron va dal Papa e cerca una nuova legittimazione dopo le batoste sui progetti di riforma Ue. E viene nominato sacerdote onorario di San Giovanni

Macron: con Papa riflessione comune su futuro Europa e migranti

"Una riflessione congiunta circa le prospettive del progetto europeo" tra Papa Francesco e il presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron. Di questa 'aggiunta' all'agenda del colloquio, che ne spiega la lunghezza (e' durato ben 57 minuti), da' conto il comunicato vaticano diffuso dopo il secondo incontro di Macron in Vaticano, quello con il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato, e l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati. "Nel corso dei cordiali colloqui - si legge nel testo - sono stati sottolineati i buoni rapporti bilaterali esistenti tra la Santa Sede e la Francia, ed e' stato rilevato, con particolare riferimento all'impegno della Chiesa, il contributo delle religioni alla promozione del bene comune del Paese. Sono state quindi affrontate questioni globali di interesse condiviso, quali la protezione dell'ambiente, le migrazioni e l'impegno a livello multilaterale per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti, specialmente in relazione al disarmo". "La conversazione - conclude la nota - ha inoltre consentito uno scambio di valutazione su alcune situazioni di conflitto, particolarmente nel Medio Oriente e in Africa".

Vaticano, Macron in visita a Papa Francesco

Emmanuel Macron si fa sacerdote. Il presidente francese viene accolto con le fanfare spiegate in Vaticano da Papa Francesco. Una mossa politica significativa soprattutto dopo le clamorose polemiche degli ultimi giorni tra Italia e Francia sui migranti. Un messaggio da parte del Pontefice che si schiera dunque con Parigi, dimenticando le tante chiusure dell'Eliseo all'accoglienza. E verrà effettivamente nominato sacerdote onorario di San Giovanni.


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Macron nominato sacerdote onorario di San Giovanni

Nella Basilica di San Giovanni in Laterano alle 14,30 Macron prenderà possesso del titolo di 'protocanonico d'onore del capitolo lateranense', rinnovando così un'antica tradizione del 1604, inaugurata da re Enrico IV dopo aver abiurato il protestantesimo. La cerimonia ha suscitato in Francia polemiche che l'Eliseo ha cercato di smorzare, sottolineando che si tratta di "un titolo onorifico e storico senza alcuna dimensione spirituale. E' una specie di cerimoniale, una cosa abbastanza veloce, niente di maestoso", che fa parte del "pacchetto presidenziale e non si può rifiutare", un po' come la Legion d'onore. L'ultimo ad aver partecipato al rituale storico è stato un decennio fa Nicolas Sarkozy.

Macron cerca legittimazione

Il fatto che Bergoglio riceva Macron nel primo incontro tra i due è significativo, soprattutto in questo momento. Un Bergoglio che nelle scorse settimane aveva riaggiustato il tiro sui migranti parlando sì di accoglienza e responsabilità ma anche di prudenza. L'impressione è che però con Macron si cerchi un'intesa diplomatica per porre le basi di un sistema di accoglienza europeo, anche se i due non sono mai stati d'accordo su tutta la linea. In particolare appare chiaro che Macron, i cui progetti di riforma dell'Ue appaiono di molto ridimensionati negli scorsi mesi, cerchi una nuova legittimazione dall'autorità spirituale ma anche diplomatica del Papa.

Réne Coty il primo presidente francese in Vaticano

Emmanuel Macron è l'ottavo presidente francese in oltre 60 anni a visitare ufficialmente il Vaticano. In questi 61 anni, nella Santa Sede si sono succeduti 6 Pontefici e dunque Francesco sarà il sesto a ricevere un governante francese. Charles de Gaulle e Valéry Giscard d’Estaing incontrarono due Papi. Nicolas Sarkozy ha incontrato due volte Papa Ratzinger e François Hollande ha incontrato due volte Papa Francesco. Il primo presidente francese a recarsi in Vaticano fu René Coty che nel 1957 fu ricevuto da Pio XII.

Macron: Papa Francesco lo accoglie con un grande sorriso

Papa Francesco ha accolto il presidente Macron a metà della Sala del Tronetto con un grande sorriso e una stretta di mano. Al benvenuto del Papa il capo di Stato ha replicato con un "merci beacoup". Poi si sono avviati verso la Biblioteca Privata dove hanno preso posto ai due lati dello scrittoio del Papa. Qui Francesco ha iniziato la conversazione con un nuovo aperto sorriso che ha messo il presidente a suo agio. Accanto al Papa un sacerdote della Segreteria di Stato che fa da interprete. Il Papa lo ha presentato a Macron dicendo: "e' stato molto tempo in Africa".

Macron, corridoi umanitari modello immigrazione legale

"Il presidente Macron ha menzionato i corridoi umanitari come un modello della politica di immigrazione legale, soprattutto per le persone che hanno bisogno di protezione umanitaria". Lo ha detto il presidente della Comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo, dopo l'incontro con il capo dell'Eliseo stamani a Palazzo Farnese.

http://www.affaritaliani.it/affari-europei/macron-papa-francesco-asse-parigi-vaticano-sui-migranti-547622.html?ref=ig

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