ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 21 giugno 2018

Siamo tutti minutelliani?

Che significa "minutelliano"?

Per grazia di Dio siamo ben ancorati, con le catene auree della Fede, alla Sede Apostolica e  al Papa ricordando sempre che "Ubi Petrus ibi Ecclesia".

Il Santo Padre dice di apprezzare le osservazioni critiche che Gli vengono rivolte: "«È bene essere criticato, a me piace questo, sempre. La vita è fatta anche di incomprensioni e di tensioni. E quando sono critiche che fanno crescere, le accetto, rispondo». 

In alcuni posti però viene usato uno strano aggettivo per zittire preventivamente ogni osservazione critica, se pur timidamente e rispettosamente espressa, nei confronti dell’attuale gestione ecclesiale. 



Proviamo perciò  a scrivere al computer “minutelliano”: Word ce lo segnala come errore. 

Per comprendere come l'aggettivo "minutelliano!" viene usato come profilassi preventiva contro il virus della critica ecclesiale ricorriamo a due esempi inventati "ad hoc".
Se uno dicesse: “non mi piace il mate” (bevanda tipica
dell’America latina preferita dal Santo Padre) in alcuni posti gli sarà replicato gridando: “ minutelliano” !
Se un altro avesse l'ardire di dire: “non mi piace il borsone  del Papa” (uno dei simboli dei viaggi apostolici in aereo del Santo Padre) in alcuni posti egli riceverebbe subito la risposta, gridata: “minutelliano” !  E così via...

Word però continua a segnalare come “errore”  quell’aggettivo. 
Ci sono spesso degli aggettivi inventati ad hoc  da altri per indicare un’appartenenza a un gruppo o ad un’ideologia.

Proviamo però a scrivere: “minutelliano” su un motore di ricerca di Internet: compariranno diversi articoli presenti in rete fra i quali un articolo del vaticanista Marco Tosatti, da cui spesso attingiamo notizie e opinioni dal suo sito Stilum Curiae : «...capire le ragioni profonde di un fenomeno” di "uno stato d’animo che in misura maggiore o minore molti condividono"...»
In un altro, recente articolo Tosatti disegna, con estrema realtà, lo status dei cattolici in Italia e all’estero: “lo scollamento tra elitè e popolo a livello politico ha un corrispettivo nella Chiesa cattolica: mai come oggi i pastori sono lontani dal gregge, estranei alle sue esigenze ed al suo sentire. “Odore delle pecore”, si diceva, ma è pura retorica, una vernice sottilissima che non riesce a nascondere la realtà. Quanto il Pd è lontano dal proletariato, tanto i vertici ecclesiastici odierni sono ormai incomprensibili e inascoltabili per il fedele comune”. (Cfr. Stilum Curiae QUI 
Minutelliano!”  griderebbero  in modo crudelmente inquisitorio e censorio  al vaticanista citato… 


Word però continua a segnalare imperterrito quell'aggettivo come “errore”  ...  

Ha certamente ragione Word perché non c’è bisogno di coniare dei nuovi aggettivi identificativi  nella Chiesa Cattolica.




Per il Gran Maestro Venzi, papa Francesco è un “tiranno illuminato”

(di Fabio Cancelli) Pochi giorni fa il sito della Gran Loggia Regolare d’Italia (GLRI) ha pubblicato 28 pagine di Considerazioni del Gran Maestro Fabio Venzi sulla Relazione della Commissione Parlamentare Antimafia.
(http://www.glri.it/pdf/articoli/Considerazioni%20del%20Gran%20Maestro%20sulla%20Relazione%20della%20Commissione%20Parlamentare%20Antimafia.pdf). Il Gran Maestro vuole denunciare «macroscopiche inesattezze, contraddizioni e falsità» (p. 27) di quella Relazione. Alle pag. 3-4 delle sue Considerazioni, il Gran Maestro Venzi contesta anche la nostra recensione al suo libro L’Ultima Eresia (Settimo Sigillo, Roma, dicembre 2017) da noi pubblicata qui: https://www.corrispondenzaromana.it/lultima-eresia-del-gran-maestro-fabio-venzi/. Ma che c’entra il nostro articolo dell’11 aprile 2018 con la Relazione di 83 pagine (pp. 84-166) della Commissione Antimafia del 21 dicembre 2017?
La Relazione della Commissione dell’on. Rosy Bindi, pur trattando dell’infiltrazione mafiosa in alcuni ambienti massonici italiani, presenta a pag. 155 un breve paragrafo sull’incompatibilità tra Chiesa e Massoneria senza peraltro indicare le ragioni di tale incompatibilità. È strano che per il Gran Maestro Venzi quel paragrafo di sole 11 righe «è senza dubbio quello più sconcertante» (p. 2).
Nelle Considerazioni Venzi ribadisce le sue opinioni: perfetta compatibilità tra Chiesa e Massoneria, la Massoneria non cospira, i critici antimassonici sono assurdi, denigratori (pp. 2-5) con «disforia nella personalità» (p. 26). Sembra che a Venzi gli studiosi cattolici che sottolineano la componente magica e gnostica della Massoneria diano molto più fastidio della Relazione Bindi sebbene questa non dedichi loro alcun rigo.
A pag. 3 Venzi si definisce «storico» ma il suo curriculum dice che è laureato in sociologia (http://www.glri.it/it/gran-loggia/il-gran-maestro/note-biografiche.html). Venzi confonde il lettore medio anche quando scrive: «Ma, come ho già accennato nella mia Audizione, sappiamo che l’antimassonismo nasce ancor prima della stessa Massoneria» (pp. 25-26).
Nel suo libro L’Ultima Eresia scrive invece: «In sostanza l’antimassonismo nasce con la stessa Massoneria» (p. 11).  Nell’Audizione del 24 gennaio 2017, Venzi dice all’on. Bindi che «la massoneria nasce nel 1717. Il primo documento antimassonico è del 1652». Poi: «I problemi della libera muratoria sono problemi che nascono con la stessa massoneria» (http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/stenografici/html/24/audiz2/audizione/2017/01/24/indice_stenografico.0185.html#stenograficoCommissione.tit00020.int00200, p. 24). Insomma quando nasce l’antimassonismo? In ogni caso il Gran Maestro ha il merito di farci comprendere meglio l’incompatibilità tra Chiesa e Loggia: anche nelle sue Considerazioni il Gran Maestro Venzi fa capire che la Massoneria è una «Scuola Iniziatica», «uno dei tanti movimenti esoterici» (p. 4).
Venzi non vuol sentir parlare di «componente ‘satanica’ della Massoneria» (p. 5). Va bene, parliamo allora di componente iniziatica, esoterica, gnostica, luciferina… Perché sulla copertina de L’Ultima Eresia di Fabio Venzi c’è il Lucifero di Franz Von Stuck ?
La Massoneria complotta contro la Chiesa? Impossibile, ridicolo, secondo Venzi il quale ritiene «ridicolo» anche il pensare che lui possa avere «importanti ‘alleati clericali’» e «conoscenze nelle alte sfere del vaticano» (pp. 3-4). Lui, non li ha… ma i suoi massoni? Eppure nel libro Vaticano massone (Piemme 2013), Galeazzi e Pinotti scrivono che Venzi «ci ha rivelato come all’interno della sua obbedienza, l’unica riconosciuta dalla Gran Loggia d’Inghilterra, vi siano molti sacerdoti. Venzi, in forma sobria e riservata, sta aprendo un fronte di dialogo con esponenti del Vaticano» (p. 54). Venzi nega che i rituali massonici sono segreti in quanto «sono tutti facilmente scaricabili tramite molti siti internet» (p. 13). Ce ne può indicare qualcuno? Se i rituali non sono segreti, perché non pubblicarli sul sito della GLRI ?
Venzi rimprovera l’on. Bindi di avergli fatto una domanda «provocatoria» (p. 23): se conosce la “Santa”, ossia il vertice della ‘ndrangheta che accetta di infiltrare i suoi uomini in logge massoniche. La domanda dell’on. Bindi era invece pertinente al suo compito istituzionale investigativo. Venzi è sconcertato dalla proposta suggerita dalla Relazione dell’Antimafia di Rosy Bindi: lo «scioglimento dell’associazione» (p. 25), ossia della Massoneria, da parte dello Stato.
Con parole sibilline il Gran Maestro dà l’idea che i massoni sarebbero capaci di operare in clandestinità in caso di scioglimento: «E i massoni all’estero? Non potrebbero infiltrarsi e ricostruire la massoneria italiana?» (p. 25). Certo, proprio come una società segreta!
La Relazione Bindi cita il caso di Papa Francesco che ha respinto un ambasciatore perché massone (p. 155). Venzi teme che la Commissione Antimafia stia suggerendo allo Stato di emulare il Papa magari cacciando gli ambasciatori massoni. Eppure la Relazione dell’Antimafia dell’on. Bindi precisa che la sua indagine «non riguarda la massoneria come fenomeno associativo in sé», né tutta la Massoneria italiana, ma solo un campione di 4 Obbedienze tra cui la GLRI (pp. 91-92). 
Stia tranquillo il Gran Maestro Venzi: lo scioglimento non avverrà mai, altrimenti si scatenerebbe contro il governo italiano una pesantissima reazione massonica nazionale e internazionale. Non è escluso che persino qualche potente ecclesiastico scenda in campo a difendere la libertà di associazione dei massoni…
Venzi critica anche il suo predecessore Giuliano Di Bernardo il quale, secondo Venzi, «si impappina» (p. 24). Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia dal 1990 al 1993, poi fondatore e primo Gran Maestro della GLRI dal 1993 al 2001, Giuliano Di Bernardo ha accolto Venzi nella GLRI nel 1999 e lo ha scelto suo Gran Segretario nel 2000, dopo appena un anno di vita massonica. Venzi gli succede come Gran Maestro dal 2001 fino al presente. Nell’aprile 2018 in un’intervista radiofonica a Border Nightshttps://youtu.be/7koO8A2cKcA, Di Bernardo dice che «la situazione della Gran Loggia Regolare d’Italia come risulta dalla relazione della Commissione Antimafia, è quella che in rapporto al GOI, risulta la più inquinata dalle infiltrazioni della mafia e della ‘ndrangheta» (min. 31:50-32:13).
Di Bernardo aggiunge: «la Gran Loggia Regolare d’Italia, che è stata il fiore all’occhiello della Massoneria italiana e inglese è stata ridotta in cenere da Fabio Venzi. Mi chiedo: come può la Gran Loggia Unita d’Inghilterra continuare a riconoscerla come unica Obbedienza massonica sul territorio italiano? Cosa aspetta Venzi a rassegnare le dimissioni? […] Se Venzi si dimettesse forse qualcun altro potrebbe ridare un minimo di dignità a quella che io considero la mia creatura massonica» (min. 33:23-34:20). 
Un altro punto interessante di quell’intervista è dove Di Bernardo dice che la società globale non può essere governata dalla democrazia ma da «una comunità di saggi che esprimono l’Uno, il Tiranno illuminato» (min. 40:00- 40:47). In un’altra intervista, rilasciata a Giacomo Amadori su Libero del 22 febbraio 2016, l’ex Gran Maestro Di Bernardo loda il Card. Pietro Parolin perché verso i massoni e l’esoterismo «non ha un atteggiamento negativo e ostile». Poi alla domanda «Qual è il suo prototipo di tiranno illuminato?», Di Bernardo risponde: «Se proprio devo fare un nome, direi il Papa» (http://www.cinquantamila.it/storyTellerArticolo.php?storyId=56cc56d46c3ca ). L’ex Gran Maestro Di Bernardo sa davvero molte cose ed è un osso duro. Altro che «si impappina»! (Fabio Cancelli)

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