Dopo la riapertura della questione della intercomunione da parte di papa Francesco, avvenuta durante la conferenza stampa sul volo di ritorno da Ginevra a Roma, riprendo ampi stralci di un articolo di Maike Hickson pubblicato su OnePeterFive.
Eccoli nella mia traduzione.
Nella dichiarazione del card. Brandmüller, intitolata “Santa Comunione per i coniugi non cattolici nei matrimoni misti?” e pubblicata oggi dal sito di informazione cattolico austriaco Kath.net, egli chiarisce tre punti importanti:
1) Il Codice di Diritto Canonico 844 §4 CIC prevede che un cristiano non cattolico possa ricevere la Santa Comunione in “pericolo di morte” o in una simile “situazione di pericolo” a condizione che “richieda liberamente la Santa Eucaristia”, “condivida la fede cattolica nella Santa Eucaristia”, “non possa raggiungere il proprio ministro” e “sia in stato di grazia”. Come ci ricorda Brandmüller, questa “situazione di pericolo” deve essere valutata “secondo il giudizio del vescovo locale o della conferenza episcopale [sic]”.
2) La Chiesa cattolica aveva qui in mente “cristiani ortodossi e antichi del Vicino Oriente, che comunque già condividono il credo eucaristico cattolico” e che vivono spesso in situazioni di diaspora dove addirittura raramente incontrano un proprio sacerdote.
3) Questo Canone non può essere applicato ai coniugi protestanti dei cattolici in situazioni di vita quotidiana: “È evidente che i presupposti per l’applicazione della lattina. 844 § 4 non sono affatto indicati per il caso specifico dei coniugi non-cattolici di sposi cattolici”.
Il cardinale Brandmüller ritorna poi sul fatto che il canone si applica a “situazioni estreme” (come guerre, persecuzioni, disastri naturali) e che sia il vescovo locale sia la conferenza episcopale possono giudicare la natura di tali situazioni. Aggiunge poi che una tale “situazione di emergenza” “non si applica nel caso della dispensa tedesca di intercomunione e della sua pretesa di ammettere alla Santa Comunione coniugi non-cattolici di sposi cattolici con qualche riferimento al loro disagio spirituale”.
Inoltre, il porporato tedesco solleva anche la domanda sul perché quei coniugi non-cattolici non chiedano semplicemente di essere correttamente ammessi nella Chiesa cattolica. “Uno è pienamente cattolico o non lo è affatto; un [cattolicesimo] “à la carte” non è possibile“. Agli occhi del cardinale Brandmüller, però, ci sono molti cristiani per i quali “la questione della verità non gioca alcun ruolo, o, in caso affermativo, solo un ruolo secondario”. “Il semplice indizio di un pragmatismo che ha dimenticato la verità non può ripristinare l’unità spezzata nella Fede. Solo la verità ci rende liberi”, conclude.
(…)
Il quotidiano cattolico tedesco Die Tagespost, come abbiamo riportato in precedenza, ha recentemente fatto una panoramica su quante Conferenze episcopali nazionali hanno già emanato queste specifiche linee pastorali riguardo alla natura di quelle “situazioni di emergenza“. Ve ne sono ventuno. Come ha chiarito poi Die Tagespost: nessuna di queste linee guida ha dato il permesso ai coniugi protestanti di sposi cattolici di ricevere la Santa Comunione.
(…)
Alla luce delle nuove affermazioni di Papa Francesco sulla dispensa tedesca sulla intercomunione, ci si chiede giustamente a che cosa si riferissero, allora, tutte queste recenti lettere della Congregazione per la Dottrina della Fede e questi incontri tenutisi a Roma?
OnePeterFive si è rivolto a Christian Weisner, il portavoce del gruppo progressista tedesco Wir sind Kirche (“Noi siamo Chiesa”), chiedendogli un commento sulla recente dichiarazione papale. Egli ora dice che, “anche se le dichiarazioni orali del Papa sul viaggio di ritorno [a Roma] non siano assolutamente chiare“, esse chiariscono comunque che Papa Francesco “approva fondamentalmente l’iniziativa per una regolamentazione della Santa Comunione per le coppie in matrimonio misto“. Weisner dice che “mi piace” e vede che in futuro, “al posto di una dispensa per tutte le diocesi”, “ci sarà una linea guida comune che poi dovrà essere applicata e messa in pratica da ogni vescovo locale”. In conclusione, Weisner afferma che “molte irritazioni delle ultime settimane avrebbero potuto essere evitate se la lettera interna del prefetto per la fede [l’arcivescovo Ladaria] fosse stata formulata in modo diverso e soprattutto se non fosse stata messa nelle mani di certi circoli mediatici [che hanno pubblicato la lettera]”. Ora spera che i vescovi tedeschi “se possibile immediatamente” giungano ad una “azione unanime, se non vogliono perdere di più la loro reputazione”.
I vescovi tedeschi si incontreranno, lunedì e martedì della prossima settimana, per la loro riunione ordinaria del Consiglio Permanente. Sentiremo poi ciò che essi stessi hanno da dire sul futuro e sulla natura del loro presunto opuscolo pastorale sulla intercomunione.
Quindi, alla luce di tutti questi messaggi confusi che ci vengono dal Papa, dovremo ora attendere dal Vaticano un altro chiarimento su ciò che il Papa realmente intendeva dire e su ciò che il Diritto Canonico – secondo la Tradizione – ha realmente da dire.
fonte: OnePeterFive
Sabino Paciolla
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