ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 15 luglio 2018

Il miracolo più straordinario

I digiuni miracolosi

Testo dell'audio
Il miracolo più straordinario, cui sia possibile assistere su questa terra, è di fronte agli occhi di tutti. Si tratta della transustanziazione, che avviene sugli altari ove si celebri una S.Messa cattolica. Del pane e del vino rimangono solo le apparenze (sapore, colore, dimensioni), ma cambia la sostanza, che diviene quella del corpo e sangue del Signore Gesù.

E’ l’unico evento conosciuto in cui il cambiamento di sostanza avvenga senza cambiamento degli accidenti. La transustanziazione quindi non cade sotto la possibilità dei sensi, ma è la fede ad aprire gli occhi.
I miracoli eucaristici di Lanciano (750) e Bolsena (1263) sono forse quelli più conosciuti, ma se ne registrano anche altri, in ogni parte del mondo ed in varie epoche storiche. L’ultimo lo possiamo registrare a Buenos Aires nel 1996, un fatto di cui si è occupato direttamente anche Papa Francesco, quando nel 1999, come arcivescovo della Chiesa locale, autorizzò analisi approfondite circa gli eventi accaduti.

Nutrirsi di sola Eucaristia
La Beata Katharina Emmerick (1774-1824), di cui sono famosi, tra l’altro, i fenomeni di veggenza, si nutrì per circa dieci anni di sola Eucaristia. «Ho sempre fame dell’Eucaristia – scrisse – e molte volte vidi uscire sangue dalla croce segnata sull’Ostia. Altre volte vidi il Signore apparire sulla sacra Ostia in aspetto di bambino roseo e radioso, come un lampo. Vedo spesso il Salvatore avvicinarsi a me come uno Sposo; Egli tosto scompare appena io abbia ricevuto l’Eucaristia».
Teresa Neuman (1898-1962), un’altra mistica tedesca, realizza concretamente la frase del Vangelo «la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda». Dal 1927 fino al 1962, anno della sua morte, Teresa si nutrì esclusivamente della comunione eucaristica. Sono molti gli episodi che narrano di questo suo specialissimo rapporto con l’Ostia santa. Molte volte la particola si spostava da sola dal tabernacolo verso di lei e, spesso, appena le veniva posata sulla lingua, spariva all’istante.
Un giorno, si recò nel presbiterio, ove si trovava il suo confessore, Padre Naber, e disse: «Il Salvatore è presente qui». Poi indicò al sacerdote di aprire una lettera; con grande stupore dentro questa lettera si trovava un’Ostia, che un uomo si era tolto di bocca dopo la comunione. Quest’uomo, dubbioso, voleva conferma da Teresa sul fatto che in quel pezzo di pane vi fosse realmente presente il corpo e il sangue del Signore.
La Beata Alexandrina da Costa (1904-1955), nata e vissuta in Portogallo, inferma in un letto per trent’anni, a partire dal 1942 e fino alla morte si cibò anch’essa di sola Eucaristia. Il 30 luglio 1935 Gesù stesso le parlò dicendole: «Ti ho messa al mondo, ti faccio vivere solo di Me, per provare al mondo ciò che vale l’Eucaristia (…). Chiama a me le anime, parla della mia Eucaristia: di che lì sto come Uomo e come Dio».
La serva di Dio francese Marthe Robin (1902-1981) dall’età di 26 anni si trovò praticamente paralizzata, fino al punto d’esser impossibilitata a deglutire a causa di una paralisi dei muscoli preposti a tale funzione.
Ebbene, per ben 53 anni non assunse alcun tipo di cibo. Tranne l’Eucaristia. L’Ostia, non potendo essere normalmente deglutita, veniva da lei come aspirata. Per comprendere fino in fondo la straordinarietà assoluta della sua vita, si può aggiungere che non dormì mai, restando sempre vigile e attiva con il pensiero. Ad ulteriore conferma di questo prodigioso digiuno, possiamo rilevare che, pur perdendo molto sangue, non dimagriva.

«Farmaco di immortalità»
Roger Chateauneau, famoso giornalista francese scettico sul caso Robin, dovette scrivere su Paris-Match del febbraio 1981: «Neanche un regista arriverebbe a mettere in piedi un simile scenario, la cui forza di convinzione risposa sulla povertà assoluta di mezzi e la legge del silenzio».
Interrogata da Jean Guitton, celebre filosofo francese, Marthe diede queste ragioni rispetto al suo nutrirsi della sola Ostia Santa: «Non mi nutro che di questo. Mi bagnano la bocca e non posso inghiottire. L’ostia passa in me non so come. Allora mi procura un’impressione, che mi è impossibile descrivervi. Non è il nutrimento normale, è diverso. Una vita nuova entra in me. Gesù è in tutto il mio corpo, come se io resuscitassi».
Queste donne sono state oggetto di vari studi da parte di medici, scienziati e teologi, ma ciò che hanno vissuto rimane misterioso, rimanda oltre la nostra realtà naturale. Eppure, per chi crede , la spiegazione è molto semplice, perché, citando S.Ignazio di Antiochia: «noi spezziamo l’unico pane che è farmaco di immortalità, antidoto contro la morte, alimento dell’eterna vita in Gesù Cristo» (S.Ignazio di Antiochia in Epistula ad Ephesios, 20,2).

Questo testo di Lorenzo Bertocchi è stato tratto dal periodico Radici Cristiane. E’ possibile acquistare la rivista anche on line o sottoscrivere un abbonamento, cliccando www.radicicristiane.it

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