Rosica, Francesco e lo Spirito dell’Anticristo
«…proferirà insulti contro l’Altissimo e distruggerà i santi dell’Altissimo;
penserà di mutare i tempi e la legge;
i santi gli saranno dati in mano per un tempo, più tempi e la metà di un tempo»
(Daniele 7, 25).
penserà di mutare i tempi e la legge;
i santi gli saranno dati in mano per un tempo, più tempi e la metà di un tempo»
(Daniele 7, 25).
Ho scritto prima, anni fa, che io credo che Papa Francesco sia un tipo dell’Anticristo. Un anticipatore. Un precursore. Un uomo che “condivide alcune caratteristiche degne di nota e alcune predilezioni ideologiche che sono state anticipate da tempo” per questa figura apocalittica.
Alcune persone si sono urtate per questo. Alcune altre mi hanno schernito. Ma penso che oggi non lo farebbero, specialmente rileggendo nel nostro attuale contesto ecclesiastico la citazione che ho fornito da “Il comunismo e la coscienza dell’Occidente” dell’Arcivescovo Fulton J. Sheen:
L’Anticristo non sarà chiamato così; altrimenti non avrebbe seguaci ... arriverà travestito da Grande Umanitario; parlerà di pace, prosperità e abbondanza non come mezzi per condurci a Dio, ma come fini in se stessi ... Egli tenterà i cristiani con le stesse tre tentazioni con le quali ha tentato Cristo ... Avrà un grande segreto che non dirò ad alcuno: non crederà in Dio. Poiché la sua religione sarà la fratellanza senza la paternità di Dio, ingannerà anche gli eletti. Creerà una controchiesa ... Avrà tutte le note e le caratteristiche della Chiesa, ma capovolte, svuotate del loro contenuto divino. Ci sarà un corpo mistico dell’Anticristo che assomiglierà al corpo mistico di Cristo per tutti gli aspetti esteriori.
Vi invito a leggere e confrontare questo testo con le parole del Padre Basiliano [Padre Rosica], portavoce vaticano e fondatore della canadese Salt & Light TV [Salt and Light Catholic Media Foundation], pubblicate ieri, su Papa Francesco:
Papa Francesco rompe le tradizioni cattoliche quando vuole, perché è “libero da attaccamenti disordinati”. La nostra Chiesa è effettivamente entrata in una nuova fase: con l'avvento di questo primo Papa gesuita, è apertamente governata da un individuo piuttosto che dall’autorità della sola Scrittura o persino dai dettami della tradizione più la Scrittura.
Penserà di mutare i tempi e la legge; i santi gli saranno dati in mano…
Lo stesso Padre Rosica, nel 2015, durante la visita del Papa negli Stati Uniti, disse che egli si era “chiesto spesso come insegnasse Gesù sul pendio di una collina galileiana”; e che “stasera a Filadelfia” “aveva visto come insegnava Gesù”.
Di nuovo, il giorno dopo, come didascalia di una foto del corteo papale, «“Ecco, il tuo re viene a te mite, seduto su un’asina, con un puledro figlio di bestia da soma” - Matteo 21, 5 (non a Philadelphia!)»
Cosa più inquietante, Padre Rosica, durante un’intervista a Fox News, disse:
Lo sfondo [della visita papale] è un mondo pieno di violenza e spargimenti di sangue, rancore e odio, e qui vediamo arrivare - nella tua città, nella tua diocesi - un vero principe della pace. Se c’è qualche titolo principesco che potrebbe essere associato a Francesco, questo è “Il principe della pace”.
Come si fa ad applicare questo titolo profetico di Nostro Signore che troviamo in Isaia 9, 5, a un uomo che “rompe le tradizioni cattoliche quando vuole” e che governa la Chiesa secondo i suoi dettami “piuttosto che con l’autorità della sola Scrittura o persino con i dettami della Tradizione più la Scrittura.”?
Quello con cui giuoca Padre Rosica è un fuoco molto pericoloso. Rosica, lo ricordiamo, non è un oscuro prete con un problema di idolatria papale. Secondo la sua biografia:
Dopo l’annuncio dell’11 febbraio 2013 delle dimissioni di Papa Benedetto XVI, Padre Rosica è stato invitato dal Vaticano a far parte dello staff della Sala Stampa della Santa Sede, come uno dei portavoce ufficiali per la transizione papale comprendente le dimissioni, la Sede Vacante, il Conclave e l’elezione del nuovo Papa. Padre Rosica ha aiutato il Vaticano durante un periodo critico nella storia della Chiesa. Alla fine della transizione papale, nell’aprile 2013, il Vaticano gli ha chiesto di rimanere come assistente di lingua inglese presso la Sala Stampa della Santa Sede. Dal 2013 alla fine del 2016, ha prestato servizio in questa veste per conto della Sala stampa della Santa Sede.
E’ un uomo noto al Papa.
Papa Bergoglio e Padre Rosica
Egli ha fatto dei commenti che sono idolatri e probabilmente blasfemi. Tali commenti sono così in grado di fare impallidire che l’agenzia di stampa Zenit li ha silenziosamente fatti sparire da una corrispondenza che inizialmente li includeva.
C’è stata una correzione da parte del Papa?
Come può un buon pastore permettere che cose del genere siano dette senza rimprovero?
Come può un uomo universalmente acclamato come umile non essere inorridito per essere stato descritto in questo modo? In cui si afferma semplicemente che ignora la Scrittura e la Tradizione a suo piacimento?
Come può? Io dico che è d’accordo. Perché ha ripetutamente dimostrato che ciò che ha detto Padre Rosica è esattamente quello in cui lui crede.
Se no, allora cosa? È troppo impegnato a capovolgere l’insegnamento cattolico per leggere quello che scrive qualcuno su ciò che sta facendo, e quindi non può correggerlo?
Mentre Francesco continua a disfare il papato, a scuotere le fondamenta del credo cattolico e a gettare al macero il deposito di fede, la Chiesa americana attende un rapporto del gran giurì dello Stato della Pennsylvania che delinei i presunti abusi perpetrati da trecento preti in sei delle otto diocesi dello Stato. Nel paese stanno emergendo altre accuse, mentre i fedeli si arrabbiano sempre di più con un episcopato che ha tradito di nuovo la loro fiducia.
In Cile, pochi minuti prima che io cominciassi a scrivere quest’articolo, si è sparsa la notizia che le autorità stavano facendo irruzione negli uffici della Conferenza episcopale per raccogliere prove sugli abusi sessuali del clero.
Il Cile, dove Papa Francesco teneva ostinatamente il vescovo Juan Barros, accusato di complicità nell’abuso di giovani, e definiva “stupido” il popolo di quel paese per aver creduto alle accuse, facendo vergognare le vittime, fino a quando, alla fine, la pressione dell’opinione pubblica lo ha costretto a usare il pugno duro.
Il Cile, da dove proviene il cardinale Francisco Javier Errázuriz, uno dei nove cardinali consiglieri del Papa - un uomo anch’egli accusato di complicità in abusi e ciononostante mantenuto dal Papa nel suo incarico.
L’altra sera, qualcuno mi ha chiesto come andranno le cose da qui in avanti. Come può la Chiesa restaurare la gloria che aveva un tempo?
Eccola mia risposta:
Non penso che ci sia un percorso che porti da qui a quanto deve accadere. Ci sono molte piccole comunità che cercano di praticarlo – credendo e vivendo intenzionalmente nel modo più vicino possibile a quello praticato dai cattolici prima della seconda metà del XX secolo - ma io penso che esse saranno sempre emarginate fintanto che ci sarà il bisogno istituzionale di perpetuare la menzogna che i cambiamenti sono stati buoni e che mai hanno dato tali frutti. Noi sappiamo che non lo erano. Sappiamo che la Chiesa postconciliare è un albero sterile. E come col fico delle Scritture, io penso che Cristo l’abbia maledetta. Essa sta implodendo a un ritmo sorprendente con gli errori, le perversioni e persino le eresie che promuove e che continuano ad essere sempre più sfrontate. Così, io penso che, come ho scritto nel mio pezzo Infinity War [guerra infinita], la Chiesa debba essere quasi completamente distrutta perché risorga nuovamente. E’ l’unica strada. E Dio sta permettendo che questo accada, forse addirittura lo sta accelerando.
Deve succedere. Ed è effettivamente una buona cosa, anche se non sembra, che stia accadendo anche nelle diocesi conservatrici. Perché l’idea che ci sia un posto in cui ripararsi dal peccato, o che un attento mantenimento dell’ortodossia (o, come spesso si verifica, la sua parvenza) possa tenerci al sicuro è una grossa bugia.
Io ho fatto parte dei Legionari di Cristo e di Regnum Christi. Il loro conservatorismo, il loro programma di vocazioni, la loro superficiale ortodossia avrebbero fatto vergognare la Diocesi di Lincoln. Diocesi della vergogna.
Sappiamo tutti come è andata a finire.
Le persone devono essere ricondotte alla santità personale. Devono sviluppare il senso dell’adorazione di Dio, non questa spazzatura umanistica. Hanno bisogno di capire il ruolo della Chiesa nel mondo e in relazione alle altre religioni, cristiane e non. Hanno bisogno di cogliere la vera e reale differenza tra sacerdozio battesimale e sacerdozio ministeriale, rispettando e riverendo quest’ultimo senza cadere in qualche pericoloso tipo di clericalismo.
E’ fin troppo quello che abbiamo perso. Dobbiamo riprenderlo e poi andare avanti.
In questo, come in tutte le cose che abbiamo subito in questi anni d’esilio della vera Chiesa, l’unica via d’uscita è andare oltre.
La Chiesa distrutta… operazione compiuta!
“COLPO DI STATO IN NOME DEL PAPA”. I RISCHI LEGATI AL LINGUAGGIO ESTREMO DEL PONTEFICE IN AMERICA LATINA.
Qualche giorno fa Stilum Curiae si è occupato di un incontro che il Pontefice regnante ha avuto con alcuni uomini politici sud-americani, di sinistra, con tema la situazione di Ignazio Lula, l’ex presidente del Brasile condannato per corruzione in due gradi di giudizio nel suo Paese. I contenuti dell’incontro e alcune dichiarazioni del Pontefice sulla “persecuzione” che Lula starebbe subendo sono stati resi noti, e non smentiti, per scritto, da alcuni dei protagonisti. L’articolo aveva suscitato reazioni di vario tipo; e non mancavano quelli che pur di difendere il Pontefice, negavano l’autenticità delle dichiarazioni, anche se rese pubbliche da chi c’era, e mai negate o corrette. Torniamo sull’argomento, sempre grazie alla sollecitudine e alla cortesia di un lettore, F.M. per informare di un seguito, pubblicato dal sito tedesco katholisches.info che dimostra come l’episodio Lula non sia un episodio, ma un tassello di un mosaico in cui il Pontefice appare come un sostenitore di alcuni dei protagonisti più estremi e discutibili del mondo della sinistra sua-americana. Tanto da far titolare l’articolo “Colpo di stato nel nome del Papa“.
L’articolo tedesco prende lo spunto dall’analisi compiuta su un giornale argentino, “Noticias” da un analista politico e docente universitario, Claudio Fantini. Dopo la pubblicazione delle dichiarazioni su Lula, una parte dei media ha cercato di sminuire i fatti o di giustificarli. Altri però, osservando una continuità di comportamento, vedono nella posizione papale un’interferenza in questioni interne negli stati di mezzo continente. Si ritiene che non si tratti solo di un’interferenza limitata a una singola questione, ma che questa sia la manifestazione ripetuta di un preciso orientamento ideologico. Una cosa che fin qui nessun Pontefice aveva fatto. “Qualcuno ha espresso la preoccupazione che in ragione del sostegno del Papa, potrebbero esserci disordini e persino tentativi di rovesciare il governo”, scrive Katholisches.info.
La questione, come dicevamo, è stata esaminata sulle pagine del periodico argentino Noticias, edizione del giorno 11 agosto, dall’analista politico Claudio Fantini. “La dittatura secondo Francesco. I gesti del Papa“, è il titolo del dell’articolo di Fantini, titolare della cattedra in Scienze Politiche presso l’Università privata argentina Universidad Empresarial Siglo 21, con sede in Cordoba. Oggetto dello scritto sono le “critiche” mosse dal Papa contro “i governi neoliberali, i quali perseguitano gli uomini di governo che curano gli interessi dei popoli”.
<Il papa riceve (in udienza n.d.t.) “sindacalisti, attivisti e politici ai quali chiede di non rendere pubbliche sulla rete le immagini (degli incontri n.d.t.). Qualche volta però dimentica di chiedere di non riferire quello che viene detto. Sulla maggior parte di questi incontri cala in genere il silenzio ma ve ne sono alcuni che, una volta usciti dal Vaticano, raccontano ai media che “il Papa ha detto questo e questo”.
“La summa di questi resoconti restituisce chiaramente l’immagine di un Papa che, nelle circostanze politiche attuali in America Latina, aderisce a un preciso orientamento ideologico”.
Gli araldi della sinistra per una teoria della cospirazione.
C’è di più. Francesco sembra non tanto aderire a questo orientamento, quanto essere uno dei suoi “araldi”. E’ una visione secondo la quale in America Latina le “dittature neoliberali” perseguitano i leader che “difendono le cause dei popoli”. In altri termini, si afferma che le dittature neoliberali perseguitano le autentiche “guide del popolo” facendone dei “prigioneri politici”.
Secondo Fantini, Papa Francesco si è spinto fino a diffondere l’idea che il processo corruttivo è guidato direttamente da Washington, allo scopo di sottomettere la regione mediante modelli economici che promuovono l’oppressione delle masse, al tempo stesso (neutralizzando n.d.t.) con la prigione i governanti che si oppongono al “capitalismo disumano”.
La solidarietà espressa all’ex presidente basiliano Lula da Silva si colloca all’interno di questa visione. Lo stesso valse per l’ex presidente e capo di stato argentino Cristina Kirchner, che vide chiudersi un’inchiesta aperta nei suoi confronti. Papa Francesco prese le parti anche del politico argentino appartenente alla sinistra peronista Fernando Esteche e del leader indio della sinistra Milagro Sala. Esteche è a capo del movimento di estrema sinistra patriottico e rivoluzionario, Quebracho. Sotto la sua direzione il gruppo è divenuto un bacino di raccolta per gli ex guerriglieri delle organizzazioni terroristiche Montoneros ed ERP, e di altre di orientamento marxista-leninista e trozkista. E’ stato condannato per i gravi danneggiamenti avvenuti nel corso delle proteste contro il fondo monetario internazionale e la politica israeliana in Libano. Il suo primo arresto risale al 2017.
Milagro Sala è la leader dell’organizzazione Tupac Amaru e co-fondatrice della confederazione sindacale centrale Argentina (CTA), nella quale si ritrovano tutte le varietà della sinistra radicale. Il sindacato abbraccia correnti che spaziano dai cristiano sociali ai peronisti fino a comunisti e trozkisti, ed è associata alla confederazione sindacale internazionale. Sala è legata alla sinistra del Frente para la Victoria (Fronte per la vittoria) di Cristina Kirchner, per la quale è stata deputato nello stato del Jujuy fino al 2015. Nel 2016 è stata arrestata per le proteste contro un governatore dell’unione civica radicale (UCR). L’unione civica appartiene all’internazionale socialista, ma anche alla maggioranza parlamentare del presidente in carica Mauricio Macri. Per comprendere meglio, si deve ricordare che nel conflitto tra il governatore dell’ UCR Gerardo Morales e Milagro Sala prende corpo il conflitto tra la sinistra radicale e quella istituzionalizzata. Si tratta di un conflitto non solo di natura ideologica, ma anche motivato da questioni di potere. Sala è stata condannata a tre anni di carcere. Tra i capi d’accusa, appropriazione indebita, la fondazione di un’organizzazione illegale, il tentato omicidio e minacce gravi. I suoi sostenitori e simpatizzanti politici come Cristina Kirchner vedono in Sala la vittima della “giustizia politica”.
Un pretesto per neutralizzare gli autentici leader del popolo.
Tra gli ex presidenti latino americani che sono stati condannati o indagati per corruzione, vi è anche l’ex presidente equadoregno Correa. Fantini afferma che secondo l’interpretazione di Papa Francesco, le accuse di corruzione sono solo un pretesto utilizzato dalle dittature neoliberali per neutralizzare l’opposizione della leadership (di sinistra n.d.t.) alla politica economica americana in America Latina.
I contatti argentini in Vaticano, così Fantini, sono facilitati, tra gli altri, dal sindacalista e filo-Kirchner Gabriel Mariotto. È così che Francesco si è convinto che il governo del presidente Mauricio Macri è paragonabile a un “regime liberticida” e alla “più giovane dittatura militare”.
Fantini denuncia un abbrutimento del linguaggio. Quando un giornalista, un intellettuale o un politico usano la parola “tradimento” per descrivere i rapporti tra il presidente americano Trump e il presidente russo Putin, è una cosa. Ma quando lo fa l’ex capo della Cia John Brennan, allora deve essere assolutamente sicuro, oppure deve astenersi dall’usare quella parola.
Lo stesso discorso vale per la parola “dittatura”. Se un politico di importanza marginale o attestato su posizioni estremiste utilizza un tale concetto, è una cosa. E’ una cosa completamente diversa se lo fa il Papa.
Il pericolo di un colpo di stato in nome del Papa.
Fantini critica il linguaggio “sproporzionato” utilizzato dal Papa quando parla di “dittatura” e di “capitalismo inumano”, o quando definisce la condanna per corruzione comminata da un tribunale regolare alla stregua di un “pretesto” per “neutralizzare chi difende il popolo contro l’imperialismo”. Il Papa parla di “dittature” in relazione a istituzioni legittime mentre non ricorre a questo concetto quando si tratta di regimi come quello di Nicolas Maduro in Venezuela o del regime comunista a Cuba.
Fantini continua: la scelta terminologica del Papa determina una banalizzazione del termine “dittatura”. “Il pericolo maggiore sono le conseguenza di una tale banalizzazione“, afferma l’esperto in questioni politiche. Fantini ricorda che nella Chiesa Cattolica fu San Tommaso d’Aquino a elaborare il concetto della legittima ribellione al tiranno. “Proprio questo è ciò che cercano alcuni degli ex presidenti dell’America Latina denunciati per corruzione: il disordine sociale”.
Fantini intravvede un pericolo di fondo: che possano essere provocate delle rivolte. Coloro i quali, secondo il parere del politologo, “utilizzano le loro argomentazioni come fossero fosforo” potranno ora chiamare a sostegno il Papa>.
Siamo di fronte a una deriva sempre più evidente, in senso politico, del Pontificato? Non è un’ipotesi da escludere; e le posizioni prese dal Pontefice, e soprattutto dai più frementi e furiosi membri del “Cerchio Magico” in tema di Europa, politiche nazionali, sovranità e migrazioni fanno rimpiangere l’equilibrio, la saggezza e la prudenza di altri pontefici, così come un uso meno parziale e tendenzioso delle Scritture. Nelle mani di qualcuno, il Vangelo assomiglia sempre di più al Libretto Rosso prefetto da Lin Ciao…
Marco Tosatti
http://www.marcotosatti.com/2018/08/16/colpo-di-stato-in-nome-del-papa-i-rischi-legati-al-linguaggio-estremo-del-pontefice-in-america-latina/
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