ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 8 agosto 2018

È la misericordia, bellezza..

Ci perdoni Lorella Cuccarini, ma qui viene intesa solo come esemplificazione del concetto di “più amato dagli italiani”, perché di persona non ha nulla a che fare con la materia in questione. Comunque, sarà ben fatta cosa partire dalla notizia, che è la seguente: lunedì scorso “The Vatican House Organ”, volgarmente detto “Repubblica”, ha annunciato al mondo la propria preoccupazione per il calo di popolarità di Papafrancesco, specificando però che il vescovodiroma continua a essere “il più amato dagli italiani”. Ecco perché ci siamo permessi di evocare Lorella Cuccarini, la quale, a questo punto, esce dal nostro raggio di interesse e ci saluta. Ciao Lorella, bei tempi davvero quelli in cui “i più amati dagli italiani” erano come te. Allora, tu ci facevi sognare il paradiso di cucine eleganti e di case in cui trascorrere una vita serena, oggi, Lui ci consegna all’incubo delle mense dei poveri in cui dovremmo trascinare le nostre misere esistenze baciando i piedi agli immigrati che intanto usano le mani per messaggiare con lo smartphone. È la misericordia, bellezza.
Ma torniamo alla notizia. Come tutti sanno, “The Vatican House Organ” alias “Repubblica” è l’unico quotidiano al mondo che esce con l’imprimatur dei due papi, Bergoglio&Scalfari e dunque bisogna credere a quanto dice. Papafrancesco comincia a scricchiolare nei sondaggi facendo colare qualche riga di sudore freddo anche a Ferragosto sotto le talari laiche dei piani alti di Largo Fochetti e sotto le camiciole liturgiche dei piani bassi di Santa Marta, ma intanto tiene. Per la verità, spulciando i numeri, tiene e non tiene. Gli italiani che lo amano sarebbero scesi dal radioso 88% dei primi tempi all’attuale 71% e dunque bisogna che le menti migliori comincino a trovare le strategie giuste per risalire nei consensi.

C’è da immaginarselo lo sconcerto nella sacrestia di “Repubblica” quando si è trattato di maneggiare il sondaggio. E adesso che i dati li abbiamo in mano cosa facciamo? Piace sempre meno ai giovani, tiepidi e non credenti che sembravano tanto entusiasti lo stanno mollando, la spinta propulsiva non convince più. Certo, va sempre alla grande fra gli elettori del PD, ma sai che notizia… È la maledizione dei numeri che, anche a interpretarli ciurlando un po’ nel manico, quando diventano di dominio pubblico parlano chiaramente e bisogna pur tenerne conto.
In questi casi, la parte peggiore tocca a chi deve spiegare la situazione al diretto interessato. Sono momenti duri che hanno provato anche gli irriducibili di Berlusconi quando gli hanno detto che trapianti di capelli, bandane, giovani fidanzate, lifting e altre italie non mettono insieme neanche il 10% alle elezioni rionali. Però qualcuno il lavoro sporco lo deve pur fare.
Santità (a “Repubblica”, giustamente, chiamano Santità sia Bergoglio che Scalfari) siamo in calo, la popolarità non è più quella di una volta. E da Santa Marta spiegano che, sì, sicuramente l’appannamento di immagine è dovuto all’incomprensione per la misericordiosa apertura del vescovodiroma agli immigrati. Tutta colpa degli italiani che non ricordano quando gli immigrati erano loro. Dove non si possono spiegare i fenomeni religiosi con una fede che non c’è, va benone la sociologia estiva e il razzismo fa sempre titolo. Più uova per tutti, ma che portino il marchio d’infamia sovranista. “Avvenire” e Famiglia Cristiana” provvederanno alla bisogna con il rinforzino di prammatica. Comunque, se necessario, Sua Santità si riserva di intervenire nel discorso della domenica. Anche a Santa Marta, giustamente, chiamo Santità sia Bergoglio che Scalfari,  dunque è probabile che domenica prossima, con l’Angelus di Bergoglio e l’Articolessa di Scalfari, avremo l’Ermeneutica Autentica  dei dati in questione.
In attesa della manifestazione del Verbo Incartato, a “Repubblica”, dove il mestiere lo fanno con classe e coscienziosità, hanno deciso che la novella, anche se non troppo buona, sempre novella è e dunque va data: attacco in prima pagina e analisi in seconda e terza. Alla tastiera Ilvo Diamanti, sociologo, politologo e fondatore dell’istituto di ricerca Demos&Pi. Tocca a lui commentare per il volgo il numeri del sondaggio Demos-Coop. E inizia così: “È sempre lui, il più amato dagli italiani. Papa Francesco. Il consenso nei suoi confronti è poco sopra il 70%. Ma 5 anni fa, quando venne eletto era dell’88%, pressoché totale. Cala il favore tra chi pratica meno la religione e tra i giovani”. Poi, il pezzo gira in seconda pagina dove ha come “Il calo di popolarità di Francesco che paga la difesa dei migranti”. Sommario: “Resta il più amato dagli italiani ma rispetto a cinque anni fa il sentimento positivo è calato dall’88 al 71 per cento. A sorpresa, il Papa piace meno ai giovani”.
Non c’è molto da aggiungere, se non il fatto che la fibrillazione fa battere forte anche i teneri cuoricini di Santa Marta. Se a Papafrancesco e alla sua neochiesa non importa nulla del gradimento di Dio, importa molto del gradimento del Popolodidio, il quale Popolodidio, oltre che nei sondaggi, lo conferma con la firmetta nell’apposita casellina dell’otto per mille. Dunque, qualcosa di concreto si farà, perché un conto è se cala la fede nel Padreterno e un altro se cala quella in Papafrancesco e il piatto piange.
Adesso non è il caso di cimentarsi nei soliti discorsi da vecchi arnesi della fede che misurano tutto con il Credo. Anche perché di questo calo di popolarità non ce ne può fregare di meno. San Pietro, che era San Pietro, non era certo “il più amato dai romani” se ha fatto la fine che ha fatto. I martiri non erano certo in cima ai sondaggi di gradimento se stavano nelle catacombe invece che un giorno sì l’altro pure sui giornali che piacciono alla gente che piace. Il fatto è che il cristianesimo è veramente paradossale: meno è gradito dal mondo e più lo conquista.
Ma non bisogna credere che l’appannamento dell’immagine mondana di Bergoglio sia il segno di una pur lontana conversione della neochiesa a qualcosa di vagamente cristiano. È solo che, come sempre, quando i clericali si danno al marketing finiscono sempre per mandare in fallimento la baracca perché vendono merce che non vuole nessuno, né i veri cristiani né il mondo.
Personalmente, mi rimane la piccola soddisfazione di non aver dovuto attendere il sondaggio di “Repubblica” per non gradire. Già fatto subito dopo quel tragico “buonasera”.
 – di Alessandro Gnocchi
TRENTA RIGHE. 

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