San Paolo diceva testualmente: "né sodomiti, né effeminati entreranno nel Regno dei Cieli", ma oggi c’è un nuovo Gesù Cristo: James Martin un gesuita amorevole amico dei poveri e degli ultimi, il campione della crociata pro-gay
di Francesco Lamendola
Da quando il peccato è la via verso Gesù Cristo?
Che bellezza, c’è un nuovo Gesù Cristo; anzi, è tornato Gesù Cristo nei panni di un gesuita amorevole e compassionevole, un vero amico dei poveri e degli ultimi: James Martin, il campione della crociata pro-gay, anzi, per parlare politicamente corretto, anti-omofobia nella Chiesa cattolica. Basta con la vecchia morale, la morale bigotta e repressiva della paura e dell’esclusione: quella è roba passata e archiviata, per fortuna. Ora c’è la nuovissima morale della misericordia, che poi è la vera morale del vangelo (con la minuscola), perché quella insegnata dalla Chiesa per duemila anni era taroccata, era una falsificazione, o, nel migliore dei casi, un fraintendimento.
San Paolo, quando diceva testualmente: né sodomiti, né effeminati entreranno nel Regno dei Cieli(cioè specificando i due tipi d’invertiti, gli attivi e i passivi), e san’Agostino, e san Tommaso d’Aquino, e santa Caterina da Siena, la quale diceva che il maledetto peccato contro natura è talmente turpe che fa schifo persino ai diavoli dell’inferno, tutti costoro hanno frainteso, hanno equivocato. Gesù non era contrario alla sodomia, evidentemente; Gesù avrebbe benedetto le nozze gay, e avrebbe sottoscritto l’affermazione di padre Martin che nel calendario cristiano ci sono un sacco di santi gay. Eh sì, cari cattolici all’antica, bigotti ed egoisti, che non sapete accogliere, che non volete includere: ora è arrivato qualcuno che è meglio di san Paolo, di sant’Agostino, di san Tommaso d’Aquino e di santa Caterina da Siena. Qualcuno che è anche meglio di san Pio X, sul cui catechismo generazioni di cattolici hanno imparato che quattro sono i peccati mortali che gridano vendetta fino al cielo: l’omicidio volontario, frodare la paga all’operaio, l’oppressione del povero, e il peccato impuro contro natura. Il peccato impuro contro natura è una gentile perifrasi per dire: la sodomia. E si noti che san Pio X non dice che gli invertiti sono peccatori destinati alle fiamme dell’inferno; distingue fra la pratica e la tendenza: solo la pratica è peccato, perché asseconda una tendenza oggettivamente disordinata, come la Chiesa ha sempre insegnato per mezzo del Magistero; e contro tale tendenza l’anima deve lottare, con l’aiuto di Dio. Ma questa distinzione è troppo raffinata per la mente sottilissima del novello Gesù Cristo, il gesuita James Martin.
San Paolo, quando diceva testualmente: né sodomiti, né effeminati entreranno nel Regno dei Cieli(cioè specificando i due tipi d’invertiti, gli attivi e i passivi), e san’Agostino, e san Tommaso d’Aquino, e santa Caterina da Siena, la quale diceva che il maledetto peccato contro natura è talmente turpe che fa schifo persino ai diavoli dell’inferno, tutti costoro hanno frainteso, hanno equivocato. Gesù non era contrario alla sodomia, evidentemente; Gesù avrebbe benedetto le nozze gay, e avrebbe sottoscritto l’affermazione di padre Martin che nel calendario cristiano ci sono un sacco di santi gay. Eh sì, cari cattolici all’antica, bigotti ed egoisti, che non sapete accogliere, che non volete includere: ora è arrivato qualcuno che è meglio di san Paolo, di sant’Agostino, di san Tommaso d’Aquino e di santa Caterina da Siena. Qualcuno che è anche meglio di san Pio X, sul cui catechismo generazioni di cattolici hanno imparato che quattro sono i peccati mortali che gridano vendetta fino al cielo: l’omicidio volontario, frodare la paga all’operaio, l’oppressione del povero, e il peccato impuro contro natura. Il peccato impuro contro natura è una gentile perifrasi per dire: la sodomia. E si noti che san Pio X non dice che gli invertiti sono peccatori destinati alle fiamme dell’inferno; distingue fra la pratica e la tendenza: solo la pratica è peccato, perché asseconda una tendenza oggettivamente disordinata, come la Chiesa ha sempre insegnato per mezzo del Magistero; e contro tale tendenza l’anima deve lottare, con l’aiuto di Dio. Ma questa distinzione è troppo raffinata per la mente sottilissima del novello Gesù Cristo, il gesuita James Martin.
Per il padre, ovviamente gesuita James Martin, uno dei piu' stretti collaboratori di Bergoglio, nel calendario cristiano ci sono un sacco di santi gay ?
Personaggio di spicco e di grande autorità in quella parte liberal e progressista della Chiesa statunitense, la quale aveva i suoi punti fermi, si fa per dire, in personaggi eccelsamente morali, come il cardinale (ex cardinale, visto che ha dovuto dimettersi) Theodor Edgar McCarrick, che è stato niente di meno che arcivescovo di Washington, e che, mentre faceva il bello e il cattivo tempo sulle nomine di vescovi e cardinali americani, essendo consigliere fidato e ascoltatissimo del signor Bergoglio, trovava anche il tempo di stuprare seminaristi e di razzolare nel letto con giovani sacerdoti, ai quali spiegava, come fa padre Martin, che la sodomia non è peccato, è una tendenza naturale tanto quanto l’attrazione verso il sesso opposto, e che non si offende Dio col praticarla (quanto alla violazione della castità sacerdotale, quello è un dettaglio di nessun conto: de minimis non curat praetor); e lo diceva anche subito prima o subito dopo la santa Messa, aggiungendo la blasfemia e la profanazione all’immoralità scandalosa dei suoi atti e dei suoi, si fa per dire, insegnamenti. E che padre James Martin (ma ci scotta la mano a scrivere “padre”, perché come tale noi non lo riconosciamo: saremo bigotti e oscurantisti, ma noi di tali padri ne facciamo volentieri a meno) sia un nuovo Gesù Cristo, non lo diciamo noi, ma si evince dal tono dell’articolo che L’Avvenire, per la penna del giornalista Luciano Moia, ha dedicato al suo intervento al nono Incontro Mondiale delle Famiglie, svoltosi a Dublino dal 21 al 26 agosto scorsi (edizione online del 24 agosto 2018; ci siamo limitati a sostituire i caratteri in grassetto con dei caratteri maiuscoli), che riportiamo in parte, invitando gli interessati a leggerlo per intero:
Ha parlato di Vangelo, di accoglienza, di rispetto, di dolore, di preghiera, di castità. Sì anche DI CASTITÀ, RICORDANDO CHE SI TRATTA DI VIRTÙ CRISTIANA RICHIESTA A TUTTI, ETERO O OMOSESSUALI. NESSUNO ESCLUSO. Strana pretesa eh? Ma ha anche invitato a non giudicare una persona per il suo orientamento sessuale, perché si tratta di una specificità che – ha detto – nessuno ha scelto per moda o per divertimento. E una persona è molto, molto di più del proprio orientamento sessuale.
Chi immaginava proclami sull’amore libero e senza freni per far scattare la macchina social dell’indignazione sarà rimasto deluso. Ieri, a Dublino, padre James Martin ha fatto il suo onesto lavoro di pastore che si mette in cammino per andare a cercare la pecorella che si era smarrita.
Si è mostrato per quello che è, al di là delle invenzioni mediatiche e dei propositi eretici che gli vengono attribuiti. Davvero la fabbrica del fango produce effetti deleteri in chi viene accecato perché accetta di lasciarsene sommergere. Chi invece ha deciso di verificare di persona quanto ci fosse di vero e quanto di spazzatura nelle tante condanne preventive emesse in questi giorni dai soliti cavalieri della dottrina senza macchia e senza paura, ha avuto la piacevole sorpresa di scoprire un PARROCO CHE NELLA SUA COMUNITÀ DI NEW YORK, QUELLA DI SANT’IGNAZIO, APRE LE BRACCIA AI MISERI, AI POVERI, A CHI STENDE LA MANO.
E come Gesù al centurione che chiede aiuto per il servo malato, oppure a Zaccheo che si arrampica all’albero pur di vedere il Maestro, padre Martin non chiede preventivamente l’orientamento sessuale, o quante volte ha peccato. Accoglie, ascolta, accompagna, mostra con i fatti la gioia del Vangelo.
Cosa si vede in questi occhi: un'anima serena e pacificata?
Non è pertanto una nostra ironia di dubbio gusto l’aver paragonato James Martin a Gesù Cristo, è proprio L’Avvenire che lo fa, tirando fuori ben due analogie con altrettanti episodi evangelici: padre Martin è uno che accoglie, ascolta, accompagna (ah, che bellezza questo verbo accompagnare, che ci fa venire in mente le guide turistiche e che i neoteologi e i neopreti hanno sempre in bocca: ma accompagnare dove, verso Dio o verso l’Inferno?), proprio come Gesù che risponde all’appello del centurione, il quale chiede aiuto per il suo servo ammalato, o come Gesù che si rivolge a Zaccheo arrampicato sull’albero per ascoltarlo. Veramente questo secondo parallelismo appare meno chiaro, perché Zaccheo non ha chiesto nulla, ma fa niente, saremo noi duri di comprendonio. E anche il centurione non si capisce benissimo cosa c’entri con lo sdoganamento della sodomia, del cosiddetto amore omosessuale e delle coppie omosessuali; lo saprà James Martin; e lo saprà, senza dubbio, Luciano Moia, col suo direttore Marco Tarquinio. L’importante è quel tie’, credevate che padre Martin scandalizzasse la platea con le sue posizioni gay-friendly, e invece chi avete visto, chi avete udito? Un eccellente prete che si mostra sollecito verso i poveri, gli ultimi, i più bisognosi; uno che parla con lingua dritta, che agisce proprio come agiva il nostro Signore Gesù Cristo: avete visto, cattolici tradizionalisti e oscurantisti, omofobi e razzisti? Avete visto che la vostra malizia non vi conduce da nessuna parte, che le vostre armi si spuntano contro la perfetta ortodossia del bravo padre Martin? Lo volete capire, sì o no, che siete voi in difetto, che siete voi fuori del vangelo e fuori della chiesa (sempre minuscola), che siete voi a non capire il vero spirito (minuscolo) che soffia sui credenti e che rinnova la loro vita, come dice san Paolo, anche se san Paolo sarebbe meglio non citarlo, perché è proprio quello che, nella Lettera ai Romani, dice che gli invertiti sono quelli che hanno voltato le spalle a Dio per la loro superbia, e che Dio ha abbandonati alle loro passioni vergognose; e ha aggiunto, per buona misura, che i loro peccati sono così infami che meriterebbero la morte. Oh, ma si sa bene che san Paolo, oltre a essere misogino, era anche terribilmente omofobo; non diamogli retta quando parla dei sodomiti, ascoltiamolo solo quando parla dell’uomo vecchio e dell’uomo nuovo, perché quello è il cavallo di Troia di cui si servono i neomodernisti per introdurre Lutero dalla finestra, dopo che la Chiesa, cinque secoli fa, lo ha cacciato con ragione dalla porta. Sì, è pur vero che la Bibbia è d’accordo in tutto e per tutto con le opinioni di san Paolo circa i sodomiti, tanto è che parla dello sdegno di Dio contro i peccatori contro natura, e della distruzione, con il fuoco e lo zolfo, delle loro città. Ma anche quella è una difficoltà superabile; monsignor Galantino, infatti, l’ha superata, saltandola a pie’ pari: ha detto ai giovani, puramente e semplicemente, che Dio non distrusse, ma risparmiò Sodoma e Gomorra, perché la sua misericordia è così grande che perdona qualunque peccato (anche senza pentimento né ravvedimento, a quanto pare). E peccato che pure Gesù Cristo, così volentieri citato da James Martin e dai suoi estimatori nostrani, abbia condannato la sodomia: sissignori, non è vero che non ne parla, perché, al contrario, una volta ha detto che nel giorno del Giudizio, Sodoma e Gomorra saranno trattate meno duramente di altri peccatori, quindi non ha detto che i sodomiti non sono peccatori e non riceveranno alcun castigo, ha detto che ci saranno altri dannati, che verranno puniti in maniera ancor più dura di loro. Dunque, anch’essi verranno puniti.
Martin con Jayo Grassi, l'amico prediletto del signor Bergoglio, (a destra in visita in Vaticano) e sposato con un uomo.
Che bello, c’è un nuovo Gesù Cristo: James Martin
di Francesco Lamendola
continua su:
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/6686-un-nuovo-gesu-cristo
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Bergoglio risponderà alla accuse del Nunzio Apostolico Viganò o utilizzerà gli immigrati come arma di distrazione di massa?
Il documento di accusa di Monsignor Viganò a Papa Francesco è durissimo, ma ancora non ha trovato nessuna risposta da parte del Vaticano , nonostante dagli USA giungano le conferme alle accuse, anche se non giungono a livello massimo del Papa. Si tratta di un caso unico in cui questi report, assolutamente riservati, sono stati invece inviati alla stampa, ma ciò che contiene è effettivamente esplosivo.
Il fatto è che Viganò muove delle accuse precise , chiare, ad un Papa che, avvisato dal 2013 dei casi di abusi sessuali nella diocesi di Washington ed in tutti gli USA , non ha agito per reprimere gli eventi il tutto sotto la spinta di una lobby omosessuale potentissima in parlamento.
Le accuse sono enormi ed immaginiamo la difficoltà di Viganò, 77 anni, Nunzio, quindi abituato a portarsi i segreti nella tomba, a portare questo tema in pubblico. ne parla diffusamente Marco Tosatti nel suo blog a cui rimandiamo per informarsi in modo approfondito. La stampa italiana, sempre viscidamente prona al potere, non ha chiesto spiegazioni, limitandosi a polemizzare con il Nunzio e sul fatto che possa essere un’espressione delle parti più “Radicali” e retrive della curia, ma nessuno, tranne La Verità, ha chiesto veramente una risposta. Quindi riproponiamo le 10 domande fatte da La Verità, sulla base del documento di Viganò:
- Risulta vero che l’arcivescovo Cardinal McCarrick di Washington aveva delle tendenze pedofile e che queste erano a conoscenza della Congregazione dei Vescovi fin dal 2013, con tanto di dossier sulla materia?
- Risulta vero che nel 2013 il Papa Benedetto XVI diede un dossier sulla lobby omosessuale in Vaticano al nuovo Papa?
- Risulta vero che Benedetto XVI aveva deciso di togliere a McCarrick la berretta cardinalizia e di ordinargli di lasciae il seminario in cui viveva?
- Risulta vero che il Nunzio Viganò abbia più volte segnalato le accuse verso l’arcivescovo McCarrick al Cardinal Bertone ed al Cardinal Levada della Congregazione della Fede ?
- Risulta vero che i predecessori di Mons. Viganò come Nunzi negli USA, cioè Monsignori Montalvo e Sambi , informarono il Vaticano dei comportamenti gravemente immorali di McCarrick?
- Risulta vero che Viganò riferì su McCarrick direttamente al Papa in colloquio privato, nel giugno 2013?
- Risulta vero che in quell’occasione Viganò parlò al Papa delle generazioni di seminaristi corrotti da McCarrick e dell’immoralità del suo comportamento?
- Risulta vero che Papa Francesco non rese operativa la decisione di Benedetto XVI di destituire McCarrick togliendogli il cappello cardinalizio, ma, al contrario, gli ha confermato tutti gli incarichi?
- Risulta vero che Mons Viganò parlò con il cardinal Wueri delle aberrazioni che stavano accadendo all Georgetown University ?
- Risulta vero che McCarrick abbia avuto un grosso peso in diverse nomine all’interno della Curia?
Senza chiarezza e verità non ci può essere fiducia nella Chiesa. In questa luce veramente appare un Vaticano govrnato da una lobby perversa, con più odore di zolfo che di incenso. Il Papa deve chiarire.
posted by Guido da Landriano
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