C’è un problema all'ordine del giorno: chi comanda in Italia? Il governo Conte con Di Maio e Salvini o Soros? uno dei più grandi criminali della finanza mondiale, ricercato in alcuni Stati europei, ma "omaggiato" da Gentiloni
di Francesco Lamendola
Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, nega ai clandestini della nave Diciotti di sbarcare dal porto di Catania, dopo aver dato il permesso di scendere a terra ai bambini non accompagnati e alle persone con problemi di salute, e la procura di Agrigento apre un fascicolo su di lui; ipotesi di reato: sequestro di persona, abuso d’ufficio, incitamento all’odio razziale.
Matteo Salvini: per voce del presidente della Cei Mons. Bassetti è stata sua la soluzione e il successo diplomatico del caso Diciotti, ma non per la stampa di regime !
Ci si chiede, intanto, perché la nave Diciotti abbia preso a bordo quei clandestini, che si trovavano in acque territoriali maltesi; perché abbia replicato lo stesso copione dei primi di luglio, quando ebbe luogo una vicenda pressoché identica. Errare humanum, perseverare diabolicum. Identico anche l’atteggiamento dell’Unione europea: tante belle parole e nessuna disponibilità concreta; anzi, la seconda volta meno della prima. I tre interlocutori che alla fine si sono fatto avanti sono stati l’Irlanda e l’Albania, e quest’ultima non è neanche membro dell’Unione, più la Chiesa cattolica: come se non si sapesse che domani, o dopodomani, gran parte di quei clandestini saranno a spasso per l’Italia, ad ingrossare il già pauroso esercito che scorrazza dalle Alpi alle Sicilia, libero di rubare, spacciare, rapinare, sfruttare il racket della prostituzione, stuprare e ammazzare: seicentocinquantamila anime, cifre ufficiali del ministero. Quello precedente al governo giallo-verde, sia ben chiaro; perché se fossero state fornite da questo governo, chi ci avrebbe creduto? E il bello è che sono cifre immensamente inferiori alla realtà. Gli italiani sono tenuti al buio, da anni vengono sistematicamente ingannati; non hanno il diritto di sapere. Si fa loro credere che quanto sta avvenendo è qualcosa di naturale, e, comunque, d’inevitabile; che si può, sì, “governare i flussi” (ma è mai stato fatto?), non però arrestarli, perché così vuole la Storia, e così vogliono anche l’Umanità, la Solidarietà, la Civiltà, il Cristianesimo e la Chiesa cattolica: quella di Bergoglio, però, cioè quella taroccata e apostatica, non quella vera. Già: però il signor Soros è venuto in Italia ed è stato ricevuto a Roma, dal premier Gentiloni, come se fosse un Capo di Stato. Si sono parlati a porte chiuse e non è chiaro cosa si siano detti. Soros, per chi non lo sapesse, oltre a essere il grande sponsor delle o.n.g. che ci scodellano i migranti dalla sponda africana alla nostra, è anche quel signore che, con le sue speculazioni, ha causato al nostro Paese un immenso danno finanziario, negli anni passati. È anche un signore che è ricercato da alcuni Stati europei, come l’Ungheria e la Russia, nei quali il suo ritratto figura sulle segnalazioni dei delinquenti pericolosi e notori, e, se osasse mettere il naso da quelle parti, verrebbe immediatamente arrestato e processato. Soros è uno dei più grandi criminali della finanza mondiale, però questo non viene detto dai nostri mass-media, forse perché, in tema di migrazioni e di globalizzazione, parla lo stesso linguaggio del signor Bergoglio, l’altro grande impostore, colui che sta distruggendo scientemente la Chiesa cattolica, per eseguire lo sporco lavoro che gli è stato affidato dalla massoneria ecclesiastica. Ma per i nostri mass media, padroni incontrastati del discorso perché operanti in regime di monopolio, non solo senza concorrenza, ma anche senza il minimo contraddittorio, Bergoglio è già santo adesso, in vita, e Soros è un grande filantropo, un amico dell’umanità.
Il paradosso George Soros: in Ungheria, (membro della Ue) è un criminale ricercato, per l'Unione Europea un filantropo benefattore dell'umanità.
La faziosità sistematica dei media è sotto gli occhi di tutti, purché si sia disposti a vederla. Si parla del viaggio del papa in Irlanda; si riportano le sue “parole forti” contro gli abusi sessuali avvenuti ad opera di membri del clero. Non si dice che costui sapeva, e ha coperto, alcuni dei più vergognosi predatori sessuali vestiti, o meglio travestiti, da vescovi, come Barros in Cile, o come McCarrik negli Stati Uniti: uomini così spregevoli che hanno abusato di un numero imprecisabile di ragazzini e di giovani seminaristi, in un arco di tempo di molti e molti anni. Secondo la narrazione dei nostri media, tuttavia, il signor Bergoglio è un paladino della moralità e un fiero custode del buon nome della Chiesa. Altro esempio: la narrazione della vicenda della Diciotti. Si è descritta la situazione dei clandestini a bordo come difficilissima, pressoché insostenibile; il trattamento da essi ricevuto come inumano, crudele, contrario a tutte le leggi internazionali. Ma è falso, completamente falso. Si è dato il massimo spazio ai Martina, alle Boldrini piombati a Catania come miserabili avvoltoi, ai quattro manifestanti pro-clandestini; si è detto che i poveri migranti non ce la facevano più, che poteva succedere di tutto se non fossero stati autorizzati a sbarcare: chi lo sa?, perfino una epidemia. Ma la “linea Salvini”, se vogliamo chiamarla così, è quella voluta da milioni e milioni di italiani: la schiacciante maggioranza. Per questo Salvini e Di Maio hanno avuto una valanga di voti, per questo è nato il governo Conte. Eppure, a questa maggioranza non è stata data voce. Si è fatto in modo che parlassero tutti, tranne i rappresentanti del governo. Si è voluto far credere che la durezza e l’insensibilità di un uomo solo tenessero in ostaggio dei poveracci che già tanto avevano sofferto; e sull’ignobile comportamento dell’Unione europea, che non ha voluto saperne di prendersi uno solo di quei poveracci, neanche una parola di biasimo. Al contrario, di è detto e ripetuto che l’Italia, per colpa di Salvini e del governo Conte, si stava giocando la faccia davanti al mondo, che stava perdendo credibilità davanti all’Europa: davanti a questa Europa. Un’Europa così fetente che, dopo vent’anni che l’Italia si prende in carico tutti i clandestini che vogliono venire dall’Africa e da altre parti del mondo, essa la lascia ancora una volta sola, perché nessuno è disposto a prendersene dieci o quindici in casa propria. L’Europa dei prestanome come Juncker, dei tecnocrati come Moscovici, dei banchieri come Draghi, delle euro nullità come Tajani: davanti a questa Europa, massonica e usuraia, noi tutti, come italiani, dovremmo vergognarci e domandare scusa, perché la politica xenofoba e populista di Salvini e Di Maio ci ha fatto perdere credibilità. E intanto, personaggi moralmente inqualificabili, come la signora Bonino, che si è vantata di aver eseguito personalmente migliaia di aborti clandestini, salgono sui più alti pulpiti (è proprio il caso di dirlo, perché vanno a parlare nelle chiese, su invito dei preti di sinistra ammiratori di Bergoglio, grande ammiratore della grande italiana) per scagliare terribili anatemi contro Salvini e per ammonirci tutti quanti, per metterci in guardia dalla pericolosissima deriva verso il populismo e il razzismo, di cui stiamo dando al mondo segnali preoccupanti.
C’è un problema all’o.d.g.: chi comanda in Italia?
Qualcuno si ricorda ancora, per caso, la signora Poggiolini, moglie di Duilio Poggiolini, la quale graziosamente disse ali microfoni:Italiani, finirete male; io vi maledico? Ecco, stanno tornando quei tempi; solo che a minacciare maledizioni contro il popolo italiano sono i suoi uomini di governo, o meglio ex uomini di governo, quelli politicamente corretti, quelli che piacevano tanto a Obama e alla signora Clinton, e che piacciono tuttora a Soros e ai Benetton; i suoi giornalisti, i suoi magistrati, i suoi intellettuali, i suoi vescovi, il suo papa. Italiani state attenti, non siete più brava gente come un tempo; avete preso una brutta piega, frequentate cattive compagnie; vi siete messi su una strada pericolosa, guardate di non finire male. Italiani siete sul punto di diventare cattivi, di diventare xenofobi; volete difendere i confini della (vostra) Patria, dunque siete egoisti, disumani, sequestratori di persone innocenti e inconsapevoli, siete fomentatori dell’odio razziale. Italiani, che delusione: da tanti anni vi facevate mungere e spremere così bene, in maniera tanto pulita, in silenzio, senza fiatare, dicendo persino “grazie”, tanto che era una soddisfazione mungervi e spremervi; da decenni leggevate i nostri giornali, guardavate i nostri telegiornali, ascoltavate e credevate tutto quel che vi dicevano i Monti, i Napolitano, i Renzi e i Mattarella, i Letta e i Gentiloni; e adesso, guardate cosa siete diventati. Nessuno vi vuole più bene; Macron, Merkel, Juncker, ce l’hanno tutti con voi, e sì che quelli sono fior di galantuomini; non è possibile che non proviate nemmeno un poco di vergogna. Questa, senza esagerazione alcuna, è la situazione odierna: una narrazione del discorso che è tutta in mano a quel meno dell’1% della popolazione che trae vantaggio dalla globalizzazione e dall’immigrazione; e microfoni spenti per quel più del 99% della popolazione che sta pagando un prezzo salatissimo, che si sta svegliando, che vorrebbe vederci chiaro, e che ha perfino l’impudenza di voler far sentire la sua voce. Ma dove andremo a finire, di questo passo, come direbbe la signora Botteri. Mah! Ci sarebbe veramente da ridere, se non ci fosse piuttosto da piangere.
"Piazzisti" degli italici destini? La faziosità sistematica dei media è sotto gli occhi di tutti, come il suo monopolio, figlio del "Patto del Nazareno" tra Renzi e Berlusconi e con la benedizione vaticana.
Nelle società democratiche, la funzione della stampa e delle reti radiotelevisive sarebbe appunto quella di fungere da contraltare al potere politico e a quello giudiziario, informare correttamente l’opinione pubblica ed evitare che decisioni importanti passino sopra le teste dei cittadini, senza che questi se ne rendano conto. Ebbene, quel che sta accadendo in Italia e in questa Europa fetente dei Soros e dei Juncker, è l’esatto contrario: giornali, radio e televisioni, tutti rigorosamente sul libro paga delle grandi banche e delle multinazionali, fanno di tutto perché il lavaggio del cervello dei cittadini sia completo, perché i popoli siano ridotti a una massa bruta di mucche da mungere senza pietà, e perché la loro umiliazione sia spinta fino a indurli a ringraziare i loro carnefici per le politiche spietate che li stanno massacrando, tagliando sempre più il costo del lavoro e importando nuovi schiavi negri da far lavorare per quattro euro al giorno al posto degli operai europei troppo sindacalizzarti, che hanno l’ardire di voler lavorare solo otto ore al giorno e di rifiutare persino il paterno bracciale elettronico, che l’azienda vorrebbe mettere loro al braccio per poterli seguire amorevolmente in tutte le incombenze della giornata. In una società democratica, quindi, l‘informazione, e specialmente quella pubblica, cioè le televisioni Stato, dovrebbero svolgere la funzione di dar voce a chi governa, e mostrare correttamente quel che sta facendo per il proprio Paese; e dar voce anche a chi è all’opposizione, affinché possa criticarlo e contestarlo, ma sempre nel rispetto della volontà popolare: che è, fino a prova contraria, quella uscita dalle urne. Ora, le urne il 4 marzo scorso hanno sancito che otto italiani su dieci non volevano più saperne di governi a guida Pd, che non erano d’accordo con le politiche della sinistra, che non erano d’accordo con la linea della neochiesa bergogliana dell’accoglienza indiscriminata. E invece che cosa fanno i mezzi d’informazione, praticamente al cento per cento? Danno voce e spazio all’opposizione, ma non danno né voce, né spazio a chi sta al governo; cioè a chi è stato votato da otto italiani su dieci (e che, se si tornasse a votare domani, prenderebbe ancora più voti, soprattutto la Lega, precisamente perché sta facendo le cose che sta facendo, e che sono, caso raro nella nostra tradizione politica, proprio le cose che si era impegnato a fare in campagna elettorale). Non si creda che le cose vadano molto diversamente nel resto del mondo. Nella madre di tutte le democrazie, gli Stati Uniti d’America, il presidente Trump, eletto regolarmente e con un netto margine di voti, subisce, fin dal giorno della sua elezione l’ostracismo generalizzato dei mass media, che lo dipingono come una specie di pazzo criminale e che fanno di tutto per delegittimarlo, per ridicolizzarlo, per ridurlo all’impotenza; fra le altre cose, danno il massimo risalto alle procedure per l’impeachment con cui i suoi avversari politici vorrebbero levarlo di mezzo per via giudiziaria. Non importa quel che dice Trump; non gli si concede spazio sulle reti televisive; importa solo quel che dicono i suoi più accesi detrattori. Noi, da parte nostra, paghiamo lo stipendio a giornalisti come Giovanna Botteri, che stanno a New York per raccontarci non quel che accade negli Stati Uniti, ma quel che essi vorrebbero che accadesse, cioè la caduta ignominiosa di Trump, il suo processo, la sua condanna alla berlina, la distruzione del suo programma, la dissoluzione di ciò che egli rappresenta. Alla faccia del piccolo dettaglio che decine di milioni di cittadini americani lo hanno votato; e che lo hanno votato esattamente per fare quel che ora sta facendo, o sta cercando di fare. Oppure prendiamo la Francia. Qualcuno si ricorda che in quel Paese, pur di impedire che la volontà popolare mandasse al governo, pacificamente e democraticamente, la signora Le Pen, tutti gli altri partiti, d’accordo con le grandi banche, fecero una grande ammucchiata e tirarono fuori da qualche casa di cura psichiatrica il signorino Macron? Una cosa mai vista e mai udita in nessun Paese democratico: destra e sinistra che si uniscono per impedire il responso legale delle urne, per calpestare la volontà popolare. Almeno, fino a qualche anno fa, si badava a salvare le apparenze. Ma ora i poteri forti si sentono minacciati, e diventano feroci; mostrano i denti, e non per finta. Si preparano ad azzannare. Non sia mai che gli italiani abbiano l’impudenza di voler sapere, e perfino capire, come ha fatto il ponte Morandi a venir giù in quel modo; e chi e come, adesso, dovrà fare la relativa inchiesta. Non sia mai che vogliano sapere e capire come mai la Diciotti è andata a rimettersi, e a rimettere il nostro Paese, nella stessa identica situazione di un mese e mezzo fa, cioè sotto ricatto morale e con i riflettori di tutto il mondo puntati addosso, per vedere quanto cattivi saremmo stati con i poveri profughi. Non sia mai che i cattolici vogliano sapere e capire che ci fa in Vaticano un signore argentino il quale, oltre ad aver protetto e coperto i peggiori predatori sessuali e i più abominevoli sodomiti che infangano, con la loro pestilenziale presenza, la Chiesa cattolica, sta demolendo scientemente, giorno per giorno, mese dopo mese, la dottrina e la morale cattoliche. Infine, non sia mai che agli italiani venga il capriccio di sapere e capire chi comanda sul serio, qui...
C’è un problema all’o.d.g.: chi comanda in Italia?
di Francesco Lamendola
Vedi anche:
UN VIDEO "PARADIGMATICO"
sulla situazione della stampa in Italia
Reazione della giornalista alla vittoria di Trump: Giovanna Botteri, inviata della Rai, commenta la vittoria di Donald Trump dal punto di vista del giornalismo occidentale.
Intervista da Italia News, canale sovranista, all’autore di Scenari Economici Fabio Lugano su Nave Diciotti, avviso di garanzia a Salvini ed uno strano caso di modificazione del tempo atmosferico.
Buon Ascolto
Caso Diciotti: vince Salvini, perde la lotta alla Tratta
Terminata l'attesa dei 137 immigrati a bordo del “Diciotti”, è tempo di fare bilanci. Vince Salvini, che trova la soluzione per lo smistamento degli immigrati (e incassa un bagno di popolarità proprio grazie al fatto che viene indagato dalla Magistratura per sequestro di persona). Perde l'Ue che si dimostra inesistente ancora una volta. Ma perde la lotta al traffico clandestino, perché ancora una volta i nostri porti risultano "aperti".
Terminata l'attesa dei 137 immigrati clandestini ancora a bordo del pattugliatore “Diciotti” della Guardia costiera ormeggiato da cinque giorni a Catania. E' iniziato poco prima della mezzanotte di sabato lo sbarco dei clandestini che, dopo le procedure di identificazione, sono stati portati a bordo di tre pullman a Messina.
Il via libera allo sbarco è arrivato dal Ministero degli Interni dopo l’impegno assunto dalla Chiesa Cattolica italiana, dall’Irlanda e dall’Albania ad accogliere i clandestini. A Dublino ne andranno 25, altri 20 a Tirana mentre il resto verrà accolto in strutture religiose e a spese della CEI. Sarcastico il commento del vicepremier Luigi Di Maio per il quale nella vicenda della nave Dicotti: "l'Albania che ha appena avviato le procedure per entrare nell' Unione Europea, ha dato a questa uno schiaffo morale a tanti di questi perbenisti europei che dicono che bisogna aiutare l'Italia e poi ci hanno sbattuto la porta in faccia". Per me è molto più Europa l'Albania di tante nazioni che l'hanno fondata.
La soluzione del “caso Diciotti” è giunta quasi in contemporanea con la notizia che il ministro dell'Interno Matteo Salvini è indagato per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d' ufficio proprio per la questione della nave Diciotti. La Magistratura così solerte a imputare a un ministro la difesa dei confini nazionali e lo stop all’immigrazione illegale, non sembra invece volersi occupare molto dei due eritrei di 19 e 30 anni fuggiti dal “Diciotti”. I due, con addosso i braccialetti 166 e 123, erano riusciti a fuggire dal pattugliatore della Guardia Costiera calandosi in mare e raggiungendo la riva a nuoto. A ricostruire la storia è Il Fatto Quotidiano che ha parlato con i due clandestini. "Nuotavamo tra la nave e la banchina, rischiavamo di farci schiacciare, e passando sotto i pontili ci siamo graffiati con degli ami. Per tre volte abbiamo tentato di risalire sulla banchina, ma c'era sempre la Polizia". La notizia ha trovato conferma in fonti qualificate. Alla fine sono riusciti a andare via dal porto, hanno strappato i braccialetti con i numeri per non farsi riconoscere, e hanno incontrato altri eritrei che li hanno messi in contatto con un legale che si occupa di Ong. Il penalista, che li assiste, ha inoltrato richiesta di asilo politico per i suoi clienti.
Tra il surreale e il ridicolo quindi, pur essendo fuggiti illegalmente da una nave militare italiana ormeggiata in un porto italiano, aver evitato di farsi vedere dalla polizia italiana per sbarcare altrettanto illegalmente sul suolo italiano, i due eritrei potranno tranquillamente chiedere asilo in Italia. Sul piano politico il bilancio dalla bagarre sollevata dalla vicenda del “Diciotti” vede Matteo Salvini incassare il successo di essere riuscito a smistare in extremis i migranti sul Diciotti anche se la gran parte, accolti dalla Chiesa, resteranno comunque in Italia. Il vicepremier della Lega “incassa” anche un’inchiesta giudiziaria istituita dalla Procura di Agrigento su basi improbabili ma che ha consentito in poche ore di decretare un ulteriore ritorno di consensi per Salvini, enfatizzato sui social media.
Sul fronte del braccio di ferro in Europa, l’Unione ha dimostrato ancora una volta di non esistere (vincoli di bilancio e lo spread a parte) come soggetto geopolitico. Anzi la Ue si rivela agli occhi dei cittadini italiani inutile e dannosa, avvantaggiando così la politica critica verso l’Unione del governo giallo-verde. Probabilmente l’obiettivo dei nostri “partner” Ue era di isolare il governo italiano per metterlo all’angolo, ma il risultato è stato di evidenziare l’incapacità della Ue di suddividersi 190 clandestini dopo che l’Italia ne ha accolti quasi 700 mila dal 2013.
La notizia negativa è invece che sul piano della lotta all’immigrazione illegale, la vicenda del “Diciotti” conferma che i porti italiani restano in qualche modo aperti, incoraggiando così nuovi tentativi di sbarco e il business dei trafficanti. In realtà nei cinque giorni in cui riflettori sono rimasti accesi sul “Diciotti” ormeggiato a Catania, barchini e velieri hanno portato in Italia circa 300 clandestini da Tunisia e Turchia. I primi verranno rimpatriati ma i clandestini asiatici che sbarcano in Calabria difficilmente verranno espulsi in tempi brevi. Si tratta certo di rotte secondarie rispetto a quella libica, ma da chiudere al più presto continuando a rafforzare il successo conseguito finora dalle iniziative messe in atto i ministri Minniti e poi Salvini. Dall’inizio dell’anno al 24 agosto sono sbarcati in Italia 19.956 clandestini: sempre troppi ma l’80% in meno dell’anno scorso e addirittura l’87% in meno se consideriamo solo quelli provenienti dalla Libia.
Gianandrea Gaiani
SALVINI INDAGATO PER LA DICIOTTI: IL PIU’ GRANDE BOOMERANG PER LA PIDDINITA’
Ieri, quasi in contemporanea sono arrivate due notizie strettamente legate fra di loro: lo sbarco degli immigrati irregolari dalla Diciotti e la notizia dell’indagine sul ministro degli Interni per “Sequestro di persona” ed “Abuso in atti d’ufficio”. Qualche esponente della Piddinità, stato dell’anima che non ha nulla a che fare con la sinistra, ma che è l’espressione di chi vive nel più totale privilegio e molto spesso parassitando lo stato, starà festeggiando: una vittoria ottenuta tra l’altrof acendo dimenticare lo scandalo di Autostrade per l’Italia, la tragedia del Ponte Morandi, e tutti i regali fatti alla classe impreditiorial-fighetta “De Noartri”, quelli che fanno fallire le banche e delocalizzano le aziende o colonizzano violentemente.
Invece questo è stato un enorme risultato politico per il Leader della Lega. Non ci credete? bene, pensateci:
- Ha messo in chiaro come non si possa fare i furbi sulle entrate in Italia, messaggio soprattutto rivolto verso Malta;
- Ha spiegato in modo pratico alla Guardia Costiera, il cui comandante ammiraglio Pettorino è stato nominato da Gentiloni, che andare a caccia di migranti per il Mediterraneo può avere delle conseguenze. Comunque Pettorino DEVE essere rimosso, a meno che il Governo non voglia volontariamente circondarsi di ufficiali e funzionari infidi;
- Ha messo in palese evidenza l’inconsistenza dell’Unione Europea ed il suo menefreghismo assoluto sui problemi dell’Italia. Voleva metterlo in luce in modo assoluto? Lo ha fatto , alla fine collocando parte degli immigrati in paesi EXTRA UE che però hanno buoni rapporti con noi, tornando ad una politica estera autonoma;
- Ha riunito tutto il Piddume in un luogo solo, a testimoniare la propria inutilità, il proprio parassitismo sociale, quando tre italiani si sono suicidati per motivi economici, senza che loro neppure se ne accorgessero;
- Ha mostrato plasticamente come una parte della Magistratura sia politicamente non solo inclinata, ma sia proprio il braccio armato di Piddinia. Non ha atteso che lo cercassero, li ha apertamente sfidati, contando sull’appoggio popolare assoluto, proprio nel giorno in cui veniva arrestato un gambiano, recidivo per lo stupro ad una quindicenne;
- Ponendosi personalmente responsabile per le decisioni ha compiuto tre atti politicamente forti, prendendosi la responsabilità delle proprie decisioni (vedete un Alfano al suo posto? Ricordate il caso di Alma Shalabayeva), tutelando subito i suoi sottoposti nella scala gerarchica e portando subito a roma l’eventuale indagine, al tribunale dei Ministri, disarmando Agrigento;
- Ha focalizzato e preparato l’opinione pubblica allo scontro, che sia interno, nel caso di nuove elezioni, o esterno, verso l’Unione Europea, vera matrigna della nostra situazione. Ora la situazione è chiara , evidente, a chiunque, perchè c’è da un lato il popolo italiano e dall’altro una classe eteroguidata e servile vrso un potere esterno e distruttivo;
- Ha fatto uscire allo scoperto ForzaPD, con Miccichè volgarmente all’attacco e Tajani totalmente prono all’Unione ed incapace di fornire una risposta politica.
Se questa è una sconfitta per Salvini è la più bella sconfitta, quella più utile, della sua carriera politica, in una guerra che è appena incominciata.
posted by Guido da Landriano
La voce della comunità eritrea in Italia: “Da sempre ad attirarli in Italia è stata una rete di criminali travestiti da buoni samaritani ed umanitari”
Riportiamo, da L’antidiplomatico, un comunicato della comunità eritrea in Italia, una terra con cui abbiamo forti legami di riconoscenza, e che non dovremmo dimenticare, aiutandola a crescere, ora che , finalmente, si è concluso il suo lunghissimo conflitto con l’Etiopia.
Comunicato stampa della Comunità Eritrea in Italia
Con grande dispiacere la Comunità Eritrea in Italia sta assistendo alla solita strumentalizzazione politica dei migranti ospitati, in questo momento, dalla nave Diciotti.
Noi conosciamo bene la verità del fenomeno migratorio via mare e sono anni che tentiamo di raccontarla denunciando questo traffico di esseri umani ma, purtroppo, la nostra voce è rimasta inascoltata. Finora i politici e i media italiani hanno preferito dar voce a quelli che vogliono tenere aperti i porti per aumentare i numeri dell’esodo dell’immigrazione clandestina. Noi abbiamo lottato e continueremo a farlo affinché si entri in Italia per vie legali e fermare così le morti in mare.
Non abbiamo mai condiviso quella legge internazionale che per oltre un decennio ha favorito i nostri connazionali con la protezione umanitaria che mirava esclusivamente a fare regime change in Eritrea svuotandola dei suoi giovani. A meno che non ci sia una politica diversa su questa materia, cosa che ci farebbe molto piacere, riteniamo che per coerenza e rispetto delle leggi vigenti queste persone abbiano tutti i diritti di sbarcare e di essere aiutate.
Ovviamente la nostra solidarietà si estende a tutti gli altri africani presenti sulla nave.
Da sempre ad attirarli in Italia è stata una rete di criminali travestiti da buoni samaritani ed umanitari. E oggi che i porti sono chiusi ci sono, bloccati in Libia, migliaia di disperati provenienti da numerosi paesi africani. E proprio quando gli sbarchi sembravano quasi azzerati, i trafficanti hanno imbarcato più “eritrei”.
In Italia ci sono alcuni attivisti eritrei, o sedicenti tali, con contatti in Libia che collaborano con attivisti italiani pro accoglienza, quali Ong, politici e mainstream media (il quotidiano Avvenire ne è un esempio lampante). A questo punto ci chiediamo: Non sarà che usando i giovani eritrei si stia tentando un “regime change” anche in Italia?
Comunità Eritrea in Italia
Lo strano gioco della Guardia costiera
Ora per colpa di Salvini il giocattolo si è rotto, ma loro, evidentemente, non hanno alcuna intenzione di rassegnarsi
«Una volta è un caso, due volte una coincidenza, tre volte è un'azione del nemico». Matteo Salvini e il ministro delle infrastrutture Matteo Toninelli farebbero bene a rileggersi Ian Fleming.
Le azioni della nave Diciotti, il pattugliatore della Guardia Costiera, per la terza volta al centro di uno scontro con il Governo in meno di due mesi e mezzo, sembrano infatti più delle mosse studiate che non delle semplici coincidenze. La cronaca della sorda diatriba tra la Guardia Costiera, da una parte, e il Ministero delle Infrastrutture, da cui in teoria dipende, e il Viminale dall'altra inizia verso il 10 di giugno. Mentre Salvini raccomanda la fine delle operazioni di soccorso davanti alla Libia e la nave Aquarius di Sos Mediterranee viene tenuta alla larga dai porti italiani, il pattugliatore Diciotti compie ben sette interventi in prossimità delle coste di Tripoli caricando 937 migranti. Migranti che Salvini e Toninelli si vedono costretti obtorto collo a far sbarcare a Catania. Ma le incursioni della Diciotti non finiscono lì. Il 9 luglio il pattugliatore accosta il rimorchiatore Vos Thalassa e carica 67 migranti che stando ad una versione mai chiarita - minacciavano il personale di bordo colpevole di volerli sbarcare in Libia anziché in Italia. La versione convince poco Matteo Salvini che fa capire di considerarla un pretesto per giustificare l'intervento dell'unità della Guardia Costiera. Ma la mossa fatale capace di portare allo scoperto lo scontro con la Guardia Costiera arriva mercoledì. Quel giorno il pattugliatore Diciotti interviene in soccorso di un barcone con 177 migranti proprio mentre il governo preme su Malta perché lo accolga in un suo porto. Un intervento assolutamente immotivato visto che il barcone non è in pericolo immediato e viene effettuato, come nota Matteo Salvini, all'insaputa del Viminale. «I maltesi ieri avevano assunto la responsabilità di un intervento in aiuto di un barcone con 170 immigrati a bordo spiega il Ministro degli Interni - e una nave della Capitaneria di Porto italiana, senza che al Viminale ne fossimo informati, ha imbarcato gli immigrati mentre ancora si trovavano in acque maltesi, per dirigersi verso l'Italia». Ancora una volta , a dar retta a Salvini, la Guardia Costiera avrebbe approfittato di una situazione perlomeno lacunosa per contravvenire alle disposizioni del governo e metterlo in difficoltà. Ed infatti l'esecutivo si ritrova, una volta di più, nell'imbarazzante posizione di negare l'accesso ai porti italiani ad una propria nave militare. Ma quali sono i motivi della sorda lotta? Per capirlo bisogna andare indietro fin ai tempi di Mare Nostrum quando le operazioni di soccorso vengono inizialmente affidate soltanto alla Marina Militare, escludendo proprio la Guardia Costiera. Un'esclusione durata solo pochi mesi visto che il governo Renzi nel 2014 allarga ben presto le operazioni ad una Guardia Costiera entusiasta di farne la propria bandiera. Talmente entusiasta da diventare successivamente la principale referente delle Ong con cui concorda decine di operazioni di soccorso fino al limite delle acque territoriali libiche. Non a caso nel luglio di un anno fa l'allora Comandante generale delle Capitanerie di Porto Ammiraglio Vincenzo Melone - chiamato a deporre dalla Commissione Difesa del Senato sulle attività delle navi delle Ong già indagate dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro - non esita a difenderle a spada tratta. Una difesa scontata e obbligata visto che le missioni di soccorso ai migranti erano diventate la vera ragion d'essere della nostra Guardia Costiera e dei suoi vertici. Ora per colpa di Salvini il giocattolo si è rotto, ma loro, evidentemente, non hanno alcuna intenzione di rassegnarsi. Né tantomeno di rinunciarvi.
Gian Micalessin - Lun, 20/08/2018
http://www.ilgiornale.it/news/politica/strano-gioco-guardia-costiera-1566363.html
From: Marco Palombo
“Svegliatevi, per favore” ----- MIGRANTI: SCAMBIO TRA UN BUONO E UN CATTIVO
Sent: Friday, August 24, 2018 9:20 AM
To: comitatononato ; semprecontrolaguerra ; nowaroma ; Cicabum
Subject: (ListaNoNato) Catania, piccoli scontri ma censurati dai media al
100%
Svegliatevi, per favore
**********************************************************************************************
Ho ricevuto questo messaggio, anzi, questa sveglia da un amico e
membro della mia stessa lista, che è quella No Nato. E ho risposto, in lista,
con quanto scritto qua sotto. Ora amplio un po’ quella risposta e la inoltro a
tutti i miei contatti, dato che il tema appare centrale nell’attuale dibattito
di distrazione di massa dalle guerre imperiali, dai nostri 18 milioni di poveri
e quasi, dalle cose buone che va facendo la componente 5 Stelle del governo. Mi
indigna profondamente che questa ondata
di solidarietà amorosa e pietosa non si sia manifestata e mai si manifesti per il genocidio nello, anzi, dello, Yemen e
per quelli tentati un po’ ovunque dalle democrazie occidentali impegnate per i
diritti umani. Mi hanno sollecitato a proposito anche le sagge e competenti
osservazioni di un’amica giornalista che, come me e a differenza di altri, i
paesi delle emigrazioni li conosce e sa valutare quello che succede al di là
della cecità imposta dalla convinzione della propria moralissima bontà.
Ovviamente non troverete queste
righe su Facebook, da cui sono bannato
da tre giorni e fino a mezzanotte, in vista della rimozione definitiva
alla prossima volta che dico cose invise a chi mi ha segnalato a San Mark
Zuckereberg e ai suoi monaci locali.
La sveglia a chi?
Il Ven 24
Ago 2018 12:48 Fulvio <fulvio.grimaldi@gmail.com> ha scritto:
Ma
vedi un po’ di andare a svegliare i 26 paesi europei che se ne fottono e
scaricano su Grecia e Italia, paesi da punire e disintegrare, un flusso
“naturale” e “inarrestabile” (così lo chiamano i suoi promotori e credono i
loro chierichietti) di emigranti determinato dalla strategia di svuotamento
dell’Africa a vantaggio di multinazionali e mafie e Ong che campano sulla
disperazione da loro causata. La Francia per esempio, dalle cui colonie arriva
la maggioranza dei migranti, ha bisogno di continuare a infestare di jihadisti,
militarizzare, depredare per le enormi ricchezze di quella regione (uranio,
oro, diamanti, coltan, petrolio. ecc.), una ventina di paesi ex-colonie e ora
ricolonizzati grazie alla condiscendenza degli accoglitori senza se e senza
ma, e poi di scaricare sui paesi europei
alla deriva (soprattutto se governati da “populisti”) masse di giovani
generazioni che potrebbero pretendere di realizzare da soli lo sviluppo dei
loro paesi.
E
visto che ci sei, vedi un po’ se riesci a svegliare anche i media e i tuoi
compagnucci di PaP, che utilizzano le fandonie sulla “dittatura” eritrea e sul
servizio militare a vita dei giovani di quel paese per impietosirci e farci
fottere dal resto d’Europa. Parla un po’ con il collaboratore culturale eritreo,
da me intervistato, presente agli interrogatori sulla concessione dell’asilo
politico, che racconta che tale diritto viene concesso dagli esaminatori solo
se il giovane dice di essere eritreo e di aver subito oppressione, torture e
schiavitù militare perpetua. Oltre tutto, questi media e i loro utili idioti
insistono su una propaganda diffamatoria obsoleta, impiegata da Obama in giù
quando l’Eritrea era considerata un paese ostile all’Occidente, all’FMI e agli
Usa. Ora che tutto si è aggiustato tra Usa, Etiopia, Eritrea e Somalia, quel
discorso, oltrechè falso, è anche obsoleto per gli atlanto-sionisti e la loro
sinistra (non nel senso di mancina) sinistra imperiale, alla “manifesto” e
monadi “radicali” sparse, ma, inguacchiati come sono sulla fissa
dell’accoglienza e sulla populistofobia. In
ogni caso, perché i tormentati dalle presunte atrocità del regime sulla propria gente non si chiedono
perché la diaspora di quella gente continua a tornare in Eritrea, o per le
vacanze, o per rimanerci, senza che gli venga torto un capello?
Eritrea? Quale Eritrea?
Allora
glielo ricordo io, prima di estendere il discorso sul mio blog fra qualche
giorno. Del resto una anticipo sulla svolta a destra dell’Eritrea l’ho già
pubblicata in due puntate. Manca quella sull’inevitabile alleanza, oltreché con
gli etiopi tornati nell’ovile Usa dopo il flirt con i cinesi, con la marmaglia
di venduti somali messi dagli statunitensi e clienti africani a capo di un albergo
detto “governo”, padroni di qualche quartiere di Mogadiscio, mentre il resto
viene razziato dalle truppe africane dell’Unisom (ONU) e bombardato dagli Usa e
dalla Francia, con il pretesto di combattere gli Shabaab, resistenza islamica
somala chiamata, ovviamente, “terrorista”.
Quello
che con ogni evidenza è successo, nella connivenza o dabbenaggine del
comandante della “Diciotti”, è un
rastrellamento pianificato di giovanotti del Corno d’Africa, con
l’indispensabile corredo strappacuore di qualche donna, magari incinta e di alcuni
ragazzetti abbandonati, tutti definiti eritrei (e non lo sono che in parte),
onde poter tappare la bocca a chi, come Salvini, li scopre tutti giovani, come
ormai da tempo arrivano da Africa e Medioriente, tra i 15 e i 35 anni, nella
migliore età produttiva e riproduttiva
e in buone condizioni di salute. Condizioni rimosse dal rosario di orrori
attribuiti ad alcuni paesi d’origine (Eritrea essenzialmente) e di transito (Libia
sostanzialmente). Orrori che, sebbene tali da ridurre all’inedia, infliggere
cicatrici, provocare disadattamenti psicologici pesanti, questi effetti non
sembrano li abbiano lasciati né sul fisico, né sulla psiche dei nuovi arrivati.
Andate a vedere. E poi andate anche a vedere cosa abbiano inflitto a fisico e
spirito dei raccoglitori di pomodori, prostitute nigeriane, spacciatori
marocchini, le condizioni riservate ai migranti
nel paese dell’accoglienza e “integrazione”. Facendo magari un confronto con il
prima della migrazione.
Atrocità? Chi lo dice?
Gli atroci
Mi
daranno del cinico per dire queste cose. Io mi direi piuttosto diffidente
rispetto all’informazione data da media e pezzi di politica che manifestamente
(il termine non è scelto a caso) collaborano con i grandi gestori della
ricolonizzazione tramite guerre, jihadismo terrorista, neoliberismo feroce,
occupazione militare e strangolamento socio-economico. La mia amica mi ricorda
i 2 milioni di africani accolti nella Libia di Gheddafi, dotati di tutti i
diritti di cittadinanza, felici e prosperi. Ne sono stato testimone. Come sono
stato testimone di quella “democrazia diretta” che oggi viene tanto derisa e
vituperata dai soloni di una democrazia parlamentare che ci ha gratificato di
lobby, mafie, malgoverno settantennale.
Con l’uccisione di quella Libia e il
linciaggio del suo capo per mano o per mandato di Hillary Clinton, la candidata
a suo tempo sostenuta con passione dagli stessi ambienti dell’accoglienza senza
se e senza ma, questi immigrati furono consegnati alla bestialità del jihadismo
indigeno (Misurata) e importato. Quelli non trucidati costituiscono la
maggioranza di coloro che dal 2013
vengono imbarcati dai trafficanti e affidati alle Ong perché li scarichino da
noi, o in Grecia. I racconti delle atrocità subite nei campi libici (a
proposito perché l’ONU non spedisce ispezioni dappertutto, come in Siria, e
magari Caschi Blu?), che sicuramente non sono villaggi vacanze, o durante i
percorsi nel deserto, sono indispensabili perché la macchina del trasferimento,
indotto e dunque coatto, di popolazioni continui a girare nel consenso di
almeno la parte più ingenua o disonesta della società. Poi ovviamente ci sono i
nuovi arrivi, sradicati dai paesi su cui si esercitano le devastazioni,
militari, sociali ed economiche dell’Occidente.
Chiedersi cosa sia
successo prima del barcone
Chiudo
con un’osservazione. A parte la Boldrini, tra coloro che stanno sgomitando, con
radicali e sinistri vari, per arrivare davanti alle telecamere installate sulla
“Diciotti” e che ha fatto la sua parte di dama
di S. Vincenzo da quelle parti, vorrei sapere quanti dei misericordiosi
e solidali abbiano la benché minima conoscenza dei paesi africani e arabi dai quali
provengono i “fuggitivi”. E perché vengano via da terra, casa, famiglia,
habitat, comunità. L’Eritrea, per esempio, nella quale ho girato un
documentario due anni fa che hanno visto coloro i quali oggi sanno cosa
rispondere a chi abbaia contro la “dittatura”.
.
Oggi
quel paese sta cambiando pelle geopolitica e dunque sociale, ma resta un’infame
calunnia l’accusa di Washington e del maggiordomo Onu di violazione di diritti
umani, di servizio militare perenne. La leva durava al massimo 18 mesi, ma si poteva essere richiamati dato che l’Etiopia
minacciava e attuava continue aggressioni. In Israele il servizio dura tre anni
e fino ai 50 anni, per i continui richiami,
ma ovviamente nulla da obiettare, anche se quel servizio da 70 anni infligge morte
e distruzione a innocenti, anzi, a giusti. In ogni caso, qualsiasi regime
africano poteva essere ritenuto responsabile di violazioni ben maggiori di
quelle attribuite all’Eritrea, unico paese che rifiutava presenze militari
straniere. Cosa tragicamente superata oggi, data la sua collaborazione allo
sterminio degli yemeniti. Ne parlerò più in là.
Noi
che quelle genti le abbiamo viste e vissute a casa loro, ci stracciamo le
vesti, non perché Salvini li trattiene sulla nave, per ricatto non suo, ma
sotto ricatto degli operatori globalisti dei trasferimenti e a sfregio di
un’Europa cinica e delinquenziale, ma all’idea che una diga italiana secchi un
fiume che ha nutrito per millenni una comunità di sessantamila persone in
Etiopia e che le genti così da noi colpite finiscano al 90% nella nuova tratta
degli schiavi. Già, perché fatevi fare il calcolo, non da qualche Ong, su
quanti, tra i migranti giunti da noi si elevano al di sopra dello stato di
schiavi. Con loro teniamo sotto anche i nostri: si chiama esercito industriale
di riserva.
Amare gli africani o chi li fa emigrare?
Noi
quei paesi, quelle popolazioni, la loro cultura, l’attaccamento alle loro
radici, la loro lotta di liberazione dal morso necrofago coloniale, condizione
per costruire, su quelle radici ricuperate, il loro futuro, i loro
progetti, la loro civiltà, li
abbiamo conosciuti e anche amati. E per questo amore che, sacrosantamente
diventa “hate speech”, discorso
dell’odio, nei confronti di chi ne abusa, li sfrutta, ci campa sopra, ci
costruisce la propria miserabile autocertificazione morale e politica, che
scrivo, filmo e continuerò a scrivere e filmare. E all’autore del messaggino
che ha innescato tutto questo suggerisco:
Svegliati
per favore tu, Marco e, con il tuo cuore generoso, cerca di difendere l’Africa,
i suoi abitanti, la sua cultura, la sua liberazione dal colonialismo ora di
ritorno e dalla nuova tratta degli schiavi. Ché questo e null’altro è, mio caro
solidale misericordioso.
Fulvio
Schiavi impegnati in
Qatar nei lavori per i Mondiali di calcio. Ne sono morti oltre duemila. Chi se
ne occupa?
http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2018/08/svegliatevi-per-favore-migranti-scambio.html
La sinistra attacca Salvini ma dimentica cosa ha fatto nel 1997?
L'ULTIMO SCIVOLONE DI AVVENIRE (CON UNA PREMESSA)
Attorno al ‘caso’ della nave militare Diciotti, ormeggiata a Catania con a bordo 148 migranti, si è intensificato l’attacco dei perdenti del 4 marzo al governo e in particolare a Matteo Salvini. Naturalmente in prima linea anche il foglio catto-fluido ‘Avvenire’, colto però oggi in grave contraddizione sulla condizione sanitaria dei migranti raccolti dall’imbarcazione…
PREMESSA SU TANIA CAGNOTTO
Dopo qualche giorno di riposo vogliamo riprendere il cammino di www.rossoporpora.org con una pur breve nota positiva (in tempi fluidi come i nostri). Stamattina abbiamo letto sul settimanale popolare Gente una bella intervista a Tania Cagnotto, campionessa di tuffi ritiratasi l’anno scorso – carica di onori - dall’attività agonistica. La trentatreenne atleta bolzanina, sposatasi e ora madre della piccola Maya, ha annunciato che in autunno ricomincerà ad allenarsi per tre ore al giorno con Francesca Dallapè in vista di un’eventuale qualificazione ai Giochi Olimpici di Tokyo del 2020. E però così ha concluso l’intervista: “Mi piacerebbe un secondo figlio. Magari, sempre se dovessimo qualificarci, dopo Tokyo. Ma, se rimango di nuovi incinta, rinuncio al podio. Un figlio vale più di qualsiasi medaglia”. Brava Tania, che confermi quanto ci avevi detto in occasione dell’intervista fatta a Bolzano e pubblicata su www.rossoporpora.org l’11 aprile 2014 ( https://www.rossoporpora.org/rubriche/cultura/364-intervista-a-tania-cagnotto-i-figli-piu-una-gioia-che-un-peso.html ) !
‘AVVENIRE’ , INCONTENIBILE NELLA FOGA ANTI-SALVINI, SI CONTRADDICE SULLA CONDIZIONE DEI MIGRANTI DELLA DICIOTTI...
E qui ricominciamo con le dolenti note. In queste ore si intensificano - e assumono ormai i connotati di una vera e proprio azione eversiva – gli attacchi di violenza inaudita contro il Governo e in particolare contro la Lega e Matteo Salvini, considerato ormai – oltre che da qualche pezzo dell’amministrazione statale - dalle televisioni di Stato o commerciali, dai giornaloni e dalle loro succursali (vedi quella del cattofluido Avvenire) come un Fűhrer redivivo. Se ne può dedurre che l’azione del Governo, con Salvini in prima linea, disturba e molto gli interessi delle cerchie che in Italia han fatto il bello e brutto tempo negli ultimi decenni.
Naturalmente il pio e interessato Avvenire non può che distinguersi nella cagnara vergognosa che si è sviluppata attorno alla vicenda della nave militare Diciotti, che al momento in cui scriviamo è ormeggiata nel porto di Catania con a bordo 148 migranti raccolti in mare. Il titolo d’apertura del giornale di oggi, venerdì 24 agosto, è già tutto un programma (fazioso, truffaldino): “Sulla pelle degli ostaggi”, intendendo “ostaggi di Salvini”.
L’editoriale ha un titolo che vorrebbe essere consono alla gravità del momento: “Per coscienza e per legalità”. Per dirla – ma in senso opposto - con le parole del suo autore, il Marco indignato) il testo è “triste, vergognoso, al limite della sopportazione”. Basti pensare a che cose scrive il direttor furioso su Salvini, che “arriva a progettare di riprecipitare (i migranti) nell’inferno libico: come se gli inglesi o gli americani avessero brigato di rispedire in Germania o nei Paesi occupati o alleati del Terzo Reich i profughi ebrei scampati alle retate dei nazisti…”. Nello stesso editoriale della velina collinare si riconosce (a posteriori naturalmente) che il presidente Mattarella era “intervenuto” il 12 luglio scorso per far sbarcare i 67 migranti raccolti dalla stessa Diciotti e portati a Trapani.
Ma è a pagina 7 ( “Primo piano”) che l’odierno Avvenire si contraddice clamorosamente. Nel titolo principale ecco la denuncia del foglio boldrino a proposito della condizione dei migranti sulla Diciotti: Senza fine l’odissea degli ‘scheletrini’ . Tuttavia nell’articolo che segue, a firma Marco Pappalardo, appare anche la testimonianza di Federica Montesanti, “operatrice di Intersos e Unicef a bordo della nave della Guardia Costiera”. Intersos e Unicef, mica una qualsiasi operatrice… Dice la Montesanti a proposito dei migranti: “Fisicamente stanno abbastanza bene, ci sono casi di scabbia che vengono trattati, mentre i casi più gravi sono già stati affrontati. Ora c’è solo tristezza….”. “Scheletrini? Giudichi chi legge.
Non solo. La Verità, sempre di oggi venerdì 24 agosto, intervista Massimo Kothmeir, comandante della Diciotti. Che dice a proposito della situazione sanitaria sulla nave? “Innanzitutto a bordo sono presenti, sin da quando abbiamo mollato gli ormeggi, due organizzazioni: Intersos, per conto di Unicef, che sono i mediatori culturali e gli operatori umanitari, e il Cisom, che ci fornisce un adeguatissimo profilo di sicurezza sanitaria. Le condizioni sono più che soddisfacenti (…). Da un punto di vista della tutela sanitaria è vero che in tutti questi tipi di interventi si registrano casi di scabbia, ma a bordo i medici del Cisom somministrano specifici farmaci e pomate. La situazione è monitorata, quindi, e non desta al momento alcun tipo di preoccupazione”.
E sugli “scheletrini”? “Intanto la maggior parte della popolazione ospite è di origine eritrea, quindi si tratta di persone che sono più snelle rispetto ad altre etnie. Alcuni di questi hanno sicuramente sofferto al momento del viaggio, ma dal momento in cui sono saliti a bordo abbiamo erogato un protocollo nutrizionale approvato che prevede la somministrazione di tre o quattro pasti al giorno. Alla fine siamo arrivati al punto, per motivi organizzativi, che noi dell’equipaggio abbiamo omologato la nostra alimentazione con quella dei migranti”.
Avvenire, maestro di fake news (vedi ad esempio il caso clamoroso e vergognoso delle uova di Moncalieri), ha di che riflettere. Anche sui risultati di un’indagine demoscopica - pubblicati da Libero sempre di oggi venerdì 24 agosto – elaborata dal centro studi Analisi Politica, fondato e diretto da Arnaldo Ferrari Nasi. Ebbene dal sondaggio (certo da considerare con cautela, ma in ogni caso molto chiaro!) emerge che l’86% dei cattolici ferventi è “molto” o “abbastanza” d’accordo con l’affermazione seguente: “La questione degli sbarchi di clandestini deve essere affrontata e risolta con urgenza e fermezza?”. In aggiunta: il 77% dei cattolici ferventi è “molto” o “abbastanza” d’accordo con l’affermazione: “In ogni caso, nei confronti dell’immigrazione, lo Stato italiano – rispetto ad ora – dovrebbe comportarsi in modo più severo?”. Dal sondaggio si conferma anche che la Lega è oggi il partito più votato dall’elettorato cattolico. E, implicitamente, che Avvenire non è più il quotidiano del cattolicesimo italiano, ma di una sua parte minoritaria (vertici Cei e loro propaggini mediatiche, associazionismo che si pasce alla greppia dell’8 per mille e dei sussidi dello Stato, sacerdoti e religiosi in tonaca rossa). Insomma: con la sua scelta editoriale dissennata (e motivata anche da ragioni economiche… con i migranti si è lucrato e si lucra non poco) Avvenire allarga ogni giorno di più il solco che lo separa dalla maggioranza del mondo cattolico. C’è solo da sperare in un intervento incisivo dello Spirito Santo…
P.S. Ieri all’edicola di piazza Bologna abbiamo acquistato come di consueto tre quotidiani, tra cui ‘Avvenire’. Dopo di noi una signora molto ’gentilina’ ha acquistato anch’essa ‘Avvenire’ e così ne è nato un breve scambio di opinioni. La signora ha espresso tutto il suo apprezzamento per il giornale: “Sa, prima leggevo sempre l’Unità… poi più niente… poi ho scoperto Avvenire e ora ne sono veramente entusiasta ogni giorno di più!”. Grazie, signora, per le Sue preziose parole…meglio di così non avrebbe potuto dire…
L'ULTIMO SCIVOLONE DI ‘AVVENIRE’ (CON UNA PREMESSA) – di GIUSEPPE RUSCONI –www.rossoporpora.org – 24 agosto 2018
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