(di Fabio Cancelli) A Lecce il 24 novembre 2017 si è tenuta la Tavola Rotonda sul tema “Dall’immigrazione all’accoglienza passando per lo Ius Soli”, promossa dall’Ispettorato Regionale di Puglia e Lucania della Massoneria di Rito Scozzese Antico e Accettato (RSAA) di “Palazzo Giustiniani” (Roma).
Si tratta del Rito Scozzese composto da Maestri Massoni del Grande Oriente d’Italia Palazzo Giustiniani (GOI). La Tavola Rotonda ha avuto il patrocinio della Provincia e del Comune di Lecce e della Camera Capitolare (cioè, in gergo massonico, la Loggia del 18° grado) “Giosué Carducci” di Lecce. All’evento hanno preso parte anche Leo Taroni, l’on. Federico Massa del PD, il giornalista Alessandro Cecchi Paone (omosessuale dichiarato, http://pernientecandida.corriere.it/2016/05/23/cecchi-paone-e-il-tg4-fede-mi-odia-pannella-mi-amava/?refresh_ce-cp, massone del GOI, sostenitore di matrimoni omosessuali e unioni civili: https://it.wikipedia.org/wiki/Alessandro_Cecchi_Paone).
Chi è Leo Taroni ? Imprenditore, iniziato massone nel 1970 nella loggia Dante Alighieri del GOI di Ravenna. Dal 2005 è 33° grado del RSAA, dal 2015 è Sovrano Gran Commendatore del RSAA di Palazzo Giustiniani e Presidente della Confederazione dei Supremi Consigli Europei del RSAA. Al seguente link c’è il ricco curriculum massonico di Leo Taroni: http://www.iskrae.eu/leo-taroni-luomo-dalle-mille-cariche-massoniche/. Illuminante è stato il discorso di Leo Taroni 33° a quella Tavola Rotonda, riportato sul website del RSAA: “Accoglienza: una scelta dettata dall’intelletto”: http://www.ritoscozzese.it/accoglienza-scelta-dettata-dallintelletto/
Il Capo del RSAA di Palazzo Giustiniani traccia una breve storia dell’immigrazione, dall’antichità fino ai nostri giorni. L’immigrazione è da lui ritenuta «un fenomeno fisiologico sovente legato all’evolversi della natura che ci circonda». Dunque un qualcosa di necessario, legato all’evoluzione… Le ragioni dell’immigrazione sono varie: accresciute esigenze alimentari, mutazioni climatiche, guerre.
Taroni sostiene la necessità di accogliere gli immigrati, perché si ha «un conto aperto con l’Africa e con il Medio Oriente», e perché respingerli vorrebbe dire consegnarli alla morte. Taroni cita addirittura Papa Francesco secondo il quale «Respingere gli immigrati è un atto di guerra» e raccomanda prudenza nel gestire il fenomeno migratorio. Eppure vien da dubitare del suo modo di intendere la prudenza allorché egli condivide in pieno la «proposta di legge presentata dai Radicali» che prevede tra l’altro «l’abolizione del reato di clandestinità».
A sostegno dell’immigrazione Taroni vuole «l’appoggio e l’intervento effettivo delle Nazioni Unite e dell’Europa intera». Inoltre, come il PD e la CEI, egli vuole lo «ius soli».
Le seguenti parole del Sovrano Taroni 33° mostrano il sostrato iniziatico, ovvero ideologico, del suo immigrazionismo: «Ci vogliono idee, forti e mirati investimenti economici e persone, ma soprattutto capire che l’accoglimento è necessario non solo alla gente che fugge, ma che può essere utile anche a noi, come insegna la simbologia del rituale del IX Grado del R.S.A.A. nel quale “lo straniero rappresenta tutto l’insieme di conoscenze e di progresso già raggiunto prima di noi, e di cui ci si deve valere per procedere più oltre: un’opportunità per trarre profitto dall’esperienza offerta anche da ciò che non fa parte della nostra Tradizione”».
Chiaro? Taroni ci fa capire che bisogna accogliere lo Straniero perché lo Straniero rappresenta colui che è depositario della Gnosi o Conoscenza: questo insegna il 9° grado del RSAA! Non dimentichiamo che lo Gnostico, l’Iniziato, si ritiene uno Straniero rispetto al mondo creato dal Dio biblico Creatore e Legislatore.
Il 33° della massoneria fa capire che l’accoglienza degli immigrati permetterebbe di far fronte al calo demografico che c’è in Europa, mentre, al contrario, la natalità cresce nei Paesi africani.
Le sue parole fanno sorgere nel lettore alcune domande: perché non favorire piuttosto la procreazione e la natalità nelle famiglie europee, italiane, cristiane? Oppure si vuole che l’Europa e l’Italia diventino irreversibilmente multi-etniche, multi-culturali, e soprattutto multi-religiose, per indebolire il Cattolicesimo?
Taroni raccomanda ai massoni (vedi rituale del IX grado) di aprirsi allo Straniero: con queste parole «E’ proprio per questo che Noi, uomini liberi per antonomasia, che cerchiamo la Luce e spalanchiamo le porte, dobbiamo aprirci allo “straniero” che, come ho già detto, può costituire “per noi” una opportunità ed un momento di crescita. […] Dobbiamo guardare in faccia la realtà rinunciando ai nostri pregiudizi, organizzandoci tempestivamente per affrontare un futuro che ormai ben conosciamo».
Anche il Gran Maestro del GOI Stefano Bisi, in tema di immigrazione, è sulla stessa lunghezza d’onda del Sovrano Leo Taroni 33°. Ad esempio: http://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2014/07/22/immigrati-grande-oriente-onorificenza-massonica-sindaco-lampedusa_k1QnJx7ML78qH05IiJGkEO.html ; https://www.grandeoriente.it/allocuzione/equinozio-di-autunno-xx-settembre-2014/ ; https://www.grandeoriente.it/appuntamento-la-storia-massoni-non-affrontano-problema-immigrazione-unmondoditaliani/ .
Non ci sorprende scoprire che anche Bisi è del 33° grado di Rito Scozzese. Ce lo dice lo stesso Leo Taroni che nel Messaggio del 19 giugno 2016 per il Solstizio d’Estate, saluta il Gran Maestro del GOI: «il carissimo Fratello Bisi, Fratello Scozzese iniziato al XXXIII Grado»: http://www.ritoscozzese.it/messaggi_del_sovrano/messaggio-del-sgc-leo-taroni-solstizio-destate-2016/
Entriamo ora in un cerchio più interno del pensiero del RSAA. Il 16 aprile 2018 Leo Taroni 33° ha conferito a Taranto sul tema “Esoterismo e Tradizione” in un convegno delle “Sorelle” dell’Ordine della Stella d’Oriente (un Ordine legato al GOI). http://www.ritoscozzese.it/convegno-percorsi-iniziatici/.
Taroni elenca alcuni gruppi e personaggi che hanno ricercato il collegamento con la «Tradizione» primordiale esoterica: Misteri Greci, Orfismo, Dionisismo, culti di Cibele e Mitra, alchimia, Kabbalah, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Paracelso, Rosa Croce, martinisti.
Egli è convinto «che l’esteriorità esoterica del percorso iniziatico debba inevitabilmente trasmutarsi – quasi alchemicamente – in una vera, personale dimensione interiore che – superati i simboli, gli archetipi esteriori, i progressivi stati di coscienza – porti al momento intuitivo di percezione ed identificazione nell’Uno.
Questo è quanto offre il Percorso Scozzese, se ben inteso ed individualmente interiorizzato, metodo squisitamente esoterico che affronta i progressivi stati coscienziali dell’Iniziato e determina la simultanea apertura del cuore e della mente scevri da ogni vincolo materiale e temporale. […] La Tradizione, metodologicamente esoterica e propria degli Ordini Iniziatici, consente se effettivamente perseguita come Via sapienziale, di pervenire al centro esatto del Sé inteso – a mio avviso – come conoscenza ed acquisizione del Divino che è in ciascun Essere umano».
Questo è quanto offre il Percorso Scozzese, se ben inteso ed individualmente interiorizzato, metodo squisitamente esoterico che affronta i progressivi stati coscienziali dell’Iniziato e determina la simultanea apertura del cuore e della mente scevri da ogni vincolo materiale e temporale. […] La Tradizione, metodologicamente esoterica e propria degli Ordini Iniziatici, consente se effettivamente perseguita come Via sapienziale, di pervenire al centro esatto del Sé inteso – a mio avviso – come conoscenza ed acquisizione del Divino che è in ciascun Essere umano».
Taroni sottolinea che l’iniziazione massonica è «un momento elitario» e che in Massoneria «non possiamo dare spazio al buonismo». A proposito dei massoni, o iniziati, dice: «Questi Iniziati, in quanto tali qualificati, possono sostanzialmente ripercorrere a ritroso sino alle origini il momento della Conoscenza che consente la percezione armonica dell’Uomo con il Tutto e permettere che l’assioma ”Così in alto, così in basso” della Tavola Smeraldina attribuita ad Ermete Trismegisto, sia semplicemente “Così in alto”».
Dunque, Taroni fa capire che il RSAA propone ai suoi Iniziati il raggiungimento di stati coscienziali sovraumani fino all’identificazione con l’Uno. Temiamo però che non sia un cammino «in alto», ma «in basso», verso Lucifero, espulso per sempre dal Cielo. (Fabio Cancelli)
ATTALI ATTACCA SALVINI. E non è il solo.
C’è legame tra Salvini al potere e il crollo del ponte di Genova”. Ce lo assicura un complottista di cui conosciamo l’eccezionale potere, Jacques Attali. Il banchiere, creatore di Macron, artefice dei trattati europei nel senso (per sua ammissione) più antidemocratico, ha scritto un velenoso trafiletto in un suo blog sul settimanale L’Express, già segnalatosi per attacchi a Salvini, che commenta la caduta del ponte Morandi. Titolo: “Perché tutto quiello che è [da me] previsto finisce per accadere?”
Il collasso del ponte Morandi, decreta il banchiere, “non ha nulla a che vedere con l’austerità, né con l’Europa [ovviamente, ndr] ma molto col cattivo uso del debito pubblico, che avrebbe dovuto servire a finanziare delle infrastrutture e non migliorare a credito il benessere delle generazioni presenti”. I morti sono dovuti all’imprevidenza degli italiani, “ciascuno convinto di che ogni problema sarà risolto da qualcun altro”, e “tutti sono stati vittime di una sindrome ben nota: si dà più importanza alle auto che circolano su un ponte che alla sua solidità”, non hanno compreso che “la solidità condizionava la sopravvivenza economica e sociale di tutta una regione”. E’ colpa dei vicini che abitano sotto il ponte “e oggi si lamentano, dicendo di aver avvertito dei rischi che faceva correre, ma sono essi stessi colpevoli di non aver creato le condizioni di una soluzione tecnica, sociale,economica e politica”.
Il punto è, pontifica Attali, che se si “misura quanto una collettività protegge i suoi patrimoni, nell’interesse delle generazioni future (ossia quanto è “positiva”), l’Italia è sempre agli ultimi posti della “positività” – misurata da statistiche di Positive Planet1 (una classifica che ha inventato lui, Attali), fra l’altro perché le sue infrastrutture non sono mantenute”.
“Questa cattiva graduatoria dell’Italia è rivelatrice della paura degli italiani per il loro futuro. Ciò si unisce alla credenza che “si stava meglio prima”, di cui si ritrova l’effetto nel collasso della natalità, e nella crescita del populismo”.
Il che permette al potente oligarca di concludere: “Di fatto, c’è un legame fra l’arrivo al potere di Salvini e il crollo del ponte di Genova: l’uno e l’altro sono il riflesso della stessa paura dell’avvenire, di una mancanza di fiducia in sé”.
Insomma Attali ha decretato: il potere di Salvini (e perché non anche dei 5Stelle?) non è che il riflesso delle stesse falle civili e morali che hanno fatto crollare il ponte Morandi. Nessun accenno al fatto che le mancate manutenzioni non possono certo essere attribuite a questo governo, ma a quelli precedenti delle “sinistre euro-liberiste” che lui preferisce; non la minima allusione all’inadempienza criminale e ai lucri che il concessionario si accaparrava appunto tagliando sulla manutenzione.
Ovviamente, nessun riconoscimento del fatto che se gli italiani hanno votato massicciamente per due formazioni in rivolta con lo status quo, è segno non di “paura dell’avvenire”, ma di volontà di cambiarlo, e di salvaguardare anche il patrimonio infrastrutturale, che i precedenti traditori dell’interesse nazionale avevano ceduto a privati, che l’hanno usurato e degradato.
Poco manca che Attali incolpi Salvini di aver fatto crollare il ponte di Genova,, come incarnazione di tutti i vizi sociali italiani. Per quanto assurdo e cervellotico, questa dichiarazione di odio (che somiglia a quelli di Saviano, di Cerasa, di Ferrara, di altri j potenti e influenti) è molto significativa, data la nota pericolosità del personaggio e la sua influenza dietro le quinte che contano.
Un simile attacco, ancor più gratuito e demenziale, è lanciato da una rivista americana molto di sinistra, Counterpunch.
Se Attali sancisce che c’è un rapporto tra la caduta del ponte e l’arrivo di Salvini, qui un certo Aidan O’Brien, un energumeno rosso dublinese a quel che si capisce, pone la questione:
“C’è un rapporto tra i 12 mila soldati americani e i 500 mila rifugiati africani in Italia?”.
Voi trasecolate, e non capite che relazione esista fra gli uni e gli altri? E’ che siete italiani e “gli italiani non ne sono capaci. L’euroscetticismo fiorisce in Italia. Ma non si vede fiorire né il NATO-scetticismo né lo USA-scetticismo”. Gli italiani ospitano 139 basi americane , ma “è un soggetto tabù” sui media. “La macchina da guerra americana si sviluppa in Italia allo steso ritmo del numero dei rifugiati, che tanto esasperano Roma. Ma in Italia non è pensabile di stabilire la relazione fra gli uni e gli altri”.
Per fortuna O’Brien ce la svela: “Dal 2000, gli Stati Uniti hanno trasformato la penisola italiana nel pugnale puntato verso il Mediterraneo, e l’Africa in particolare. Nel 2005, la marina americana ha lasciato il suo quartier generale a Londra e lo ha trasferito a Napoli. Nel 2008, l’armata americana in Africa, USARAF, s’è installata a Vicenza. E la Sicilia, con la base di Sigonella , è divenuta il centro maggiore dei droni americani e degli aerei che sorvegliano l’Africa”.
Ovviamente, nemmeno l’energumeno, come Attali, tiene conto che nel 2000, mentre l’’America trasformava l’Italia nel pugnale anti-africano, i governi a Roma erano quelli sconfitti alle elezioni. No, la colpa è comunque di Salvini, questo “ultimo duro dei duri italiani, che se la può prendere con chi vuole. E Salvini se l’è presa con le persone più deboli del mondo: i rifugiati africani, che fuggono dalle guerre”.
“Gli Stati Uniti fanno parte del DNA dell’Italia contemporanea”, farnetica il tizio, “mentre l’idea stessa che degli africani disperati possano entrare in Italia irrita Matteo Salvini, non lo disturba per niente che una armata straniera “in guerra con l’Africa” abbia base in Italia. Lo slogan “prima gli italiani” significa in realtà ”prima l’esercito americano”, gli italiani secondi e “i rifugiati africani per ultimi”.
SI è persino dimenticato che lui stesso ha scritto, che l’Italia ha accolto “500 mila” africani, di cui vuole ignorare che non fuggono da alcuna guerra ma pagano gli scafisti 3-5 mila dollari. Il punto è che la nuova realtà politica italiana sta alimentando queste narrative farneticanti, spezzoni di menzogne diffuse alla Saviano negli ambienti internazionali, inconseguenze mentali, imbastite insieme con un filo preciso: l’odio. Un odio irrazionale, furente a volte fino alla pazzia, che cerca qualunque pretesto per sputare sull’Italia, e delegittimare il governo che gli italiani si sono dati. Un sintomo da segnalare.
Savona non ha detto: ci aiuterà Putin.
Aggiungo qui che la notizia diffusa dai media, seocndo cui SAvona avrebbe eto: Ci aiuta Putin, è una fake news.
Ecco quel che ha detto, dal discorso al Senato – oltretutto di oltre un mese fa. i media si sono inventati letteralmente tutto. Anchew queste sono manifestazioni di odio per danneggiare ilg overno.
103 commenti
https://www.maurizioblondet.it/attali-attacca-salvini-e-non-e-il-solo/
Perché Famiglia Cristiana e la CEI sono contro Salvini?
(di Niccodemo Graber) La copertina di Famiglia Cristiana che equipara il ministro degli Interni Matteo Salvini a Satana è solo il più pesante dei tanti attacchi che la Lega e il nuovo governo subiscono ad opera dell’ufficialità clericale italiana. Ormai sembra che il primo e quasi esclusivo impegno della CEI e del cattolicesimo ufficiale italiano, salvo le dovute eccezioni, sia la propaganda politica in senso immigrazionista.
Non sorprende certo che gli ambienti più ideologizzati del cattolicesimo progressista e personaggi come padre Alex Zanotelli o il vescovo Raffaele Nogaro si mobilitino contro la svolta impressa dal ministro Salvini alle politiche dell’immigrazione. Ciò che colpisce è invece la rabbiosa ostilità nei confronti del nuovo governo da parte di quel cattolicesimo moderato e democristiano, sonnacchioso ed esperto nell’arte del compromesso permanente che rappresenta la grande maggioranza dell’episcopato italiano.
È difficile immaginare per questi vescovi e centri di potere ecclesiale che formano la pancia centrista della Chiesa italiana grandi spinte ideali, forti ragioni ideologiche. Cosa li fa essere, allora, così ferocemente ostili al ministro Salvini? Perché la CEI, scandalosamente silente durante i governi PD responsabili di leggi gravemente immorali in materia di vita e famiglia, si traveste ora da leone ruggente contro la politica del governo Conte sull’immigrazione e la sicurezza?
Una prima risposta potrebbe far riferimento alla linea impressa da papa Francesco alla Chiesa in questi suoi anni di pontificato. È sotto gli occhi di tutti come papa Bergoglio abbia disimpegnato la Chiesa dal fronte bioetico, come abbia fatto scomparire il riferimento vincolante al diritto naturale, come invece non passi giorno senza farsi araldo delle posizioni immigrazioniste più spinte.
Papa Francesco non fa poi mistero di considerare positivamente le forze progressiste nella loro varietà (dal radicalismo liberal di Obama/Clinton al socialismo dei così detti “movimenti popolari” e di certi regimi sud-americani, passando per l’euro-democratismo di Macron e del giornale-partito italiano Repubblica) aborrendo invece ogni reazione conservatrice, identitaria, sovranista, etc.
Eppure considerare l’orientamento ideologico imposto da papa Francesco alla Chiesa in questi anni come il fattore capace di scatenare tanta rabbiosa ostilità della CEI verso il governo appare una risposta, anche se parzialmente vera, insufficiente. I cavalli di battaglia della retorica ideologica bergogliana non si riducono certo al solo tema dell’immigrazione, ma attengono anche ad altri temi: l’ecologia, l’ecumenismo, il dialogo interreligioso, la morale sessuale-familiare (scardinata e stravolta da AL), la sacramentaria, etc.
E allora perché la CEI si segnala per furiosa aggressività solo in merito al tema dell’accoglienza degli immigrati? Certo anche sugli altri temi non sono mancati documenti episcopali, editoriali ed approfondimenti di Avvenire, articoli con belle foto su Famiglia Cristiana, convegni diocesani, conferenze in parrocchia. Ma solo sui migranti e contro Salvini si sono accesi i roghi mediatici. Perché?
L’episcopato italiano, proprio perché nella sua gran parte democristiano e sonnolento, brillante e poco interessato alle questioni di principio, è ben lontano dal protagonismo teologico che caratterizza altri Paesi.
La Chiesa italiana è saldamente al Centro e, nonostante gli sforzi di monsignor Galantino e gli innesti di nuovi vescovi perfettamente allineati, non brilla certo per entusiasmo nell’applicazione del nuovo corso ecclesiale. Solo contro la nuova politica del governo un materia di immigrazione la CEI si è scoperta piena di idealità nella difesa di un assoluto principio non negoziabile: quello dell’“accoglienza”.
Solo in questo solo caso la moderazione permanente del nostro episcopati ha lasciato il posto ad una radicalità implacabile. Ritorna allora prepotente l’interrogativo: Perché? La risposta l’ha data il ministro Salvini intervistato dal direttore Riccardo Cascioli per la Nuova Bussola Quotidiana: «Sinceramente non so spiegarmelo, tanta virulenza mi lascia molto perplesso. […] E neanche mi accodo a coloro che ritengono che vogliano proteggere quella parte minoritaria del mondo cattolico che sull’immigrazione ci ha costruito un business. Non voglio pensare che sia così. C’è però un pregiudizio di fondo evidente che non mi spiego, ma me ne faccio una ragione…».
Da abile comunicatore Salvini, negando, ha affermato o, meglio, insinuato nel lettore la risposta. E la risposta che Salvini lascia nella mente del lettore, dicendo – «Non voglio pensare che sia così» – è una sola : business! E di un business colossale trattasi, un business, quello dell’accoglienza, dove ci guadagnano tanto le cooperative rosse e bianche, quanto le Caritas e gli altri enti “caritativi” ecclesiastici.
Un business, quello dell’accoglienza, che è, come disse uno dei protagonisti di Mafia Capitale, più lucroso del narcotraffico! I dati sono chiari: il 17% dei migranti accolti in Italia è “ospite” di strutture Caritas o comunque riconducibili alla Chiesa italiana, il 79% degli “ospiti” delle diverse Caritas (o realtà analoghe) beneficia dei famosi 35 euro al giorno versati dallo Stato all’ente che ne cura l’ospitalità. Se ne deduce dunque che circa 22.000 migranti sono “ospitati” in strutture della Caritas alla modica cifra di 35 euro al dì a testa.
I conti sono presto fatti: ogni anno lo Stato italiano versa alla CEI (attraverso la Caritas) la cifra enorme di più di 290 milioni di euro per la gestione dei migranti. Altri 5.000 immigranti vivono in strutture Caritas (o analoghe) mantenuti da fondi dell’8×1000.
Le Caritas diocesane risultano essere il primo soggetto aggiudicatario dei bandi per l’accoglienza dei migranti disposti a livello locale dalle prefetture; in ben 26 province l’accoglienza dei migranti è affidata alle strutture Caritas per circa 30 milioni di euro l’anno (cfr. https://news.fidelityhouse.eu/cronaca/il-vaticano-ospita-20mila-immigrati-a-spese-dei-contribuenti-la-popolarita-di-papa-francesco-in-netto-calo-357025.html).
Se il governo Conte mettesse fine al business dell’immigrazione, la CEI e le diverse diocesi italiane si troverebbero di colpo private d’un immenso flusso di denaro e si troverebbero nella necessità di licenziare buona parte dei propri dipendenti. Ecco forse spiegato il motivo di tanto livore contro il ministro Salvini. Il sistema messo in piedi dai governi PD per gestire l’accoglienza degli immigrati ha generato interessi economici mostruosi trasformando geneticamente, ad esempio, le Caritas, divenute, in molti casi, cornucopie per le finanze diocesane.
Non sono poche le diocesi ove la locale Caritas, gestendo il business dell’accoglienza, si trova ad essere la prima realtà economica della diocesi. Tutto ciò ha snaturato gli enti caritativi, non più enti di spesa che donano gratuitamente per amore di Cristo il poco o molto che la generosità dei fedeli offre, ma vere imprese commerciali che fatturano milioni di euro (di denaro pubblico!) facendo da albergatori alle avanguardie dell’invasione islamica.
Tanta interessata e ben remunerata miopia si trasforma in odio quando qualcuno osa mettere in discussione il sistema che centinaia di milioni di euro ha sinora elargito. Confidiamo che il governo prosegua nella linea tracciata dal ministro Salvini portando a zero gli sbarchi di clandestini sulle coste italiane, rimpatriando quanti giunti negli anni passati, scardinando il sistema lucroso dell’accoglienza e togliendo così a Coop e Caritas il vantaggiosissimo affare della gestione dell’accoglienza.
Avvenire, la CEI, Famiglia Cristiana, padre Spadaro strillerebbero ancor più forte, ma, al netto di urla e insulti, tutto ciò farebbe un gran bene alla Chiesa italiana liberandola da un business che ne corrompe sin le midolla. Non è forse persino blasfemo fatturare molti milioni di euro alloggiando immigrati a carico dello Stato (dei contribuenti italiani) e chiamare tutto ciò “Caritas”? (Niccodemo Graber)
https://www.corrispondenzaromana.it/perche-famiglia-cristiana-e-la-cei-sono-contro-salvini/
I BEI CORPI E LE BELLE MENTI ALLA SALVEZZA DELL’ITALIA --- Saviano &Co contro l’abominio gialloverde (c’è anche Laga..chi?)
Ragazzi, ci ho messo tre giorni a scriverlo, non ci volete mettere 20 minuti per leggerlo? Del resto è solo una comica.
http://www.neldeliriononeromaisola.it/2018/08/236853/ (appello di Cacciari)
http://www.repubblica.it/cronaca/2018/07/21/news/rompiamo_il_silenzio_contro_la_menzogna-202372216/ (appello di Saviano)
Tempi di caldo rovente, tempo di colpi di sole, tempo di appelli. Dicono le statistiche che col caldo aumentano i delitti. C’è quello di Veronesi, di appelli dico, quello di Cacciari, quello, enciclopedico, di Saviano. E c’è una buona fetta della nostra intellighenzia che si è mossa per la salvezza del paese. Tutti giù dagli attici, fuori dalle ville e dalle spiagge di Capalbio, a brandire penne e precipitarsi a firmare. Un’avanguardia civile e culturale contro una maggioranza populista, razzista, sovranista, contro l’inverno nucleare che, calando da Montecitorio e Palazzo Madama, gelerà il paese da Trento a Capo Passero.
Dell’appello di Sandro Veronesi è presto detto. La sua proposta chiedeva agli esponenti della bella gente, i combattenti VIP, di mettere “ i propri corpi” a disposizione della lotta ai razzisti: “Imbarchiamoci su una nave Ong per salvare i migranti”… “pensa se su una di quelle navi ci fosse Totti, o Checco Zalone, o Claudio Baglioni, Federica Pellegrini, Jovanotti, Monica Bellucci, Sofia Goggia, Chiara Ferragni, o Giorgio Armani…” Un concentrato di estetica e di soldi da sbaragliare qualunque razzista che intendesse bloccare barconi, raccoglitori di pomodori e cococò di Amazon.
Correggendo il tiro, via dai flutti comunque fastidiosi, Saviano ha suggerito di lasciar perdere i corpi e far invece sentire le voci negate dalla più agevole terra, per “una grande insurrezione civile e democratica”. Per i naviganti è morta lì e il bel corpo del povero Fratoianni, alla pesca di migranti dei VIP insieme ai medici dell’lsis (MSF), è rimasto solo.
Rimasti a terra i bei corpi, ecco le belle menti
Non presentandosi i bei corpi, ecco che si sono presentate le belle menti. E quale prima, tra tutte, se non quella del filosofo-sindaco per tutte le stagioni, quelle senza Mose, quella del Mose, ma soprattutto quelle del tutto e del contrario di tutto purchè espresse con l’iraconda e impaziente grazia del maitre à penser? Maestro del pensiero squash (lo sport in cui puoi tirare la pallina contro qualsiasi muro, basta che ti rimbalzi), Massimo Cacciari, ci conferma che quanto dicono i nuovi barbari al governo è lontano dalla cultura europea e occidentale (ma non dovevamo essere “multiculturalisti?). Che è tutta un sorriso mentre questi sono intrisi di “inaccettabile disumanità”. Scombinano il buon ordine sociale “contrapponendo il popolo alla casta”. Scongiurare “il pericolo mortale per l’Europa di una deriva sovranista” Cacciari sa che l’ha già detto Socrate. La sovranità è meglio che rimanga dove sta. Da Juncker.
Le ragioni degli appellanti
Il TAV e TAP, pilastri dell’economia italiana e occidentale, messi in forse per demagogicamente esaminarne i bassi costi e alti benefici; Un ministro, che si pretende dell’Ambiente, rivede il gasdotto appenninico solo perché privo di VAS (Valutazione Ambientale Strategica); Vaccini irresponsabilmente rinviati al 2019per compiacere i No Vax; pensioni d’oro, classisticamente tagliate sopra i 4000 euro; decreto Dignità pro riders, precari e licenziati ingiustamente, pro imprese che assumono a tempo indeterminato e contro delocalizzatori, biscazzieri, precarizzatori: una rovina dell’apparato produttivo; migranti risorsa di cui privare l’Italia per regalarla agli imprenditori europei e Ong che spostano la miserabile Africa nella ricca Europa bloccate; sospesa l’operazione salva-ILVA benchè razionalizzata grazie a 4000 lavoratori in meno e avvelenamenti pubblici solo fino al 1923; stop al CETA, trattato con il Canada (e gli USA) e quindi al ricco mercato nordamericano; via libera alla stampa sulle intercettazioni con tanti saluti alla privacy di delinquenti solo presunti; alla RAI un incontrollabile candidato alla presidenza, senza nulla osta di Nato, Israele e Mattarella; via dalle FFSS coloro che ci hanno regalato l’alta velocità e ridimensionato un trasporto regionale obsoleto e stop al matrimonio ANAS – FFSS che avrebbe messo i viaggiatori italiani sotto protezione di un unico gestore (magari Benetton); pace con lo zar Putin a dispetto dell’invasione della Crimea e disconoscimento della democrazia di Kiev; a settembre reddito di cittadinanza, legge anticorruzione, Alitalia torna di bandiera: tutto con i soldi di Babbo Natale; 150mila metri quadrati di costa sottratti agli stabilimenti e restituiti al popolino che non si può neanche permettere 50 euro/giorno per cabina, lettino e ombrellone; Autostrade tolte ai Benetton, che da decenni fanno viaggiare sicuri e a basso costo gli italiani; e, colmo dei colmi, il ministro dell’Ambiente, contro le delibere di alcune province alpine assediate da animali feroci, decide che i lupi non saranno abbattuti, ma difesi e preservati.
Quando gli hate speech vanno bene
Sono queste scelleratezze del regime razzista, xenofobo, demagogo, incompetente, fascistoide, nemico dell’impresa e degli investitori (detti mercati), sovranista, anti-europeo, che hanno fatto imbufalire un padre della patria che è al contempo il perseguitato numero uno d’Italia. Le nequizie del governo del cambiamento bastano e avanzano per uno che ha ispirato filmati e serie televisive pedagogiche con cui ai giovani, specie napoletani, ha fatto capire che per uscire dalla fogna tocca fare come gli eroi di quei lavori. Da cui l’urlo savianeo “Rompiamo il silenzio contro la menzogna”. E, a parte il contenuto, degno di Pericle, è la forma una figata. Saviano ha fatta sua quella degli haters, odiatori, proprio per dimostrarne la perniciosa forza quando rivolta contro gli amici di Washington, il papa, Mattarella, Soros, Boldrini, Bonino, lo stipendio di Fazio, i salvatori di migranti, i datori di lavoro…
Saviano si indirizza ai suoi “amici cari”: scrittori, medici, attori, youtuber, cantanti, filosofi, cuochi, produttori, tutte le persone pubbliche. Quelle non pubbliche, tipo licenziati di Alcoa, operai dell’Ilva, maestre d’asilo, precari di Amazon, laureati in fuga, sono date per perdute. Affranto, chiede a questi suoi amici cari: “perché vi nascondete?” Il che, visto a chi si rivolge, ti lascia un po’ basito: l’uragano contro coloro che distruggono “70 anni di pace e prosperità”, a El Niño dei tropici gli fa un baffo. I “decenni di pace e prosperità”, assicurati anche da Berlusconi che, in fondo era solo un’innocua “macchietta italica” estratta dalla commedia dell’arte, li hanno garantiti anche i nostri soldati, in difesa della “nostra storia e dei nostri valori di democrazia giovane e fragile, ma prima di tutto antifascista e antirazzista”. E a chi antirazzisticamente li hanno garantiti? Un po’ a tutti: serbi, afghani, iracheni, libici, siriani. Quanto alla prosperità, garantita è stata soprattutto ai quasi 18 milioni di italiani che, a partire dall’abolizione della scala mobile, si ostinano a non fare gli start up e si crogiolano nella miseria.
Un governo che “usa come arma di distrazione di massa l’attacco ai migranti e alle Ong”, è arrivato “all’orrore” di far credere a quasi 60 milioni di italiani “che il nostro problema siano i migranti”. Vuoi non concluderne, con Saviano, che “le cose si stanno mettendo male, male per tutti”? “Male per tutti”, mica negli Stati africani o mediorientali, che deperiscono visto che li bombardano, o gli tirano via le generazioni migliori. Niente paura, saranno sostituite da missionari, Ong e manager Monsanto.
Con. S’Agostino all’ultima crociata
Saviano il furioso non le manda a dire. E non le si poteva dire in modo più sacro einoppugnabile, viste che sono di S. Agostino. I gialloverdi? “ Associazione di ladri, bande funeste, briganti”. E, superando addirittura il santo caro ai picchiatori morali, “potere iniquo… ingiusto… incapace…criminale-.. colpi mortali che questo governo sta infliggendo allo Stato di Diritto…”
Vicino a Boldrini, Bonino, Mattarella e altri galantuomini e filantropi come Soros, agli Elmetti Bianchi, cari all’ISIS, alla Nato e a Israele, a democrazie come “l’unica del Medioriente”, specie quando la promuove tra i bambini di Gaza, giustiziere di brutta gente come Gramsci, Gheddafi, Castro feroce dittatore che “non ha mai realizzato i suoi ideali”, Assad, Chavez, Putin l’omicida che ispira il “ministro della malavita”, Milosevic, Galasso (del pool di Falcone), o di criminali come Hezbollah o Hamas, Saviano, parla ex cathedra.Il suo appello è una lectio magistralis.
Ci rassicura che l’immigrazione “non può essere bloccata” (in Africa la chiamano spopolamento), che è “una risorsa” (specie per terratenientes e Grande Distribuzione) e niente affatto “un pericolo per la tenuta sociale del nostro paese, che è un paese multietnico, fieramente multietnico” . Chi nega che i migranti siano una risorsa “non capisce niente di politica ed economia”, aggiunge e credo che si riferisca a chi non gioisce del senegalese integrato che butta il camiciotto colorato e mette la cravatta, della sudanese che dall’hijab passa al perizoma, dell’iracheno che anziché Avicenna e Averroè studia Alberoni, della somala che, per campare, cede il figlioletto per i pappa degli spotantifame, del chirurgo siriano che anziché ad Aleppo opera al Bambin Gesù. Che bello un multietnicismo così.
Il finale dell’appello è da tempesta wagneriana. Fa impallidire il Catone che rade al suolo Cartagine, o il Cicerone che manda al patibolo Catilina: “Mobilitatevi per diritti che a breve non ricorderete nemmeno più di aver avuto … truppe cammellate di bugiardi di professione al cospetto dei quali gli scherani di Berlusconi erano dilettanti… era così che Mussolini trattava Matteotti prima che venisse ammazzato…comunicazione criminale …
Comunicazione a sostegno di chi “delegittima dall’occuparsi del sociale figli di benestanti”, chi applica la “deriva autoritaria per disconoscere la fatica intellettuale”, “chi ci offende dicendo che criticare questo governo sia un favore a qualche potente” (fareste male a pensare a code di paglia, o a Soros, De Benedetti, Elkann, Cairo, Boccia, UBI, le lobby di Bruxelles). Qui si tratta di essere “o complici o ribelli”. Perché, come dice Grossman, “è la lotta del grande male che cerca di macinare il piccolo seme dell’umanità. Voi siete il piccolo seme dell’umanità, senza di voi l’Italia è perduta”. Ma, coraggio, c’è chi questo piccolo seme lo sa far germogliare. “Sono io, Roberto Saviano”, e qui la si vede tutta, la tempra dell’uomo: “Non mi fa paura la querela, non mi fa paura la solitudine… non vi ho chiamato per difendere me…”
Roberto, non sei solo. Siamo con te, tutti. Il Corriere, il Tg1, il Tg5, il manifesto più di tutti,La Stampa, La Repubblica, la “comunità internazionale”, la Nato, Juncker e tutta la UE, Soros, gli Usa che si apprestano alla battaglia finale con Mordor-Russia, gente che sa di avere ragione oggi, come aveva ragione quando ci avvertì che con il No al referendum saremmo precipitati in Grecia, che Saddam aveva le armi di distruzione di Massa, che un paio di aerei avevano fatto crollare tre torri, una senza neanche sfiorarla, che la guerra alla Jugoslavia era per i diritti umani, che Mario Draghi vuol bene non alle banche ma ai loro clienti, che con Renzi stavamo entrando nell’Eldorado, che i russi assediano l’Occidente e non viceversa, che non c’è elezione andata male che non sia stata manipolata da loro, che andare da Torino a Lione 10 minuti più veloci unisce l’Europa, che l’euro ci avrebbe reso tutti signori con piscina…
Il “manifesto”: la pistola giocattolo ferisce. Solo se sei nero
E che se si spara con una scacciacane a salve si ferisce il colpito. Solo se è un migrante. E questa non è di Saviano, bensì del giornale che ne ha intessuto la corona d’alloro. Il “manifesto” riprende la vicenda dei cretinetti tredicenni che con una scacciacani a salve hanno fatto bang contro un immigrato. Però ci mette del suo, in prima pagina e nel paginone interno: vittima del razzismo sparato e… ferito. Nel testo ovviamente niente: illeso. E allora? E’ il razzismo che li ha lanciati contro il “negro”. E la lotta al razzismo consente certe licenze. Non sarà mica la solita deformazione complottista sospettare che i ragazzetti siano stati invece ispirati da quegli affascinanti videogiochi americani dove vince chi più spara, incendia, devasta, ammazza. Quei videogiochi che, ogni due per tre, il “manifesto”, con Federico Ercole, promuove ed esalta nei suoi inserti Alias. Ma questo il “manifesto” lo esclude. Il quotidiano Piddin-Sorosian-savianeo, da sempre antirazzista, con i bimbetti neri, gialli e bianchi dell’United Colors of Benetton, sa come schierarsi sui cattivi e buoni del Ponte Morandi crollato. A quegli sciacalli di Di Maio e compagni, irriconoscenti verso una famiglia sostenitrice di cause buone, mediatiche e politiche, per le quali tosava pecore e Mapuche, non la manda a dire con Michele Prospero: “Il governo,che ha osato annunciare revoche di concessioni ai Benetton autostradali, approfitta dei cadaveri e delle macerie ancora calde per sperimentare gli effetti del populismo penale e per scatenare le reazioni più regressive”: “la vendetta contro i Benetton”. Gente che si è acconciata a contenere i pedaggi e a limitare i profitti netti a1 miliardo all’anno.
Poltrone in vista
E’ una pura malignità dei soliti barbari vedere sullo sfondo di queste intemerate alcune mete dorate. Che so, una bella candidatura alle prossime europee, o capitanare la nave della prossima “sinistra” che saprà finalmente, spiaggiata la carretta renziana, fare da Arca e traghettare il suo popolo riunito al di là del cataclisma gialloverde in un’Italia desovranizzata, tutta europea e atlantica. Oppure, hai visto mai, una bella presidenza RAI? Non ce lo vedreste bene un filosofo in vetta alla RAI? O un perseguitato dalle mafia e alleato dei “produttori” e VIP contro i barbari? O, ancora meglio, chi in Rai ci sta dentro e, scoprendo le magagne di tutti, s’è conquistato la fama di cavaliere senza macchia e paura, a cavallo di un bianco destriero chiamato “Rai bene comune-Indignerai”?
L’asso nella manica e i “raccomandati e parassiti”
Riccardo Laganà, perito industriale e tecnico Rai, non aveva finito di denunciare al capo dello Stato la scandalosa proposta pentaleghista di un giornalista indipendente, Marcello Foa, a presidente Rai che un coro di followers in Rai ha rimediato candidando proprio lui. La consigliera Rita Borioni, renziana e addirittura orfiniana del PD, tutta Forza Italia nel CDA e il giornalista Peter Gomez.Insieme alle grandi firme, pesanti argomenti a suo favore. Si era erto contro il di Di Maio dei “ parassiti e raccomandati” in Rai, individuandovi una “minaccia di rastrellamenti contro chissà quale razza di delinquenti tra i dipendenti RAI”.
Mentre 13mila dipendenti RAI facevano l’ola, io mi sono dovuto convincere che avevo visto male quando, mentre gracchiando in Rai per una ventina d’anni, m’era parso di averne pur visti di “parassiti e raccomandati”. Titoli per aspirare degnamente all’alta carica, Laganà ne ha tanti e, tra questi, oltre alla lettera contro Foa a Mattarella, la proposta di intitolare al buon Fabrizio Frizzi, scomparso simbolo di una Rai “massima istituzione culturale del paese”, gli studi televisivi DEAR. A seguire, Via Teulada potrebbe essere dedicata a Mara Venier.
Laganà e Saviano: un duo da RAI liberata
Ma dove Laganà s’è guadagnato un primato assoluto su candidati presenti e presidenti passati è stato il suo schierarsi accanto a Roberto Saviano senza se e senza ma contro i nuovi barbari, rieccheggiandone le ragioni e addirittura il lessico: fascismo, atteggiamento mafioso, orrore… Al becero Salvini, che aveva ventilato la sospensione di qualche scorta,ecco la sfida dello scudiero di Saviano: “Noi vogliamo celebrare oggi Roberto Saviano e il suo coraggio… sosteniamo oggi più che mai Roberto Saviano giornalista coraggioso e libero… la Rai è la casa di Saviano…ci batteremo perché nessuno possa sfiorarti”….
Una candidatura alla presidenza Rai al posto della sua, svanita? In questa sua accorata savianeide, il Laganà ha affiancato al martire ancora vivo, altri che non lo sono più: Impastato, Siani, Tobagi, Spampinato, Falcone e Borsellino. Solo un maligno potrebbe parlare di cattivo gusto. Per Laganà lottano mica solo Lopez, Borioni e i nazareni di PD e FI. Al suo fianco c’è anche MoveOn. Mica bruscolini. MoveOn, vicina al Partito Democratico, è la più grande operazione online americana, ora estesa nel mondo,formatasi per contrastare l’impeachment di Bill Clinton per aver mentito al Congresso e al popolo americano. Oggi è il”portale di pressione” (lobby) che diffonde ai quattro punti cardinali tutto ciò che frulla in testa ai cosiddetti “liberal progressisti”. A suo tempo sostenne che Bernie Sanders era simpatico, ma che era meglio candidare Hillary. Il direttore è Ilya Sheyman, ebreo russo, figlio di una famiglia di dissidenti fuggiti dall’URSS negli anni ’70. Che altro?
Concludendo non possiamo che rendere grazie a Saviano, Cacciari, Laganà, manifesto: I vostri appelli ci hanno convinto: piuttosto spediti alla Cajenna da facebook, che con gli oppositori di questo governo.
Pubblicato da Fulvio Grimaldi
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