ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 25 settembre 2018

L'hanno eletto per questo..?

IL PAPA HA BLOCCATO UN’INCHIESTA PER ABUSI SUL CARD. MURPHY O’CONNOR? CONFERME DALL’INGHILTERRA.

Nel settembre del 2013 una fonte estremamente autorevole, che allora era nel governo della Curia, mi raccontò una storia, che aveva appreso dai diretti interessati. È una storia che vorremmo fosse smentita; abbiamo chiesto una conferma agli uffici competenti, senza ricevere risposta. E questa storia coincide perfettamente con quella raccontata da Maike Hickson dalla Gran Bretagna, di cui daremo gli elementi essenziali, rimandandovi alla lettura dell’inchiesta completa su LifeSiteNews.. Ecco la storia così come ci è stata raccontata.

Nel giugno del 2013 il prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede era sceso dal suo ufficio per celebrare una messa per un gruppo di studenti tedeschi nella cappella di Santa Monica, degli Agostiniani, di fianco al Palazzo del sant’Uffizio. Stava celebrando quando giunse all’improvviso il segretario nel presbiterio con un telefonino e gli faceva sapere che c’era il Papa al telefono. Müller chiese: gli hai detto che sto celebrando? Sì, ma ha urgenza di parlarle. Müller si recò in sacrestia, dove il Pontefice, con voce molto seccata, gli intimò di chiudere subito un’inchiesta che la Congregazione aveva aperto, ed era in corso su una persona che era sua amica, un cardinale.

La nostra fonte ci disse all’epoca che l’interessato era Murphy O’Connor, ex primate d’Inghilterra. La fonte non fu molto chiara sul genere di accuse; secondo lui era accusato da parte di una donna, che da diversi anni cercava di far valere le sue ragioni, e alla fine aveva presentato denuncia alla Congregazione per la Dottrina della Fede. All’epoca pensammo che si trattasse di qualche omissione commessa quando era vescovo di Brighton. L’inchiesta di Maike Hickson però ha messo a fuoco che si tratta d’altro. A quanto pare l’inchiesta è stata chiusa; ed era comunque un’inchiesta condotta in grande segreto. Abbiamo chiesto ragguagli alle fonti ufficiali, – conferma o smentita – ma senza risposta. Probabilmente perché si tratta di materia che riguarda il segreto pontificio. Chi ci ha raccontato questa storia, un alto esponente di Curia, era sbalordito. Sia per il modo, in cui era avvenuta la comunicazione, sia per il messaggio. “Avrebbe dovuto dire: fatemi vedere il dossier, portatemi i risultati. Non si può ordinare all’inquirente di agire in un modo specifico a priori. Sono cose che lasciano molto perplessi”. Aggiunse che anche se si fosse trattato di un caso di mitomania, l’inchiesta avrebbe dovuto essere conclusa secondo le regole.

Dobbiamo aggiungere a questo punto che LifeSiteNews ha contattato l’ufficio del card. Müller, per chiedergli una smentita o una conferma della storia, ma la risposta è stata che non ci sarebbe stato nessun commento; e cioè LifeSiteNews ha ricevuto una non-smentita. Una richiesta analoga è stata avanzata presso la Sala Stampa Vaticana (come aveva fatto tempo fa chi scrive, senza successo). Forse LifeSiteNews avrà più fortuna; e ne saremmo ben felici.

Il cardinale Murphy O’Connor morì il 1 settembre 2017. Maike Hickson di LSN ha scavato nella vicenda, grazie a una fonte inglese molto ben informata. La donna non ha mai reso pubbliche queste accuse, ma è stata in contatto con le autorità ecclesiastiche per circa quindici anni, senza però che le sua accuse siano mai state sottoposte a una profonda indagine. La signora in questione è una vittima riconosciuta di abusi, vittima – quando aveva 13 o 14 anni – di un noto prete abusatore, padre Michael Hill, condannato dalla giustizia laica, a più riprese. Come ha scritto il Guardian, “Il suo caso è particolarmente noto perché il leader della Chiesa, il cardinale Cormac Murphy O’Connor, gli ha dato un posto nonostante avesse abusato dei ragazzi”. Come scrive LSN, Hill è stato spostato di parrocchia in parrocchia, a dispetto delle denunce dei genitori. Murphy O’Connor lo mandò come cappellano all’aeroporto di Gatwick; e lì fu accusato di abusi su una teenager con difficoltà di apprendimento, che era andata in cappella dopo aver perso un volo. Murphy-O’Connor pagò le vittime di Hill, chiedendo in cambio il silenzio. La signora alla base della denuncia sostiene che quando fu abusata, oltre a Hill c’erano altri sacerdoti presenti, Murphy O’Connor era uno di loro. Nel 2000 ha raggiunto un accordo con la diocesi di Brighton per gli abusi subito da padre Hill e ricevette 40mila sterline.

Murphy O’Connor divenne arcivescovo d Westminster nel 2000. Ha fatto parte del gruppo di San Gallo, che ha organizzato l’elezione di papa Bergoglio. Era una dei grandi consiglieri e amici del Pontefice regnante.

Come scrive LSN, la storia di questa donna è una storia di giustizia negata, o di negazione di un processo dovuto. Ha contattato intorno al 2010 il cardinale Vincent Nichols, successore e pupillo di Murphy O’Connor, che però si è rifiutato di indagare. Per avere i dettagli completi della storia vi consigliamo di leggere il servizio di LifeSiteNews, che scrive che nel 2011 la diocesi di Portsmouth e la diocesi di Northampton contattarono la Congregazione per la Dottrina della Fede chiedendo al cardinale Levada di aprire un’inchiesta, e protestando per il rifiuto di Westminster, che contrastava con le norme fissate dalla Chiesa di Inghilterra in questi casi. Tutto il materiale fu consegnato a mons. Charles Scicluna, ora arcivescovo di Malta. Quelli in Gran Bretagna che appoggiano la causa di questa donna sostengono che indipendentemente dal fatto che dica o no la verità, la Chiesa deve seguire le sue regole, e verificare. E a quanto pare ci sono stati diversi tentativi, da parte di alcuni vescovi, di far aprire un’inchiesta. Ma dice la fonte di LSN Murphy O’Connor è stato trattato “come se fosse sopra la legge”. E se è vera la storia che ci è stata raccontata nel 2013, anche il Pontefice avrebbe agito in maniera analoga. Ma in questo momento in Gran Bretagna è in piedi un’inchiesta, commissionata dal governo, sugli abusi di ogni genere, il “Truth Project” (Progetto Verità). È probabile che la signora in questione abbia contattato il Truth Project, perché qualche settimana fa gli investigaroi hanno chiesto alla diocesi di Westminster tutti i documenti che riguardavano accuse contro Murphy O’Connor. Conclude Maike Hickson: “Ci sembra che la Chiesa cattolica sia seduta ora su una bomba a orologeria. E in cima alla bomba siede papa Francesco”.

Marco Tosatti

http://www.marcotosatti.com/2018/09/24/il-papa-ha-bloccato-uninchiesta-per-abusi-sul-card-murphy-oconnor-conferme-dallinghilterra/

Der Spiegel narra l'oscura grande crisi della Chiesa

Der Spiegel dedica diciannove pagine – e la copertina – alla crisi della Chiesa dopo le rivelazioni di abusi e coperture dal Cile all’Honduras, dagli Usa alla Germania, culminati con il caso McCarrick e la testimonianza dell’arcivescovo Viganò. E intervista anche le vittime degli abusi in Argentina, toccando da vicino anche il Papa.


                                     La copertina di Der Spiegel 

Der Spiegel, la grande rivista tedesca, dedica oggi diciannove pagine – e la copertina – alla crisi della Chiesa dopo lo tsunami di rivelazioni di abusi e coperture dal Cile all’Honduras, dagli Stati Uniti alla Germania, culminati con il caso McCarrick e la testimonianza dell’arcivescovo Viganò, che chiama in causa direttamente e personalmente il Pontefice. E infatti la copertina – un profilo nero di papa Bergoglio su sfondo rosso – legge: “Non dire falsa testimonianza”. L’incipit dell’articolo è in sintonia con la copertina: “A inizio pontificato, Papa Francesco aveva promesso un cattolicesimo rinnovato e aperto al mondo. Dopo cinque anni e mezzo e numerosi casi di abusi, la Chiesa si trova nel mezzo della sua più grande crisi.

Lo stato Vaticano è scosso da un terremoto del quale non si è individuato l’epicentro. Dietro le alte mura, nello stato della Chiesa domina il silenzio. Le tende alle finestre dell’appartamento papale a Santa Marta sono chiuse, una guardia svizzera vigila l’ingresso, un gendarme pattuglia l’area. La stanza dei bottoni della Chiesa mondiale somiglia a una fortezza. Solo oltre le porte chiuse cardinali e vescovi si aprono. Parlano di quanto è accaduto e che sta scuotendo la Chiesa dalle sue fondamenta”. 

L’articolo tratta di molti argomenti, comprese la confusione pastorale seguita alle norme ambigue contenute in Amoris Laetitia e alla non risposta del Pontefice ai “Dubia” formulati correttamente dai quattro cardinali: Burke, Brandmüller, Caffarra, e Meisner, due dei quali sono nel frattempo deceduti. Ma la parte più interessante dell’inchiesta riguarda il lavoro di denuncia fatto dai giornalisti con interviste a vittime di abusi clericali a Buenos Aires, la diocesi di cui Bergoglio era arcivescovo fino all’elezione nel marzo 2013. Su LifeSiteNews che ha riportato ampi stralci dell’inchiesta, Maike Hickson scrive che “Der Spiegel è sorprendentemente critico di papa Francesco per quanto riguarda il suo governo in generale, compresa la sua attitudine ambigua in molti campi – fra cui la comunione ai protestanti e la comunione per i divorziati risposati, e ricorda le parole attribuite al Pontefice, il suo timore ‘di passare alla storia come qualcuno che ha spaccato la Chiesa’”. 

Der Spiegel ricorda la serie di scandali avvenuti negli ultimi tempi; dal caso di padre Mauro Inzoli, il sacerdote abusatore di Comunione e Liberazione condannato dalla giustizia italiana, e “graziato” per un certo periodo dal papa contro il parere del card. Müller; il party omosessuale con droga del segretario del card. Coccopalmerio, nel Palazzo del Sant’Uffizio, davanti a San Pietro, e di come Coccopalmerio sia uno dei cardinali di fiducia del Pontefice. Che infatti si è rivolto a lui per discutere sulle eventuali sanzioni canoniche contro l’arcivescovo Viganò. Il giornale sottolinea lo scandalo della copertura a McCarrick e la posizione anomala di uomini di fiducia del Pontefice come i cardinali Maradiaga e Errazuriz, colpiti da scandali su abusi sessuali e Maradiaga anche finanziari. E che nonostante questo mantengono il loro ruolo di grandi consiglieri del Pontefice. Una denuncia così rigorosa e fattuale del giornale tedesco è interessante; fino ad oggi papa Bergoglgio ha goduto della simpatia e della benevolenza dei MainStreamMedia, che hanno volentieri glissato sugli avvenimenti messi in luce oggi da Der Spiegel.  

I giornalisti di Der Spiegel hanno viaggiato in Argentina, a Monaco e altrove per raccogliere notizie. Hanno parlato con una donna di La Plata, Julieta Anazco vittima di abusi da parte di un prete, che come ha scoperto in seguito, era stato trasferito per le accuse di abuso sui minori. Julieta ha sofferto molto per questo episodio, è andata in terapia ed è membro adesso di una “Rete di sopravvissuti agli abusi ecclesiastici”. 

Scrive il giornale: “Nel 2013, poco dopo che Bergoglio è stato eletto papa, Julieta Anazco e altre tredici vittime di padre Gimenez scrissero una lettera in cui descrivevano che cosa era accaduto loro, e perché ancora vivessero sotto depressione; e ci fossero stati tentativi di suicidio; o perché alcuni di loro si fossero dati a consumare droga, mentre il prete accusato continuava a celebrare messa ed era a contatto con bambini”. La lettera è stata inviata con raccomandata e ricevuta di ritorno nel dicembre del 2013, e tre settimane più tardi giunse la conferma della ricezione. Poi, più nulla. Non una parola. Il prete accusato però fu trasferito in una casa di riposo per persone anziane, dove “ancora si mostra ai giornalisti vestito in talare. Continua a celebrare messa ed è rispettato” scrive il giornale.

Der Spiegel spiega che “durante il periodo in cui Bergoglio era cardinale, molte vittime d abusi a Buenos Aires si sono rivolte a lui per aiuto; a nessuno è stato permesso vederlo”. Attualmente sono in corso sessantadue processi contro preti argentini per abusi. “Il numero delle loro vittime potrebbe raggiungere le migliaia”. Spiega Julieta: “Per noi è difficile, perché nessuno ci crede. Vogliamo raggiungere il Papa, ma lui non è interessato a noi”. Interessante una riflessione, contenuta nell’articolo, di Juan Pablo Gallego, un eminente avvocato difensore delle vittime, secondo cui “Francesco è ora in esilio a Roma, avendo trovato rifugio (con immunità), per così dire laggiù. In Argentina dovrebbe confutare il sospetto di aver protetto per anni violentatori e abusatori di minori”. 

Gallego ha parlato con Der Spiegel del caso di padre Grassi, il sacerdote argentino condannato per abusi, e che ha detto che Bergoglio “non gli ha mai abbandonato la mano”. Grassi è stato lo spunto per un documentario francese, “Il codice del silenzio”, in cui il Pontefice nega di aver commissionato una contro-inchiesta di 2600 pagine in difesa di Grassi quando era presidente dei vescovi argentini. Ma che invece è stata commissionata, con lo scopo di influenzare i giudici di appello. Secondo Gallego, Jorge Mario Bergoglio, che è stato per anni confessore di padre Grassi, ha ordinato una contro-inchiesta per difendere il prete che sta scontando quindici anni per abusi, e “per criminalizzare le vittime”. Che è quanto il Pontefice ha fatto nel caso del Cile, definendo “calunniatori” quelli che chiedevano giustizia per gli abusi del vescovo Barros.  Racconta Gallego: “Nel 2006 ho avuto una conversazione con Bergoglio. Era poco socievole e diffidente, non ha detto una parola sul fatto che la Chiesa aveva pagato i legali di Grassi. L’immagine corrente di un papa Francesco simpatico, aperto, non coincide con l’uomo che sedeva di fronte a me all’epoca”. 

La gestione degli abusi a Buenos Aires e in Argentina, all’epoca in cui Jorge Mario Bergoglio era cardinale arcivescovo è sicuramente un tema delicato e spinoso. E c’è da chiedersi se la singolare riluttanza di papa Bergoglio a tornare in patria, cinque anni e mezzo dopo la sua elezione, non sia collegato anche a questo argomento. 

Marco Tosatti

http://www.lanuovabq.it/it/der-spiegel-narra-loscura-grande-crisi-della-chiesa

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