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martedì 11 settembre 2018

No dubia turiferaria?

Tornielli: “è evidente che” sulle date e documenti di Viganó “non c’è motivo di dubitare”

Foto: Andrea Tornielli
Se il giornalista Tornielli, uno dei più vicini a Papa Francesco, colui che ha criticato aspramente l’ex nunzio Viganó, in questo ultimo articolo scritto a quattro mani con Salvatore Cernuzio è arrivato a dire che “è evidente che l’ex nunzio negli Stati Uniti ha citato date e documenti in suo possesso (o passati sotto i suoi occhi) sui quali non c’è motivo di dubitare”, allora vuol dire che anche i più ostici critici dell’ex ambasciatore Vaticano cominciano ad ammettere che qualcosa di vero (ma forse anche di più) ci sarà nel memoriale Viganó.

Tornielli si limita a parlare di “date” e “documenti” su cui non si dovrebbe dubitare, ma evita abilmente di riferire il fatto che Viganó parla anche e soprattutto di “nomi”, e sono decine, di personaggi di alto livello nella Chiesa, sostanzialmente cardinali.
Non solo, conferma anche quanto abbiamo
riportato su questo blog (vedi questo articolo) riguardo al fatto che il cardinale McCarrick non ha tenuto in nessun conto, o quasi, le richieste di ritiro a vita privata e di preghiera che Benedetto XVI gli aveva imposto dopo aver appreso dei suoi colpevoli comportamenti.
Non c’è dubbio che una “richiesta” di un papa, benché non formulata in forma canonica, rimanga sempre una richiesta vincolante, a maggior ragione quando questa venga sollevata dopo l’avvenuta conoscenza di abusi sessuali fatti da un alto esponente della Chiesa, un cardinale. È inutile girarci intorno sulla parola “sanzione” o “richiesta”. Quello che conta è la sostanza.
Infatti, Tornielli precisa:
Quella di Benedetto XVI nei confronti di Theodore McCarrick non era una “sanzioneˮ, né un ordine formale: era una richiesta, una raccomandazione autorevole con ogni probabilità comunicata all’interessato a nome del Papa già alla fine del 2007. McCarrick ci mise un anno prima di accondiscendere al desiderio di Papa Ratzinger e lasciare il seminario Redemptoris Mater di Washington, ma non prese mai veramente sul serio la richiesta di tenere un «basso profilo» e di ritirarsi a vivere in preghiera. Di certo il nunzio Pietro Sambi, romagnolo sanguigno e fedele esecutore della volontà papale nonché esempio di diplomatico obbediente, fece vari tentativi prima di convincere McCarrick senza però mai riuscire a ottenere una sua adesione alla volontà del Pontefice. È quanto emerge dal racconto di una nuova fonte che ha avuto conoscenza diretta degli avvenimenti accaduti tra il 2007 e il 2011 a Washington”.
Quindi Tornielli riconosce chiaramente che McCarrick “non prese mai veramente sul serio la richiesta di tenere un «basso profilo» e di ritirarsi a vivere in preghiera”.
Questa di Tornielli è una indiretta risposta a tutti coloro che hanno voluto smentire Viganó trovando la prova nella continua presenza in pubblico di McCarrick. Se il cardinale era sotto “sanzioni” non poteva girare il mondo è presenziare ad eventi pubblici, dicevano i detrattori di Viganó. Al contrario, e Tornielli ce lo conferma, McCarrick era in pubblico semplicemente perché non aveva rispettato le richieste di Papa Benedetto XVI.
Tornielli poi aggiunge:
In realtà un nuovo testimone – che chiede l’anonimato – rivela a Vatican Insider che la prima comunicazione a McCarrick con l’invito a lasciare il seminario Redemptoris Mater e la raccomandazione a vivere ritirato in preghiera avvenne nel dicembre 2007. «Posso assicurare che ciò avvenne nel dicembre 2007. L’allora nunzio negli Stati Uniti, Pietro Sambi, trasmise al cardinale McCarrick questa disposizione comunicatagli da Roma, dall’allora Prefetto della Congregazione per i vescovi, il cardinale Giovanni Battista Re»”
Qui Tornielli sembra voler dire che Viganó si sia sbagliato nelle date. Le “sanzioni” non sono del 2009 o 2010 (quando Viganó ne è venuto a conoscenza) ma devono essere portate indietro nel tempo al 2007. Questo però non fa che confermare l’insolenza del cardinal McCarrick. Dipinge bene il personaggio porporato e rafforza quanto detto da Viganó.
Tornielli continua:
Torniamo all’indicazione del nunzio, trasmessa per via orale a McCarrick a fine 2007. Un’indicazione direttamente riconducibile alla volontà di Benedetto XVI e da questi trasmessa con ogni probabilità al Segretario di Stato Bertone o direttamente al Prefetto dei vescovi, il cardinale Re. Se Papa Ratzinger ha deciso di comunicare a McCarrick questa richiesta ciò significa – ovviamente – che era venuto a conoscenza delle accuse contro il cardinale, pur preferendo una forma di reazione blanda, motivata dal fatto che l’ex arcivescovo di Washington era già vecchio ed emerito, oltre che dal fatto che le denunce e le segnalazioni che lo riguardavano erano riferite al passato e non riguardavano denunce di abusi su minori. Benedetto dunque sceglie questa via mite e non troppo restrittiva per McCarrick perché «non voleva uno scandalo pubblico»,”
E poi:
Del resto, che Benedetto fosse stato preavvertito dei problemi del cardinale lo si potrebbe dedurre anche dal fatto che, nel 2006, aveva accettato le dimissioni per raggiunti limiti d’età del porporato arcivescovo, il quale aveva compiuto i 75 anni l’anno precedente ma era in buona salute e si pensava potesse rimanere almeno un altro anno in carica”
E poi:
Trascorrono diversi mesi prima che il cardinale si decida ad abbandonare la struttura del seminario. Tanto che lo stesso Sambi avrebbe chiesto un aiuto ad alcuni suoi stretti collaboratori per convincere McCarrick ad andarsene e ritirarsi a vita privata. (…) Soltanto dopo la fine dell’estate 2008 il cardinale inizia il trasloco presso la parrocchia di St.Thomas. A quanti, all’interno o all’esterno del seminario Redemptoris Mater, gli domandavano il motivo del trasferimento McCarrick rispondeva laconicamente: «Roma mi ha chiesto di lasciare il seminario», senza fornire ulteriori dettagli.
Tornielli infine ammette:
Siccome (monsignor Lantheaume, ndr) riferisce un fatto al quale avrebbe assistito di persona, concordemente con la nuova fonte americana dobbiamo supporre che gli incontri tra Sambi e McCarrick siano stati più d’uno e che il nunzio a un certo punto abbia perso le staffe a motivo della mancata obbedienza del porporato, per nulla intenzionato a cambiare vita di fronte a quella che evidentemente rimaneva come una richiesta del Pontefice e non un ordine tassativo, men che meno una reale sanzione canonica”.
Quindi, Tornielli ci ha detto che le richieste di Benedetto XVI al card. McCarrick di ritiro a vita privata e di preghiera a seguito delle molestie, fattegli pervenire dal nunzio, sono state più di una, reiterate nel tempo, con toni sempre più infuocati visto il recalcitrante comportamento del cardinale (confermando così la veridicità di “le urla si sentivano fin nel corridoio”, come scritto nel memoriale). Si deve dunque ipotizzare che sia stato riferito a Benedetto XVI che McCarrick non obbediva alla sua richiesta, e che il papa abbia reiterato i suoi ordini cercando di farli rispettare.  Tornielli infine conferma che, nonostante le richieste, McCarrick ha platealmente disobbedito a Benedetto XVI, girando per il mondo e presenziando ad eventi pubblici.
Dopo la lettura dell’articolo, che dire?
Penso che si possa tranquillamente dire che se qualcuno leggesse questo articolo, senza prima aver visto l’autore, è probabile che concluda che sia stato scritto da un sostenitore di Viganó.
di Sabino Paciolla

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