ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 26 settembre 2018

Shot down by #PopeFrancis

IL PAPA OSTRUZIONISTA SU MCCARRICK. PADRE JOSEPH FESSIO, SJ: “SIA UN UOMO. SI ALZI IN PIEDI E RISPONDA”.


A un mese esatto (25 agosto – 25 settembre) da quello che il Pontefice regnante continua a chiamare “comunicato”, e che invece andrebbe definito in ben altro modo; almeno come testimonianza, visto che si riferisce a fatti e documenti vissuti e visti in prima persona; bene a un mese esatto il Pontefice si è rifiutato di rispondere, sull’aereo che lo riportava a Roma da Tallinn a qualsiasi domanda relativa a McCarrick, Viganò et similia. Una collega americana, Cindy Wooden, si è avvicinata per porre questioni, come aveva fatto nel viaggio di ritorno da Dublino Anna Matranga di CBS, ed è stata respinta con perdite.
La foto è estremamente eloquente. Così come la didascalia che Cindy ha messo sul suo profilo twitter: “Shot down by #PopeFrancis. He wanted questions only about the Baltics trip. I said I had questions he left unanswered on the way back from Dublin. They were trip questions. Just not this trip. #FoiledAgain #Vigano”.

“Abbattuta da papa Francesco. Voleva domande solo sul viaggio nei Paesi baltici. Ho detto che avevo domande rimaste senza risposta dal ritorno da Dublino. Erano domande di viaggio. Ma non di questo viaggio. #frustratadi nuovo #Viganò”.
Ecco come si è svolta, nel racconto di diversi colleghi – non italiani, quelli sono specializzati nel settore agiografia, denigrazioni e commozioni – la conferenza stampa. L’ho raccontato su La Nuova Bussola Quotidiana stanotte. “Una conferenza stampa “blindata”, quella del Pontefice sull’aereo che lo riportava a Roma dopo il viaggio nelle Repubbliche Baltiche. Il Pontefice – che secondo alcuni colleghi che erano sul volo appariva nervoso, e in difficoltà, – non voleva rispondere a domande che non avessero per tema il viaggio appena concluso. Per cui niente domande sul caso McCarrick, sulla testimonianza dell’arcivescovo Viganò, sul caso del cardinale Murphy O’Connor.
In pratica non è stato permesso a nessuno del gruppo anglofono – i più determinati a chiedere spiegazioni sui temi scottanti – di porre domande. Quando una collega si è avvicinata, per ripetere la domanda fatta da Anna Matranga della CBS nel viaggio di ritorno da Dublino, e cioè di quando era stato informato dei crimini di McCarrick, le è stato chiesto se la domanda era sul viaggio. La collega ha detto no, è un follow up delle domande del mese scorso. Le è stato risposto: devi aspettare, prima il viaggio. E poi naturalmente non le hanno più dato la parola. Molti colleghi del gruppo anglofono erano sbalorditi e irritati per questa mancanza di disponibilità, e per questa forma di censura preventiva. Tanto più straordinaria da parte di chi raccomanda continuamente dialogo e franchezza.
Quindi, a un mese di distanza dall’apparizione della testimonianza di mons. Viganò, non c’è ancora una risposta – o una smentita – alle affermazioni dell’ex nunzio. E soprattutto manca una risposta da parte del principale protagonista di questa vicenda, chiamato in causa personalmente nel suo rapporto con McCarrick, e accusato di avere riabilitato e aver elevato a rango di consigliere principale per gli USA il cardinale predatore omosessuale. Dopo aver glissato un mese fa, il Pontefice in difficoltà continua a evitare l’argomento”.

L’atteggiamento di silenzio, evidentemente dettato dall’impossibilità di smentire quanto affermato dall’arcivescovo Viganò, sta intaccando profondamente la credibilità personale del Pontefice, già scossa da scandali recenti e antichi: il Cile, l’Honduras, e il caso di Murphy O’Connor, oltre a McCarrick, Mahony e Danneels e il documentario sugli abusi a Buenos Aires…- e danneggia la Chiesa. Come fa notare Rod Dreher, l’autore de “L’opzione Benedetto” sul suo blog. Intitolato “Il Pontefice ostruzionista” l’articolo commenta la frase del papa secondo cui non avrebbe mai firmato la grazia per un prete abusatore in questo modo: “Patetico. L’arcivescovo Viganò ha fatto accuse specifiche di corruzione. Francesco rifiuta di rispondere a tutte. Francesco sta schivando le responsabilità. Francesco non ha ancora detto una parola sull’affare del card. McCarrick”.
E nella testimonianza Viganò c’è una parte a cui solo il Pontefice può rispondere, in maniera semplice, senza contorcimenti verbali, dicendo se è vera o no. Questa:
<Subito dopo il papa mi chiese con tono accattivante: “Il card. McCarrick com’è?” Io gli risposi con tutta franchezza e se volete con tanta ingenuità: “Santo Padre, non so se lei conosce il card. McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i Vescovi c’è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti e papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi ad una vita di preghiera e di penitenza”. Il papa non fece il minimo commento a quelle mie parole tanto gravi e non mostrò sul suo volto alcuna espressione di sorpresa, come se la cosa gli fosse già nota da tempo, e cambiò subito di argomento. Ma allora, con quale finalità il papa mi aveva posto quella domanda: “Il card. McCarrick com’è?”. Evidentemente voleva accertarsi se ero alleato di McCarrick o no>.
La stessa domanda di chiarezza viene, ed è cosa di questi giorni, anche da un importante gesuita americano, Joseph Fessio, fondatore della casa editrice Ignatius Press. Intervistato dalla CNN ha definito “deplorevole” il rifiuto del Pontefice di rispondere. “Attacca Viganò e chiunque chieda risposte – ha detto Fessio. – Trovo questo deplorevole”. E ha aggiunto: “Sia un uomo. Si alzi in piedi e risponda alle domande”. “Credo che l’idea che sto esprimendo qui sia valida, e anche se forse dovrei temperarla un po’, credo che vada detta. E forse…aiuterà il Papa a parlare chiaramente. Sembra che lui voglia franchezza, no? Parla di franchezza e sincerità e di non aver paura di dire quello che uno pensa”.
A questo proposito ricordiamo che cosa ha detto recentemente ai giovani in Sicilia:
<Qualche giovane dice: di Dio mi fido ma della Chiesa no. Ma perché? Sono mangiapreti”. “Avvicinati al prete e digli”, il consiglio ad ogni giovane: “Io di te non mi fido per questo, per questo, per questo. Avvicinati al vescovo e digli in faccia: io della Chiesa non mi fido. Questa è gioventù coraggiosa, con la voglia di ascoltare la risposta. Forse quel giorno il prete sarà col mal di fegato e ti manderà via, ma sarà una volta sola. Sempre dirà qualcosa”>.
Ecco, lo faccia.
Marco Tosatti

26 settembre 2018
 Pubblicato da  Lascia il tuo commento --

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.