ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 13 ottobre 2018

Chi cerca trova..

Un altro gay? Nuovo Sostituto Vaticano Edgar Peña Parra in acque difficili



L'arcivescovo Edgar Peña Parra, nominato direttamente da papa Francesco, il 15 ottobre assumerà l'incarico di Vice Segretario di Stato Vaticano.

Ma la scorsa settimana è stato inviato via email ad alcuni cardinali in Vaticano un dossier di 25 pagine firmato da "laici dell'arcidiocesi di Maracaibo” - l'arcidiocesi in Venezuela da cui proviene Peña.

La rivista italiana L'Espresso, a favore di Francesco ma anticlericale, ha avuto accesso quasi subito al dossier da parte del partito pro Bergoglio, per poter dare notizia della storia (12 ottobre) screditando il dossier [con un articolo scritto malamente] e per pubblicarla di venerdì, diminuendone l'effetto.

Peña ha cominciato i suoi studi alla fine degli anni '70 nel seminario di San Cristobal, da cui è stato espulso dopo il terzo anno per motivi disciplinari. Il suo arcivescovo gli ha dato una seconda possibilità e così Peña ha continuato nel seminario di Caracas, dove i rapporti su di lui sono stati buoni.

Il dossier contiene lettere fotocopiate dell'arcivescovo Domingo Roa Pérez (+2000) che ha ordinato Peña nell'agosto 1985.

In una di queste lettere, Roa scrive di aver ricevuto un rapporto anonimo poco prima che Peña diventasse diacono. Il rapporto gli diceva che Peña era stato espulso dal seminario di San Cristobal perché era un "omosessuale [praticante]".

Roa scrive che la lettera anonima spiegava che questa informazione non gli era mai arrivata perché un sacerdote dell'arcidiocesi di San Cristobal aveva falsificato il rapporto inviatogli (a Roa) [San Cristobal è solo una diocesi].

L’Espresso sa per certo che papa Francesco ha ignorato le accuse contro Peña come fossero "un altro attacco contro di lui (Francesco)" proveniente dal "fronte dei conservatori". Francesco ha precedenti nell'ignorare le molestie omosessuali nella Chiesa.

Peña è un “amico molto vicino” del cardinale di Tegucigalpa Rodríguez Maradiaga e del suo ex vescovo ausiliario Juan Jose Pineda, ora sospeso in quanto omosessuale attivo. Dal 2003 al 2007, Peña ha lavorato come Consigliere alla nunziatura di Tegucigalpa.

Nella sua dichiarazione di agosto, il denunciante arcivescovo Viganò scrive che "Come delegato per le rappresentanze pontificie, mi erano pervenute informazioni preoccupanti a suo riguardo [Peña]".

Foto: Edgar Peña Parra, © wikicommons, CC BY-SA#newsCxlwmqutit
Un altro attacco a papa Francesco: veleni sul nuovo braccio destro

Tra pochi giorni arriverà in Vaticano il venezuelano Peña Parra, il nuovo Sostituto della Segreteria di Stato. Un ruolo chiave per il governo della curia. Ma Oltretevere circola da settimane un dossier su presunte condotte immorali del prelato. Secondo la cerchia del pontefice si tratta - dopo il caso Viganò - di un nuovo agguato del fronte conservatore. L'Espresso in edicola da domenica 14 ottobre vi racconta i contenuti del documento


Monsignor Edgar Peña diventerà tra qualche ora uno degli uomini più influenti della Santa Sede: come annunciato da Francesco lo scorso Ferragosto, l'ex nunzio in Mozambico siederà dal 15 ottobre sulla poltrona di Sostituto per gli affari generali alla Segreteria di Stato. Un incarico che lo proietta nell'empireo della gerarchia ecclesiastica, secondo – per influenza - solo al papa e al segretario di Stato Pietro Parolin.

Quella del Sostituto è dunque una nomina delicatissima. E il nome di Peña Parra ha colto di sorpresa gerarchie e addetti ai lavori. Se il nunzio a Roma è un marziano, in Venezuela lo conoscono in tanti. Molti lo stimano. Altri assai meno. Come Carlo Maria Viganò, che nel celebre j'accuse contro Francesco ha dedicato al monsignore sudamericano parole di fuoco. «Lui ha una connessione con l'Honduras, cioè con il cardinale Oscar Maradiaga. Peña Parra dal 2003 al 2007 ha prestato servizio presso la nunziatura di Tegucigalpa in qualità di consigliere», ha attaccato Viganò «Come delegato per le rappresentanze pontificie, mi erano pervenute informazioni preoccupanti a suo riguardo».

L'ex nunzio a Washington non chiarisce i motivi delle sue «preoccupazioni». Ma è certo che non è il solo ad avere qualche dubbio sulla scelta di Francesco. Pena Parra ha molti nemici. E qualcuno di essi, nove giorni dopo la sua promozione, ha deciso di prendere carta e penna, e compilare un durissimo rapporto sulle presunte condotte immorali del sacerdote. Allegando pure alcune fotocopie di lettere firmate dall'allora arcivescovo di Maracaibo Domingo Roa Pérez, in cui si fa riferimento a dubbi e accuse gravissime sul conto dell'allora seminarista Edgar.

Il dossier di 25 pagine è firmato dai “Laici dell'arcidiocesi di Maracaibo” (capitale della regione dello Zulia dove il neo Sostituto è nato e cresciuto, una città diventata famosa anche in Italia perché lì crollo, travolto da una petroliera, uno dei ponti progettati dall'architetto Riccardo Morandi), e nei giorni scorsi è finito nella posta elettronica di alcuni prelati, che hanno prontamente informato il papa.

L'Espresso lo ha letto. Cuore delle accuse, è una missiva del 1985 firmata proprio da Roa Peréz e spedita al rettore del primo seminario (il San Tommaso D'Aquino a San Cristobal) frequentato dal giovane Peña Parra. Laureatosi in filosofia nel 1981, all'inizio del 1985 il giovane Edgar ha appena concluso un altro seminario interdiocesano, quello dell'istituto “Santa Rosa de Lima” a Caracas, stavolta specializzandosi in teologia.

Ad agosto è prevista la sua ordinazione come sacerdote. L'arcivescovo Roa Perez, che da qualche tempo nutriva dubbi sul candidato, ha appena ricevuto una lettera anonima che giudica molto circostanziata, e decide di vederci chiaro: «Egregio monsignore, in questo adorato seminario ha studiato filosofia il giovane Edgar Robinson Peña Parra» spiega l'alto prelato al rettore del “San Tommaso D'Aquino”, Pio Leon Cardenas «I rapporti concernenti le sue abitudini sono stati abbastanza negativi, per questo la direzione decise di non farlo proseguire. Pensando che l'errore forse non era così grave da escluderlo definitivamente dal seminario...ho deciso di mandarlo al seminario di Caracas, dove ha studiato teologia ed è sul punto di ricevere il diaconato e presto il sacerdozio. I rapporti del seminario interdiocesano sono in generale positivi. Anzi buoni» chiosa ancora il vescovo Roa Perez. «Ora mi arriva una lettera anonima da Caracas, che dice che (Pena Parra, ndr) “fu espulso dal seminario San Tommaso D'Aquino alla fine del suo terzo anno perché omosessuale...”. Afferma che tale fatto “è stato verificato nella realtà dal suo padre assistente di quell'anno di studio, Padre Leye, e che lei non è arrivato a saperlo” perché un sacerdote di questa arcidiocesi ha falsificato il rapporto».

«Non so se si tratta di intrighi» conclude infine Roa Perez. «Può immaginare Sua Signoria illustrissima l'angoscia che ora mi assale. Ho molto bisogno di sacerdoti, ma non posso essere “un pietoso empio” come afferma un santo della Chiesa riferendosi all'ordinazione di coloro che sono chiaramente indegni. Come ho detto può trattarsi di intrighi, e può essere vero quello che l'anonimo sostiene con fermezza. La prego con veemenza che riveda i rapporti e ascolti Padre Leger per vedere se ricorda il caso».

Tra i documenti del dossier ci sono anche alcune schede sul profilo caratteriale e spirituale del nuovo Sostituto. L'Espresso ha chiesto numi alla sala stampa della Santa Sede, chiedendo per giorni un commento sul dossier e soprattutto sull'autenticità o meno della lettera dell'arcivescovo (morto nel 2000), ma senza ricevere alcuna risposta. È un fatto, però, che il papa – dopo essere stato informato della vicenda - ha spiegato con risolutezza di non credere affatto alla fondatezza delle accuse. Spiegando hai suoi che si tratta di un altro attacco contro di lui, dopo quello portato avanti da Viganò. «È sempre il fronte conservatore a tentare di screditare il suo magistero e l'immagine dei suoi fedelissimi», chiosano dal suo inner circle.

Qualche giorno fa il prefetto della Congregazione per i Vescovi Marco Ouellet aveva smontato, con efficacia, le accuse più gravi della missiva aperta di Viganò. Ma la nuova vicenda mostra che l’assedio al pontefice non è affatto terminato.





L'inchiesta integrale sull'Espresso in edicola da domenica 14 ottobre. Per leggerlo in anteprima, abbonati a Espresso+

http://espresso.repubblica.it/attualita/2018/10/12/news/le-condotte-immorali-del-nuovo-braccio-destro-del-papa-spunta-un-dossier-che-fa-tremare-il-vaticano-1.327763

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.